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Isis minaccia l'Occidente

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Isis minaccia l'Occidente: «Conquisteremo Roma e rapiremo le vostre donne»
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«Questa è la campagna finale dei crociati ma saranno i soldati dello Stato islamico a condurre l’attacco decisivo. Conquisteremo la vostra Roma, faremo a pezzi le vostre croci, ridurremo in schiavitù le vostre donne».

E' l'ultimo delirante messaggio diffuso dall'Isis attraverso un messaggio audio diffuso su internet da Abu Mohammad al Adnani, portavoce dello Stato islamico. L'estremista invita i seguaci a colpire i membri della coalizione ovunque essi siano.

Al Adnani si rivolge in modo sprezzante verso Barack Obama, definendolo un servo degli ebrei e un vigliacco. Insulti accompagnati da annotazioni di tipo militare, con cui ci si fa beffa delle forze locali impegnate in missioni terrestri contro l'Isis.

Le nuove minacce dell'Isis riguardano tutti i Paesi che sostengono le operazioni militari di Stati Uniti e Francia in Iraq. «Se potete uccidete un miscredente americano o europeo - soprattutto uno sporco francese - o un australiano o un canadese, uccidetelo in qualunque modo possibile e immaginabile», aggiunge poi il portavoce.

Sinai. Uno dei leader dello Stato Islamico (Is), Abu Mohammed al-Adnani, ha chiesto alle organizzazioni terroristiche della penisola del Sinai, nel nord dell'Egitto, di continuare con gli attacchi e le decapitazioni di agenti della sicurezza egiziana. «Riempite per loro le strade di esplosivi. Attaccate le loro basi. Fate irruzione nelle loro case. Tagliate le loro teste. Non fateli sentire al sicuro», ha affermato al-Adnani in un nuovo messaggio di 42 minuti diffuso sul web. L'appello del leader dell'Isis arriva all'indomani di un attentato vicino alla sede del ministero degli Esteri al Cairo. Nell'attacco, rivendicato dal gruppo qaedista Ajnad Allah (I soldati di Dio), sono morte almeno tre persone.

Tony Blair. «Non è da escludere l'invio di truppe di terra contro l'Isis». Lo ha dichiarato l'ex premier britannico, Tony Blair, in una intervista alla Bbc. «Se non si è pronti a combattere questa gente sul campo di battaglia è possibile contenerli ma non sconfiggerli», ha aggiunto. L'ex leader laburista ha precisato che non essendoci questa volontà da Parte dell'Occidente potrebbero essere forze locali a farlo. Blair è sicuro infatti che i raid aerei, lanciati da Usa e Francia, «non sono sufficienti».

Parigi rafforza il suo dispositivo anti-terrorismo. In un telegramma inviato già venerdì scorso - prima, dunque, delle nuove minacce di morte dei terroristi jihadisti dell'Isis contro gli «sporchi e cattivi francesi» il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve, ha chiesto ai prefetti di «innalzare il livello di vigilanza delle forze di sicurezza interna, in particolare rispetto agli edifici sensibili» come i luoghi di culto o le sedi diplomatiche. Ma anche i «luoghi simbolici molto frequentatati».

Re della Giordania: jihadisti non sono musulmani. L'ascesa dello Stato islamico si sarebbe potuta evitare se la comunità internazionale avesse lavorato più duramente insieme per assicurare che i finanziamenti e il sostegno ai gruppi islamisti in Siria non avessero preso la misura che hanno avuto. Lo sostiene il re giordano Abdallah II in un'intervista alla Cbs, alla vigilia dell'assemblea generale dell'Onu. Secondo il monarca, ora il gruppo jihadista ha accesso alle risorse petrolifere che rendono più difficile sconfiggerlo. «Sono in grado di produrre fino a un miliardo di prodotti petroliferi derivati in un anno», ha aggiunto, «il che significa che potranno pagare molti combattenti stranieri, possono acquistare armi». Per Abdallah II, i jihadisti non dovrebbero nemmeno chiamarsi musulmani: «Sapere che parlano in nome dell'islam è orrendo e scioccante». Il re sostiene anche che il mondo deve unirsi contro l'Isis. «Lo stato islamico ha innescato una presa di coscienza: è tempo per noi decidere di combattere il bene contro il male». Sulla minaccia che i terroristi possano entrare in conflitto con i soldati giordani al confine, il re assicura: «Le nostre frontiere sono estremamente sicure».
 
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Is, il premier iracheno all'Onu: "Piano di attentati alla metro di New York e Parigi"
25 settembre 2014

Is, il premier iracheno all'Onu: "Piano di attentati alla metro di New York e Parigi"
All'indomani della decapitazione del cittadino francese Hervé Gourdel, si torna a parlare di Stato Islamico. Secondo quanto dice il premier iracheno Al Abadi intervenuto all'assemblea delle Nazioni Unite nel mirino dell'Is ci sarebbe un "attacco alle metropolitane di Parigi e New York" pianificato da Isis e scoperto dal governo iracheno che l'ha catalogato come "imminente".

Attacco alla Metro - Lo ha detto il premier ai giornalisti presenti all'Assemblea Onu, che gli hanno chiesto se l'attentato sia stato sventato. Al Abadi, riferisce un tweet della reporter di Ctv Mercedes Stephenson, ha ribattuto con un secco "No"."Oggi, mentre ero qui", ha detto Abadi "ho ricevuto dettagliati rapporti da Baghdad, dove sono stati effettuati alcuni arresti e alcuni gruppi pianificavano attacchi alle metropolitane di Parigi e New York. Dai dettagli che ho potuto vedere, mi sembra credibile".

La replica di Obama - Allarme in queste ore ha prontamente puntato a ridimensionare l'amministrazione Obama che ha fatto sapere di non aver "sentore di imminenti attacchi alla metropolitana di New York". Così un autorevole funzionario del governo degli Stati Uniti ha reagito alle rivelazioni fatte di Haider al Abadi, secondo il quale Isis avrebbe pianificato una serie di attentati nella città americana e a Parigi. Intanto, secondo un tweet di Paul Blake, reporter della Bbc a Washington, Abadi avrebbe riferito a Barack Obama i dettagli di quanto scoperto dagli investigatori iracheni.
 
Usa, la jihad arriva in ufficio "Convertiti". E sgozza la collega
Il giovane islamico, da poco licenziato, voleva "indottrinare" i compagni di lavoro
E intanto spunta il dossier segreto di Bruxelles: un attacco in Europa è inevitabile

Fiamma Nirenstein - Sab, 27/09/2014 - 08:17
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Forse è solo un caso di esaltazione e di follia, ma il fatto che ieri un impiegato in Oklahoma, tale Alton Nolan, 30 anni, abbia tagliato la testa a una sua collega che rifiutava di convertirsi all'Islam e ne abbia ferita un'altra a coltellate si collega pesantemente al clima di paura, di orrore, di tensione di questi giorni.

L'uomo era anche stato licenziato recentemente, e quindi poteva trovarsi in uno stato nervoso particolare: fatto sta che il taglio della testa non è certo previsto fra le sindromi correnti, mentre purtroppo lo è fra le pratiche politiche a cui l'Isis ci vuole piegare. E infatti il giovane, di recente convertito all'islam, aveva già provato a far cambiare religione ad altri colleghi.

Ricordiamo l'annuncio dell'Isis del 13 settembre? Diceva: «Preparate le autobombe e le cinture esplosive, praparatevi a colpire e a fracassare teste». Il programma riferito all'Europa e agli Stati Uniti era chiaro: «Spezzeremo le croci, faremo schiave le vostre donne». Adesso un dossier dell'Unione Europea rivelato dal Guardian on line mostra che si pensa, nelle stanze di Bruxelles, che «un attacco di grandi dimensioni» «sia inevitabile» con il rientro dei jihadisti europei dall'Irak e dalla Siria. Il nome di chi ha rivelato il rischio per le nostre città è ignoto, ma non deve essere lontano da Gilles de Kerchove, l'alto funzionario belga coordinatore dell'antiterrorismo europeo, che annuncia che ci sarà una riunione sul tema anche con i provider dei social network Twitter, Facebook e Google. Essi sono ormai il vero veicolo di organizzazione del terrore, la migliore fonte di propaganda, di addestramento, di programmazione dell'Isis e di tutte le altre organizzazioni islamiste. Il Guardian riporta che venuti a conoscenza del dossier gli Stati Uniti hanno chiesto all'Europa di impegnarsi per prevenire un attacco «confermato da segnali chiari» e contro il quale «potrebbe essere troppo tardi»; gli Usa non sarebbero soddisfatti della reazione europea, non abbastanza attiva. De Kerchove fa l'ipotesi che Al Qaida per motivi di concorrenza sia ingaggiato in una corsa con l'Isis sulle nostre teste.

Per Al Qaida i tempi in cui ad Amburgo si reclutavano personaggi come Mohammed Atta, uno dei protagonisti dell'attacco dell'undici di settembre, sono stati sopravanzati dal reclutamento di massa di giovani di seconda o terza generazione, o convertiti, che si arruolano nell'Isis. De Kerchove sostiene che «Al Qaida potrebbe attaccare per dimostrare che l'organizzazione è rilevante». Del resto dagli Usa arrivano conferme che la parte di Al Qaida detta Khorasan, comandata da Muhsin al Fadhli e bombardata dalle forze americane, aveva fra i suoi progetti una grossa operazione negli Usa. Il primo ministro iracheno Haider al Abadi avverte che le metropolitane americane e di Parigi sono a rischio immediato, ma la notizia viene ancora valutata. La preoccupazione è evidente, il turbamento è grande. Angelino Alfano, il nostro ministro degli Interni, ha dichiarato che «non c'è una minaccia specifica ma il livello di allerta è molto alto ed è stata elevata la vigilanza su obiettivi sensibili». Cosa significa questo? Naturalmente le polizie e servizi segreti, in Europa e nel mondo stanno facendo del proprio meglio, ieri sono stati arrestati a Melilla, una enclave spagnola in Marocco, 8 persone in odore di Isis.

La Francia, dopo l'assassinio di Hervel Gourdel, è in armi. L'Inghilterra, col voto parlamentare di ieri, entra in guerra aperta. Ma per l'Isis e le altre organizzazioni estasiate dalla schiuma di sangue è indispensabile compiere azioni in campo nemico, per dimostrare alla coalizione che la sua determinazione non si limita al deserto ma può arrivarci dentro casa. È evidente che i piani sono simili a quello di Mehdi Nemmouche, l'assassino della scuola ebraica di Bruxelles, che uccise sette persone fra cui tre bambini e che era stato il carceriere di James Foley e di Steven Sotloff: Nemmouche aveva programmato di attaccare gli Champs Elisées. Nel cuore di Londra e di Parigi nel maggio 2013 due soldati sono stati attaccati. Il mondo dei tagliagole è sommerso di simboli, essi non dimenicano che nell'846, 70 delle loro navi risalirono il Tevere, che nel 1431 conquistarono Costantinopoli.

L'Islam vuole espandere un potere in cui crede profondamente, e che ci dobbiamo aspettare di vedere nelle nostre strade. I bombardamenti sono una strategia locale, e quindi insufficiente.
 
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Decapita la collega d'ufficio: voleva convertirla all'Islam
27 settembre 2014

Decapita la collega d'ufficio: voleva convertirla all'Islam
Orrore in una cittadina dell'Oklahoma. Un giovane ha decapitato una collega e ne ha ferita un'altra a coltellate dopo essere stato licenziato dall'azienda nella quale lavorava. Di recente, aveva tentato di convertire i colleghi all'islam.

La tragedia è avvenuta nella cittadina di Moore. Alton Alexander Nolen, 30 anni, è stato licenziato ieri pomeriggio dalla Vaughan Foods, azienda di prodotti alimentari con 300 impiegati, per motivi ancora da accertare. Il giovane, che di recente si era convertito all'islam, è andato via preso dalla rabbia per tornare poco dopo. Ha parcheggiato il Suv che guidava davanti all'edificio e, armato di coltello, ha colpito la prima persona che aveva davanti: Colleen Hufford, 54 anni. Nolen ha accoltellato la donna al collo, colpendola talmente forte che le ha mozzato la testa. Poi con lo stesso coltello ha attaccato un'altra impiegata, Traci Johnson, 43 anni, colpendola diverse volte.

Allertato dalle urla, la guardia giurata della Vaughan Foods è corsa in suo aiuto e ha sparato contro Nolen prima che potesse colpire qualcun altro. Sulla tragedia sta indagando anche l'Fbi. Anche se il giovane si era convertito all'islam e ha cercato di far convertire anche alcuni colleghi, al momento non ci sono indicazioni che la tragedia sia collegata al terrorismo islamico.
 

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