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I tradizionalisti accusano il Papa: "Ha compiuto atti sacrileghi"
Dalla Pachamama alla celebrazione nei giardini vaticani: i tradizionalisti accusano il Papa di "atti sacrileghi". Un documento ufficiale domanda pentimento
Giuseppe Aloisi - Mar, 12/11/2019 - 16:05
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Papa Francesco è di nuovo sotto attacco. L'ultima iniziativa messa in campo dal "fronte tradizionale" muove attorno ad un documento, che è stato sottoscritto da un centinaio di persone, tra "chierici", "intellettuali" e "studiosi".
Il fine è triplice: condannare i presunti atti sacrileghi cui il Santo Padre, stando al parere dei sottoscrittori del testo in questione, ha dato vita nel corso del Sinodo panamazzonico, domandare un vero e proprio mea culpa da parte del successore di Pietro e alimentare una "correzione fraterna", come peraltro è già accaduto nel recente passato con quella "formale", per evitare che le persone di fede cattolica, trovandosi all'interno di quella che è stata già chiamata "confusione dottrinale", possano assecondare la linea di Jorge Mario Bergoglio, dunque subire degli effetti sul piano della salvezza eterna.
Sono toni davvero gravi quelli utilizzati da chi ha deciso di protestare con tutti i crismi del caso. Per comprendere i perché di questa mossa, bisogna tornare indietro di qualche settimana. Dalla comparsa della Pachamama nella Chiesa di Santa Maria in Traspontina alla celebrazione tenutasi nei giardini vaticani durante l'inaugurazione del Sinodo: i tradizionalisti, per così dire, parlano tanto di "idoli" quanto di "atto di adorazione idolatrica", basandosi peraltro sulle argomentazioni sollevate dopo la pubblicazione dell'Instrumentum Laboris dal cardinal Walter Brandmueller, che aveva segnalato la presenza di apostasia ed idolatria. Gli episodi elencati, quelli per cui l'ex arcivescovo di Buenos Aires dovrebbe procedere per mezzo di un "pentimento", sono sei.
Spiccano, tra tutti, almeno due passaggi. Il primo rimarca che "Il 4 ottobre Papa Francesco ha partecipato ad un atto di adorazione idolatrica della dea pagana Pachamama". E ancora, sempre in riferimento al Santo Padre: "Ha permesso che questo culto avesse luogo nei Giardini Vaticani, profanando così la vicinanza delle tombe dei martiri e della chiesa dell’Apostolo Pietro". Il secondo, invece, interessa la questione delle statue raffiguranti la madre terra o comunque una divinità cara alle popolazioni amazzoniche, la cui presenza nei luoghi di culto del cattolicesimo è stato criticata, anche con gesti plateali, nelle settimane precedenti a questa: "Ha partecipato (il Papa, ndr) a questo atto di adorazione idolatrica benedicendo un’immagine lignea della Pachamama". A riportare i dettagli del documento pubblicato, tra gli altri, è stato il blog del vaticanista Marco Tosatti, ossia Stilum Curiae.
Difficile che dalle parti di piazza San Pietro arrivi davvero una reazione. Tra le persone che hanno deciso di apporre la loro firma al documento, vale la pena citare anche la principessa Gloria Thurn und Taxis, il professor Roberto De Mattei, lo storico Henry Sire, il moralista John McCharty, il teologo Harrison ed il filoso John Seifert.
Dalla Pachamama alla celebrazione nei giardini vaticani: i tradizionalisti accusano il Papa di "atti sacrileghi". Un documento ufficiale domanda pentimento
Giuseppe Aloisi - Mar, 12/11/2019 - 16:05
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Papa Francesco è di nuovo sotto attacco. L'ultima iniziativa messa in campo dal "fronte tradizionale" muove attorno ad un documento, che è stato sottoscritto da un centinaio di persone, tra "chierici", "intellettuali" e "studiosi".
Il fine è triplice: condannare i presunti atti sacrileghi cui il Santo Padre, stando al parere dei sottoscrittori del testo in questione, ha dato vita nel corso del Sinodo panamazzonico, domandare un vero e proprio mea culpa da parte del successore di Pietro e alimentare una "correzione fraterna", come peraltro è già accaduto nel recente passato con quella "formale", per evitare che le persone di fede cattolica, trovandosi all'interno di quella che è stata già chiamata "confusione dottrinale", possano assecondare la linea di Jorge Mario Bergoglio, dunque subire degli effetti sul piano della salvezza eterna.
Sono toni davvero gravi quelli utilizzati da chi ha deciso di protestare con tutti i crismi del caso. Per comprendere i perché di questa mossa, bisogna tornare indietro di qualche settimana. Dalla comparsa della Pachamama nella Chiesa di Santa Maria in Traspontina alla celebrazione tenutasi nei giardini vaticani durante l'inaugurazione del Sinodo: i tradizionalisti, per così dire, parlano tanto di "idoli" quanto di "atto di adorazione idolatrica", basandosi peraltro sulle argomentazioni sollevate dopo la pubblicazione dell'Instrumentum Laboris dal cardinal Walter Brandmueller, che aveva segnalato la presenza di apostasia ed idolatria. Gli episodi elencati, quelli per cui l'ex arcivescovo di Buenos Aires dovrebbe procedere per mezzo di un "pentimento", sono sei.
Spiccano, tra tutti, almeno due passaggi. Il primo rimarca che "Il 4 ottobre Papa Francesco ha partecipato ad un atto di adorazione idolatrica della dea pagana Pachamama". E ancora, sempre in riferimento al Santo Padre: "Ha permesso che questo culto avesse luogo nei Giardini Vaticani, profanando così la vicinanza delle tombe dei martiri e della chiesa dell’Apostolo Pietro". Il secondo, invece, interessa la questione delle statue raffiguranti la madre terra o comunque una divinità cara alle popolazioni amazzoniche, la cui presenza nei luoghi di culto del cattolicesimo è stato criticata, anche con gesti plateali, nelle settimane precedenti a questa: "Ha partecipato (il Papa, ndr) a questo atto di adorazione idolatrica benedicendo un’immagine lignea della Pachamama". A riportare i dettagli del documento pubblicato, tra gli altri, è stato il blog del vaticanista Marco Tosatti, ossia Stilum Curiae.
Difficile che dalle parti di piazza San Pietro arrivi davvero una reazione. Tra le persone che hanno deciso di apporre la loro firma al documento, vale la pena citare anche la principessa Gloria Thurn und Taxis, il professor Roberto De Mattei, lo storico Henry Sire, il moralista John McCharty, il teologo Harrison ed il filoso John Seifert.