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PREVISIONI DEL DIRETTORE FELTRI

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CAOS SUL DECRETO SICUREZZA [h=1]Vittorio Feltri e la rivolta dei sindaci: "E' un golpe che avrà effetti devastanti"[/h]
4 Gennaio 2019
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C'è ancora qualche ingenuo che si chiede perché la sinistra sia allo sbando e non riesca a rimettersi in carreggiata. La spiegazione è di una semplicità elementare: i progressisti non capiscono in quale mondo vivono. Sono convinti di poter persuadere gli elettori a seguirli puntando sulla accoglienza indiscriminata degliimmigrati, quasi fossero una manna piovuta dal cielo.
Non si rendono conto che gli italiani sono stufi marci di avere che fare con una moltitudine di disperati che invadono le nostre città, vivono all'addiaccio, campano male e non sono in grado di trovare un lavoro, dato che non ne conoscono uno e che, quand'anche imparassero un mestiere, cosa improbabile, nessuno li assumerebbe poiché irregolari.

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Tra gli amministratori dello Stato, dei Comuni e delle Regioni, vi sono personaggi improbabili che non accettano il decreto di Sicurezza voluto da Salvini e approvato dal Parlamento che disciplina la delicata materia degli sbarchi. Sono intenzionati a disobbedire alla legge e a spalancare le porte a qualsiasi sfigato che bussa all'uscio del nostro Paese.
In pratica vanno in controtendenza rispetto al più diffuso sentimento nazionale ostile all'invasione scoordinata della penisola da parte di stranieri.

Il ministro dell'Interno si è adoperato con successo per arginare gli arrivi dall'Africa e vari sindaci, per esempio De Magistris, Orlando e altri, invece di applaudire all'iniziativa si sono ribellati, negando si possa applicare il provvedimento leghista, benché sia stato votato dalle Camere. Siamo così di fronte a una sorta di Golpe che produrrà effetti devastanti sul nostro ordinamento costituzionale.

Le norme finché sono in vigore non vanno contestate bensì applicate, almeno sinché la Consulta non le abbia bocciate. Il che per adesso non è avvenuto. Occorre poi rilevare che la sinistra, se insiste nella predicazione dell'ospitalità senza requie degli extracomunitari, non avrà modo di resuscitare e sarà destinata alla sepoltura. È ridicolo quasi che taluni politici di scarto si ostinino a contrastare le tendenze del popolo a costo di scollegarsi dalla realtà accertata.

Il Pd e i suoi affini se insistono a non comprendere quale sia il vento che tira dalle nostre parti saranno destinati all'estinzione, che avverrà dopo un lungo e doloroso travaglio.

di Vittorio Feltri
 
[h=1]Giulia Bongiorno e la rivolta dei sindaci: "Chi non sa governare punta a creare il Far West"[/h]
4 Gennaio 2019
1546620984894.jpg--_il_ministro_bongiorno_sui_sindaci___chi_non_sa_governare_punta_a_creare_il_far_west_.jpg

«Sono entrata in politica con la Lega per un bisogno di regole chiare e perché è troppo semplice parlare sempre di diritti e mai di doveri. Se c' è una cosa che stanno facendo Matteo Salvini e questo governo è dire stop al lassismo e al disordine. Finalmente». Giulia Bongiorno sarebbe stata un perfetto ministro della Giustizia. Finora è stata molto attenta a non uscire dai confini del suo incarico, quello di titolare del dicastero per la Pubblica amministrazione. Ma l' assalto dei sindaci di sinistra al decreto Sicurezza deve avere cambiato qualcosa. Sarà che c' è Palermo di mezzo.

Leoluca Orlando, il sindaco della sua città, sostiene che il decreto Sicurezza è «disumano e criminogeno» e si rifiuta di applicarlo.
«Affermazioni estremamente violente, che abbinate all' annuncio di disapplicare la legge sono di una gravità inaudita. Chi rappresenta un' istituzione non può ignorare le conseguenze di quello che fa e dice».

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Facile dirlo per lei, ministro leghista.
«Non lo dico solo perché ritengo il provvedimento una cosa positiva. Lo dico perché, se ciascuno di noi decide di applicare la legge solo quando la ritiene valida e giusta, è il caos totale. Ho fatto l' avvocato e tornerò a farlo: sa quante volte mi sono trovata davanti a sentenze che ritenevo ingiuste? Il mio primo commento è stato sempre: dobbiamo rispettarle. Per le leggi è uguale. Dicono che il Far West è quello che vogliamo fare noi della Lega con la legittima difesa, ma il vero Far West è il loro: non pago il conto al ristorante perché lo ritengo troppo caro, schiaffeggio chi credo mi abbia fatto un torto per strada, non applico la legge che non mi piace».

Luigi De Magistris dice che guiderà lui stesso l' operazione per fare approdare la nave della ong Sea Watch nel porto di Napoli. Non ci vede il desiderio di alzare il livello dello scontro, di creare una mobilitazione contro il governo?
«Ci vedo il tentativo di alzare i toni per uscire dall' ombra.
Palermo è in una situazione disastrosa, ci sono i rifiuti in mezzo alle strade. Napoli non mi sembra amministrata meglio. Quelle di Orlando e De Magistris sono provocazioni inscenate per spostare l' attenzione e ottenere un po' di visibilità. E magari proporsi come leader nazionali della sinistra, che al momento non ha nessuno in quel ruolo. Altre motivazioni possibili non ne vedo».


Orlando, De Magistris e gli altri sindaci sostengono di difendere i principi della Costituzione.
«Un principio essenziale della Costituzione è quello di legalità: siamo tutti sottoposti alla legge. E poi Orlando e gli altri sanno benissimo che ci sono procedure per fare dichiarare illegittima una legge dalla Corte Costituzionale, ammesso che questa dia loro ragione».

Csm e Anm hanno già detto che il decreto Sicurezza confligge con la Costituzione. Con l' articolo 10, che garantisce allo straniero tutele e diritto d' asilo, e altri. L' orientamento ideologico di molti giudici costituzionali lo conosciamo. Non teme che il provvedimento finisca mutilato o affossato dalla Consulta?
«No. È un decreto coraggioso, impone regole forti ed evita che ci siano eccessi di discrezionalità. Chi scappa dalle guerre e dalle persecuzioni non solo continuerà a stare qui, ma avrà maggiori tutele di prima. E chi vuole restare fuori dalla legalità non potrà essere equiparato agli altri. Ma sarebbe un errore clamoroso credere che, siccome il provvedimento traccia una linea di confine chiara tra chi può rimanere e chi no, allora è in contrasto con la Costituzione. Chi fa paragoni con le leggi razziali non sa di cosa parla».

Intanto il contratto tra voi e i Cinque Stelle si sta rivelando troppo vago in molti punti importanti. La prescrizione, ad esempio: il contratto dice che deve essere sottoposta a «una efficace riforma», per il ministro Alfonso Bonafede significa che essa deve essere cancellata. Glielo lascerete fare?
«È vero, in questo caso la formula del contratto era molto ampia. Con l' attuale situazione dei processi penali, bloccare la prescrizione dopo la sentenza di primo grado dilaterebbe i tempi dei procedimenti stessi e farebbe saltare l' intero sistema. Abbiamo raggiunto una mediazione: il blocco della prescrizione si può fare solo assieme alla riforma del processo penale».

Tra un anno il blocco della prescrizione entrerà comunque in vigore. È scritto nel decreto anticorruzione, già diventato legge.
«Mi impegno personalmente: non c' è alcuna possibilità che quella norma entri in vigore se prima il processo penale non sarà stato profondamente riformato. Abbiamo chiesto e ottenuto garanzie: a novembre, se la riforma del processo non sarà stata fatta, chiederemo che il blocco della prescrizione sia differito».

Il sospetto che i grillini abbiano tirato fuori il taglio degli stipendi dei parlamentari - altra cosa che non è nel contratto - per insabbiare la riforma della legittima difesa non vi è venuto?
«Siccome sulla legittima difesa manca solo il passaggio parlamentare alla Camera e sul testo siamo tutti d' accordo, non ho dubbi che avremo la nuova legge entro febbraio.
Finalmente si affermerà il principio per cui tra aggredito e aggressore lo Stato sta dalla parte dell' aggredito. Non ci saranno più processi agli innocenti».


Si è presa il compito di riformare la pubblica amministrazione, dove i governi di sinistra hanno fallito.
«Abbiamo adottato subito un approccio diverso. In sede di legge di bilancio ci sono sempre problemi di denaro e si finisce per tagliare le assunzioni. Così ha fatto la sinistra.
Questo governo, per la prima volta dopo dieci anni, ha stabilito invece che nella pubblica amministrazione l' avvicendamento tra chi entra e chi esce sarà del cento per cento, dopo che nell' ultimo triennio sono entrati solo venticinque assunti ogni cento uscenti. Abbiamo istituito un fondo per assunzioni straordinarie che sarà utilizzato anche in settori strategici, come la giustizia e la digitalizzazione».

La cosa più difficile è la riforma della dirigenza. Gli stessi manager pubblici sono ostili e il tentativo di Marianna Madia è stato bocciato dalla Corte Costituzionale. Lei che farà?
«Prima di Natale il consiglio dei ministri mi ha dato la delega per scrivere la nuova legge.
Il principio che voglio introdurre è che i dirigenti non potranno più darsi da soli gli obiettivi, né autovalutarsi. Sarà un organismo terzo a fissare gli obiettivi e dare i voti. Introdurrò anche la valutazione dell' utenza sull' efficienza e la cortesia del personale».

Da avvocato che ha difeso tante vittime di violenze, che effetto le fa sapere che una partita ufficiale tra due squadre di calcio italiane si giocherà in uno stadio dove le donne non possono accedere nei settori dedicati agli uomini?
«È inaccettabile. Capisco il rispetto della cultura altrui, ma queste sono cose preistoriche. Il 25 novembre e l' 8 marzo tutti parliamo della violenza sulle donne e poi, come se niente fosse, accettiamo che si vada a giocare in Arabia Saudita, alle loro condizioni. È su queste basi che nasce la violenza sulle donne: se considero la donna un soggetto inferiore, allora posso anche picchiarla e metterla al guinzaglio. Chi accetta una discriminazione ne diventa inevitabilmente complice».

Avete tanti progetti, ma il pericolo che presto in Senato il governo non abbia più i numeri è reale. Quale è il vostro piano B?
«Non c' è nessun piano B.
Confido che continueremo ad avere la maggioranza. Certo, la Lega è molto compatta: spero che riescano ad esserlo anche i nostri alleati».

di Fausto Carioti
 
[h=1]Giorgia Meloni da applausi: asfalta Matteo Renzi con tre parole, sotterrato[/h]
4 Gennaio 2019
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Scontro tra Giorgia Meloni e Matteo Renzi. Il leader di Fratelli d'Italia replica seccamente a un tweet dell'ex premier. "Ok, adesso qualcuno si arrabbierà", ha scritto Renzi, "ma io difendo la fatturazione elettronica. Si può applicare meglio? Ok. Ma con la fatturazione elettronica si combatte l’evasione. C’è chi fa i condoni per gli amici degli amici e chi fa la fatturazione elettronica". "L’evasione si combatte combattendo chi fa il grosso dell’evasione", risponde la Meloni, "banche, multinazionali e giganti del web. Ma quelli sono amici della sinistra...".
 

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