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[h=1]Non sbucciate quella banana! L’inchiesta shock sul frutto più consumato al mondo[/h] [h=2]L'inchiesta shock sulla banana: dalla coltivazione a quello che arriva sulle nostre tavole. Implicate Chiquita, Dole e Del Monte.[/h] di Carlo Pallavicini, pubblicato il 02 Maggio 2017 alle ore 09:53
‘Non sbucciate quella banana!’ potrebbe essere il titolo di un nuovo film horror-comico ed invece è sembrato quello più adatto per raccontare quanto ha ‘scoperto’ la trasmissione ‘Indovina chi viene a cena’, in onda su Rai 3 tutti i lunedì prima di Report alle ore 21.05. Il taglio è giornalistico e senza peli sulla lingua e la trasmissione si dà il compito di ‘scoprire’ tutte le magagne dell’industria agro-alimentare, anche quando esistono certificazionio quando si parla di ‘biologico’.
L’ultima puntata si è concentrata proprio su quello che viene considerato il frutto più consumato al mondo e il servizio è stato davvero shock.
Qui trovate: Siete pazzi a mangiarlo! Il libro shock che spiega cosa arriva davvero sulle nostre tavole. [h=3]Cosa si nasconde dietro la produzione della banana? Le certificazioni[/h] La banana è considerato il frutto più consumato al mondo, ma anche quello che viene considerato il più ‘green’, cioè quello che dovrebbe rispettare maggiormente l’ambiente e soprattutto essere sostenibile anche per i produttori. A certificare questi due aspetti, vi sono società come la Rainforest Alliance e la Scs Global: il problema è proprio questo, le aziende produttrici ‘pagano’ i certificatori per ottenere il famoso bollino di sostenibilità. Ma perché è così importante? Studi di mercato hanno rivelato come il consumatore compri con più piacere, sapendo che il prodotto è ‘biologico’ e che non sfrutta il lavoro e la manodopera. Il business è servito.
Qui Insetti: il nuovo business alimentare del futuro, l’Inchiesta: ma quanto costano? [h=3]Cosa succede davvero durante la produzione delle banane?[/h] Di green c’è davvero poco nella produzione della banana. Il servizio shock mostra, infatti, come ettari ed ettari di piantagioni di banane vengano ‘innaffiate’ mediante l’utilizzazione di aerei che volano a bassa quota con pesticidi e funghicidi con doppio risultato negativo: innanzitutto, la popolazione che vive in quelle aree rurali e lavora presso le piantagioni viene ‘innaffiata’ e i pesticidi e funghicidi finiscono anche nelle falde acquifere, nei corsi d’acqua e negli orti delle persone – altro che sostenibilità!; in secondo luogo, le banane che arrivano sulle nostre tavole (l’inchiesta parla dei tre produttori più famosi, Chiquita, Dole e Del Monte) contengono sulla buccia sostanze pericolose.
[h=3]Quali sono i pericoli per la salute del consumo di banane?[/h] La conclusione è probabilmente un po’ allarmistica, ma è sempre più chiaro che di veleni ne mangiamo in continuazione: la dottoressa Del Poggi spiega chiaramente che sono molti i problemi di salute che potrebbero sopraggiungere con l’assunzione di questa tipologia di pesticidi e funghicidi. Soprattutto il cancro, dice la dottoressa, anche perché non bisogna temere di dire che, dalle nostre parti, le banane arrivano contaminate: l’unico modo per difendersi (parzialmente) è acquisire un’abitudine, quella di lavare bene e a lungo le bucce della banana, prima di consumarla. L’unica azienda certificatrice che sembra salvarsi è la Fairtrade che certifica i frutti Solidal Coop. Insomma, la truffa è doppia: acquistiamo le banane credendo di fare del bene alle popolazioni che le producono e così non è; acquistiamo le banane credendo di fare del bene a noi stessi e invece ci avveleniamo. Benvenuti, ancora una volta, nella bottega degli orrori agro-alimentari.