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Nigeriano la pesta perché è lesbica: "Nel nostro Paese vi uccidiamo"

La denuncia di Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia, che ha voluto riportare la testimonianza della vittima, una nigeriana omosessuale di nome Jen. La giovane ha respinto le avances del connazionale, che insisteva per passare del tempo con lei, ed è stata aggredita

Federico Garau - Lun, 23/12/2019 - 17:11





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Episodio di indicibile violenza a Novara, dove una donna di nazionalità nigeriana è stata aggredita da un connazionale furioso per essere stato rifiutato.
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A scatenare la reazione del pericoloso soggetto, anche il fatto che la giovane fosse omosessuale, cosa inaccettabile per lo straniero.
A denunciare la vicenda l'Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia, che sulla propria pagina Facebook ha raccontato l'accaduto, postando anche una foto della vittima.
Stando a quanto riferito dalla sopra citata associazione, il fatto si è verificato durante la serata di giovedì 19 dicembre, intorno alle ore 18:00.
Jen, questo il nome della ragazza 25enne, stava uscendo dalla stazione ferroviaria di Novara quando si è imbattuta nel suo aggressore, conosciuto con il nome di Solomon. La giovane conosceva l'uomo, che già in passato aveva tentato un approccio con lei, motivo per cui ha allungato il passo, cercando di evitarlo. Tutto inutile, dato che il connazionale, dopo averla riconosciuta, le è andato dietro, deciso ad avere la sua attenzione.
Per l'ennesima volta Jen si è sentita rivolgere un invito a trascorrere del tempo insieme ed è stata costretta a rispondere con un deciso rifiuto. La ragazza ha spiegato ancora una volta di essere lesbica e di non desiderare una relazione amorosa con un uomo, ma il nigeriano non ha voluto saperne. In preda alla rabbia, si è scagliato con estrema violenza contro di lei.

Nigeriano pesta a sangue una connazionale perché è lesbica








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“Nel nostro Paese queste cose non sono ammesse”, le avrebbe gridato, prima di aggredirla.
Ora sono in Italia, sono libera di fare ciò che mi fa stare bene”, sarebbe stata la risposta di Jen, prima di essere colpita.
Travolta dalla furia dell'uomo, la 25enne è stata quindi tempestata di colpi, prima di venire abbandonata per strada. “Sei una vergogna!”, avrebbe aggiunto Solomon, prima di allontanarsi. “Non finisce qui, nel nostro Paese uccidono le lesbiche e ti ucciderò”.
Rimasta tramortita a terra, Jen ha trovato la forza di telefonare ad un amico, poi accorso per aiutarla. Finita in ospedale, la giovane è stata medicata e poi dimessa con 3 giorni di prognosi. Sul suo volto sono ancora e evidenti i segni della violenza subita.
Del caso si stanno ora occupando gli agenti della questura di Novara, che hanno raccolto la formale denuncia sporta dalla 25enne ed avviato le ricerche del responsabile.
Spera che la giustizia faccia il suo corso e che quella italiana funzioni meglio di quella nigeriana. Lei è spaventata, dopo tutto quello che ha passato crede di non poter essere al sicuro neanche in Italia. Ha trascorso anni a nascondersi e a vergognarsi di essere lesbica e non vuole ripiombare nell’invisibilità e nella paura”, ha dichiarato Giulia Bodo, presidente di Arcigay Rainbow Vercelli a “La Stampa”.
Dura l'accusa di Arcigay Vercelli, che nel suo comunicato ha denunciato anche il fatto che, durante il pestaggio, nessuna delle persone presenti in strada sarebbe accorsa per aiutare Jen.
 
La Regione di Zingaretti finanzia pure gli enti che non esistono più

Le comunità montane del Lazio sono state soppresse nel 2016 ma continuano a ricevere i finanziamenti della Regione che ancora non riesce a formalizzare le nomine dei commissari liquidatori

Alessandra Benignetti - Lun, 23/12/2019 - 21:53





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Da tre anni le comunità montane del Lazio devono trasformarsi in Unioni di comuni. Ma nonostante gli enti siano stati superati nel 2016 la Regione continua a stanziare centinaia di migliaia di euro per pagare i dipendenti di istituzioni che non esistono più.

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Quest’anno la giunta di Nicola Zingaretti ha stanziato ben 100mila euro per le 22 comunità montane e 900 mila per le Unioni dei comuni. Soldi che verranno utilizzati per pagare il personale impiegato negli enti e per onorare i contratti ancora in essere, finché non verranno nominati i commissari liquidatori che gestiranno le nuove istituzioni. Ma le nomine sono al palo da anni. "I ritardi sono imputabili ad una serie di contenziosi, alcune delle nomine sono state molto discusse", ci spiega Giancarlo Righini, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, che assieme ai colleghi di Lega, Forza Italia e M5S, ha contestato al presidente della Regione di aver optato per designare come commissari i presidenti dei vecchi organismi.
"Alcuni dei nuovi commissari nominati da Zingaretti - chiarisce il consigliere - sono stati eletti con determinate maggioranze e in seguito sono stati insigniti di un ruolo che prevede poteri ulteriori senza passare dal voto, anche se nei Comuni interessati dalla trasformazione ci sono state nuove elezioni". "Per questo – continua – sono stati presentati degli esposti e in qualche caso anche richieste di pareri all’Anac, che hanno determinato i ritardi". Lo scorso novembre, come ricostruisce Il Tempo, il Consiglio regionale ha posticipato ulteriormente la decisione sulle nomine per esaminare le osservazioni presentate dai consiglieri di opposizione, che hanno contestato le modalità di designazione dei commissari liquidatori scelta da Zingaretti.
Con tutta probabilità, quindi, i commissari potranno iniziare a lavorare a partire dal 2020. "I nostri emendamenti – spiega Righini - puntavano a rafforzare il contenimento dei costi, andando nella direzione di una gestione associata dei servizi da parte dei comuni attraverso le associazioni". "Ad esempio – prosegue - attraverso la creazione di un unico corpo di polizia locale o la centralizzazione della gestione della raccolta differenziata che porterebbe ad una riduzione della tariffa al cittadino, e introducendo criteri di premialità per tutti quei comuni che decidono di gestire i servizi in forma associata".
"I piccoli comuni montani hanno necessità di essere sostenuti con una serie di incentivi e con la semplificazione delle procedure, in questo senso l’associazione di sindaci nelle Unioni dei comuni avrebbe determinato un minor costo e il raggiungimento di obiettivi programmatici che da soli i primi cittadini non sono in grado di garantire", aggiunge il consigliere del partito di Giorgia Meloni, che in un emendamento ha proposto anche la diminuzione delle imposte per i titolari di partita Iva che risiedono nei piccoli centri del Lazio per contrastare lo spopolamento dei borghi del territorio.



FACILE SPENDERE I SOLDI DEGLI ALTRI VERO MA FIN CHE IL POPOLO DORME FANNO BENE.
 

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