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1 settembre 2017 [h=3]ANCHE FERDINANDO IMPOSIMATO SOSTIENE LE AZIONI DELLE FAMIGLIE CONTRO LA LEGGE SUI VACCINI; E TRA POCHI GIORNI PARTE IL RICORSO AL TAR LAZIO CONTRO LA LEGGE, APERTO A TUTTE LE FAMIGLIE[/h]

Ferdinando Imposimato, il magistrato che ha combattuto mafia, camorra, terrorismo e misteri di Stato, sostiene le iniziative contro la legge sui vaccini.

E, come il Codacons, non è affatto contrario ai vaccini in sé ma sostiene una piena, trasparente, informata libertà di scelta.

L’Associazione accoglie con rispetto e favore l’impegno di questo uomo dello Stato che ha il coraggio di nominare argomenti spesso tabù: la necessità di fornire informazioni corrette e complete sulle reazioni avverse e i rischi alla salute, l’opportunità di ricorrere alla decretazione d’urgenza su una materia così delicata, le forzature e violazioni contenute nell’ultima legge sui vaccini.

In questo senso, il Codacons a breve metterà a disposizione dei cittadini
sul sito www.codacons.it i moduli e le istruzioni per partecipare al mega-ricorso al TAR del Lazio contro la legge Lorenzin.

“Meno male che i free-vax sono tutti ignoranti irresponsabili, come dice qualcuno”, commenta il Presidente Carlo Rienzi. “Imposimato è presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione: un uomo di legge che ha il coraggio di dire quello che pensa. Noi, proprio con gli strumenti della legge, avviamo un ricorso al TAR per sostenere gli stessi principi di Imposimato”, conclude.

DOVREMO COMBATTERE CONTRO LA NATO ^
 
I NAZISTI ERANO MIGLIORI:

[h=6]L CASO[/h] [h=1]Verona, tensione all’asilo nido
«Isolati due bimbi non vaccinati»[/h] [h=2]L’accusa dei genitori. L’assessore nega: ma senza carte in regola domani non entreranno[/h] di Silvia Maria Dubois, Giovanni Viafora
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VERONA — Nel Veneto riottoso dei no-vax, quello del primo medico «critico» radiato dall’Ordine (Roberto Gava), dove i comitati riescono a portare in piazza migliaia di persone contro l’obbligo vaccinale e pure il governatore leghista Luca Zaia fa guerra allo Stato (ha impugnato alla Consulta il decreto Lorenzin), c’era quasi da aspettarselo. Il fatto è accaduto venerdì, a Verona, alla riapertura dei nidi: quattro bimbi di due anni e mezzo, non in regola con le vaccinazioni, sono stati fermati. «Hanno bloccato due mamme all’entrata dell’asilo, altre due sono state chiamate a metà mattina per venire a riprendere i propri figli», denuncia il Corvelva, il Coordinamento regionale veneto per la libertà delle vaccinazioni.





[h=5]«Nessuna discriminazione»[/h]
«Non c’è stata alcuna discriminazione verso questi bambini — replica l’assessore comunale ai Servizi sociali, Stefano Bertacco, che siede per altro in una giunta di centrodestra —. Alle accuse di ghettizzazione non vorrei neanche rispondere, ma credo sia opportuno che si sappia che i bimbi sono stati accuditi, hanno mangiato e sono stati costantemente seguiti da un operatore, come da prassi, e con la sensibilità e accuratezza che ogni giorno caratterizza l’operato del personale dell’Istruzione, tanto da portare i nostri servizi a livelli di eccellenza. Tranquillizzo tutti: fra i principi educativi del nostro personale non è contemplata la crudeltà». Ma la polemica è esplosa.



[h=5]Vaccini, per chi li ha prenotati basterà un’autocertificazione: nuova circolare[/h]
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PrevNext [h=5]La circolare per le famiglie[/h]
[h=5]Le accuse dei genitori[/h]
«Una giornata da incubo, triste e imbarazzante, i nostri figli sono stati isolati», accusano le mamme coinvolte. Il punto è che il Comune di Verona, nelle scorse settimane, aveva spedito una lettera ai genitori, avvisando che per l’iscrizione dei figli ai nidi bisognasse presentare la documentazione necessaria, comprensiva di regolarizzazione vaccinale, entro il 21 agosto. Un termine differente rispetto a quello nazionale dell’11 settembre. Per l’assessore «la nostra è una data scelta solo ed esclusivamente a tutela dei bambini per garantire loro, fin dall’inizio dell’anno scolastico una linearità di percorso, che evitasse mutamenti dannosi per il sereno inserimento dei piccoli». Giustificazione, però, che ha mandato su tutte le furie il manipolo di genitori no-vax. E che minaccia di infiammare ancora di più la situazione. «Domani (lunedì) riporterò mia figlia a scuola e se non ci faranno entrare chiamerò i carabinieri», minaccia Sara, mamma di uno dei quattro bimbi bloccati venerdì. «Senza carte in regola i bambini questa volta non entreranno nemmeno», ribatte ancora l’assessore.

[h=5]Il caso in Veneto[/h]
E in questo quadro va registrato, intanto, che in Veneto c’è chi pensa addirittura a strutture ad hoc dove ospitare bambini non vaccinati. «Ci sono mamme e maestre che si stanno organizzando», spiegano dal Gilv, il Comitato genitori per la libertà dalle vaccinazioni. «Continuano a telefonarci genitori che non sanno cosa fare, disperati — spiega invece l’Associazione vaccinare informati —. Moltissimi si dicono disponibili ad organizzare alternative, perché lo Stato non dà una risposta». Nessuno parla esplicitamente di scuole, perché quelle, come anche i nidi e le materne privati, devono rispettare le norme scolastiche e sanitarie. Siamo ad un livello quasi carbonaro, informale. Ma presente. «Se una famiglia non può mandare il figlio a scuola, lo manda dalla vicina che lo tiene con altri 3 o 4 bimbi. Siamo tanti — aggiungono dall’Associazione — ma di più non possiamo dirvi». Ci sono già comunque realtà più libere. Come gli «Asili nel bosco», gruppi che operano nel Veronese, nel Vicentino e nel Padovano, dove le aule sono spazi aperti e, al momento, non sono richiesti certificati di vaccinazione. Un movimento in continua espansione. Come purtroppo le infezioni da morbillo: 280 in Veneto, da gennaio ad oggi. Contro le 33 totali del 2016.
 
POSSONO FARE CUOCHI,PIZZAIOLI MA SENZA CERTIFICATO MEDICO:

[h=1]Obbliga gli immigrati a curarsi. Sindaco condannato: razzismo[/h] [h=2][/h]
Il primo cittadino di centrodestra di Carcare (Savona), Franco Bologna, emette l'ordinanza per invitare i migranti nelle strutture di accoglienza a fornire un certificato medico. E il giudice lo condanna per discriminazione

Claudio Cartaldo - Sab, 02/09/2017 - 10:15
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Aveva emesso un'ordinanza di "buon senso" e si ritrova condannato. Succede a Carcare, comune nel savonese, dove il sindaco di centrodestra Franco Bologna è stato condannato dal tribunale di Genova per "discriminazione e razzismo" a seguito della denuncia presentata da una pletora di associazioni buoniste: Arci avvocato di strada Onlus, Asgi-Associazione e Federazione Solidarietà e Lavoro.


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Qual sarebbero le sue colpe? Aver emesso
una ordinanza in cui vietava la "dimora, anche occasionale, di persone provenienti dall'area africana o asiatica presso qualsias struttura di accoglienza, prve di regolare certificato sanitario attestante le condizioni sanitarie e l'idoneità a soggiornare". Tradotto: se non ti curi e non ha un certificato, non puoi vivere a Carcate.

Cosa c'è di male? In fondo tutti i cittadini italiani sono costretti a presentare uno straccio di documento medico quando si iscrivono in palestra e ora pure il libretto vaccinale per andare a scuola. Perché è razzista chiedere agli africani di assicurare alla cittadinanza autoctona di stare bene? Che peraltro la dicitura "persone provenienti dall'area africana o asiatica" non significa mica una distinzione per razza, ma per provenienza geografica. Dunque anche un italianissimo ragazzetto andato in ferie in Kenya, forse, avrebbe dovuto presentare un certificato medico.

L'idea era venuta al sindaco dopo l'arrivo di 50 migranti che una coop aveva piazzato in uno stabile non lontano da un Asilo Nido. Capito? "Una condanna inaccettabile - commenta il consigliere regionale di Forza Italia, Angelo Vaccarezza - qui non si tratta né di discriminazione né di razzismo, solo di buon senso". Ovviamente Franco Bologna non si arrende e ha già annunciato ricorso in appello.
 

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