Siamo tutti in prigione
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di Edoardo Conte
L'illusione che attualmente avvolge l'umanità in una fitta nebbia nasconde alla moltitudine degli individui la visione dei muri e delle sbarre dell'enorme prigione in cui vive credendo di essere libera.
La prigione è il sistema socio-politico-economico-finanziario.
Le mura del carcere, le celle e le sbarre, sono fatti di consumismo, competizione, egoismo, sfruttamento, individualismo, in una parola: "materialismo".
Il 90% della popolazione mondiale è imprigionata fra quelle mura ed è tenuta in quella situazione di cattività dal 10% di individui che sono i carcerieri e che detengono l'85% della ricchezza del pianeta.
Il paradosso è che la gente incarcerata crede di essere libera e si scontra contro quelli che sono nella stessa prigione, nell'illusione di ritagliarsi uno spazio proprio, un piccolo recinto di pseudo-potere. Ma non sa che quello spazio ottenuto a discapito dell'altro è solo una briciola nel cortile dell'ora d'aria all'interno del carcere.
Rivendicazioni operaie o di categoria, proteste e proposte di aggiustamento della condizione di lavoro ed esistenziale fanno parte di quello sforzo, ma sono tutte mirate a stare un poco meglio in prigione.
Ciò è comprensibile poiché è l'effetto dell'istintivo spirito di adattamento di ogni essere umano che, anche in gruppo organizzato, cerca di ottenere miglioramenti della condizione di vita. Ma tutto ciò serve soltanto a mantenere lo stato di schiavitù, l'un contro l'altro, in una guerra tra poveri o prigionieri.
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