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Perché la CGIL.....................

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Home / Affari di Palazzo / Perché la CGIL gira a braccetto con Confindustria e i poteri forti? [h=1]Perché la CGIL gira a braccetto con Confindustria e i poteri forti?[/h]
1 giorno fa Affari di Palazzo, Economia e finanza, Politica interna [h=3][/h]
[h=3]Le penne che animano gli scritti di questo portale nutrono seri dubbi circa le azioni intraprese dalla CGIL, principale sigla sindacale italiana e dal suo nuovo leader Maurizio Landini.[/h]
Chi legge sovente Elzeviro avrà certamente notato il nostro astio verso il tradimento di quella corrente ideologica ormai conosciuta come “sinistra fucsia”. Attraverso numerosi scritti abbiamo cercato di comprendere la trasformazione antropologica di un movimento che, affondando le sue radici in Gramsci e Turati, si trova ora incredibilmente a tessere le lodi di personaggi come Juncker, Zuckerberg e perfino Soros.

Esiste in effetti una ragione credibile, quanto terra terra, per spiegare un simile voltafaccia, ovvero la tutela dell’interesse di categoria.
[h=2]Il Partito Democratico[/h]
i suoi esponenti ed i suoi elettori, sono lo specchio di quella parte di Paese che ha agitato le piazze insieme agli operai fintantoché non si è collocata in una buona posizione sociale. Portafoglio pieno e amicizie bancarie e assicurative hanno cosi fatto cambiare l’indirizzo delle loro preferenze politiche: da socialisti a liberisti. Per quanto possa sembrare del tutto incoerente, per non dire ipocrita, rinnegare le proprie idee semplicemente in funzione di un arricchimento personale, tale scelta appare del tutto umana e giustificabile.

Il quesito a cui invece non riusciamo proprio a rispondere riguarda il perché un simile voltafaccia sia stato fatto proprio anche dai principali sindacati italiani.
[h=2]Ritorniamo alla CGIL[/h]
In un recente nostro articolo avevamo già fatto notare come fosse piuttosto bizzarro che la CGIL avesse redatto insieme a Confindustria un documento in difesa dell’Unione europea sorta dal Trattato di Maastricht e dal Trattato di Lisbona. Sarà forse sfuggito a Landini che dal 1992, anno in cui fu sottoscritto Maastricht, la disoccupazione in Italia è raddoppiata, i salari sono diminuiti, mentre le tutele contrattualistiche, conquistate dopo anni di lotte, si sono progressivamente deteriorate.

Si può perdonare a Landini il non aver compreso la correlazione tra la sottoscrizione dei parametri di Maastricht e il peggioramento delle condizioni del lavoro in Italia? Anche provando ad essere clementi rispetto a questa anomalia, continuiamo tuttavia ad imbatterci quotidianamente in episodi che gettano ombre sull’operato della CGIL. Per esempio, come si può’ spiegare l’assoluto rifiuto posto da questo sindacato rispetto alla proposta del Movimento 5 Stelle di introdurre un salario minimo, alla cifra di 9 euro all’ora?

Certo, l’introduzione di una simile normativa potrebbe avere effetti imprevisti e indesiderati sul lato dell’offerta, rischiando di comprometterne gli eventuali benefici. Tuttavia se il salario minimo fosse affiancato da una flat tax per le Piccole e Medie Imprese, come dovrebbe essere, i rischi dal lato dell’offerta verrebbero mitigati, se non annullati.
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Maurizio Landini in compagnia di Vincenzo Boccia (Confindustria)[h=2]Sul salario minimo la CGIL non vuole pero’ sentire ragioni[/h]
e decide di schierarsi, ancora una volta, dallo stesso lato di Confindustria. Passiamo oltre. La CGIL ha infatti dato sfoggio della sua metamorfosi ideologica anche durante la Giornata mondiale dei rifugiati. Il video pubblicato sul tema dalla pagina Twitter del sindacato è un surrogato di quello che si può definire come razzismo all’incontrario.(Si hai ben capito razzismo verso gli italiani)

Una vecchia signora bianca, dall’aria contrita, intende rappresentare lo stereotipo dell’ “italiano razzista”, cui fa da contraltare invece una figura femminile sorridente, dai tratti arabi, coperta dall’hijab.

La sequenza si conclude con il messaggio
I migranti accolti sono circa 110mila. I giovani che lasciano l’Italia ogni anno 150mila. Bisogna creare opportunità e lavoro, chiudere i porti non serve
L’ambiguità del messaggio lascia, anche in questo caso, perplessi. Quale sarebbe la correlazione tra migranti in arrivo e italiani in partenza? Forse che la fuga degli autoctoni giustificherebbe l’accoglienza incondizionata verso i migranti? [h=2]Infine, l’ultima battaglia surreale portata avanti dalla CGIL[/h]
riguarda l’utero in affitto. Sembra infatti che il sindacato guidato da Landini abbia sottoscritto e supportato la proposta dell’Associazione radicale di Luca Coscioni volta a introdurre norme in Italia per rendere lecita la pratica dell’utero in affitto. In base a quale mandato, una sigla sindacale dedichi le sue risorse alla promozione di simili pratiche, risulta per noi un mistero. Cosi come per le 150 persone, tra politici ed intellettuali, che hanno indirizzato a Maurizio Landini questa lettera di protesta:
Caro Landini, apprendiamo con allarme del convegno, dove sono assenti voci contrarie alla maternità surrogata- scrivono nel testo del messaggio- Da questo si deduce che la Cgil ha già assunto una posizione favorevole ad una possibile regolamentazione dell’ utero in affitto. Ma all’interno del sindacato mai c’è stato un dibattito su un tema così importante”. Poi, polemicamente, i firmatari dell’appello chiedono: “L’immagine di una donna che affitta l’ utero rientra nella vostra missione di tutela del lavoro? Se il ricorso all’utero in affitto all’estero costa 200 mila euro, la Cgil in Italia quanto pensa si potrebbe valutare? O pensate, venendo meno ai vostri principi, che la gestazione per altri possa rientrare nel libero mercato? E infine cosa intendete per nuovi diritti? Il mercato del sesso e il corpo femminile come merce?”. E, in conclusione, l’amara constatazione di doversi “difendere anche dalla Cgil
Qual è dunque la ragione che spinge la CGIL ad abbracciare battaglie del tutto antitetiche al proprio mandato?




se hai la tessera e se sei ITALIANO sai cosa fare vero ?


 
[h=1]Lavoratori abbandonati: il patto tra sindacati e Confindustria per avere più Europa[/h]
9 Maggio 2019 Affari di Palazzo, Economia e finanza, Esteri [h=3][/h]
[h=3]Nel recente marasma mediatico è passata sotto silenzio una notizia curiosa, ovvero l’improbabile alleanza tra sindacati e Confindustria, concretizzata con la redazione di un “Appello per l’Europa“.[/h]
Bisogna ammettere che il clero massmediatico ce la sta mettendo tutta per incanalare l’attenzione su argomenti del tutto irrilevanti ai fini del futuro dei cittadini italiani. [h=2]La piaga della disoccupazione continua ad essere dilagante?[/h]
Meglio occuparsi dei dieci metri quadri comprati regolarmente da una casa editrice ritenuta minacciosamente sovversiva. L’emorragia dei cervelli italiani all’estero continua senza sosta? Una manifestazione di qualche centinaio di presunti nostalgici nella periferia romana può sicuramente far dimenticare questo fastidioso problema. La denatalità cronica ci obbliga a pensare alla migrazione in ottica di sostituzione della forza lavoro autoctona? Il caso Siri può farvi tornare a dormire sogni tranquilli.

In questo modo i media mainstream hanno compiuto la loro missione principale in vista delle elezioni: distogliere l’attenzione dei cittadini da temi fondamentali per il loro futuro, distraendoli con facete e circensi vicende gossippare.

Solo così in effetti è possibile nascondere sotto al tappeto quelle alleanze che mai ti aspetteresti e che farebbero gridare vendetta in maniera trasversale dall’operaio di fabbrica, fino all’impiegato d’azienda.
[h=2]Risulta infatti che i rappresentanti delle principali sigle sindacali italiane[/h]
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Il Segretario generale CGIL Maurizio Landini insieme a Susanna Camusso
ovvero CIGL, CISL e UIL si siano incontrati con gli omologhi di Confindustria. Fino a qui nulla di male. Avranno sicuramente avuto modo di discutere, per esempio, su come poter conciliare una norma come il Fiscal Compact con la necessità dello Stato di investire in ricerca e sviluppo. E invece niente di tutto questo. Sindacati e Confindustria hanno usato le loro teste pensanti per redigere un documento dal titolo “Appello per l’Europa“. Il fatto davvero incomprensibile è che non si tratta di un coraggioso compendio di suggerimenti volti a riformare l’ente sovranazionale con sede a Bruxelles in un’ottica più democratica ed inclusiva. No, si tratta invece di un vero e proprio peana in difesa di un progetto che, si legge nel testo
deve essere rilanciato in tutta la sua portata di civiltà, cruciale per affrontare le sfide e progettare un futuro di benessere per l’Europa che è ancora uno dei posti migliori al mondo per vivere, lavorare e fare impresa.
Insomma si tratta di un vero e proprio manifesto europeista che potrebbe essere tranquillamente sovrapposto al programma elettorale di + Europa senza che nessuno se ne accorga. Nel testo si possono infatti altresì trovare concetti discutibili come
L’Unione europea ha garantito una pace duratura in tutto il nostro continente
scoprendo così che Serbia, Ucraina e Irlanda vengono tatticamente fatte sparire dal continente europeo.

Oppure che
di fronte ai giganti economici, i paesi europei presi singolarmente, avranno sempre minore peso politico ed economico.
Constantando amaramente che la Grecia, pur parte dell’Unione europea (“il successo dell’euro”), ha dovuto svendere ai cinesi l’intero porto del Pireo.
 

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