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Nuova beffa per l'Italia: molti migranti della Ocean Viking resteranno nel nostro paese

Dei 182 migranti approdati con la Ocean Viking a Messina, 58 resteranno in Italia: a dispetto dei proclami, a pochi giorni dal vertice di Malta la solidarietà europea si dimostra carente e quasi inesistente

Mauro Indelicato - Gio, 26/09/2019 - 11:11

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La nave Ocean Viking, dell’ong francese Sos Mediterranée, entra in porto a Messina in un momento molto delicato: poche ore prima infatti, a Malta cinque ministri dell’interno dell’Ue discutono sul meccanismo della redistribuzione.

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Un vertice, quello maltese, da cui in realtà non esce alcun accordo, da cui non emerge alcun vincolo e da cui emergono solo promesse tradotte in una bozza che verrà presentata il prossimo 8 ottobre in Lussemburgo agli altri ministri dell’interno dell’Unione Europea. Una passerella e nulla più, spacciata dal governo giallorosso guidato da Giuseppe Conte come un evento destinato a risolvere a livello europeo i problemi relativi all’immigrazione.
Tra le argomentazioni trattate a Malta il 23 settembre scorso, vi è quella relativa alla redistribuzione. Francia e Germania, per offrire una spalla all’amico ritrovato Giuseppe Conte, assicurano che adesso sarà obbligatoria ed automatica. Salvo poi specificare che in realtà, tale meccanismo, avverrà soltanto per quei migranti salvati dalle Ong o dalle navi militari. Una vittoria per le organizzazioni non governative, una beffa per l’Italia visto che alla categoria di migranti sopra richiamata appartiene soltanto il 10% tra coloro che sbarcano nel nostro paese negli ultimi mesi.
Ma, tornando alla Ocean Viking, l’approdo della nave a Messina in un contesto contrassegnato dal bluff in salsa maltese appare come un banco di prova per testare l’improvvisa solidarietà europea mossa da quando è in sella l’esecutivo giallorosso.
Ammesso che, almeno sui migranti che arrivano con i mezzi delle Ong, l’Europa vuole dare una parvenza di solidarietà nei confronti dell’Italia, la prova della Ocean Viking si rivela però un'ulteriore beffa. Nella ripartizione di quei 182 migranti sbarcati nel porto siciliano infatti, la quota più importante andrà proprio al nostro paese.
A stabilire numeri e cifre del ricollocamento, una riunione i cui esiti vengono ufficializzati nella tarda serata di mercoledì. Francia e Germania prenderanno 50 migranti a testa, 20 saranno invece portato in Portogallo, due in Irlanda, due in Lussemburgo. La magnanimità europea finisce qui: i restanti 58 rimarranno in Italia.
A farsi carico della quota italiana è la Cei che, così come in altre occasioni in passato, metterà a disposizione le proprie strutture.
Da specificare come la ripartizione dei migranti portati nel nostro paese dalla Ocean Viking, nulla ha a che vedere con quanto stabilito dal vertice di Malta. Quelle cinque paginette che compongono la bozza di un’altra bozza che, forse, si trasformerà in un’intesa scritta (probabilmente non vincolante) in sede di riunione in Lussemburgo, non costituiscono ovviamente alcuna norma.
Tuttavia, da un punto di vista politico, dopo le parole uscite dal summit maltese appare importante vedere la reazione dell’Europa alla redistribuzione di migranti approdati in Italia proprio nelle ore a ridosso della riunione tenuta a Malta.
Ed in tal senso la prova fornita dall’Ue non può certo soddisfare l’Italia: se queste sono le premesse, anche in caso di accordo in Lussemburgo non si intravedono motivi per essere ottimisti nel nostro paese sul fronte migratorio.
 
A CASA E FATTI 10 VACCINI

Giulia Grillo avvisa Di Maio: "Così non si va avanti"

L'ex ministro della Salute critica il ruolo del capo politico: "Siamo nati come un Movimento senza un leader". E sbotta contro la Lega: "È stato un incubo governarci insieme"

Luca Sablone - Gio, 26/09/2019 - 08:35


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Le agitazioni interne al Movimento 5 Stelle non si placano. Anzi, con il passare dei giorni diventano sempre più evidenti: dopo l'addio annunciato da Gelsomina Silvia Vono per accasarsi a Italia Viva, a rincarare la dose ci ha pensato Giulia Grillo.
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L'ex ministro della Salute, intervistato da Il Fatto Quotidiano, ha mosso una critica netta al ruolo del capo politico, attualmente ricoperto da Luigi Di Maio: "Per me non è in discussione la persona ma il ruolo del capo politico, che è privo di contrappesi. Ci vuole collegialità nelle decisioni".
L'ombra di Di Battista
È stato ricordato come il Movimento sia nato "senza un leader" e perciò ha avvisato: "Con questo assetto non possiamo andare avanti". L'ex titolare del dicastero di Viale Giorgio Ribotta ha voluto precisare che "non voglio mettere Di Battista, che pure ritengo di grande valore, al posto di Di Maio". Con l'attivista grillino "ci siamo sentiti solamente dopo che ho rilanciato il post". La grillina ha ammesso gli errori commessi: "Abbiamo sbagliato a non essere critici con la Lega nel governo precedente, e ora non dobbiamo commettere lo stesso errore con il Pd". È stata poi smentita l'esistenza di una fronda anti Di Maio.
La Grillo ha infine commentato negativamente l'esperienza di governo con la Lega: "È stato un incubo, vogliono favorire solo il Nord-Est". La pentastellata ha confessato di sentirsi "liberata", ma al contempo di essere arrabbiata perché "stavo lavorando bene e sarà un vero peccato non raccogliere i frutti di tutto quel lavoro".
 

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