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L’altra faccia della pandemia: i super ricchi continuano ad ingrassare senza sosta


18 GENNAIO 2023 - 9:30
Ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. È questo il quadro emerso dall’ultimo rapporto redatto e pubblicato da Oxfam non a caso a ridosso dell’apertura del World Economic Forum, uno dei circoli economici internazionali più importanti e influenti a cui partecipano abitualmente capi di Stato e di governo insieme all’élite economico-industriale, bancaria e finanziaria di tutto il mondo. Secondo i dati raccolti dalla Organizzazione non governativa, a causa delle molteplici crisi che il mondo sta vivendo – dalla pandemia all’approvvigionamento energetico, dall’inflazione alla recessione – il divario socio-economico si è talmente inasprito da creare una vera e propria esplosione di disuguaglianza. “Per la prima volta in 25 anni, la ricchezza estrema e la povertà estrema sono aumentate drasticamente e contemporaneamente”, si legge nel report. Nel concreto, tra il 2020 e il 2021, gli anni di piena pandemia, è successo che l’1% più ricco della popolazione mondiale ha visto
crescere il valore dei propri patrimoni di 26.000 miliardi di dollari, accaparrandosi cioè il 63% dell’incremento complessivo della ricchezza netta globale. Praticamente quasi il doppio (37%) di quanto invece è toccato al 99% più povero della popolazione mondiale.
“Dal 2020 ad oggi, un miliardario ha aumentato, in media, il proprio patrimonio di circa 1,7 milioni di dollari per ogni dollaro di incremento patrimoniale di una persona collocata nel 90% meno abbiente”, nonostante il tracollo della maggior parte dei mercati. Un “ostacolo” che non ha impedito alle fortune di tutti i miliardari messi insieme di aumentare in media al ritmo di 2,7 miliardi di dollari al giorno (media degli ultimi tre anni), mentre quasi 2 miliardi di lavoratori subiscono giornalmente il peso dell’inflazione e 1 persona su 10 soffre la fame. Motivo per cui la Banca Mondiale ha definito tale periodo come “il peggiore in termini di aumento di disuguaglianza e povertà globale dal secondo dopoguerra”, le cui condizioni saranno acuite dai tagli alla spesa pubblica che tre quarti dei governi del mondo stanno pianificando per il prossimo quinquennio.
Si tratta in realtà di un fenomeno che non ci è del tutto sconosciuto. Andando più indietro nel tempo ci accorgiamo che negli ultimi 10 anni i miliardari hanno già raddoppiato la propria ricchezza, registrando un incremento del valore delle proprie fortune superiore di quasi sei volte a quello attribuito, su scala globale, al 50% più povero della popolazione. In altre parole, “per ogni 100 dollari di incremento della ricchezza netta, 54 sono andati all’1% più ricco e solo 0,70 dollari al 50% più povero”.
Secondo la lista stilata annualmente da Forbes, alla fine del 2021, il patrimonio netto dei 10 miliardari più ricchi è cresciuto del +119%, per un valore totale di 1.500 miliardi di dollari: 6 volte la ricchezza netta del 40% della popolazione adulta più povera. Jeff Bezos, ad esempio, nei primi 21 mesi della pandemia ha incassato +81,5 miliardi di dollari, cioè quanto costerebbe vaccinare (due dosi+booster) tutti i cittadini del mondo (stima basata sul costo di produzione per dose fissato da Pfizer).
Complessivamente, tra il 2020 e il 2021 i miliardari sono cresciuti di 565 unità: praticamente uno nuovo ogni 26 ore. Invece, nello stesso periodo il numero di poveri (persone che vivono con meno di 5,50 dollari al giorno) è cresciuto di 163 milioni di unità. Oxfam dice che ogni 4 secondi 1 persona muore per mancanza di accesso alle cure, per gli impatti della crisi climatica, per fame e per violenza di genere. Tutti fenomeni che si fondano sulla disparità. Mentre, per intenderci, i patrimoni di appena 10 miliardari superano l’ammontare di ricchezza di 200 milioni di donne africane.
La situazione italiana rispecchia fondamentalmente quella globale. Nel nostro Paese, “la ricchezza del 5% più ricco degli italiani (titolare del 40,4% della ricchezza nazionale netta) era superiore allo stock di ricchezza detenuta dall’80% più povero dei nostri connazionali (32,4%)”. Stringendo ancora di più l’imbuto, possiamo dire che i 40 miliardari italiani più ricchi posseggono oggi l’equivalente della ricchezza netta del 30% degli italiani più poveri (cioè 18 milioni di persone adulte). E inevitabilmente le famiglie in povertà assoluta sono cresciute di mezzo milione in poco meno di un anno.
Le disuguaglianze non sono casuali: certo, pandemia, guerra e tutto quello che ne è derivato c’entrano eccome, ma sono le scelte politiche a produrre radicali cambiamenti (in positivo o in negativo) nella distribuzione di risorse e potere. Ad oggi la maggior parte dei sistemi economici mondiali colpisce prevalentemente le persone povere e gli appartenenti a minoranze etniche, aumentando la loro condizione di disagio. Motivo per cui è stata la stessa Oxfam, a conclusione del suo report, a suggerire al Governo italiano delle indicazioni da seguire, per ammorbidire sul suo territorio divergenze sociali così profonde e radicate.
Ad esempio, la ONG dice che le misure contro il caro-vita a sostegno di famiglie e lavoratori più bisognosi devono essere ricalibrate. A questo proposito “il Governo deve fare un passo indietro sul regime transitorio del Reddito di cittadinanza (RDC) previsto per il 2023 e garantire l’erogazione del sussidio per tutte le mensilità spettanti a tutti i beneficiari dell’istituto, rinunciando a un approccio categoriale che vede nell’impossibilità di lavorare e non nella condizione di bisogno il titolo d’accesso alla misura”. E se il dubbio è “da dove tiriamo fuori i soldi?”, Oxfam dice che per una maggiore equità del sistema impositivo, il Governo deve potenziare la tassa sugli extraprofitti a carico del settore energetico fossile, estendendo la misura ai settori farmaceutico ed assicurativo. Tradotto, tassare i più ricchi potrebbe coprire interamente il costo delle misure contro il caro-energia e quelle a sostegno dei più poveri.
In termini fiscali, invece, il Governo “deve orientarsi al rafforzamento della funzione redistributiva della leva fiscale, favorire una generale ricomposizione del prelievo e tutelare l’equità orizzontale del sistema di imposizione”, portando avanti allo stesso tempo una serrata lotta all’evasione fiscale. Utile, a tale fine, potrebbe essere mettere in atto “misure per contrastare il lavoro povero e promuovere un lavoro dignitoso per tutti”, introducendo ad esempio un salario minimo legale e “affidando il compito di stabilirne i parametri definitori e le modalità di erogazione, il monitoraggio e l’adeguamento periodico a un organo consultivo con forte rappresentanza sindacale”. Gli accorgimenti suggeriti da Oxfam sono molti altri, ma per questioni di spazio vi rimandiamo qui, al documento ufficiale: fra le ultime pagine si possono leggere per intero gli altri “consigli”.
In generale, se non si agisce in fretta per ridurre le disuguaglianze reddituali all’interno dei Paesi, le previsioni dicono che i livelli di povertà non si attenueranno nemmeno nei prossimi 10 anni. Le aspettative non sono altissime: gli economisti dicono che il 2023 continuerà a portarsi dietro recessione e tensioni geopolitiche. Una certezza però c’è. Utilizzando le parole di Gabriela Bucher, direttrice esecutiva di Oxfam International, «mentre la gente comune fa fatica ad arrivare a fine mese, i super-ricchi hanno superato ogni record nei primi due anni della pandemia, inaugurando quelli che potremmo definire i ruggenti anni ’20 del nuovo millennio
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A Davos oltre 200 voli di jet privati al giorno per portare i potenti a parlare di clima”​

“A Davos oltre 200 voli di jet privati al giorno per portare i potenti a parlare di clima”


La società olandese di consulenza ambientale Ce Delft ha condotto per Greenpeace International un'indagine sui velivoli privati atterrati e partiti nella località svizzera durante il forum del 2022. Spadini (campagna trasporti di Greenpeace Italia): "Ipocrisia e inaccettabile spreco di energia"
di Luisiana Gaita | 13 GENNAIO 2023
A Davos in jet privati che producono emissioni quattro volte quelle registrate in una settimana ordinaria. Alla vigilia del prossimo World Economic Forum (WEF), una ricerca commissionata da Greenpeace International rivela che i jet privati atterrati e partiti dagli aeroporti che hanno servito la località svizzera durante la passata edizione del Forum (dal 21 al 27 maggio 2022, ndr) sono stati 1.040, generando emissioni di CO2 quattro volte superiori a quelle che in media sono attribuite a questo tipo di velivoli nelle altre settimane dell’anno. E tra i Paesi con il maggior numero di voli ci sono Germania, Francia e Italia. L’analisi, condotta dalla società olandese di consulenza ambientale Ce Delft per conto della ong, mostra che nei giorni del World Economic Forum 2022 il numero di voli effettuati con jet privati da e per gli aeroporti intorno a Davos è raddoppiato.
Per Davos oltre 200 voli di jet privati al giorno – In media, durante il periodo sono stati effettuati 200-250 voli di jet privati al giorno, che è il doppio rispetto a qualsiasi altro periodo dell’anno nel quale si va dai cinquanta a un massimo di cento voli per un totale di circa 500 voli a settimana. E considerando i 2.500 partecipanti all’ultima edizione del meeting, si stima che circa uno su dieci abbia viaggiato su un jet privato. L’impatto climatico è stato di conseguenza enorme: in una sola settimana i jet privati hanno causato l’emissione di 9.700 tonnellate di CO2, pari alle emissioni medie di 350mila automobili nello stesso periodo di tempo. “Le persone più ricche e potenti del pianeta si ritrovano a Davos per discutere a porte chiuse di questioni cruciali
come la crisi climatica e le disuguaglianze, ma ci vanno usando la forma di trasporto più iniqua e inquinante, ossia i jet privati” spiega Federico Spadini, campagna trasporti di Greenpeace Italia.
Più voli in jet privati da Germania, Francia e Italia – Degli
oltre mille jet privati che hanno volato a Davos nel 2022, il 53% era costituito da tratte a corto raggio inferiori a 750 chilometri, che avrebbero potuto essere percorse facilmente in treno o in auto, mentre il 38% ha percorso distanze ultra-brevi, inferiori a 500 chilometri. E se più del 6% di tutti i voli con jet privati ha percorso meno di 100 chilometri, quello più breve registrato ne ha percorsi solo 21. I Paesi con il maggior numero di arrivi e partenze dagli aeroporti di Davos sono stati Germania (223 voli), Francia (169) e Italia. I voli da e per gli aeroporti italiani sono stati in totale 116, con 43 di questi addirittura sotto i 250 chilometri. Quarta è la Spagna, con meno della metà dei voli (54). “L’80% della popolazione mondiale non ha mai preso un aereo, ma soffre comunque le conseguenze delle emissioni che alterano il clima. Se il Forum di Davos volesse davvero dimostrare impegno nel raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi – continua Federico Spadini – dovrebbe, una volta e per tutte, mettere fine all’ipocrisia e all’inaccettabile spreco di energia dei voli privati. Per questo chiediamo al governo italiano di vietare i jet privati e gli inutili voli a corto raggio”.










 
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I pericoli della tecnologia 5G? In Rai ne hanno parlato chiaramente… Tutta l’agghiacciante verità, ma alle 2 di notte…!


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I pericoli della tecnologia 5G? In Rai ne hanno parlato chiaramente… Tutta l’agghiacciante verità, ma alle 2 di notte…!

Perché mandare un servizio alle 2 di notte? A fine articolo il video della ex conduttrice di Tg Elisa Anzaldo che ve lo spiega senza giri di parole…

Cavie e 5G, ‘Petrolio’ manda in onda un servizio sugli effetti dell’esposizione alle radiofrequenze

Con un servizio realizzato all’Istituto Ramazzini, nel bolognese, il programma televisivo ‘Petrolio’ ha raccontato cosa si rischia esponendosi alla radiofrequenze come quelle del 2G e 3G
Quali rischi comporterà per la salute umana l’avvento della tecnologia 5G?
Lo hanno spiegato gli esperti del Centro di ricerca sul cancro “Cesare Maltoni” dell’Istituto Ramazzini, ai microfoni di Rai1. Siamo a Bentivoglio, in Provincia di Bologna, e qui la troupe televisiva di ‘Petrolio’, affermato programma d’attualità che va in onda nella striscia notturna di Rai 1, ha intervistato la Dottoressa Fabiana Manservisi. Tema dell’intervista: le radiofrequenze e i loro effetti sulle cavie. Dal 2005 al 2008, come spiegato nel servizio, in questo centro è stato condotto l’esperimento più importante al mondo sugli effetti delle radiofrequenze. Sentiamo cosa hanno rivelato gli esperti.

Cavie e 5G, l’esperimento condotto a Bologna: topi bombardati con radiofrequenze 2G e 3G

Per spiegare quali effetti, deleteri, può avere l’esposizione alle radiofrequenze sul corpo umano, è stato condotto- per tre anni- un esperimento che ha coinvolto i topi, cioè le cavie che reagiscono in maniera più simile rispetto all’uomo. L’esperimento è stato condotto all’Istituto Ramazzini, in provincia di Bologna, e una delle scienziate che ha contribuito alla sua realizzazione, la Dottoressa Fabiana Manservisi, ha spiegato cosa è stato fatto ai microfoni di ‘Petrolio’. “Questo studio ha coinvolto in totale 2448 animali distribuiti su quattro gruppi sperimentali. Tutti gli animali trattati hanno subito un’intensità di radiofrequenza pari a 1,8 gigahertz (quella del 2G e 3G, ndr) ma con un campo elettrico diverso”, ha detto la Dottoressa Manserviti, una delle studiose che ha realizzato questo esperimento. “L’antenna è collegata al centro di questi toroidi che simulano quasi un condominio e l’irraggiamento avviene in maniera uniforme per tutti gli animali alloggiati in questi- possiamo definirli- mini appartamenti”, ha continuato la specialista.

Cavie e 5G, la dottoressa Fiorella Belpoggi sulla connessione tra aumento di tumori e assorbimento di onde radio

I topi sono stati bombardati di radiofrequenze per 19 ore al giorno, dal momento anteriore alla nascita al momento della loro morte. La radiofrequenza scelta è stata preferita per simulare gli effetti dati dall’assorbimento di onde come quelle emesse dalle apparecchiature radiofoniche e di telefonia mobile. La Fiorella Belpoggi, la Direttrice del Centro di ricerca sul cancro “Cesare Maltoni” dell’Istituto Ramazzini, ha evidenziato una corrispondenza inquietante: quella tra i tumori rilevati nel suo Istituto e quelli analizzati nella ricerca del National Toxicology Program statunitense, uno studio che autonomamente (ma in contemporanea) è giunto alle stesse conclusioni. Si tratta di tumori rarissimi al cuore che si sono presentati nei topi sottoposti all’esposizione. Lo studio non è concluso. Come ha dichiarato la stessa dottoressa Belpoggi, ci potrebbe essere anche una rispondenza con l’aumento dei tumori alla tiroide e alle ghiandole surrenali. “Vorrebbero, ma non so se ce l’hanno chiesto però. Lei lo vorrebbe di azionare il suo frigorifero da qui, per esempio adesso, parlare una lavatrice, guidare senza volante… Noi delle onde millimetriche che verranno utilizzate per il 5G abbiamo il buio completo. Siamo in balia di un’industria che non ha investito un centesimo per la sicurezza dei propri prodotti e questo non si può fare. È illegale. In Europa è illegale. Adesso basta. Il 5G deve passare uno scrutinio sulla sicurezza”, ha risposto la Belpoggi alla chiara domanda di Duilio Giammaria sul futuro del mondo che sembra passare proprio dal 5G.

 

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