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RIAPRIAMO LE CASE CHIUSE! - PROPOSTA BIPARTISAN PER SUPERARE LA LEGGE MERLIN MA SULLA PROSTITUZIONE IL PD SI SPACCA - LA CONSIGLIERA DI RENZI: “MARINO CORAGGIOSO, IL MIO PARTITO ESCA DALLA RETORICA” - PALAZZO CHIGI REPLICA: “POSIZIONI PERSONALI”

Case chiuse autogestite, zone rosse da concordare con i sindaci, abolizione del reato di favoreggiamento, obbligo di profilattico e, per le sex workers, il dovere di pagare le tasse e di comunicare alle Camere di commercio l’inizio delle loro attività. A cinquantasei anni dall’entrata in vigore della legge Merlin, tanto criticata quanto intoccabile, visto che centinaia di proposte mai discusse costellano il cammino della Seconda e della Terza repubblica, un gruppo di senatori ci riprova. Con un disegno di legge bipartisan che nelle prossime settimane inizierà il suo iter nella commissione Affari sociali di Palazzo Madama.

E aggiunge: «Per scrivere questo testo ho studiato le legislazioni di tutto il mondo, ho ascoltato decine di associazioni che combattono la tratta delle donne, e ho ascoltato le prostitute stesse. L’idea di fondo è che bisogna colpire al cuore lo sfruttamento, ma lasciare le escort libere di esercitare, in modo sicuro, la loro professione ». Un testo condiviso, visto che tra i firmatari ci sono anche esponenti di Forza Italia, Sel e Movimento Cinque Stelle.

I numeri necessari, in futuro, ad approvare la legge. Tra i cardini del progetto Spilabotte, l’abolizione del reato di favoreggiamento della prostituzione. «Oggi per una escort è impossibile affittare un appartamento alla luce del sole, perché il proprietario può essere accusato di favoreggiamento. Così molte lucciole sono costrette ad esercitare in strada, mentre potrebbero riunirsi e lavorare in un luogo protetto... La prostituzione, ricordiamolo, non è un reato. Sono crimini invece lo sfruttamento e la tratta. Ma non è con le multe o le schedature dei clienti che ne usciremo».

Liste di proscrizione no, quartieri “dedicati” sì. Nel testo di Palazzo Madama, all’articolo 3, vengono comunque previste, a discrezione dei sindaci, delle zone rosse, o zone particolari, dove concentrare e consentire l’esercizio della prostituzione. «Una sorta di zoning da stabilire con le amministrazioni, ma anche con i comitati dei cittadini», precisa Spilabotte.

Ma è proprio sulle “red zone” che il Pd rischia di dividersi ulteriormente. Se da una parte infatti il Partito democratico romano ha bocciato senza appello la proposta del sindaco Marino, ecco che lo zoning riappare in una legge sempre firmata Pd.
E a testimonianza di quanto le posizioni siano diversificate, una polemica tutta interna al Pd ha coinvolto ieri anche Giovanna Martelli, consigliera per le Pari Opportunità del premier Renzi.

In alcune note di agenzia e in una intervista all’Huffington Post, Martelli aveva con nettezza appoggiato la “red zone” di Marino, a cui ha inviato una lettera di solidarietà. «I miei compagni di partito — dice Martelli — devono riconnettersi alla realtà dei problemi, devono fare uno sforzo, avvicinarsi alle persone, entrare nei quartieri e capire l’origine del disagio».

E mentre naufraga la “red zone” di Roma, che per il sindaco Marino sarebbe dovuta nascere tra le architetture piacentiniane dell’Eur, il dibattito sulla prostituzione torna a dividere non solo la politica, ma anche i sindaci, le associazioni, le lucciole stesse. Dopo il deragliamento di decine di tentativi parlamentari, questa volta però il disegno di legge firmato dalla senatrice Pd Maria Spilabotte, ma anche da Alessandra Mussolini di Forza Italia, potrebbe portare dopo oltre mezzo secolo alla prima revisione della Merlin.
«È già certa la calendarizzazione, quindi si potrà iniziare a discutere», spiega Spilabotte.

Per Giovanna Martelli il Pd sulla prostituzione deve uscire dalla “retorica”. «Marino ha avuto il coraggio di prendere una posizione netta in una questione difficile. E io sono sua alleata». La risposta del governo non si fa attendere. Fonti di Palazzo Chigi, riporta l’Ansa, fanno sapere che «l’onorevole Martelli parla per sé». E le sue valutazioni sulla prostituzione e sulle zone rosse «non corrispondono alle posizioni, né sono impegnative per il governo». Il dibattito sulle lucciole spacca, ancora una volta, alleanze e maggioranze.


se la prostituzione fosse reato le prigioni sarebbero colme e cmq nn ci sarebbero posti
per questo devono regolalizzare e riaprire le case chiuse visto che eliminarla e impossibile
ma a roma ce un altro problema ce pure il papa e il vaticano da mettere in conto ...(sono contrari)
ed e per questo motivo che nn si attua questa legge .. perche abbiamo uno Stato nello Stato ..
cioe uno Stato che nn fa lo Stato.. e questo e il motivo perche si vede tutta la panoramica a bella vista..
e inutile nascondersi come fanno gli struzzi che si nascondono sotto la sabbia ...bisogna guardare la realtà
Sono crimini invece lo sfruttamento e la tratta.
ci sono i paradossi e le ambiguita perche anche se riapri le case chiuse favorisci la tratta delle prostitute
ma solo cosi facendo li toglie dalla strada e dai loro sfruttattori ..ma rimane l'altro problema chi organizza tutto e chi nn dice che ci saranno infiltrazioni da parte esterne.. il tema e molto complesso ..
e poi come le qualifichi collaboratrici di sesso...:confused:
 
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