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Papa Francesco, indiscrezione di Alberto Melloni: "In Vaticano contro di lui operazioni difficili da fermare"
3 Dicembre 2019
Papa Francesco





Dalle pagine di La Repubblica, il celebre vaticanista Alberto Melloni si è soffermato sulla situazione di attrito tra il progressista Papa Francesco e le correnti più tradizionaliste che animano il Vaticano. A suo avviso, il Pontefice non potrà reggere ai continui attacchi degli "avvoltoi". Melloni parla addirittura di una sorta di "solitudine istituzionale" che affligge un Bergoglio sempre più vulnerabile. Per via delle rimostranze delle ali più conservatrici, infatti, il Papa non ha attuato il turnover delle posizioni apicali, eccetto la segreteria di Stato. Le spie di tale solitudine si rinvengono, secondo il vaticanista, dai tre terremoti istituzionali che hanno colpito il Vaticano.
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In ordine cronologico, fecero scalpore le dimissioni di Don Dario Viganò, il responsabile della comunicazione vaticana che ha omesso una parte della lettera redatta dal papa emerito Ratzinger. Poi fu lo scandalo del mandato di arresto internazionale per presunte molestie sessuali, commesse dall'argentino Monsignor Zanchetta, amico personale di Bergoglio. Infine, le recenti dimissioni di Fabian Pedacchio dalla carica di segretario del Pontefice. Il clima dentro le mura vaticane non è dei più pacifici, con Papa Francesco che - continua Melloni- potrebbe contare su "almeno sei persone leali e vicine a Roma" per proteggersi dagli "avvoltoi". Operazione difficilissima, perché il vaticanista aggiunge: "Più esposto e più vulnerabile, contro Bergoglio sono in atto operazioni difficili da fermare, come ai tempi di Pecorelli". Parole profetiche e un poco preoccupanti.
 
A SI VERO LA COLPA E DEI "MORTI"



LA TRAGEDIA
Hotel Rigopiano, 22 archiviazioni per la tragedia: tre ex governatori e altri 19 indagati
3 Dicembre 2019
Hotel Rigopiano





Il gip del tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, ha disposto l’archiviazione di 22 indagati dell’inchiesta principale sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano, travolto il 18 gennaio 2017 da una valanga che provocò 29 morti. Il provvedimento, riguarda, anche gli ex presidenti della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, Ottaviano Del Turco, e Gianni Chiodi. "Non si ritiene che gli elementi investigativi indicati negli atti di opposizione (in quanto irrilevanti) possano incidere sulle risultanze investigative, precise ed esaustive, raccolte dal pm", si legge nelle motivazioni, "non potendo sminuire le considerazioni da questi assunte nella richiesta di archiviazione e condivise da questo giudice. Pertanto, può affermarsi che le risultanze investigative non permettono di sostenere l’accusa in giudizio".

Nell’elenco figura anche Daniela Acquaviva, la funzionaria della prefettura di Pescara salita alla ribalta delle cronache, perché nella telefonata del ristoratore Quintino Marcella - che per primo la sera della tragedia lanciò l’allarme - pronunciò la frase: "La madre degli imbecilli è sempre incinta". Con lei anche Andrea Marrone, consulente incaricato per adempiere le prescrizioni in materia di prevenzione infortuni; Bruno Di Tommaso, legale responsabile della Gran Sasso Resort & Spa; Carlo Giovani, dirigente della Protezione civile. Per Provolo, Di Tommaso, Marrone e Giovani, l’archiviazione riguarda solo ad alcune ipotesi di reato. Ai quattro sono contestati altri capi di imputazione. Stesso discorso per Daniela Acquaviva: il gip ha disposto l’archiviazione per un aspetto, ma è imputata nel procedimento Rigopiano bis sul presunto depistaggio.
A chiedere l’archiviazione erano stati il procuratore capo Massimiliano Serpi e il sostituto Andrea Papalia. Alla richiesta si erano opposti alcuni legali dei familiari delle vittime, ma il gip ha respinto le opposizioni e oggi ha disposto l’archiviazione, che riguarda anche gli assessori che si sono succeduti alla Protezione civile, Tommaso Ginoble, Daniela Stati, Mahmoud Srour, Gianfranco Giuliante e Mario Mazzocca; dell’ex sottosegretario alla Giustizia, Federica Chiavaroli, della funzionaria della Protezione Civile, Tiziana Caputi; dell’ex vice presidente della Regione Abruzzo, Enrico Paolini; dell’ex direttore generale della Regione Abruzzo, Cristina Gerardis; e dell’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo. Archiviazione anche per Giovanni Savini (direttore del dipartimento di protezione civile per tre mesi nel 2014); Silvio Liberatore, responsabile della sala operativa della Protezione civile; Antonio Iovino; dirigente del servizio di Programmazione di attività della protezione civile; Vittorio Di Biase, direttore Dipartimento opere pubbliche fino al 2015; Vincenzino Lupi, responsabile del 118.


 

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