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[h=1]Microrobot più piccoli di una formica si muovono sfruttando vibrazioni[/h] 18 Luglio 2019 Notizie scientifiche.it Informatica e automazione
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Un robot molto piccolo, più piccolo di una formica, che può essere controllato tramite vibrazioni di particolari attuatori piezoelettrici è stata sviluppata da un gruppo di ricerca del Georgia Institute of Technology.

L’utilizzo che gli stessi ricercatori prevedono per questi microrobot è quello relativo ad uno sciame che lavora insieme per eseguire rilevazioni quali quelle dei cambiamenti ambientali o anche per spostare materiali.
Eventuali previsioni più in là nel futuro potrebbero vedere questi microrobot utilizzati per riparare ferite all’interno del corpo degli esseri umani.

Il robot è stampato in 3D e sfrutta le piccole vibrazioni grazie alle quali gli stessi ricercatori possono poi anche controllarli.
Il robot è lungo o circa 2 mm ed è un “incrocio tra meccanica, elettronica, biologia e fisica”, come riferisce Azadeh Ansari, un ricercatore impegnato nel progetto.

Nello studio, pubblicato sul Journal of Micromechanics and Microengineering, viene descritta la struttura di questo microrobot formato da un attuatore piezoelettrico attaccato ad un corpo polimerico a sua volta stampato utilizzando la tecnica della polimerizzazione a due fotoni.
L’attuatore è in grado di generare piccole vibrazioni e viene alimentato tramite una batteria esterna.
Proprio la dimensione della batteria è attualmente uno degli ostacoli da superare in quanto i ricercatori non sono ancora riusciti a crearne una così piccola da poter essere montata sul corpo del robot.

Gli attuatori possono essere fatti vibrare quando viene applicata una tensione elettrica. Una volta attivate le vibrazioni, il robot è capace di muoversi grazie ai suoi piccoli arti elastici. Ogni robot può essere progettato in modo che risponda solo ad una determinata frequenza di vibrazione e la stessa ampiezza delle vibrazioni può essere utilizzata per controllare la velocità.
 
[h=1]Dentista robot cinese monta impianti nelle bocche da solo[/h] 21 Settembre 2017 Lino D’Alessio Informatica e automazione
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Un dentista robot creato in Cina riesce a montare impianti dentali nelle bocche dei pazienti senza alcun supporto umano esterno. L’operazione ha visto il robot montare impianti dentali con un margine di errore di 0,2-0,3 mm, lo standard richiesto secondo gli esperti.
Il dentista robot è stato sviluppato dall’Università Militare di medicina di Xi’an e dall’Università Beihang di Pechino. Il suo sviluppo ha richiesto circa quattro anni.

Si tratta di un metodo per combinare le competenze proprie dei dentisti con i vantaggi e la precisione di quello che è a tutti gli effetti un vero e proprio braccio robotico ad alta tecnologia.
Inoltre, come se non bastasse, gli impianti dentali sono stati creati tramite stampa 3D.

Secondo i produttori, questo dentista robot potrebbe alleviare i problemi relativi alla mancanza di dentisti in Cina; attualmente esistono circa 400 milioni di potenziali pazienti, persone che necessitano denti o impianti nuovi, ma non ci sono abbastanza dentisti in tutto il paese.

Si tratta di un meccanismo automatizzato ma che comunque richiede la programmazione da parte degli esperti dei movimenti e dell’angolo e della profondità di questi ultimi, informazioni in base alle quali il braccio robotico opera poi nella cavità orale del paziente.
 
CleanseBot il robot elimina batteri

Grazie alle sue lampade UV-C, uccide il 99.99% di batteri, germi e acari della polvere. Con oltre 1 milioni di dollari raccolti in crowdfunding, CleanseBot è già in commercio
Tempo di vacanze: tempo di viaggi.

Sapevi che chi viaggia molto alloggiando in albergo si ammala più spesso?

Ciò è dovuto ad una elevata esposizione di batteri e germi rispetto alla vita quotidiana.

Uno studio ha dimostrato che l’81% delle superfici delle camere di albergo contengono germi e batteri pericolosi. Il magazine Time Health, infatti, ha affrontato l’argomento riferendosi ad uno studio condotto nel 2012 da uno studente dell’Università di Houston in collaborazione con l’Università di Purdue e del Sud Carolina. I risultati sono stati presentati ufficialmente all’American Society for Microbiology e hanno dimostrato che le aree più sporche delle camere d’albergo sono le superfici del bagno, gli interruttori della luce e il copriletto.

Ma niente panico perché per evitare di ammalarci durante le nostre sospirate vacanze a partire da quest’estate in valigia possiamo mettere un simpatico robottino, della grandezza del palmo di una mano, dal nome CleanseBot nato proprio per sterilizzare tutte le superfici degli alberghi o dei posti dove andiamo in vacanza (e non solo).

CleanseBot1.jpg


Sito VenturStudio


[h=2]CleanseBot, il robot sanificatore[/h]
CleanseBot è un robot smart e innovativo che ha la grandezza del palmo di una mano. Il dispositivo, prodotto dalla startup VenturStudio, utilizza raggi germicidi ultravioletti multi-direzionali in luce UV-C per uccidere fino al 99,99% di germi, batteri e acari della polvere che si trovano su qualsiasi superficie.

Con CleanseBot, coloro che viaggiano ed arrivano nella loro camera d’albergo, possono semplicemente posizionare il robot sanificatore sul letto e uscire dalla camera. In soli 30 o 60 minuti, il letto dell’hotel, le lenzuola e le coperte saranno completamente liberi dai batteri.

È anche possibile tenerlo in mano in modalità manuale e sanificare dispositivi come telefoni cellulari, tastiere, tablet, l’interno delle automobili, interruttori della luce, giochi per i bambini e anche oggetti per gli animali domestici. Può disinfettare fino a 6 volte con una sola carica.



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Sito VenturStudio




[h=2]Dotato di intelligenza artificiale[/h]
I risultati presentati all’American Society for Microbiology hanno dimostrato che le aree più sporche di germi e batteri includono interruttori della luce e telecomandi della televisione oltre all’odiato copriletto. Si sono testate 69 superfici nelle camere d’albergo e si è scoperto che gli interruttori della luce della stanza principale avevano una media di 112,7 cfu: misura delle cellule batteriche e fungine vive in un campione, per centimetro cubo.



CleanseBot è un robot intelligente dotato di 18 sensori integrati e 4 luci UV-C, pesa 220 grammi, e utilizza le lampade UV-Cper spazzare via la quasi totalità dei germi e batteri.

In aggiunta alle sue tre modalità di pulizia: sotto le coperte, arrampicata e manuale, CleanseBot è anche un power bank che permette di caricare gli altri device con una batteria di 3700 mAh, rendendo la carica del cellulare e di altri dispositivi estremamente veloce da effettuare.

Tra le caratteristiche uniche del robot, che sono multiple, vi è una tecnologia che evita che il piccolo dispositivo cada dal letto e un’altra che invece riguarda la tecnologia delle ruote che permette al robot di camminare su ogni tipologia di superficie e pendenza.

Quando si aziona la modalità manuale, i sensori capiscono che la mano si trova sulla parte superiore del dispositivo e spengono la luce UV-C che punta verso l’alto. Altri sensori includono quelli che rilevano ostacoli, cambiano la direzione e riescono a scavalcare diversi tipi di materiali.

CleanseBot si adopera senza prodotti chimici o detergenti aggressivi, è completamente sicuro per i bambini e gli animali domestici e dà la sicurezza che tutto ciò che si tocca sia privo di germi o batteri.

Prezzo circa 100 Euro.

CleanseBot2.jpg


Sito VenturStudio
 
[h=1]Musk rivela la tecnologia di Neuralink per collegare il cervello al computer[/h]
Messo a punto il chip che permetterà alla mente umana di entrare in simbiosi con lʼintelligenza artificiale

Da
Cristiana Rizzuto
-
17 Luglio 2019

La misteriosa startup di Elon Musk, Neuralink, è finalmente uscita allo scoperto martedì sera, rivelando i suoi progressi nella creazione di un dispositivo impiantabile wireless che sarà in grado di leggere la mente. L’obiettivo è quello di iniziare a impiantare tale dispositivo in soggetti affetti da paralisi, consentendo loro di controllare con la mente smartphone e computer.

Da sempre l’obiettivo del CEO di Tesla e SpaceX è quello di controllare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale che potrebbe rappresentare una minaccia per l’umanità. In che modo? Raggiungendo una perfetta simbiosi tra quest’ultima e intelligenza umana. Ora la perfetta sintonia tanto sperata da Musk sta diventando realtà: una realtà che profuma di fantascienza.
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Nell’evento tenutosi ieri 16 luglio, Neuralink di Elon Musk ha presentato la brain-computer interface che consentirà agli umani di controllare con la mente il PC e gli smartphone. All’evento era presente anche il presidente di Neuralink, Max Hodak, il quale ha svelato che basterà un foro di 8 mm nel cranio per impiantare uno speciale chip collegato al cervello con fili più sottili di un capello umano, dotati di elettrodi, che saranno in grado di rilevare l’attività neuronale. Al fine di iniettare nel cervello questi particolari fili, la startup ha messo a punto un robot avanzato, dotato di un ago da 24 micron, che ha la capacità di inserire sei fili (cioè, 192 elettrodi) al minuto, evitando i vasi sanguigni e riducendo,dunque, al minimo il margine di rischio per le funzionalità cerebrali.
Secondo un white paper di Elon Musk e Neuralink, questi fili, sottilissimi,flessibili e che hanno meno possibilità di danneggiare il cervello rispetto ai materiali usati attualmente dalla scienza, possono trasferire un numero maggiore di dati e includere fino a 3.072 elettrodi per matrice, distribuiti su 96 fili.
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Il chip, chiamato “sensore N1”, progettato per essere inserito all’interno del cervello e trasmettere i dati tramite una connessione wireless ad un dispositivo indossabile da posizionare dietro all’orecchio, consentirà la lettura dei picchi neuronali. Complessivamente, la procedura prevede l’inserimento di 3-4 chip: tre nelle aree motorie del cervello e uno in quella somestesica, che si occupa di ricevere gli stimoli sensitivi del tatto. [IMG2=JSON]{"alt":"Musk rivela la tecnologia di Neuralink per collegare il cervello al computer","data-align":"none","data-size":"full","height":"301","width":"572","src":"https:\/\/biomedicalcue.it\/wp-content\/uploads\/2019\/07\/content_small_Neuralink-Link-computer-hed-796x419.jpg"}[/IMG2] PH:dday.it
Neuralink prevede di ottenere l’approvazione della FDA per una sperimentazione clinica sugli umani già nel 2020, su una versione del suo dispositivo che è “destinata solo a pazienti con gravi malattie mediche irrisolte”, ha affermato il dottor Matthew McDougall, neurochirurgo capo di Neuralink. La prima sperimentazione clinica riguarderà pazienti con paralisi completa e comporterà l’installazione di quattro impianti di Neuralink nel cervello dei pazienti. L’azienda ha finora testato i suoi dispositivi solo sugli animali:dopo la sperimentazione sui topi, la società ha collaborato con gli scienziati dell’Università della California per condurre esperimenti sulle scimmie.
“Una scimmia è stata in grado di controllare il computer con il suo cervello”- questa l’incredibile dichiarazione di Musk a riguardo.

Il dispositivo Neuralink rappresenterebbe un miglioramento significativo dell’attuale stato dell’arte con un numero di elettrodi che si interfacciano con il cervello moltiplicato fino a 1.000 volte rispetto all’attuale dispositivo approvato dalla FDA utilizzato per i pazienti con Parkinson. Che tutto ciò che riguardi Elon Musk sia sempre strabiliante è ormai noto, ora non ci resta che aspettare con impazienza i prossimi aggiornamenti: il futuro sta arrivando!
 

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