Novità

ponzio pilato

Alien.

Advanced Premium Member
bagnomaschile.jpg
 
[h=1]Profughi, l'affare che per Coop e chiesa vale 4 miliardi[/h]
1487007263285.jpg--profughi__l_affare_che_per_coop_e_chiesa_vale_4_miliardi.jpg



Bocciato. Neanche il tempo di leggerlo, che il decreto legge del governo sull’immigrazione si è attirato gli strali delle associazioni che gestiscono l’accoglienza dei richiedenti asilo. L’«ottica securitaria non è prioritaria» (Caritas); il «territorio chiede non sicurezza in più, ma percorsi di integrazione e valorizzazione» (fondazione Migrantes); «servono nuove norme che progettino modelli di accoglienza diffusa» (Centro Astalli). Non c’era «bisogno» di un giro di vite su migranti e sicurezza, si sfogano su Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, gli enti cattolici alle prese con gli aspiranti profughi. E ieri si è levata anche la voce della comunità di Sant’Egidio. «Non si può ragionare solo in termini di sicurezza, ma ispirarsi a princìpi di umanità e puntare sull’integrazione», ha lanciato un appello al Parlamento il presidente, Marco Impagliazzo.
Un passo indietro. Venerdì scorso Marco Minniti, ministro dell’Interno, ha presentato i provvedimenti di Palazzo Chigi per cercare di invertire la rotta sull’immigrazione. In sintesi: via, e si spera in tempi più brevi, gli «irregolari» (da qui il ritorno, sotto il nome di Centri permanenti per il rimpatrio, dei vecchi Cie); e nuove regole per la gestione del sistema di accoglienza, finito spesso nel mirino di procure e Corte dei Conti per i bandi di gara per l’affidamento dei servizi. Il governo, seppur in extremis (manca un anno alla fine della legislatura), ha detto stop. E dopo essersi confrontato con l’Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone, ha emanato le nuove regole: addìo al gestore unico dei centri (gli appalti dovranno riguardare, singolarmente, mensa, assistenza sanitaria e alloggiamento); tracciabilità dei servizi e maggiori poteri di ispezione del Viminale.
Troppo vecchie le regole attualmente in vigore, che risalivano a un decennio fa. E troppo lenti, secondo Minniti, sia l’iter per evadere le domande di chi chiede protezione internazionale (due anni), sia la procedura per espellere dall’Italia chi non ha diritto all’asilo politico. Anche perché il «sistema immigrazione» costa. E tanto. Complessivamente, ha fatto i conti Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, il business dell’accoglienza vale 3,3 miliardi euro. Che visti gli arrivi sulle nostre coste potrebbero diventare, alla fine di quest’anno, 3,8 e, addirittura, 4,2 nel prossimo futuro. E in questa torta, ha evidenziato la Banca d’Italia, la fetta più grande è composta dalle spese per i «lunghi tempi di permanenza nelle strutture di accoglienza per l’adempimento delle procedure di riconoscimento dello status di rifugiato». Almeno un biennio.
I costi non fanno che lievitare. Tra centri di accoglienza, strutture temporanee e posti Sprar, nel 2014 la macchina del Viminale ha pesato sul bilancio pubblico per oltre 600 milioni di euro. L’anno successivo, la spesa è stata di 1,1 miliardi di euro (918,5 milioni per le strutture temporanee; 242,5 per i centri Sprar). E nel 2016, a fronte dell’aumento del numero di migranti sbarcati sulle nostre coste - 181.436 - è cresciuta di un ulteriore 60% arrivando a quota 1,7 miliardi di euro. Un’impennata figlia degli immigrati inseriti nel circuito dell’accoglienza dopo lo sbarco: a ieri erano 175.217. E a gestirli sono anche le associazioni che subito dopo il varo del «pacchetto immigrazione» hanno preso le distanze dai provvedimenti.
Adesso Minniti è atteso in Parlamento. Il 22 febbraio il ministro sarà ascoltato dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema di accoglienza. Anche nel Pd, le perplessità non mancano. Per il presidente della Commissione, Federico Gelli, le nuove fanno «effettivamente intravedere una svolta sicuritaria. Noi siamo sempre stati contrari ai Cie».
di Tommaso Montesano




per i soldi si vendono madre ed ITALIANI E IL FUTURO DEI LORO FIGLI E NOSTRI......QUALE AGGETTIVO INDICARE ?


 

Ultima estrazione Lotto

  • Estrazione del lotto
    sabato 22 novembre 2025
    Bari
    82
    08
    24
    45
    37
    Cagliari
    07
    16
    67
    74
    35
    Firenze
    76
    32
    44
    06
    51
    Genova
    22
    77
    19
    27
    89
    Milano
    46
    81
    56
    29
    85
    Napoli
    68
    90
    80
    06
    47
    Palermo
    31
    07
    43
    83
    19
    Roma
    08
    68
    17
    12
    57
    Torino
    87
    17
    61
    60
    58
    Venezia
    27
    05
    17
    72
    50
    Nazionale
    70
    76
    56
    81
    15
    Estrazione Simbolotto
    Torino
    26
    34
    10
    42
    33
Indietro
Alto