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INVASIONE DEGLI ISETTI TRANSGENICI

Alien.

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[h=1]L’invasione degli insetti transgenici[/h] [h=2][/h] Gli insetti transgenici sono già nell’ambiente, ma la gente non lo sa. In Brasile sono stati rilasciati milioni di zanzare transgeniche per contrastare la zanzara aedes aegypti la cui puntura provoca la febbre dengue, così come alle Cayman e in Malesia. In Spagna è stata avanzata la richiesta di liberare nell’ambiente la mosca transgenica dell’olivo. Un disastro annunciato.
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Gli insetti transgenici sono già nell’ambiente, ma la gente non lo sa. In Brasile sono stati rilasciati milioni di zanzare transgeniche per contrastare la zanzara aedes aegypti la cui puntura provoca la febbre dengue, così come alle Cayman e in Malesia. In Spagna è stata avanzata la richiesta di liberare nell’ambiente la mosca transgenica dell’olivo. Un disastro annunciato.
L’errore più grosso che si può fare è pensare che se gli insetti transgenici vengono rilasciati nell’ambiente lontano da casa nostra, allora siamo salvi. Gli insetti si spostano, si diffondono, arrivano dovunque, contaminano anche i loro predatori, cioè gli animali che li mangiano, e contaminano i frutti, depositandovisi sopra, che noi mangeremo.
Nel giugno scorso in Brasile, nello Stato di Bahia, sono state rilasciate nell’ambiente zanzare transgeniche in milioni di esemplari per contrastare l’insetto la cui puntura provoca la febbre dengue. L’azienda Oxitec ha prodotto la zanzara geneticamente modificata che rientra nel progetto portato avanti dall’organizzazione Moscamed Brasil. Sempre la Oxitec ha avanzato la richiesta alle autorità europee per poter rilasciare nell’ambiente, in Spagna, la mosca dell’olivo geneticamente modificata, notizia che ha scatenato la protesta di diverse associazioni ambientaliste e della Firab, la Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica. “Si tratta di un serio rischio per l’ambiente e di una tecnologia non testata e validata, rischio aggravato dal fatto che i ceppi di insetti ingegnerizzati sono esotici e non attinenti agli ambienti in cui verranno lanciati” ha detto la Firab. “Il ceppo di mosca dell’olivo utilizzato da Oxitec non è nativo della Spagna, ma ingegnerizzato a partire da un ceppo greco incrociato con ceppi israeliani – dice Firab – c’è quindi il timore di introdurre individui portanti diversi livelli di resistenza ai pesticidi. Il rilascio in ambiente di ceppi di parassiti entomologici non-nativi è di norma vietato nel quadro delle disposizioni europee in quanto alcune caratteristiche indesiderate potenzialmente presenti nel ceppo di nuova introduzione, come la resistenza ai pesticidi, possono diffondersi nella popolazione selvatica. Altre preoccupazioni sono relative al gran numero di larve ogm morte e vive rinvenibili nel frutto avviato al consumo e all’impatto di insetti geneticamente modificati sugli ecosistemi”.
Oxitec, dopo avere ricevuto un no dall’Inghilterra,sta tentando di introdurre insetti ogm anche negli Stati Uniti. Ad esempio vorrebbe introdurre la zanzara geneticamente modificata contro la dengue in Florida, ma appena la notizia si è sparsa la popolazione si è mobilitata con raccolte di firme e proteste per evitare che il progetto andasse avanti. Le autorità locali non hanno detto no a priori, ma hanno sospeso un’eventuale autorizzazione in attesa di studi e prove dell’innocuità di tali insetti. L’azienda Oxitec ha ammesso che mentre si rilasciano nell’ambiente gli esemplari ogm maschi (che non trasmettono la malattia con la puntura), vengono rilasciati anche esemplari femmine perché non è possibile impedirlo, ma si sono anche affrettati ad assicurare che la puntura delle femmine ogm è tal quale quella delle femmine non ogm dell’insetto, non provoca nulla di diverso. A dirlo però sono esclusivamente loro studi, nient’altro. Quindi ci si deve fidare della loro parola. Infatti non ci sono studi sulla popolazione per poter sapere se questa affermazione ha un fondamento. Così come non ci sono studi sulla contaminazione che gli insetti ogm possono produrre nell’ambiente, ibridandosi con insetti “convenzionali” o venendo mangiati da predatori o contaminando frutti. Peraltro insetti ogm sono già stati rilasciati anche alle Isole Cayman, in Malesia e presto accadrà a Panama e in India.
Poi si comincia già a invocare l’introduzione di insetti geneticamente modificati per combattere la malaria e per combattere i parassiti delle coltivazioni agricole. L’allarme ormai è planetario. Helen Wallace, direttrice dell’inglese GeneWatch, ha affermato: “La gente rimarrà sconvolta nel sapere che gli insetti geneticamente modificati possono essere immessi nell’ambiente senza nessun adeguato controllo”. Ci sono tanti, troppi conflitti di interessi in capo a chi prende le decisioni e agli organi regolatori. A spiegarlo molto bene è il rapporto pubblicato dall’organizzazione no-profit TestBiotech (che potete leggere in versione integrale nell’allegato in Pdf più sotto). Il rapporto spiega come la Oxitec si sia infiltrata nei processi di decision-making nel mondo. La società ha stretto rapporti con la multinazionale dei pesticidi e degli ogm Sygenta e ha già provveduto, appunto, al rilascio nell’ambiente di milioni di esemplari di insetti ogm. L’EFSA, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, è indicata come uno dei numerosi esempi di come l’industria organizza e applica la sua influenza. Nel gruppo EFSA che valuta gli insetti geneticamente modificati ci sono molti casi di conflitti di interesse, inclusi esperti legati alla Oxitec che solo parzialmente hanno dichiarato i loro rapporti. Il documento EFSA che valuta i rischi di questi insetti per l’ambiente ha carenze evidenti: per esempio non considera l’impatto degli insetti GM sulla catena alimentare. La Oxitec, come spiega Barbara Peterson di Farm Wars, li ha programmati affinchè muoiano, in gran parte, allo stadio larvale, quindi le larve entreranno nella catena alimentare dopo essersi depositate sui frutti, basti pensare alle olive, ai cavoli, ai pomodori, e potranno essere trasportate, ancora vive, su questi frutti per diffondersi poi in altre aziende agricole e coltivazioni. Non c’è traccia di queste valutazioni nel rapporto dell’Efsa. Ci sono poi problemi dati dal fatto che tali insetti sono stati rilasciati nell’ambiente senza alcuna informazione fornita alle popolazioni. Peraltro la Oxitec ha saputo influenzare le autorizzazioni e le norme nel mondo. Innanzi tutto ha definito il rilascio di insetti GM nell’ambiente come un “contenimento biologico” in modo da bypassare le richieste di valutazione del rischio; poi ha evitato completamente di spiegare come questi insetti possano contenuti e limitati in una determinata area o su un determinato prodotto, perché è chiaro che ciò non è possibile; laddove ha fornito una valutazione del rischio, ha evitato di includere gli impatti sulla sopravvivenza degli insetti nell’ambiente e sulla salute e gli impatti della modifica delle popolazioni di insetti sull’immunità umana e sulle malattie; sta poi tentanto di evitare ogni responsabilità per danni se le cose dovessero mettersi male e sta anche tentando di operare un rilascio nell’ambiente su larga scala prima che ci sia una regolamentazione generale del settore in modo che comunque anche se arrivasse, arriverebbe a giochi fatti.
Negli allegati Pdf potete trovare il testo integrale dei rapporti di TestBiotech e di GeneWatch.
Per ulteriori informazioni potete anche scrivere una e-mail a:
Helen Wallace, GeneWatch, helen.wallace@genewatch.org
Christoph Then, Testbiotech, info@testbiotech.org
François Meienberg, Berne Declaration, food@evb.ch
Nina Holland, Corporate Europe Observatory (CEO), nina@corporateeurope.org
Tina Goethe, SwissAid, t.goethe@swissaid.ch
 
[h=1]Mosca dell'olivo transgenica, l'esperimento controllato che fa paura[/h] [h=2]Dopo lo stop nel 2013, la società britannica Oxitec ci riprova. In un ambiente controllato verranno rilasciate 5000 mosche dell'olivo transgeniche a settimana per un anno. L'obiettivo è l'eradicazione della specie autoctona[/h]
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La Oxitec, società britannica specializzata nell'ingegneria genetica legata agli insetti, già nel 2012 realizzò la prima mosca delle olive geneticamente modificata.
Un progetto di cui parlammo: L'ingegneria genetica per combattere la mosca delle olive
La OX3097D, così è stata battezzata la Bactrocera oleae OGM, è stata realizzata per incrocio tra ceppi di mosca delle olive greci e israeliani, con la trasposizione interspecifica di vari geni, tali da realizzare un maschio sterile, una femmina che non sopravviva all'età adulta, e conferendo all'insetto una fluorescenza per distinguerlo facilmente dalla mosca delle olive autoctona.
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Già nel 2013, la Oxitec chiese all'Unione europea l'autorizzazione alla sperimentazione in campo ma il percorso autorizzatorio fu bloccato per l'opposizione delle associazioni ambientaliste spagnole ed europee.
Ora la Oxitec ci riprova, con un progetto sperimentale, da realizzare in pieno campo, ma in condizioni controllate, vicino a Terragona.
Il progetto prevede la creazione di un'area coperta da reti a maglia stretta, antinsetto, dove liberare circa 5000 mosche geneticamente modificate a settimana, per un anno. L'obiettivo dell'esperimento è capire se la mosca transgenica può davvero sostituirsi a quella autoctona e quindi se è possibile procedere all'eradicazione di Bactrocera oleae dal bacino del Mediterraneo.
Tornano le preoccupazioni delle associazioni ambientaliste. Secondo Janner Cotter di Greenpeace International, è un “esperimento pericoloso” che può “trasformare l'Europa in un laboratorio all'aperto. Gli insetti non rispettano i confini, e la sterilità non è mai efficace al 100%. La mosca può sfuggire alla zona di sperimentazione e se, come in tanti altri studi, le cose non funzionano secondo i piani, sarà impossibile poi smantellare l'esperimento.”
Non solo. “La Spagna è il principale produttore di olio d'oliva biologico, con una superficie di 170.000 ettari. Se per qualsiasi motivo questa mosca dovesse entrare in contatto con olivi produttivi, i produttori biologici potrebbero perdere la certificazione e la fiducia dei consumatori. Inoltre, l'impatto sulla salute umana non è stato adeguatamente valutato” ha dichiarato Victor Gonzálvez della Società Spagnola di Agricoltura Ecologica.
Nella richiesta di sperimentazione inviata all'Unione europea la Oxitec avrebbe menzionato la volontà di eseguire simili test in Italia e Portogallo.
Ma se anche l'esperimento andasse bene e fosse tecnicamente possibile eradicare la mosca delle olive. Riportiamo due stralci della nostra intervista al Prof. Alfio Raspi dell'Università di Pisa, realizzata tre anni fa sull'argomento:
“Per avere una reale efficacia nel controllo della popolazione, ovvero il suo abbassamento al di sotto della soglia di danno – continua Raspi – sarebbe necessaria una campagna a livello del bacino del Mediterraneo, con lanci coordinati. Solo così sarebbe possibile un abbassamento complessivo della popolazione, altrimenti avremmo solo l'effetto di accentuare fenomeni di migrazione da un territorio a un altro. Un progetto simile è teoricamente fattibile ma anche molto costoso e soprattutto richiederebbe l'allevamento di gran quantità di mosche.”
“La tecnica del maschio sterile – conclude Raspi – è effettivamente molto potente. Consente l'eradicamento di una specie ma è un'opzione che come entomologo mi sento di sconsigliare. Vi sono da tenere presente fattori ecologici complessi. L'eradicamento di una specie può provocare la colonizzazione del territorio da parte di un nuovo insetto, magari ancor più pericoloso, che può modificare gli equilibri. Nel caso specifico della mosca, negli areali limitrofi al bacino del Mediterraneo vi sono molte specie di Bactrocera che non è possibile escludere a priori che possano adattare il proprio ciclo all'olivo.”

di R. T.
pubblicato il 28 luglio 2015 in Strettamente Tecnico > L'arca olearia

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