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LA GERMANIA FA LA GUERRA ALLA GRECIA CI SARANNO BROGLI ELETTORALI

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[h=1]Grexit, Alexis Tsipras: "Risponderemo alle minacce. C'è la volontà di cacciare il governo, non di cacciare la Grecia dall'euro"[/h]
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Al termine di una giornata di passione, la prima con le banche chiuse in Grecia, una giornata in cui sono crollate le Borse dell'Eurozona, il premier ellenico, Alexis Tsipras, ha parlato alla tv di Stato, facendo il punto sulladifficilissima situazione del Paese e, a cascata, del Vecchio Continente. "La grande folla radunata a Syntagma - ha esordito ci dà la forza. Con calma e compostezza affronteremo minacce e ricatti", ha detto il premier riferendosi al referendum di domenica con cui si deciderà se sottostare alla proposta di Bruxelles (in piazza Syntagma si è radunata la folla che voterà "no", bocciando le misure, come chiesto proprio da Tsipras). Il premier ha proseguito: "L'accordo non può colpire i pensionati. Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto per raggiungere un accordo, ma l'obiettivo della controparte Ue era che adottassimo le loro posizioni".
La sfida totale - Il punto, per il premier greco, è che c'è non c'è una volontà da parte dei creditori di cacciare la Grecia dall'Eurozona, bensì ci sarebbe quella delle istituzioni continentali e di Angela Merkel di cacciare il suo governo di sostegno nazionale. E questo, dunque, il ricatto di cui parla Tsipras: "Volevano spazzare via la speranza, ma non credo che ci sia la volontà di cacciare via la Grecia dall'euro, perché un Paese in default ha dei costi altissimi". L'addio all'euro, dunque, sembra ore più vicino. "Se vincerà il no - ha sottolineato - diremo addio all'euro. I cittadini greci - ha proseguito - potranno sopravvivere anche senza il programma di aiuti". Il leader di Syriza ha poi spiegato che "maggiore sarà la percentuale del no al referendum di domenica, e maggiori saranno le armi del governo greco per rilanciare i negoziati". La sfida è totale, dunque. "La gente - ha concluso Tsipras - ha il diritto di scegliere il proprio futuro. Il popolo farà sentire la sua opinione sulle note questioni. La loro voce sarà ascoltata", ha promesso.





CI SARANNO BROGLI ELETTORALI E LA GRECIA RESTERA' IN EUROPA


 
ECCO COSA DICEVO ?


Trucchi da comunisti
[h=1]Grecia, i due tarocchi sulla scheda del referendum: prima il "no" e il voto sulla vecchia proposta di accordo[/h]
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Tarocco comunista al referendum ellenico. Sul quesito di domenica il premier Alexis Tsipras si gioca la faccia: "sì", accettiamo i diktat dell'Europa e rimaniamo nell'euro, oppure "no", respingiamo l'accordo e diciamo addio alla moneta unica. Tsipras si è esposto per il "no", ha chiamato i suoi sostenitori in piazza, e se vincesse il "sì" potrebbe anche dimettersi in tempi brevissimi (e, almeno stando ai sondaggi, il "sì" avrebbe maggiori possibilità di vittoria). Ed è in questo contesto che è cresciuto il tarocco di Tsipras. Un duplice tarocco, per inciso. Due macchinazioni sulla scheda del quesito referendario che verrà proposto domenica 5 luglio.
Sì o no? - Si parte da due parole semplici semplici: "OXI" e "NAI", scritte in maiuscolo. Rispettivamente "no" e "sì". Il punto è che sulla scheda del referendum viene prima il "no" e poi il "sì". La consuetudine viene dunque sovvertita (da che mondo è mondo e da che democrazia è democrazia, sulla scheda viene prima il "sì" e poi il "no"). Per le cancellerie di Bruxelles si tratta di un chiaro escamotage adottato dal governo Tsipras per tentare di orientare il voto di domenica. Una mossa, un dettaglio, che ha fatto ulteriormente infuriare i leader dell'Eurozona, sempre più compatti contro la Grecia rossa del disastroso tandem Tsipras-Varoufakis.
Quale bozza? - Ma vi è poi il secondo tarocco, se possibile ancor più grave. Già, perché quando le istituzioni del Vecchio Continente hanno visto la scheda referendaria (fatta filtrare da una "gola profonda" di Nia Dimokratiza, il partito conservatore dell'ex premier Samaras) hanno subito notato come i greci, domenica, non voteranno sull'ultima proposta di Bruxelles, pubblicata due giorni fa da Jean-Claude Juncker. Bensì il popolo ellenico voterà su una vecchia bozza di accordo, quella del 26 maggio scorso, molto più dura e molto meno appetibile per il popolo greco. Nel quesito referendario, insomma, non si dà conto dei progressi negoziali registrati negli ultimi giorni, prima che Tsipras facesse saltare il banco. Un doppio tarocco che la Grecia potrebbe pagare carissimo.


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