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POPULISTA

Alien.

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populista sembra un'offesa .Cosa vuol dire formata da gentaglia da poveracci da nulla facenti ? Esatto formata da persone umili,lavoratori ONESTI. E ME NE VANTO


QUESTO VUOL DIRE POPULISTA :


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Sai perchè è malato terminale ? scorri i post poi saprai perchè :

L'ultimo concerto di Andrea Parodi. Ormai malato terminale e senza forze ha voluto cantare la più bella canzone sarda, dedicandola alla moglie presente. Una musica e delle parole che ogni volta che le ascolti ti entrano nell'anima con un brivido e una lacrima scivola spontanea. Ciao Andrea, ovunque tu sia





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OGGI SI PARLA MOLTO DELLA SARDEGNA E DEI SUOI PASTORI MA: LO STATO HA AMATO TANTO LA SARDEGNA CHE GLI HA FATTO UN BEL REGALO:
[h=2]Sardegna nucleare: la verità sul poligono della morte[/h]
Scritto il 08/1/11 • nella Categoria: segnalazioniCondividi







Sapevamo già tutto, ma nessuno ne parlava perché mancavano le analisi. Ora ci sono anche quelle, e parlano chiaro: il 65% dei pastori nei dintorni del poligono militare del Salto di Quirra è malato di leucemia. Sotto accusa, le “polveri di guerra” che lasciano sul terreno i proiettili di artiglieria e i razzi esplosi, bombe che si teme contengano anche uranio impoverito. Responsabile, secondo il comitato civico “Gettiamo le Basi”, di tumori che hanno colpito 40 civili e 23 militari. Dopo le anticipazioni sul dossier dei veterinari delle Asl di Cagliari e Lanusei, esplode in Sardegna il caso della “sindrome di Quirra”: allevamenti in pericolo, agnelli deformi, pastori che stanno morendo di leucemia.

A rompere il silenzio, il servizio di Paolo Carta per “L’Unione Sarda”: il 4 gennaio, il giornale ha anticipato l’esito del lavoro dei veterinari Giorgio
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Melis e Sandro Lorrai. Un dossier che – in attesa degli ulteriori esami di laboratorio, condotti sul terreno – racconta la situazione di emergenza che colpisce innanzitutto i pastori, i più prossimi al territorio interessato da esercitazioni e test balistici. «La relazione dei veterinari delle Als di Lanusei e Cagliari – dice Claudia Zuncheddu, medico e consigliere regionale dei Rossomori – squarcia il velo del silenzio su quanto avviene attorno ai poligoni sardi». Secondo la Zuncheddu, che annuncia un’interrogazione regionale, «le popolazioni che abitano a ridosso delle basi militari conoscevano benissimo questa situazione, per aver visto tanti familiari uccisi dai tumori e dalle leucemie in un numero assolutamente superiore ai dati standard».

Quello del Salto di Quirra è il poligono più grande d’Europa, “fiore all’occhiello” delle forze armate italiane: ma non viene usato solo dai soldati, viene anche «dato in affitto alle varie multinazionali delle armi, che lo usano come palestra per fare esperimenti, test, collaudi, come show-room per vendere armi, per far vedere come funzionano bene razzi e missili», sostiene Mariella Cao del comitato “Gettiamo le Basi”, sulle barricate da anni contro l’installazione oggi finita nel mirino delle Asl di Cagliari e Lanusei. Il problema nel poligono di Perdas de Fogu è che dal 1998 si registrano intorno alla base e nei paesi limitrofi centinaia di casi di leucemia, tumori al
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sistema emolinfatico e nascite con malformazioni genetiche, non solo tra gli animali ma anche tra gli esseri umani, scrive Fabrizio Laure su “MainFatti”.

Nel paese di Escalaplano, per esempio, situato sul lato ovest, nel confine interno del poligono, si contano 14 casi di bambini nati con gravissime malformazioni genetiche. In Sardegna questa situazione è nota come “sindrome di Quirra” e mostra le stesse patologie delle altre sindromi (Golfo, Balcani) causate dall’uso di armi con uranio impoverito. Mariella Cao esprime il timore che a Quirra si possano condurre addirittura test sulla popolazione: «Può sembrare assurdo, ma teniamo presente che questi esperimenti sono stati fatti e ufficialmente ammessi dagli Stati Uniti, dall’Inghilterra, dalla Francia e persino dalla pacifica Svezia: rientrano tra le cose che fanno, poi si viene a sapere quando si solleva la protesta e si cercano gli atti».

Ad indagare sulla “sindrome di Quirra” è la professoressa Antonietta Morena Gatti del Policlinico universitario di Modena, consulente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito. La tecnica della professoressa Gatti mira infatti a rilevare le nanoparticelle di metalli pesanti. «La dottoressa Gatti ha fatto delle ricerche a Quirra e a trovato nei tessuti delle persone di Quirra le stesse nanoparticelle trovate su Valery, un militare sardo morto di leucemia dopo aver prestato servizio sui Balcani», racconta sempre la Cao. «Le ricerche della dottoressa Gatti hanno
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individuato nei tessuti di Valery e nei tessuti di alcune persone di Quirra ammalate le stesse nanoparticelle».

All’inizio, continua la portavoce del comitato “Gettiamo le Basi”, la scoperta della dottoressa Gatti è stata accolta con favore dal mondo militare perché distraeva i sospetti dall’uranio. Però, quando è cominciato a diventare sempre più chiaro che queste nanoparticelle si formano solo ad altissime temperature e che, quindi, se l’uranio non è l’agente killer è però il mandante, la dottoressa Gatti è stata «dimenticata». In Sardegna non è solo il poligono di Quirra ad essere sotto osservazione dai comitati di cittadini, ma anche la base di Teulada e quella della Maddalena, solo da poco abbandonata dagli amercani dove transitavano e venivano riparati per esempio sommergibili a reazione nucleare, che potrebbero aver rilasciato nell’ambiente materiale radioattivo.

La cosa inquietante è che se in Italia «ci sono 40.000 ettari di demanio militare», conclude la Cao, «ben 24.000 sono concentrati in Sardegna». C’è il poligono di Quirra, il più grande in assoluto d’Europa. Poi segue il poligono di Teulada, che è il secondo poligono più grande d’Europa ma il primo per intensità di utilizzo, con circa 7.200 ettari, la metà del poligono di Quirra. Poi c’è il poligono di Capo Frasca con circa 1.470 ettari, legato alla base aerea di Decimomannu, che sono un altro migliaio di ettari. «Poi c’è tutta la militarizzazione del cielo e tutta la militarizzazione del mare. Per esempio il
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mare annesso a Quirra supera tutta la superficie della stessa Sardegna. Il mare annesso a Teulada sono qualcosa come 750 chilometri cubici».

Per Claudia Zuncheddu, spetta alle istituzioni intervenire: «Servono maggiori controlli, è necessario un sostegno alle popolazioni che pagano a caro prezzo, in termini economici e di salute, la vicinanza con le basi militari. La gente da sola può far poco o niente, spetta ai politici dimostrare di essere davvero vicini alle esigenze dei sardi, soprattutto di quelli che soffrono». E la Sardegna, area che registra il record nazionale per la longevità degli abitanti (nelle zone dove l’ambiente è pulito) sconta al tempo stesso problemi drammatici di natura ambientale e sanitaria, in prossimità dei poli industriali e militari: «È provato – afferma la Zuncheddu – che nelle zone più inquinate, attorno ai nuclei industriali come Porto Torres e Sarroch
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e come i poligoni, l’incidenza sia più alta proprio in relazione alle emissioni delle fabbriche e ai danni causati al territorio dai test bellici».

Il popolo sardo paga un prezzo altissimo: il 66% dei poligoni italiani è ospitato in Sardegna. Quelli di Quirra? «Dati ancora parziali, ma tragici», afferma, sempre su “L’Unione Sarda”, Mariella Cao. Il monitoraggio ambientale della zona del poligono di Quirra comprende anche l’esame della radioattività diffusa, delle onde elettromagnetiche emesse dai radar e delle nanoparticelle di metalli pesanti prodotte dai test bellici. Ma è un controllo che non convince i pacifisti. «Forze armate, ministero della Difesa e Nato – dice la Cao – mantengono saldo il doppio ruolo di controllore e controllato, di giudice e imputato. Hanno predisposto loro stessi il piano di monitoraggio, di fatto soltanto l’acquisto di strumenti per esami che non possono dare risposte sulla cosiddetta “sindrome di Quirra”, come ammettono le stesse Forze armate e le ditte che si sono aggiudicate l’appalto».

Inoltre, sempre secondo il comitato, i risultati delle rilevazioni – previsti per l’autunno del 2009 e in eterno slittamento – sono scontati, cioè «daranno il marchio di qualità ambientale al poligono». In linea, aggiunge Mariella Cao, con quanto prevede lo stesso obiettivo iniziale: «Tranquillizzare la popolazione locale nonché il personale del poligono e acquisire la certificazione ambientale». La Cao addirittura avanza il sospetto che, al termine del monitoraggio, il ministero dalla Difesa «si sentirà autorizzato a respingere le richieste di risarcimento dei danni sollecitate dai familiari di chi si è ammalato di tumore a Quirra e dintorni, malgrado
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l’epidemia di leucemie e alterazioni genetiche provate anche dall’esame dei veterinari Asl. “Se è tutto in regola, significa che non ci sono danni da pagare”: questo può essere il risultato finale. Scandaloso».

Mariella Cao osserva comunque con favore i dati parziali trapelati dai primi esami: «Evidentemente il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. La ditta che deve controllare l’inquinamento dell’aria ha affidato gli esami alla dottoressa Gatti che ha trovato nanoparticelle di metalli pesanti cause di tumori addirittura a Baunei. E l’indagine veterinaria sollecitata da noi pacifisti (ed effettuata con un ritardo grottesco di 10 anni), ha fornito dati agghiaccianti sul rapporto tra malformazioni genetiche degli agnelli e i tumori negli allevatori». I pacifisti chiedono poi che fine abbia fatto l’indagine epidemiologica sulle persone residenti prevista dall’appalto del monitoraggio ambientale e poi cancellata: «Vogliamo la verità su Quirra».
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Tag: ambiente, Asl, cancro, missili, salute, Sardegna

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