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[h=1]I soldi che risparmia l’Italia grazie al mancato avvio della procedura Ue[/h] [h=2]Aver evitato la procedura di infrazione da parte della Commissione Ue farà risparmiare soldi all'Italia[/h]
7 luglio 2019 - L’Italia ha evitato le sanzioni dall’Unione europea sui propri conti. Un’ottima notizia per il nostro Paese che in questo modo risparmierà denaro.
Lo scorso 3 luglio la Commissione europea ha deciso di non applicare nei confronti dell’Italia la procedura di infrazione per deficit eccessivo. In questo modo si sono evitate pesanti sanzioni economiche e si otterrà un importante risparmio di spesa.
La prima conseguenza dello stop alla procedura di infrazione è stato il calo dello spread, che ha portato il rendimento del Btp decennale all’1,7%. Il che significa meno interessi da pagare sul debito. Nel Documento di economia e finanza (Def) le stime sulla spesa per interessi tenevano conto di tassi tra il 2,5 e il 2,6%. Il calo del rendimento dovrebbe portare al taglio di più di un miliardo delle previsioni di spesa dell’anno prossimo e far crescere i risparmi per gli anni successivi.
Senza procedura di infrazione l’Italia risparmia sulla multa che avrebbe dovuto pagare alla Ue e che viene calcolata fino all’importo massimo dello 0,5% del Pil, a seconda delle norme violate e della loro importanza all’interno della Ue. Nel caso dell’Italia sarebbero stati 9 miliardi di euro.
Le altre sanzioni evitate sono il congelamento dei fondi strutturali, i finanziamenti della Ue agli Stati membri per investimenti e occupazione, l’interruzione dei prestiti concessi dalla Banca europea degli investimenti e l’uscita dal programma di acquisto di titoli di Stato da parte della Bce (il cosiddetto quantitative easing, attivo dal 2015 al 2018 e del quale Draghi ha annunciato la ripresa).
L’Italia potrà dunque continuare a ricevere i fondi strutturali dalla Ue che ammontano a 73 miliardi fino al 2020.
Il nostro Paese, poi, potrà beneficiare della clausola per gli “eventi eccezionali”, già chiesta quest’anno, e che probabilmente verrà richiesta anche per il prossimo. Questa clausola esclude 3,2 miliardi di euro (0,18% del Pil) di spesa dai calcoli del saldo strutturale e agisce su due fronti: la verifica successiva sul 2019 se positiva porterebbe un altro taglio dello 0,18% del deficit strutturale italiano di quest’anno e di conseguenza l’importo andrebbe a ridurre le risorse necessarie per la manovra successiva. Quindi, complessivamente si risparmierebbero circa 6 miliardi di euro.
La procedura di infrazione è stata evitata grazie agli interventi di correzione sui conti, per un importo di 7,6 miliardi, che hanno congelato le minori spese da reddito di cittadinanza e quota 100, da 1,5 a 3 miliardi. Ai quali si aggiunge il maggior gettito fiscale rispetto alle previsioni iniziali, inclusi i 2 miliardi che dovrebbero arrivare alle casse dello Stato grazie alla fattura elettronica.
Queste misure hanno ridotto il rapporto deficit Pil portandolo nel 2019 al 2,04% nominale e che dovrebbe corrispondere all’1,9 % reale.
7 luglio 2019 - L’Italia ha evitato le sanzioni dall’Unione europea sui propri conti. Un’ottima notizia per il nostro Paese che in questo modo risparmierà denaro.
Lo scorso 3 luglio la Commissione europea ha deciso di non applicare nei confronti dell’Italia la procedura di infrazione per deficit eccessivo. In questo modo si sono evitate pesanti sanzioni economiche e si otterrà un importante risparmio di spesa.
La prima conseguenza dello stop alla procedura di infrazione è stato il calo dello spread, che ha portato il rendimento del Btp decennale all’1,7%. Il che significa meno interessi da pagare sul debito. Nel Documento di economia e finanza (Def) le stime sulla spesa per interessi tenevano conto di tassi tra il 2,5 e il 2,6%. Il calo del rendimento dovrebbe portare al taglio di più di un miliardo delle previsioni di spesa dell’anno prossimo e far crescere i risparmi per gli anni successivi.
Senza procedura di infrazione l’Italia risparmia sulla multa che avrebbe dovuto pagare alla Ue e che viene calcolata fino all’importo massimo dello 0,5% del Pil, a seconda delle norme violate e della loro importanza all’interno della Ue. Nel caso dell’Italia sarebbero stati 9 miliardi di euro.
Le altre sanzioni evitate sono il congelamento dei fondi strutturali, i finanziamenti della Ue agli Stati membri per investimenti e occupazione, l’interruzione dei prestiti concessi dalla Banca europea degli investimenti e l’uscita dal programma di acquisto di titoli di Stato da parte della Bce (il cosiddetto quantitative easing, attivo dal 2015 al 2018 e del quale Draghi ha annunciato la ripresa).
L’Italia potrà dunque continuare a ricevere i fondi strutturali dalla Ue che ammontano a 73 miliardi fino al 2020.
Il nostro Paese, poi, potrà beneficiare della clausola per gli “eventi eccezionali”, già chiesta quest’anno, e che probabilmente verrà richiesta anche per il prossimo. Questa clausola esclude 3,2 miliardi di euro (0,18% del Pil) di spesa dai calcoli del saldo strutturale e agisce su due fronti: la verifica successiva sul 2019 se positiva porterebbe un altro taglio dello 0,18% del deficit strutturale italiano di quest’anno e di conseguenza l’importo andrebbe a ridurre le risorse necessarie per la manovra successiva. Quindi, complessivamente si risparmierebbero circa 6 miliardi di euro.
La procedura di infrazione è stata evitata grazie agli interventi di correzione sui conti, per un importo di 7,6 miliardi, che hanno congelato le minori spese da reddito di cittadinanza e quota 100, da 1,5 a 3 miliardi. Ai quali si aggiunge il maggior gettito fiscale rispetto alle previsioni iniziali, inclusi i 2 miliardi che dovrebbero arrivare alle casse dello Stato grazie alla fattura elettronica.
Queste misure hanno ridotto il rapporto deficit Pil portandolo nel 2019 al 2,04% nominale e che dovrebbe corrispondere all’1,9 % reale.