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[h=6]CANDALO[/h] [h=1]Pedofilia, accuse alla Chiesa in Olanda: coperti abusi per 65 anni[/h] [h=2]Il quotidiano Nrc in una vasta inchiesta rivela come metà dei vescovi e cardinali attivi fra il 1945 e il 2010 fossero a conoscenza di aggressioni sessuali ai bambini[/h] di Redazione Esteri
Oltre metà dei vescovi e cardinali dell’Olanda attivi fra il 1945 e il 2010 erano a conoscenza di aggressioni sessuali commesse in seno alla Chiesa cattolica ai danni di bambini. È quanto denuncia il quotidiano olandese Nrc, in una vasta inchiesta. Il giornale scrive che, nel corso di 65 anni, 20 dei 39 cardinali, vescovi e vescovi ausiliari olandesi «hanno coperto abusi sessuali, permettendo ai responsabili di fare molte altre vittime» e spiega che, dei 20 coinvolti, «quattro hanno abusato di bambini e altri 16 hanno permesso il trasferimento in altre parrocchie dei preti pedofili, che avrebbero così potuto causare nuove vittime».
Contattata da AFP, la portavoce della Chiesa olandese Daphne van Roosendaal ha riferito che può «confermare una parte» delle rivelazioni. Altri elementi, invece, sono basati su informazioni anonime fornite da un’unità di assistenza alle vittime allestita dalla Chiesa stessa. «I nomi di diversi vescovi corrispondono a quelli che cita un rapporto ordinato dalla Chiesa nel 2010», spiega la portavoce, sottolineando che i vescovi menzionati nel frattempo sono perlopiù morti e i casi sono tutti prescritti. Nessuno dei vescovi messi in discussione dall’inchiesta del giornale è ancora attivo e quelli ancora in vita non hanno voluto commentare, riporta Nrc.
Si tratta dell’ultimo scandalo a colpire la Chiesa nel mondo per i casi di preti pedofili. Dall’Australia all’Europa, al Nord e Sud America molti hanno cominciato a denunciare di avere subito abusi da membri del clero, in quello che l’arcivescovo tedesco Georg Gaenswein ha definito «l’11 settembre» della Chiesa.
RAZZISTA ? MA ALLORA DA RAGIONE A SALVINI ?
[h=1]Palermo, al pranzo del Papa esclusi i migranti irregolari[/h] [h=2][/h] Papa Francesco, nella sua visita in Sicilia, ha pranzato nella missione "Speranza e Carità". I migranti irregolari non hanno ricevuto il pass per poter entrare in sala
Giuseppe Aloisi - Dom, 16/09/2018 - 20:11 commenta
I migranti irregolari sono stati lasciati fuori dal pranzo con il Pontefice? Papa Francesco, durante la giornata di ieri, si è recato anche presso la missione "Speranza e Carità", a Palermo.
Un visita breve, quella dell'argentino in Sicilia, ma densa di tappe simboliche.
Era stato organizzato anche un pasto a base di pietanze tipiche siciliane. L'ex arcivescovo di Buenos Aires, come di consueto, ha scelto di non essere il destinatario di alcun privilegio: si è seduto in mezzo a tutti gli altri, vicino alle persone meno fortunate, ma tra la caponata, le olive nere e il tabulè, i responsabili hanno dovuto escludere qualcuno. Chi far sedere a mensa?
Chiunque, con ogni probabilità, avrebbe voluto consumare un pasto con papa Bergoglio seduto al proprio fianco. Un'occasione più unica che rara. Pare che i posti disponibili fossero 'solo' 160. Bisognava dunque tenere a mente un criterio utile. Secondo quanto riportato da Repubblica, come si legge su IlSismografo, le persone prive di regolare permesso di soggiorno sono state lasciate fuori. A entrare nella sala, quella messa a punto poco fuori la missione, quindi, sarebbero stati solo i migranti in possesso del documento che consente di rimanere sul nostro territorio nazionale per una durata di tempo variabile a seconda della tipologia rilasciata.
Il Santo Padre ha comunque optato per rivolgere un caloroso saluto a tutti i presenti, tanto all'interno quanto all'esterno della realtà fondata dal missionario laico Biagio Conte, senza fare alcuna distinzione di sorta. L'Unione Cristiani Cattolici Razionali ha interpretato così quanto accaduto: "...la Santa Sede ha voluto lanciare un piccolo messaggio, in coerenza con la predicazione del Papa: dovendo necessariamente operare una selezione tra coloro a cui è stata data la possibilità di pranzare con il Pontefice, si sono preferiti gli immigrati con regolare permesso di soggiorno".
Quasi come se in Vaticano (o nella missione palermitana) avessero voluto ribadire la bontà di un'accoglienza limitata, ma questo contrasterebbe con chi, spesso e volentieri, "accusa" il pontefice, la Chiesa cattolica, la Santa sede e alcune associazioni cattoliche di promuovere un'immigrazione incontrollata e indiscriminata.
Parma, ivoriano pesta brutalmente e stupra italiana 32enne, arrestato
L’africano si è proposto di dare un passaggio alla donna, che chiedeva di essere accompagnata in stazione. Durante il tragitto, con la scusa di acquistare della cocaina, scatta la trappola: trascinata in una zona verde l’avrebbe minacciata e pestata prima di violentarla barbaramente
Federico Garau - Dom, 16/09/2018 - 19:53 commenta Ancora un episodio di stupro, ancora una brutale aggressione nei confronti di una donna da parte di un extracomunitario, stavolta avvenuta in una zona periferica di Parma.
La vittima è una tossicodipendente di 32 anni, che risiede da tempo nella città emiliana ma è originaria di Fidenza.
Il fatto è avvenuto la scorsa notte, quando la 32enne si è messa alla ricerca di qualcuno che fosse disposto ad accompagnarla fino alla stazione ferroviaria. Alla sua richiesta d’aiuto avrebbe risposto un cittadino straniero, un ivoriano di 26 anni, che si è offerto di darle un passaggio a bordo della propria autovettura.
Durante il breve tragitto, l’africano sarebbe riuscito a convincere la donna a fermarsi per comprare una dose di cocaina da dividere fra loro, facendo in tal modo scattare la trappola.
Una volta acquistata la droga, infatti, lo straniero avrebbe afferrato la 32enne trascinandola in via Trieste, in una zona verde in quel momento completamente deserta.
Lì, stando al racconto fornito dalla vittima alle forze dell’ordine, sarebbe avvenuta la brutale violenza. Dopo averla minacciata di morte e barbaramente pestata per “piegarla” alle sue volontà, l’africano avrebbe abusato di lei stuprandola. Per fortuna della 32enne, due ragazzi che passavano da quelle parti hanno udito le sue grida ed immediatamente allertato telefonicamente i carabinieri.
Al momento dell’arrivo dei militari l’ivoriano aveva già fatto perdere le proprie tracce, ma in breve è stato intercettato, identificato e tratto in arresto. Per la donna si è invece reso necessario il trasporto al pronto soccorso, dove ha ricevuto una prognosi di dieci giorni.
Milano, via bimbi dai giardinetti: ora territorio di pusher africani
L’ira dei residenti di Quarto Oggiaro, ostaggio di gang di pusher che dal pomeriggio invadono le aree destinate un tempo al gioco dei bambini. Droga sotto gli scivoli e le altalene, perquisizioni ed arresti: “Siamo senza pace”, commenta un passante
Federico Garau - Dom, 16/09/2018 - 18:17 commenta
Uno spettacolo avvilente quello che hanno quotidianamente sotto gli occhi i residenti della zona di Quarto Oggiaro (Milano).
Si fa riferimento, per la precisione, ai giardinetti che si trovano tra via Fabrizi e via Palizzi. Luoghi, questi, che ci si attenderebbe frequentati da bambini accompagnati dalle rispettive famiglie e che invece si trasformano a partire dal pomeriggio in un ricettacolo di pusher africani di varia provenienza.
Gambiani, nigeriani e magrebini hanno preso il posto di bimbi festanti, quindi anche quelli che erano i giochi a loro dedicati sono divenuti depositi di merce illecita. Sacchetti di droga, coltelli e bilancini di precisione sono stati trovati sotto gli scivoli dei giardinetti, oppure nei pressi delle altalene. Della droga è stata rinvenuta anche all’interno di calzini da uomo gettati tra le fronde degli alberi. L’ingegnoso stratagemma per eludere i controlli dei carabinieri e tentare di ingannare il fiuto dei cani antidroga è stato ideato da un nigeriano 23enne, tale Emanuel Ikwuakam, poi comunque arrestato con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti.
Furiosi gli abitanti della zona, che raccontano di non aver più pace, nonostante i numerosi arresti che periodicamente colpiscono i componenti delle gang africane. “Non sono più parchetti per le famiglie”, lamentano alcuni passanti, come raccontato da “Il Giorno”. Pochissimi i bambini che si vedono ancora giocare e rincorrersi in questi spazi di verde che avrebbero dovuto arricchire invece che dare il colpo di grazia ad una zona di Milano afflitta da numerose problematiche. Una zona di periferia in cui a breve distanza tra loro sorgono due strutture di accoglienza dedicate ai senza dimora.
Grande rabbia tra i residenti, contro “chi non rispetta le regole, spaccia, riduce gli spazi pubblici a una latrina”, tale da portare ad una disperata raccolta di firme per mettere in luce la grave situazione e tentare di risolverla una volta per tutte. Si sono intensificati i controlli da parte delle forze dell’ordine, coadiuvate da unità cinofile, tuttavia la fine del tunnel pare lontanissima.
Solo due sere fa 4 arresti per spaccio. Il 20enne gambiano Amadou Fatty, un richiedente asilo, è stato arrestato ben 5 volte in un anno per spaccio, ricevendo tra l’altro il divieto di dimora a Milano. Un provvedimento che non gli ha fatto né caldo né freddo, dato che è sempre ritornato nel quartiere. Altri due gambiani richiedenti asilo in manette sono il 19enne Stephan Jah, con numerosi precedenti alle spalle, ed il coetaneo Kemo Saidy. Per non far mancare nulla, nell’elenco anche un africano già raggiunto da decreto di espulsione bellamente ignorato: si tratta del 41enne senegalese Modou Diaw.
I quattro pusher sono finiti in manette, ma nessuno tra i residenti crede più che tali provvedimenti porteranno qualcosa di buono al loro quartiere, che tornerà presto ad essere nuovamente territorio (anche) dei 4 fermati.
[h=1]Pistoia, bus occupato per oltre un’ora da africani senza biglietto[/h] [h=2][/h] I dieci africani, tutti ospiti di un centro d’accoglienza, sono saliti sull’autobus sprovvisti di biglietto e si sono rifiutati di acquistarne uno o di scendere dal mezzo, che è rimasto bloccato per oltre un’ora. Sul posto i carabinieri, che li hanno identificati e denunciati per interruzione di pubblico servizio: alcuni del gruppo si sono addirittura rifiutati di mostrare i documenti o di fornire le loro generalità
Questi hanno infatti bloccato per oltre un’ora il mezzo pubblico dal quale si rifiutavano di scendere, pur essendo stati trovati sprovvisti di biglietto.
Una storia già risentita, ma che non ha mancato di sollevare l’indignazione dei residenti.
Il fatto è avvenuto lo scorso giovedì, nel tardo pomeriggio. Un autobus della compagnia Copit era in partenza da Abetone per raggiungere Pistoia, quando i dieci extracomunitari sono saliti sul mezzo senza mostrare alcun biglietto. L’autista li ha richiamati più volte, invitandoli ad acquistare il titolo di viaggio oppure a scendere dal bus, ma il gruppetto si sarebbe categoricamente opposto ad entrambe le soluzioni. Si è dunque creata una sgradevole situazione di stallo. Da un lato il conducente del mezzo il quale, in evidente inferiorità numerica, non ha potuto far altro che rifiutarsi di partire; dall’altro gli immigrati, cha hanno deciso di occupare l’abitacolo.
Qualcuno ha provvidenzialmente contattato i carabinieri, giunti sul posto in breve tempo. I militari hanno dapprima fatto scendere i dieci stranieri dal mezzo, dopo di che hanno dato avvio alle operazioni d’identificazione. Nel frattempo veniva chiamato a rispondere dell’episodio anche il personale del centro di accoglienza in cui i richiedenti asilo si trovavano ospiti. Sono tutti africani di giovane età, provenienti da varie zone come Gambia, Costa d’Avorio, Mali, Nigeria e Senegal.
Fra questi, due sono stati segnalati per essersi rifiutati di fornire le proprie generalità ai militari. Altri tre, invece, hanno ricevuto una denuncia per essere stati trovati sprovvisti di documenti d’identità e di soggiorno. Tutti e dieci, infine, hanno ricevuto una querela per interruzione di pubblico servizio.
Al termine della vicenda, l’autobus è potuto ripartire, ma con un ritardo di oltre un’ora.
Per quanto riguarda gli ospiti del centro d’accoglienza, bisogna segnalare che quello di giovedì non è stato l’unico disordine che li ha visti come protagonisti. Solo il giorno prima, infatti, due ivoriani, di 19 e 25 anni, sono stati denunciati dopo che avevano minacciato e picchiato due operatori della struttura. Questi ultimi dovevano cambiare le lenzuola dei letti dei due africani, che però non li volevano all’interno della loro stanza.