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“Vogliono chiudere Fuori dal coro”. Mario Giordano, choc a Mediaset: cosa c’è dietro. Fan col fiato sospeso​

di Gabriele Angelini193Views

Pubblicato il 09/06/2023 11:27
Mario Giordano Fuori dal coro

C’è una voce che si sta facendo sempre più insistente e che sta agitando, e non poco, tutti i fan di Mario Giordano, che sono poi i fan della verità. “Fuori dal coro” pare che sia a rischio chiusura. In Mediaset, infatti, è in corso una piccola rivoluzione. La versione ufficiale vuole che Pier Silvio Berlusconi vorrebbe vincolare allo share i contratti delle star che conducono i programmi di punta del Biscione. Altri rumors, invece, parlano proprio di scelta politica. Mario Giordano è scomodo, è il vero anti Sistema. E le sue ultime inchieste di “Fuori dal coro” su vaccini e Covid sono state una vera bomba nel panorama italiano di censure, silenzi e dati nascosti. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Tiriamolo fuori!”. L’appello di Mario Giordano per Massimo Zen: “Dobbiamo aiutarlo”


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Stando a quanto riporta Dagospia, a Mediaset saranno ora porte girevoli. Barbara Palombelli dovrebbe lasciare a Nicola Porro “Stasera Italia”, con la moglie di Rutelli che, quindi, rimarrà soltanto alla guida di “Forum”. Clemente Mimun lascerà invece la direzione del Tg5. E poi c’è il capitolo Mario Giordano. Lo scorso 30 maggio è andata in onda l’ultima puntata della stagione di “Fuori dal Coro”, la trasmissione di approfondimento di Rete 4 che ha chiuso ì battenti per la consueta pausa estiva ma con la paura che il saluto possa essere definitivo. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Nessuno fornisca informazioni!”. L’ultimo scoop di ‘Fuori dal coro’ che annienta l’Aifa (VIDEO)

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Mario Giordano la possibile chiusura di “Fuori dal coro”

Fuori dal Coro“, secondo il blog di Roberto d’Agostino, rischia una definitiva chiusura. E se molte testate insistono col dire che il problema per Pier Silvio Berlusconi è che il programma di Mario Giordano sia diventato “trash”, in realtà quella sembra esser piuttosto una facile copertura. Il punto, probabilmente, è che il conduttore paga per il coraggio di aver mandato in onda sevizi esplosivi sui vaccini e anche sulla guerra in Ucraina. Come commenta Libero, Fuori dal Coro” sembra aver preso una direzione “pericolosa”, che Berlusconi ha deciso di interrompere tempestivamente.
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Banche italiane in crisi per colpa delle case Green”. La trappola dell’Europa per rubare i nostri risparmi​

di Antonio Oliverio1.4kViews

Pubblicato il 26/03/2023 13:22
La direttiva UE sulle case green, come era ampiamente prevedibile, si trasformerà una nuova ennesima stangata, come spesso accade quando ce lo “chiede” l’Europa. In particolare, l’allarme riguarda (anche) i mutui. La famigerata direttiva comunitaria EPB (Energy Performance of Buildings Directive), che ha il fine di rendere entro il 2050 tutte le abitazioni europee a emissioni zero, mette a rischio di svalutazione gli immobili e le garanzie sui mutui: in questo scenario, infatti, le banche orienterebbero le proprie scelte di finanziamento verso immobili che abbiano migliori performance energetiche, riducendo le possibilità di accesso al credito per l’acquisto o la riqualificazione degli immobili di minore qualità. Secondo i calcoli forniti da La Stampa, gli immobili conosceranno una svalutazione nell’ordine del 40%. Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, per adeguare le abitazioni ha stimato una spesa media di 40mila euro per le famiglie italiane. Lo stesso Giovanni Sabatini, direttore generale dell’ABI (Associazione Banche italiane), si lascia andare a previsioni infauste: “In Italia, per raggiungere almeno l’obiettivo intermedio della classe energetica F nel comparto residenziale, andrebbe ristrutturato il 60% del patrimonio immobiliare, ovvero circa 8 milioni di edifici”. Il risparmio degli italiani, così, viene aggredito ancora, giacché anche il report della Banca d’Italia sulla ricchezza delle famiglie italiane dimostra come gli immobili rappresentino quasi la metà della ricchezza lorda delle famiglie italiane. La direttiva stabilisce che, a partire dal 2027, gli Stati vietino la vendita e l’affitto degli immobili di classe energetica inferiore a E; dal 2030 il limite interesserà la classe energetica D, sino a escludere, dal 2033, gli immobili delle classi inferiori alla C. Poiché all’incirca l’87% degli immobili italiani è di Classe energetica D, il rischio che il valore di mercato di queste soluzioni abitative è pressoché una certezza. Gli interventi necessari sono almeno quattro, tutti molto costosi. Tornando al tema dei mutui, come si legge nell’editoriale di Maurizio Belpietro, direttore de La Verità, l’impatto di questa misura sul mercato immobiliare, rischia anche di “produrre una riduzione del valore di mercato degli edifici”, ancora nelle parole di Giovanni Sabatini durante la relativa audizione alla Camera dei deputati, in cui ha invocato “flessibilità ed eccezioni”.(Continua a leggere dopo la foto)
>>> Ultim’ora – “Crollano altre due banche”. Torna il panico tra gli investitori: le possibili conseguenze
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case green  stangata mutui

Oggi, a garanzia dei finanziamenti, le banche hanno in deposito delle ipoteche su valori che rischiano di essere molto più alti rispetto a quelli che si riscontreranno con la nuova direttiva. La conseguenza, come è facile intuire, sarà la svalutazione delle garanzie acquisite per la concessione dei mutui ipotecari e una minore possibilità di accesso al credito per imprese e famiglie. Infatti, secondo il presidente dell’Abi c’è la fondata preoccupazione che la misura “rischi di produrre una riduzione del valore di mercato degli edifici, con impatti rilevanti sulla ricchezza delle famiglie italiane che per il 60% è rappresentata da immobili residenziali”. (Continua a leggere dopo la foto)

case green  stangata mutui


Le banche, a loro volta, avrebbero difficoltà a erogare finanziamenti ipotecari a soggetti con più basso “merito creditizio”. Quindi, presumibilmente, dovrebbe intervenire lo Stato, con oneri rilevanti per le finanze pubbliche. È bene ricordare che la direttiva Ue non ha ancora terminato l’iter di approvazione: approvata dal Parlamento di Strasburgo, deve ancora essere discussa dalla Commissione e dal Consiglio europeo.

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Vaccini e effetti collaterali, ora è ufficiale. Il report dell’Aifa sulla terza e quarta dose

di Antonio Oliverio1.9kViews

Pubblicato il 26/03/2023 12:05
L’ultimo rapporto sulla Sorveglianza dei vaccini anti-Covid-19 rilasciato da Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, aggiornato al 22 dicembre 2022, dà una conferma che non ci stupisce, ma che colpisce proprio per la fonte da cui arriva. In sostanza, dopo la terza e la quarta dose di vaccino, sono aumentate le segnalazioni di effetti avversi gravi. Gli stessi effetti che, come vi abbiamo raccontato, a lungo ha taciuto o minimizzato o censurato la stessa Aifa, attraverso il suo presidente, Nicola Magrini. E dunque, si legge nel rapporto, dopo la quarta dose il picco degli effetti avversi raggiunge addirittura il 43%. Che dire? La verità corre magari più lenta delle bugie, eppure prima o poi si afferma sempre. Come fa notare il quotidiano La Verità oggi in edicola, ancora lo scorso ottobre, quando il Covid era già – da tempo – un ricordo oramai sbiadito, il ministero della Salute ancora “raccomandava” per popolazione over 60 e per gli ospiti delle Rsa, categoria fragile per antonomasia, la seconda dose di richiamo. Proprio a fine dicembre, invece, gente come Matteo Bassetti, la virostar più nota, affermava “Se fossi un ottantenne senza quarta dose mi preoccuperei, così come se fossi un quarentenne che non ha fatto il vaccino”. Peccato che la stessa Aifa scriva che la maggior parte delle segnalazioni di effetti avversi riguarda persone di età compresa “tra 30 e 59 anni”. L’agenzia dichiara di aver ricevuto 140.595 segnalazioni di effetti avversi dal 2020 al dicembre 2022, e di queste in quasi il 19% dei casi si trattava di effetti gravi. Ancora l’Aifa ha altresì precisato che 971 segnalazioni gravi hanno avuto un “esito fatale”: dunque, un decesso ogni 27 casi gravi, per un’età media di 74,6 anni. Contradicendosi non poco, il documento dell’Aifa, minimizza tuttavia l’entità dei decessi collegati al vaccino, ma al contempo contesta l’algoritmo dell’Oms in base al quale viene stabilita la famosa “non correlazione”. (Continua a leggere dopo la foto)
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aifa ammette effetti avversi

Il rapporto, dunque, letteralmente, scrive: “Si fa presente che in termini generali non esiste un intervallo predefinito e sempre valido per considerare plausibile un’associazione temporale tra una vaccinazione e un evento avverso, ma il tempo di insorgenza dipende dal tipo di evento (finestre temporali di rischio entro le quali è plausibile che uno specifico evento possa essere correlabile alla vaccinazione”. A fronte di ciò, come dicevamo, minimizza i relativi decessi, limitandosi a registrare solo ventinove casi sui 971 casi di cui abbiamo scritto prima. Ebbene, in una percentuale elevatissima, quasi il 60%, è stato definito “non correlabile” con il vaccino. Espunti una marea di casi “per mancanza di informazioni sufficienti”, si arriva addirittura a soli 29 casi, e quei soli che Aifa riconosce sono suddivisi in tre sottogruppi: i 14 casi di “fallimento vaccinale”, una formula asettica dietro cui si nascondono “complicanze legate alla patologia che ne hanno provocato il decesso”, in un tempo variabile dai 20 ai 211 giorni; il secondo gruppo è rappresentato da 12 persone vaccinate “nelle quali si sono manifestati eventi avversi trombotici specifici su base autoimmune e associati a trombocitopenia, tra i 7 e i 25 giorni dalla vaccinazione”, aggiungendo, con linguaggio burocratico “con una rapida e infausta evoluzione clinica”; infine, il terzo gruppo è composto esclusivamente da persone anziane con pluripatologie per i quali si è registrato “uno scompenso del già delicato equilibrio di questi pazienti (…) causando il successivo esito fatale nei messi successivi” alla vaccinazione. (Continua a leggere dopo la foto)

aifa ammette effetti avversi


Ripetiamo: nonostante quanto affermato sopra sull’incidenza degli effetti avversi definitivi, ovvero i decessi, vengono poi ammessi dall’Aifa solo 29 casi. E, giustamente, l’articolo de La Verità si interroga in merito alle migliaia di altri casi.
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Immigrazione, schiaffo all’Italia dall’Europa. Respinte tutte le richieste: “Sono e restano un problema vostro”

di Gabriele Angelini212Views

Pubblicato il 09/06/2023 13:42
patto migranti Europa Italia

Si potrebbe riassumere tutto citando Shakespeare: “Tanto rumore per nulla”. La morale è sempre la stessa: l’Europa lascia l’Italia da sola. Per l’ennesima volta l’Ue scarica il nostro Paese sulla questione migranti. È stato infatti trovato un accordo che di fatto è senza sostanza. L’ultima trattativa sul nuovo Patto per l’Asilo e i Migranti si è concluso con un nulla di fatto. Come sottolinea Repubblica, il concetto di “solidarietà obbligatoria” che si trova al centro del patto non ha nulla a che vedere con la partecipazione attiva degli altri Stati e soprattutto con il concetto di “redistribuzione dei migranti” che invece invocava l’Italia. Cosa c’è dunque dentro questo nuovo accordo? (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Ecco il Green pass per l’ambiente”. Il piano dell’Europa per obbligarci a “fare i verdi”: funzionerà così


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Sulla redistribuzione si resta alla “volontarietà”, legata però alla possibilità di pagare 20 mila euro per ogni migrante rifiutato in base alla definizione annuale della quota di extracomunitari da ricollocare. Unica nota positiva del nuovo Patto per l’Asilo e i Migranti per l’Italia è una nuova regola più elastica sui “Paesi Terzi” cui rimandare indietro i migranti illegali “che abbiano avviato la loro partenza proprio da quelle aree”. Ma si tratta di una procedura dall’attuazione complicatissima, e quindi un’altra presa in giro da parte dell’Europa. Questo perché sarà necessario formulare nuovi accordi e stabilire vera “connessione” tra quel Paese e il migrante. Capiamo bene da soli che è complicatissimo e quindi irrealizzabile nella pratica. E poi? (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Dove finiranno davvero i soldi del Pnrr”. L’ultima follia che ci impone l’Europa

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Patto per l’Asilo e i Migranti, l’Europa scarica l’Italia

L’Europa con questo nuovo Patto per l’Asilo e i Migranti non fa passi avanti nei confronti dell’Italia. E questo è chiaro anche perché ci sono due aspetti che restano sulle spalle dei Paesi di primo approdo, Italia in testa. “Il carico di lavoro, amministrativo ed economico, per identificare i nuovi arrivi; e la gestione dei cosiddetti movimenti secondari“. Sostanzialmente l’Italia lascia che il nostro Paese sia solo di passaggio, scaricando sugli altri la gestione definitiva del migrante. Un modo, questo, che ci permetteva di “liberarci” di almeno una fetta di immigrati, ma ora imporranno regole più stringenti obbligandoci di fatto a tenerceli.
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Sono e restano un problema vostro ::::: MA ALLORA COSA CI FACCIAMO NOI IN EUROPA ?sE OGNUNO PENSA PER SE ?



HA VERO PER QUESTO

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MA QUANTI PADRONI ABBIAMO ?



“Il contante deve sparire”. Landini rivela i piani della sinistra: “Ecco cosa faremo contro Meloni”

di Antonio Oliverio1.1kViews

Pubblicato il 19/03/2023 12:42
Ha parlato di una “strada possibile”, come deterrente alla evasione fiscale, Maurizio Landini quando ha proposto “che il denaro, il contante scompaia lasciando alla tecnologia quel tracciamento necessario a stroncare l’evasione”. A margine del XIX congresso nazionale della Cgil a Rimini, che lo ha rieletto segretario con il 94,2% di voti, di fatto Landini illustra una sempre più evidente convergenza tra i sindacati e quelle élite che, da tempo e sempre più insistentemente, promuovono appunto l’abolizione del denaro contante. I rischi di un controllo sociale esasperato, capace di premiare oppure di “spegnere” con un clic i dissenzienti e il loro accesso ai relativi conti correnti, sono palesi. Ma il difensore dei lavoratori pare non curarsene. Maurizio Landini, poi, è tornato alle ricette più antiche e tradizionali, riassunte in una parola: sciopero. Lo sciopero generale che il sindacato vuole indire contro il governo in carica, che sta approntando la riforma fiscale: “Per tutto il sindacato italiano non c’è possibilità di discussione, bisogna avviare una mobilitazione che non esclude alcuno strumento – ha affermato Landini – compreso, se necessario, lo sciopero. Lo vogliamo fare insieme a Cisl e Uil, ne discuteremo con loro, abbiamo già un incontro fissato la prossima settimana”. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Una nuova crisi in arrivo”. Wall Street lancia l’allarme: “Cosa può succedere alle banche in Europa”


landini sciopero abolizione contante

Chiusa la porta a una qualsiasi forma di dialogo o confronto, non vi sono però, da parte del leader della Cgil, proposte o alternative. “In questo Paese c’è un punto di fondo che è la questione fiscale: un Paese che sta in piedi con le tasse pagate da lavoratori dipendenti e pensionati”, e dunque l’idea geniale di abolire il contante, perché “Mi sono rotto le scatole di essere sempre io a pagare anche per chi non le paga e che sia sempre io a garantire quella sanità pubblica al posto di chi non lo fa ma la usa”. Una proposta, in realtà, Landini la fornisce, ma appare assai vaga: “Un contributo straordinario per la creazione di un fondo di solidarietà per creare lavoro con cui ricostruire la coesione sociale nel Paese”. Al congresso della Cgil era presente anche la nuova coppia Elly Schlein e Giuseppe Conte. (Continua a leggere dopo la foto)

landini sciopero abolizione contante


La prima, nel suo intervento riportato daIl Tempo, ha sostenuto che la riforma fiscale del governo sia “preoccupante e sorprendente”, considerando la “baggianata” che, abbassando le tasse a tutti, si faccia stare meglio tutto il Paese, mentre per Conte “Siamo pronti a scendere in piazza con i sindacati o da soli o con tutti gli altri partiti che vorranno opporsi”.
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La benzina andrà a 2,28 € litro ??

Benzina a 2,28 euro al litro”. La decisione dell’Europa che vogliono tenerci nascosta. Ecco la Direttiva Ue

di Antonio Oliverio159Views

Pubblicato il 11/06/2023 13:56 - Aggiornato il 11/06/2023 16:33
Non possiamo limitarci a commentare, come in molti fanno in questi casi, “Ce lo chiede l’Europa”. Per due ragioni: anzitutto, in realtà, ce lo “impone” l’Unione europea; poi, perché le Direttive comunitarie sempre più appaiono come deliri di gente completamente disconnessa dalla realtà. Una Direttiva europea approvata lo scorso maggio, e di cui curiosamente leggiamo solo sulla Gazzetta dello sport, prevede che dal 2027 i produttori petroliferi paghino in base alla CO2 emessa. E tutto ciò comporterebbe, come è facile dedurre, un trasferimento dei costi aggiuntivi sul prezzo dei carburanti alla pompa: il prezzo della benzina potrebbe salire a 2,288 euro al litro, mentre il gasolio arriverebbe a 2,191 euro al litro. (Continua a leggere dopo la foto) Tranquilli e tutto normale ci vogliono tutti poveri meno loro e saremo tutti felici sotto i ponti.
 
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Virginia Raggi: "Non sono vaccinata perché ho gli anticorpi e mi è stato suggerito di non farlo"

12/08/2021
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Viriginia Raggi: "Non sono una no-vax, non sono vaccinata perché ho ancora gli anticorpi e il medico mi ha suggerito di non farlo". Sul Green pass: "C'è un delicatissimo equilibrio tra le ragioni mediche e gli interessi degli imprenditori. Non mi sento di dire se sono favorevole o meno al Green pass, facciamo parlare i medici"
 
Innovazione

Neuralink: Elon Musk ha l’ok per connettere il cervello umano ai computer​

Neuralink sarebbe a un passo dal connettere le menti di un gruppo di volontari ai suoi computer. Ora c'è anche l'autorizzazione dell'Fda.​

Si può connettere il cervello umano ai computer. Secondo Neuralink, sì.

Si può connettere il cervello umano ai computer. Secondo Neuralink, sì. Shutterstock
Computer e cervello umano che comunicano tramite l'uso di un chip. Fantascienza? Non più. Neuralink, start-up di proprietà del discusso imprenditore americano Elon Musk, sarebbe a un passo dal connettere le menti di un gruppo di volontari ai suoi computer, al fine di farle interagire in tempo reale con l'Intelligenza Artificiale.
L'account ufficiale di Neuralink su Twitter, infatti, il 26 maggio scorso ha annunciato di aver ricevuto l'autorizzazione dell'Fda (Food and Drug Administration, l'autorità di regolamentazione statunitense in materia di salute) a testare la propria tecnologia sugli esseri umani, sottolineando al contempo di non aver ancora avviato le procedure per il reclutamento dei volontari.

UN PRIMO PASSO PER...? «Siamo entusiasti di condividere l'ottenuta approvazione da parte della Fda per avviare il nostro primo studio clinico su esseri umani!», si legge nel breve messaggio di testo. «Questo è il risultato di un incredibile lavoro svolto dal team di Neuralink in stretta collaborazione con la Fda e rappresenta un importante primo passo che permetterà un giorno alla nostra tecnologia di aiutare molte persone. La fase di reclutamento per il nostro trial clinico non è ancora aperta. Presto annunceremo ulteriori informazioni in merito!».
Ma di che cosa si tratta? L'azienda californiana, fondata nel 2016 (ne avevamo già parlato qui), si occupa di progettare e impiantare dispositivi elettronici direttamente sotto la cute, e di connettere il cervello con software appositamente creati. I primi prototipi, delle dimensioni di una moneta, sono stati inseriti nel cranio di una coppia di maialini e di alcune scimmie, e pare che queste ultime siano adesso in grado di giocare a basilari videogame o di digitare parole sullo schermo, manovrando un cursore grazie al semplice movimento degli occhi: un risultato promettente.
TecnologiaTutte le cose che Elon Musk ha promesso di fare da qui al 2030

IN SIMBIOSI CON IA. Questi, però, sono solo i primi gradini di una scala molto più lunga. Nell'idea di chi dirige la società privata con sede a Fremont (California), i prossimi passi prevedono una connessione sempre più radicata, che porti infine a manovrare elementi robotici e a dirigere quelli informatici con la sola forza del pensiero.
L'obiettivo primario sarebbe di aiutare persone paralizzate o affette da malattie neurologiche a tornare a muoversi e a comunicare. Uno scopo nobile ma che si intreccia con complicate questioni etiche e morali, che peraltro trapelano dalle parole di Elon Musk, secondo cui questi chip dovrebbero consentire all'umanità di raggiungere una "simbiosi con l'Intelligenza Artificiale".

Focus TalksL’intelligenza artificiale ci salverà? | Rita Cucchiara

SE NON ORA, QUANDO? L'affermazione di Musk – seppure datata, visto che le parole sono state pronunciate alla conferenza annuale dell'azienda nel 2020 – torna di prepotente attualità in un periodo storico in cui le Intelligenze Artificiali sono al centro del dibattito. «Siamo fiduciosi che il dispositivo di Neuralink sia pronto per l'uomo», ha invece affermato più recentemente il proprietario di Tesla, Space X e Twitter in un tweet di fine novembre 2022.
«Le tempistiche dipendono solo dal processo di approvazione della FDA». E ora che l'approvazione è arrivata, staremo tutti a vedere cosa succederà. Per ora Musk si è limitato a fare le congratulazioni pubbliche al team di Neuralink, come di consueto, sulla sua piattaforma social.


SAREMO GLI ULTIMI "ESSERI UMANI"
 
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