Novità

magari

Alien.

Advanced Premium Member
[h=6]mafia capitale L’INTERROGATORIO[/h]
[h=1]E Buzzi disse al pm: «Non registri perché se parlo casca il governo»[/h] [h=2]I rapporti con il boss Carminati? «È una brava persona, si è sempre comportato bene». «Se c’è stata qualche corruzione, riguarda solo il 3% del fatturato della coop»[/h]
logo_firma.png
di Giovanni Bianconi





4305.0.381652088-kAXH-U43090466017237u6B-1224x916@Corriere-Web-Roma-593x443.jpg

shadow


29
3496
524
16








ROMA - «Insomma, ho dato 30 o 40.000 euro a Marino, al suo comitato... Tutti tracciati... Ti chiamavano, le famose cene, “c’è una cena con Alemanno, 1.000 euro a persona”, tu prendevi un tavolo e ovviamente erano 10.000 euro. Ma noi ne abbiamo fatte, noi l’abbiamo fatte pure con Renzi la cena...». Tenta di ricondurre tutto alla politica e alle sue regole - scritte e non scritte - sui finanziamenti elettorali, Salvatore Buzzi. E davanti ai pubblici ministeri che l’hanno fatto arrestare per associazione mafiosa, corruzione e altri reati parla a ruota libera. Ma quando arriva al capitolo del campo profughi di Mineo, in Sicilia, si blocca. «Su Mineo casca il governo», accenna. Adesso è il pm Giuseppe Cascini a bloccarlo: «Queste sono frasi inutili. Noi facciamo un altro mestiere». Buzzi insiste: «Si metta nella mia posizione».





A questo punto interviene il procuratore aggiunto Michele Prestipino: «No guardi, io non ci penso minimamente...». Buzzi indica il registratore: «Io potrei, cioè... se possiamo spegnere». I pm Cascini non ci pensa nemmeno: «È vietato dalla legge. Forse lei non ci crederà ma ancora in questo Paese c’è qualcuno che segue le regole». Buzzi insiste: «Se lo può spegnere un secondo parliamo...». «No! Non si può». E la deposizione, un po’ a fatica, ricomincia.

È il 31 marzo scorso quando i due magistrati della Procura di Roma entrano nel carcere di Rebibbia per ascoltare tre ore di dichiarazioni spontanee di Salvatore Buzzi. Un’autodifesa per provare a chiarire gli intrecci sospetti con la criminalità e la politica. E ribadire - come ha ribadito ieri, davanti al tribunale per le misure di prevenzione - che se pure c’è stata qualche corruzione «riguarda solo il 3% del fatturato della cooperativa, quindi poca cosa». E ancora: «Massimo Carminati è una brava persona, come me si è sempre comportato bene».


Nel verbale di due mesi fa il «re delle cooperative» romane racconta, interrotto solo dalle domande del suo avvocato, l’inizio dei rapporti con l’ex estremista nero: «Lo conoscevo da trent’anni, dalla mia precedente carcerazione. Ho conosciuto tutti loro: Alemanno, Carminati, Pucci... È come dire “ho fatto il militare assieme”. Poi Carminati lo rivedo casualmente all’Eur, mi sembra al bar Palombini». Era il 2012. «Dice “ah, che fai, cosa fai”... Gli ho fatto: “Guarda, lavoriamo all’Eur e abbiamo un problema, non ci paga mai l’Eur». Il riferimento è all’Ente Eur , di cui era amministratore delegato Riccardo Mancini, altro ex estremista neofascista degli anni Settanta. «Allora Carminati dice, “guarda, ci penso io”, perché lui c’ha questa cosa però, è una persona molto alla mano».

Comincia così una nuova relazione, che Buzzi riassume negli interessi comuni in qualche impresa, cercando di sminuire l’ampiezza del giro d’affari: «Lui per esempio sugli immigrati ha partecipato solo ai minori non accompagnati, per la fornitura di pasti... Era un amico, insomma. Ci presentava delle persone per affittare gli appartamenti, ci faceva altre cose, faceva attività di promozione. Tanto è vero che lui c’aveva sempre questa fobia per le indagini, che dico “scusa Massimo ma che ti frega? Non stai facendo nessun reato”». Solo dopo, dice Buzzi, sono successe cose che «non potevo mai immaginare», ma non spiega quali.




Gioca solo in difesa: «Eravamo convintissimi di far diventare Carminati un imprenditore legale». Poi, certo, non faceva fatture e c’era qualche stranezza: «Era sempre refrattario, questa storia dei telefonini che cambiava continuamente. Poi, complimenti li avete tutti intercettati... Però non è che emergono grandi cose. Io non mi sono mai reso conto di stare a trafficare con la mafia. Noi siamo sempre stati contro».

Le manovre per far approvare i Debiti Fuori Bilancio durante le assemblee comunali, con i governi sia di centrodestra che di centrosinistra, per Salvatore Buzzi sono «lavoro politico», e niente più. Sui soldi versati a Panzironi, quando guidava la Municipalizzata per la raccolta rifiuti, Buzzi dà una spiegazione che - ammette lui stesso - «si fa fatica a crederci, ma è il sistema in cui operavamo»; in pratica avrebbe chiesto una tangente per non far inserire un’altra ditta in una gara d’appalto: «Lui per lasciarla a noi ci chiese 50.000 euro, quindi noi glieli abbiamo dati perché la Multiservizi non partecipasse».

Per l’indagato questo non è reato, come il denaro pagato a un dipendente comunale che solo con una «mazzetta» fece ricomparire 200.000 euro di finanziamenti per un appalto: «Quella è un’estorsione», afferma sicuro Buzzi, tanto da suscitare l’ironia di un pm: «Abbiamo un giurista». Ma lui insiste: a quell’impiegato sono stati trovati 570.000 euro a casa, e «questo dimostra che non siamo criminali, perché non siamo andati a rubarli... Avevo da amministrare 60 milioni di euro e non mi sono mai approfittato di una lira... È facile dice “io non rubo” ma io, io potevo rubare e non ho rubato».

Le (presunte) tangenti a Odevaine e altri furono solo aiuti e prestiti a persone in difficoltà economiche per le separazioni dalle rispettive mogli. Per il resto Buzzi se la prende con se stesso: «Un po’ di millantato credito pure io lo faccio quando racconto le cose... Purtroppo io sono colpevole come parlo al telefono, colpevolissimo». E si lamenta di aver già perso tutto, prima ancora della sentenza: «Al di là della condanna che io posso avere, ho perso trent’anni di lavoro, ho perso la mia onorabilità, quindi la mia pena io già ce l’ho»



shadow carousel
[h=5]Mafia Capitale 2: la nuova ondata di arresti[/h]
 
Cei choc contro Lega e FI: "Così danneggiano il Paese"

Galantino attacca a testa bassa i governatori del centrodestra: "Con troppa superficialità mettono insieme immigrati con delinquenti, immigrati con clandestini". Poi chiede maggiore accoglienza: Quello dei numeri degli immigrati è un problema secondario"



Sergio Rame - Mar, 09/06/2015 - 23:15









commenta




La Cei si schiera contro i governatori del centrodestra. Lo fa apertamente e con un attacco violentissimo a Lega Nord e Forza Italia.
1396078207-vaticano3.jpg






Lo fa per bocca del segretario generale dei vescovi, Nunzio Galantino, e facendo i nomi di Luca Zaia, Roberto Maroni e Giovanni Toti. Lo fa mettendo all'indice i tre presidenti di Regione che hanno detto basta al buonismo dell'accoglienza e con una asprezza che ricorda le invettive che tributavavo ai governi Berlusconi. "Le parole dei governatori di alcune regioni italiani in tema di immigrazione - è l’opinione del vescovo Nunzio Galantino - danneggiano l’Italia".
"Ora ci si è messo anche il presidente della Liguria, pare", ha detto Galantino a margine di un incontro sui beni culturali al quale ha partecipato a Expo, commentando le posizioni di Toti, Maroni e Zaia, che si sono apposti al diktat del ministro dell'Interno Angelino Alfano che vuole riversare nel Nord Italia altri 5mila disperati da ospitare in edifici pubblici e con soldi pubblici. "Noi non pensiamo, noi facciamo - ha tuonato Galantino - mi sembra sia sotto gli occhi di tutti il tipo di lavoro che si sta facendo nelle periferie per accogliere gli immigrati, perchè molto spesso è con troppa superficialità che si mettono insieme immigrati con delinquenti, immigrati con clandestini". Il segretario generale della Cei ha invitato i tre governatori a "chiamare le cose e le persone per nome". "Bisogna cominciare anche a capire come da questi comportamenti esca fuori un’immagine dell’Italia che non è bella - ha, poi, concluso - penso che quello dei numeri degli immigrati sia un problema secondario, bisogna invece trovare un accordo sull’atteggiamento di fondo. Quando si comincia a dare i numeri, in tutti i sensi, vuol dire che c’è altro dietro".




"aridateci "l'8 x 1000 e prendetevi gli extracomunitari.....................



Quello dei numeri degli immigrati è un problema secondario ? e chi li mantiene?Semplice il popolo ITALIANO COME MANTIENE IL CLERO-
 
Ultima modifica:
[h=1]Ue, slitta la redistribuzione: i clandestini restano in Italia[/h] [h=2][/h] Altro che soldidarietà, Renzi beffato dagli "amici" di Bruxelles. Non si vogliono prendere nemmeno un profugo



Sergio Rame - Mar, 09/06/2015 - 21:39









commenta



Ora Matteo Renzi rischia di rimanere da solo a gestire l'invasione di clandestini che continuano a sbarcare sulle coste italiane.
1433867855-immigrati.jpg






Anche l'aiutino ventilatogli dall'Unione europea rischia ora di evaporare. Non è, infatti, così certo che l'Italia riuscirà ad allontanare, nei prossimi due anni, 24mila profughi. Gli altri Stati del Vecchio Continente non sono in vena di carità e non intendono sottoscrivere il programma di redistribuzione.
A Bruxelles c'è qualcuno che frena. Siamo lontani dalle dichiarazioni caritatevoli delle scorse settimane. Ora che l'emergenza è diventata all'ordine del giorno, si sfilano uno dopo l'altro dall'accordo. A finire nel mirino sono i ricollocamenti all'interno dei confini europei di 40mila richiedenti protezione internazionale. Di questi 24mila verrebbero dall’Italia, mentre gli altri 16mila dalla Grecia. Secondo fonti vicine al Consiglio europeo, al prossimo consiglio Affari interni di martedì non dovrebbero essere prese decisioni formali. Le fonti hanno, infatti, evidenziato nette divisioni sul meccanismo basato su una chiave di ripartizione obbligatoria, proposto dalla Commissione europea. Un ok politico è atteso dal summit dei leader del 25 e 26 giugno, ma la chiusura del dossier slitta al semestre europeo di presidenza lussemburghese, al via da luglio.
 
[h=1]Forza Italia mette alle corde Renzi: "Fermare i clandestini anche militarmente"[/h] [h=2][/h] La mozione di Forza Italia per obbligare Renzi a fermare l'invasione: "L'immigrazione è diventata ingestibile"



Sergio Rame - Mar, 09/06/2015 - 17:13









commenta




"Noi dobbiamo fermare l’invasione, non si tratta più di immigrazione, perché così come avviene è ingestibile.
1426870342-marina-militare.jpg






E se necessario dobbiamo farlo anche militarmente".
[h=4]Contenuti correlati[/h]
Forza Italia, con i capigruppo di Senato e Camera, Paolo Romani e Renato Brunetta, chiede che il parlamento voti quanto prima la mozione per affrontare, una volta per tutte, l'emergenza immigrazione. Una mozione che mira a stroncare l'immobilismo del governo Renzi e dell'Unione europea e a difendere i confini dell'Italia. "Dobbiamo andare a prendere le barche prima che partano, possiamo affondarle in mare. Abbiamo la forza militare per farlo - tuona Romani - se il governo non intende farlo, spieghi il perché e si prenda le responsabilità".
Domani il presidente del Senato Pietro Grasso riunirà la capigruppo che sarà chiamata a calendarizzare la mozione di Forza Italia che obbliga la Difesa a impiegare le forze militari per fermare l'invasione. Anche alla Camera Brunetta ha chiesto alla presidente Laura Boldrini di riunire la capigruppo, ma non ha ancora ottenuto alcuna risposta. "Quella alla quale stiamo assistendo - proseguono i due capigruppo azzurri - non è più immigrazione ma una invasione perché quando il tempo di arrivi e ristretto e la quantità è alta si parla di invasione". Ormai qualsiasi decisione sulle quote a livello europeo è rinviata a settembre a causa del calendario e della burocrazie europea, ovvero dopo l’alta stagione degli sbarchi; così come ogni decisione di invio di truppe sulle coste sotto l’egida dell’Onu. "Per questa ragione noi italiani ce la vedremo da soli", spiegano Romani e Brunetta invitando il parlamento a riunirsi quanto prima e a far passare la mozione che obblighi il governo a uscire "dalla passività ed incapacità di affrontare questo problema".
"La questione - conclude Brunetta - non si risolve con i finanziamenti che Renzi vuole dare ai comuni. Bene hanno fatto i governatori di Liguria, Veneto e Lombardia ad opporre resistenza a questo buonismo imbelle di Renzi che produce soltanto razzismo. Il premier vuole farsi rincorrere con i forconi? Dice agli italiani che il patto di stabilità sarà possibile derogarlo per aprire dei Cie. Noi non lo permetteremo". "A quei paesi che si oppongono alle quote, come la Polonia - sotrtolinea, poi, Deborah Bergamini - forse dovremmo iniziare a dire che se non accettano le quote gli vengono ridotte le quote di fondi strutturali dell’Ue".




 
rovocazioni
[h=1]Salvini al Parlamento europeo con una maglietta di Putin[/h]
UpkPfA5XLjhv1675pilwk+gconEiLPdRZFLtbqeW+Jw=--.jpg



Le sue felpe e le sue magliette sono diventate un marchio di fabbrica, ancor più di Alberto da Giussano. Così oggi Matteo Salvini si è presentato al Parlamento europeo di Strasburgo indossando una maglietta bianca con la faccia di Vladimir Putin di profilo, sotto un colbacco militare. "L’ho comprata a Mosca nella visita che ho fatto qualche mese fa", ha affermato il leader del Carroccio. "E' una risposta agli eurocretini che giocano alla guerra con Putin e con la Russia: bisogna essere cretini – ha ribadito – per giocare alla guerra con Putin e la Russia".
 
Tradito
[h=1]Immigrazione, Romano Prodi confessa: "Anche il Pd segue la Lega"[/h]
UpkPfA5XLjgzXXsG6iCuKxiEQQAFWCY28jxWGZ7PPO8=--.jpg



L'ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi, fa sempre più fatica a riconoscere i "suoi" nipoti politici del Partito democratico. A proposito di immigrazione, quel che preoccupa il Mortadella non è tanto la posizione della Lega e dei presidenti di regione di Lombardia, Veneto e Liguria che non hanno nessuna intenzione di accogliere nuovi profughi. Il tradimento morale per Prodi arriva dalla sua cara Europa e dagli ammiccamenti di certi politici dem alle posizioni leghiste.
Triton flop - Secondo Prodi, le risposte dell'Europa alla crisi migratoria che sta travolgendo le coste italiane con il passare del tempo sono state sempre più deboli man mano che il problema accresceva la sua gravità: "È trattato come un problema di politica interna agli Stati" con ovvi effetti sulle scelte che ogni capo di Stato deve prendere considerando anche l'umore del suo elettorato. E suona come una presa in giro anche all'ex premier quella uscita del primo ministro inglese, David Cameron, poco dopo il rilancio della missione Triton: "Si è subito dichiarato favorevole all'operazione di salvataggio - ha ricordato Prodi nell'intervista al Mattino - aggiungendo quasi con sfrontatezza: tanto poi i migranti li portiamo in Italia".
Il dibattito italiano - La discussione tra i partiti politici italiani non fanno eccezione, sostiene Prodi: ognuno dice la sua considerando anche l'umore del proprio elettorato. Ma il vero pericolo, secondo il professore, è che: "la questione migratoria" sta diventando "un elemento di frattura dell'identità nazionale". Prodi se la prende con i governatori delle regioni più ricche del Paese che usano l'immigrazione come forma di "sottopolitiche nazionali" con sfondo xenofobo.
Il contagio - Ma non sono solo i leghisti quelli brutti, cattivi e razzisti per Prodi. La delusione ferale arriva anche dai suoi eredi naturali, i politici del Pd, in particolare dalla presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serrachiani, che si è di fatto schierata con gli altri governatori del nord: "Ha stupito anche me - ha confessato Prodi - una cosa è sostenere l'equità nella distribuzione dei profughi, un'altra è alzare reattivamente un muro per reagire a un altro muro". L'intervento del premier Matteo Renzi lo avrebbe rassicurato, ma i tormenti del professore sono ancora vivi, perché la storica posizione buonista della Sinistra sta diventando sempre più minoritaria, anche a sinistra: "Se comincia una concorrenza tra i partiti giocata sulla paura della gente - ha rimbrottato Prodi - diventerà difficile contrastare a livello nazionale certe emozioni". Se sta emergento questo presunto spirito razzista, per Prodi è colpa di internet dove si sta spargendo una "sorta di morale civile sostitutiva del Paese: è il tratto più pericoloso della decadenza della democrazia".
Fallimento Ue - Lo aveva detto tempo fa, oggi Prodi ripete come l'Unione europea abbia dimostrato davanti l'emergenza migranti uno dei più grandi fallimenti: "Non c'è nessuna solidarietà europea". Intanto gli sbarchi aumentano: "Effetto di un quadro geopolitico fuori controllo dalla Libia alla Siria. In cui le potenze europee e non - aggiunge - fanno e disfano i loro giochini per interposta persona". La situazione libica non aiuta: "Se non avessimo il caso libico - conferma Prodi - le dimensioni quantitative del fenomeno sarebbero infinitamente minori. Il passare del tempo, però, non ha aiutato a risolverlo. E non aiuta ancora".
 
Il governatore lombardo
[h=1]Roberto Maroni: "Dobbiamo andare in Libia coi caschi blu"[/h]
UpkPfA5XLji3h2XTZgLVgLm5Y6XVA3B3mN3SXNLNojE=--.jpg



Pagliaccio, bugiardo, folle, demagogo e razzista. Roberto Maroni ha fatto il pieno di insulti nelle ultime 48 ore. La sua ricetta per l’accoglienza - «via i finanziamenti a chi accoglie altri profughi» - ha riaperto lo scontro. E stavolta lui sembra pronto alla guerra, perfino se si dovesse combattere in Libia.
Giuliano Pisapia le suggerisce di rileggersi il Vangelo prima di dire certe cose sui profughi.
«Non è la cosa più offensiva che mi hanno detto. Sono arrivati ad accusarmi di usare metodi da mafioso. Mafioso. A me. La verità è che ho messo il dito nella piaga. Ho posto una questione concreta e mi aspettavo una risposta altrettanto concreta. Invece sono arrivati solo insulti. Perfino dal governatore Deborah Serracchiani, lei che non più tardi di un mese fa in un’intervista al Gazzettino annunciava che “il Friuli non può ospitare più nessuno”. Con lei la risposta del governo fu “va bene, sposteremo quelle persone in altre regioni”. Se lo dice Maroni, però, diventa un folle xenofobo...»
Sul web circola una registrazione del 2011 in cui lei afferma che tutte le Regioni devono fare la loro parte nell’emergenza profughi e accogliere una quota di immigrati. Ha cambiato idea?
«Per niente. È giusto che le Regioni accolgano gli immigrati, ma solo su base volontaria e rispettando le giuste proporzioni. La Lombardia oggi ospita il 9% dei profughi presenti in Italia. L’Umbria è ferma al 2%, la Toscana al 5%. Io voglio solo che tutte le regioni abbiano il nostro stesso carico.
Eppure il governo sostiene che le quote le abbia inventate lei. Di conseguenza continueranno a fare quel che ha fatto lei.
«Ma magari facessero come me. All’epoca la crisi era dovuta alle primavere arabe. Per 4-5 mesi gli sbarchi continuarono, poi intervenimmo. E i flussi di migranti io li ho bloccati. Per l’accoglienza, nel frattempo, avevamo chiesto alle Regioni di trovare un accordo tra loro. Alcune aprirono le porte agli immigrati, altre no».
Renzi intanto si prepara a incentivare economicamente i Comuni che accolgono i profughi.
«Non ho capito perché Renzi può incentivare mentre io non posso disincentivare. È la solita doppia morale della sinistra. La verità è che queste trovate dimostrano che il governo non sa come affrontare la questione. Io intanto non mollo di un millimetro».
Palazzo Chigi l’accusa anche di aver innescato uno scontro Nord-Sud.
«Un’altra stupidaggine. Io ho parlato di come le Regioni si dividono i profughi. Abbiamo il 9% di immigrati contro il 2-3% della maggioranza delle regioni “rosse”. Non è un pò una discriminazione? Io chiedo una più equa distribuzione su base nazionale. E voglio che le Regioni siano coinvolte in questo lavoro. Intanto bisogna fermare i flussi».
In che modo? Dalla Ue difficilmente verranno aiuti.
«Questo stallo è frutto della palese incapacità del governo di essere credibile a livello internazionale. La soluzione c’è: campi profughi in Libia. Fatti dall’Onu, gestiti dai caschi blu e con l’intervento dell’Unione Europa. In queste strutture potremo accertare chi tra questi migranti ha veramente diritto al diritto d’asilo. Chi non ha diritto rimarrà lì. In condizioni di sicurezza, senza che nessuno rischi la vita in mare».
Per aprire campi profughi in Lombardia servirà un intervento militare. Pronti a sbarcare in Africa?
«Sì, qual è il problema? Abbiamo bombardato la Libia senza chiedere il permesso a nessuno. Siamo intervenuti dappertutto. I caschi blu sono stati per anni in Serbia e Montenegro con i risultati che tutti conoscono. Adesso li utilizzeremo per una missione umanitaria. Altrimenti saremo invasi e alle mie proteste seguiranno quelle dei cittadini, che difficilmente saranno altrettanto composte. Rischiamo il pandemonio. In tutto ciò l’attuale maggioranza pensa a insultare me. Per me non è un problema, “tanti nemici tanto onore”».
Quindi pronti a bloccare i pullman e a picchettare le prefetture?
«Questo l’ha detto Salvini, io ho fatto un’altra cosa. Ho inviato a tutti i prefetti della Lombardia una lettera per spiegare le mie posizioni. Dopodiché adotterò inizierò a disincentivare economicamente i Comuni che si opporranno al mio appello».
La Serracchiani sostiene che lei non abbia i poteri per fare una cosa simile
«Figuriamoci. Noi governatori non siamo dei passacarte, abbiamo un bilancio. La Regione stanzia centinaia di milioni per aiutare i Comuni a portare a termine i loro progetti con il “patto di stabilità verticale”. Sono tutte operazioni che vanno in porto solo se io ritengo che ci siano le condizioni. Se non ci sono, via i fondi. Chiaro?»
di Lorenzo Mottola
 
Il fallimento della
[h=1]Renzi, il gip non archivia l'inchiesta su papà Tiziano[/h]
UpkPfA5XLjiyhVYZAne9eQbDVGFlbMbQdGZPozcuVck=--.jpg



Sembrava un caso chiuso, e invece no. L'inchiesta a carico del padre di Matteo Renzi non sarà archiviata. Il gip Roberta Bossi si è opposta alla richiesta della Procura della Repubblica di scagionare il signor Tiziano accogliendo la richieste di uno dei creditori della "Chil Post", l'azienda della famiglia Renzi che secondo una prima ipotesi del pm Marco Airoldi sarebbe stata svuotata, per poi essere dichiarata in fallimento. Il gip, si legge su Repubblica, ha fissato almeno due udienze e vuole chiedere un supplemento di indagini, una consulenza da affidare ad un commercialista, a un fiscalista sappia leggere meglio di un magistrato dentro i registri contabili, i bilanci della società esercente attività di marketing e distribuzione di prodotti pubblicitari (tra cui alcuni giornali).
L'inchiesta - Giuseppe Filetto rivela che sulla bancarotta lo scorso dicembre, in gran segreto, è stato interrogato Renzi Senior, e secondo quanto trapela le sue dichiarazioni avrebbero convinto sia il sostituto procuratore Airoldi che il procuratore aggiunto Nicola Piacente. Per loro l'ex titolare (fino al 2010) della "Chil" non avrebbbe partecipato allo svuotamento del ramo sano di azienda. Quantomeno, non avrebbe avuto un ruolo attivo. Il trasferimento dei soldi sarebbe avvenuto dopo la cessione. Anche se Tiziano Renzi rimane indagato di bancarotta fraudolenta, con l'ipotesi di avere sottratto un milione e 300mila euro dalla società, per poi farla fallire e cederla a Massone e Gabelli. Tanto che subito dopo la notifica dell'avviso di garanzia, si era dimesso da segretario della sezione che del Pd di Rignano sull'Arno. Secondo le indagini, un ramo di azienda "sano", la "Eventi Sei", sarebbe stato ceduto a Laura Bovoli, mamma di Matteo Renzi, e pagato poche migliaia di euro, valore ritenuto sottostimato
 

Ultima estrazione Lotto

  • Estrazione del lotto
    venerdì 22 agosto 2025
    Bari
    77
    43
    54
    27
    51
    Cagliari
    22
    61
    76
    27
    13
    Firenze
    75
    82
    78
    15
    80
    Genova
    18
    28
    60
    37
    50
    Milano
    84
    06
    90
    36
    40
    Napoli
    47
    09
    53
    65
    14
    Palermo
    74
    29
    40
    50
    30
    Roma
    79
    05
    15
    08
    26
    Torino
    03
    02
    60
    27
    26
    Venezia
    59
    14
    32
    70
    36
    Nazionale
    48
    09
    04
    88
    52
    Estrazione Simbolotto
    Nazionale
    07
    24
    42
    16
    03
Indietro
Alto