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[h=1]Coldiretti, allarme in tavola: una mozzarella italiana su quattro prodotta con "finta cagliata"[/h]
Una mozzarella su quattro è fatta senza latte, prodotta con "finta cagliata". È Coldiretti a lanciare l'allarme, a poche ore dal maxi-sequestro di 3 tonnellate e mezzo di cagliata mal conservata in un'azienda casearia della Murgia, in Puglia. L'abitudine, spiega Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti, è quella di acquistare cagliate all'estero e poi trasformare i semilavorati industriali in prodotti caseari bollati con il titolo di "Made in Italy", senza però trasparenza e standard igienico-sanitari adeguati. Le conseguenze possono essere drammatiche per la salute dei consumatori ma anche per la fama della qualità gastronomica italiana e tutto l'indotto. "Questi comportamenti - spiega Moncalvo - provocano una distorsione del mercato, deprimono i prezzi pagati agli allevatori italiani e causano la chiusura degli allevamenti. Di fronte a questa escalation di truffe e inganni per salvare il Made in Italy non c'è più tempo da perdere e occorre rendere subito obbligatoria l'indicazione di origine del latte in tutti i prodotti lattiero caseari per garantire la trasparenza dell'informazione e la salute dei consumatori". "In Puglia, a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall'estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali e i 35mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero-caseari che vengono, poi, manipolati e trasformati in prodotti lattiero-caseari made in Puglia - conclude Moncalvo -. Per questo in soli dieci anni hanno chiuso circa 3.800 stalle, una agonia veloce e drammatica degli allevamenti, con un crollo pari ad oltre il 58% del patrimonio zootecnico pugliese".

Una mozzarella su quattro è fatta senza latte, prodotta con "finta cagliata". È Coldiretti a lanciare l'allarme, a poche ore dal maxi-sequestro di 3 tonnellate e mezzo di cagliata mal conservata in un'azienda casearia della Murgia, in Puglia. L'abitudine, spiega Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti, è quella di acquistare cagliate all'estero e poi trasformare i semilavorati industriali in prodotti caseari bollati con il titolo di "Made in Italy", senza però trasparenza e standard igienico-sanitari adeguati. Le conseguenze possono essere drammatiche per la salute dei consumatori ma anche per la fama della qualità gastronomica italiana e tutto l'indotto. "Questi comportamenti - spiega Moncalvo - provocano una distorsione del mercato, deprimono i prezzi pagati agli allevatori italiani e causano la chiusura degli allevamenti. Di fronte a questa escalation di truffe e inganni per salvare il Made in Italy non c'è più tempo da perdere e occorre rendere subito obbligatoria l'indicazione di origine del latte in tutti i prodotti lattiero caseari per garantire la trasparenza dell'informazione e la salute dei consumatori". "In Puglia, a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall'estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali e i 35mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero-caseari che vengono, poi, manipolati e trasformati in prodotti lattiero-caseari made in Puglia - conclude Moncalvo -. Per questo in soli dieci anni hanno chiuso circa 3.800 stalle, una agonia veloce e drammatica degli allevamenti, con un crollo pari ad oltre il 58% del patrimonio zootecnico pugliese".