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Lo scorso 25 luglio, per la prima volta dal dopoguerra, un sindaco non di sinistra ha varcato le porte del municipio di Sesto San Giovanni, la ormai ex "Stalingrado d'Italia". E la festa è finita: quella che han fatto per decenni associazioni e Ong di sinistra, approfittando di canoni di favore per avere in uso immobili di pregio di proprietà del Comune.
Ad aprire il caso, come riporta il quotidiano Il Giornale, è proprio il nuovo sindaco della città Roberto Di Stefano, che ha inviato una enuncia a procura e Corte dei conti. Tra le associazioni che godono del trattamento di favore c'era quella dei partigiani: l'Anpi versa 50mila euro l'anno al Comune per i locali di Villa Zorn, una dimora storica dei primi dell'Ottocento, che poi subaffitta per 70mila euro al Caffè degli Artisti, un ristorante con prezzi tutt'altro che modici e cucina ricercata. "Se il Comune offre in concessione uno spazio in centro di un tale valore per la comunità mi aspetto che vengano svolte delle attività per i cittadini. L' Anpi poteva aprire una mensa per i poveri o un ristorante in cui le famiglie bisognose possano pranzare a prezzi popolari. Così facendo si trasforma in una Real Estate con proprietà che sono dei sestesi" dice Di Stefano a Il Giornale.
Poi c'è il caso di Emergency, che paga 358 euro l'anno per la sua sede in via dei Giardini, nel pieno centro di Sesto. Risultato: nel bilancio comunale ereditato dal Pd ci sono 36 milioni di crediti mai riscossi o di dubbia esigibilità e solo 650mila euro disponibili in cassa.