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MA CON CHI STANNO STI SIGNORI?

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[COLOR=#666666 !important] [h=1]Senegalese vende Rolex falsi. Il giudice lo assolve: "Colpa di chi si fa truffare"[/h] [h=2][/h] Un senegalese ha derubato centinaia di persone spacciando i suoi orologi come originali. Il giudice, però, lo assolve e accusa i truffati



[COLOR=#555555 !important] Anna Rossi - Mar, 07/06/2016 - 16:31
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Senegalese vende in spiaggia finti Rolex per poche decine di euro, ma il giudice lo assolve: "La contraffazione era evidente".

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Anche questa volta l'ambulante l'ha passata liscia. Sei anni fa, sulle spiagge di Jesolo un senegalese si divertiva a vendere Rolex e altri orologi di marca contraffatti. Dopo essere stato scoperto, però, non è arrivato il "castigo" che quelli truffati avevano sperato. "Il fatto non sussiste" - ha concluso il giudice di Venezia, Fabio Moretti. Per questo motivo, Diam Alioune è stato assolto dall'accusa di ricettazione e contraffazione di marchi.
Come scrive La Nuova di Venezia e Mestre, il pubblico ministero lo aveva condannato a otto mesi di reclusione, ma Moretti ribalta tutto: "La colpa non è del senegalese, ma di chi si è fatto truffare con facilità". Così è stato deciso e così il senegalese l'ha scampata. Ieri, in tribunale sono stati sentiti alcuni venditori esperti di orologi e hanno confermato che "la contraffazione era poprio grossolana ed era impossibile non accorgersene".
L’udienza del giudice Moretti ha mostrato la scarsa efficacia dello strumento penale per combattere un mercato del falso che continua a prosperare. C'è anche da sottolineare che i tempi della giustizia sono lunghissimi: sono passati sei anni dal fatto e del senegalese non si hanno più tracce. E se fosse stato giudicato colpevole? Come avrebbero potuto rintracciarlo?
Intanto sul web è scatta la polemica. C'è chi protesta perché non si sente rappresentato dalla giustizia e c'è anche chi va giù molto più pesante e scrive: "Ma se fosse stato un italiano? Il giudice cosa avrebbe fatto? Sicuramente l'avrebbe messo in carcere. Scontato".




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[COLOR=#666666 !important] [h=1]Ladri stranieri subito liberati sfottono la polizia: "W l'Italia"[/h] [h=2][/h] A Reggio Emilia tre ladri georgiani sono stati arrestati venerdì e liberati sabato. Irridono gli agenti cantando "Italia Italia"



[COLOR=#555555 !important] Ivan Francese - Dom, 17/07/2016 - 16:01
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Tre ladri georgiani arrestati in flagrante mentre tentavano di scassinare la porta di un appartamento a Reggio Emilia sono stati rimessi in libertà già ieri dal giudice del tribunale della città emiliana.
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E hanno deciso di irridere la giustizia del nostro Paese cantando, nei corridoi del palazzo di giustizia il ritornello della canzone di Mino Reitano "Italia Italia".
A raccontarlo è la locale Gazzetta di Reggio, che spiega come tre uomini di 35, 36 e 41 anni siano stati messi in libertà in attesa del processo già dopo l'udienza di convalida, nonostante la polizia li avesse acciuffati con le mani nel sacco. O meglio, sulla serratura.
I tre sono stati fermati dalla squadra mobile della questura mentre tentavano di forzare la serratura della porta dell'appartamento di un docente universitario che al momento del furto non era in casa.
Comparsi davanti al giudice, i tre sono stati lasciati andare e hanno deciso di irridere la polizia intonando il motivetto "Italia Italia" composto da Mino Reitano. Solo per uno dei tre ladri, pregiudicato, è stato ordinato l'obbligo di dimora e di firma in questura tre volte al giorno.




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[h=1]Forlì, gruppo di stranieri aggredisce i carabinieri e li umilia: “facciamo quello che ci pare”[/h]
luglio 18, 2016 vicid86_w90zd3qe ARCHIVIO 0
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Un gruppo di romeni ubriachi ha prima messo a soqquadro una via del centro di Forlì, poi hanno insultato e minacciato i carabienieri intervenuti dopo diverse chiamare dei cittadini.
[h=2]La rissa e l’attacco ai militari[/h] Una rissa tra stranieri ha costretto i cittadini di Forlì a chiamare più volte il 112. L’intervento dei carabinieri è stato tempestivo, ma sfortunatamente la banda di romeni non l’ha presa bene. Si trovavano fuori da un kebab in evidente stato di ebbrezza, quando i militari li hanno invitati a smettere. Da questa richiesta sono seguiti insulti e fino ad arrivare agli spintoni, tanto da rendere necessario l’intervento di altre due autoradio del Nucleo Radiomobile. Nonostante l’inferiorità numerica i cittadini stranieri non si sono arresi: non hanno voluto fornire i documenti e hanno continuato a schernire le forze dell’ordine. Addirittura uno ha provato a colpire con un pugno uno dei carabieniere, che con prontezza di riflessi ha schivato il colpo.
“Noi tanto possiamo fare quello che vogliamo, vi accuseremo e diventeremo ricchi grazie al nostro avvocato” hanno gridato più volte, cercando di far passare i segni e le contusioni della rissa avvenuta tra loro per colpi inferti dagli agenti. Hanno fatto di tutto per evitare l’arresto. Alla fine sono stati bloccati e accusati di rissa, ubriachezza molesta, resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale in concorso. I 3 romeni di 49, 30 e 29 anni sono tutti nullafacenti e con precedenti alle spalle. Il giudice per loro ha diposto misure cautelari dell’obbligo di firma, come riportato da Forlì Today.
Fonte
 

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