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Ricetta del'islanda

Alien.

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[h=1] Islanda un esempio per tutti. Via dall'Europa e no alla banche![/h] Parliamo ora di un esempio positivo per tutta la società europea democratica. Un esempio oscurato dai media nazionali ed internazionali, in quanto sarebbe destabilizzante per il sistema bancario mondiale che sta attanagliando milioni di individui in tutto il globo terrestre. L'esempio ci arriva dal Nord Europa, esattamente dall'Islanda e non crediate non possa interessarci perchè è la storia di tutti i paesi europei.

Siamo alla fine del 2008, in giro si incomincia a parlare di crisi: "Sta arrivando, attenzione!" ci avvertono! Come infatti arriva e gli effetti sull'economia islandese sono catastrofici. Ma quale economia? Quella bancaria. Difatti le banche sono alla fine insolventi di 3.700 milioni di euro investiti da clienti soprattutto britannici e olandesi. Le banche, le tre banche islandesi: Landsbanki, Kaupthing e la Glitnir. Ma le banche non pagano i loro debiti, debiti che equivalgono a innumerevoli volte il PIL nazionale della piccola Islanda. E, siccome le banche non pagano mai, il Paese era in bancarotta! Sì perchè è il Paese che deve pagare.

A questo punto il parlamento islandese fa l'unica cosa che ti è permesso fare in questi casi (vedi Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda o Italia): chiedere un prestito all'FMI, l'unico ente legalizzato a speculare sulle disgrazie altrui con i propri interessi bancari. L'FMI sempre pronto, per la legge del profitto bancario (privato), stanzia un prestito di 2.100 milioni di dollari. In modo che per anni e anni i cittadini islandesi, lavorando per il Fondo Monetario Internazionale, potranno pagare alle banche, che hanno il monopolio del denaro, interessi su interessi, al fine di estinguere il debito delle banche in difficoltà.


E qui viene la parte più interessante. E' il 26 gennaio 2009, davanti al Parlamento di Reykjavik i cittadini islandesi da giorni fanno l'unica cosa che possono fare: protestare! Sì, si scagliano contro il Parlamento reo di non pensare agli interessi nazionali, al benessere dei propri cittadini ma a quello delle banche. Bene, in questo il 26 gennaio il Primo ministro Geir Hilmar Haarde è costretto a dare le sue dimissioni. Primo segno di democrazia funzionante.

Si giunge così al 25 aprile 2009, data delle nuove elezioni, cambiano i governi "niente cambia lassù" direbbe Celentano nella sua Svalutation. Infatti la situazione drammatica rimane drammatica con un crollo del PIL del 7%. Una legge stabilisce che il saldo dei debiti bancari islandesi, nel Regno Unito e in Olanda, 3.500 milioni di euro devono essere pagati dalle famiglie islandesi tramite una tassazione del 5,5% per i prossimi 15 anni. Tutto questo pare strano agli islandesi! Si stanno chiedendo: "Possibile che noi dobbiamo pagare i porci comodi delle banche?! E' assurdo" "Allora, cosa possiamo fare?". "Protestare". E lo faranno per tutto il 2009.


In difficoltà il Presidente della Repubblica, di fronte alle proteste popolari, rifiuta di ratificare la legge suddetta, incidendo un referendum. A marzo gli islandesi si recheranno in massa al voto. Risultato?! Il 93% degli isolani dice NO alla legge. Il debito è delle banche e le banche lo debbono estinguere. La rivolta islandese dà i suoi frutti.

L'FMI, non ci sta, congela l'aiuto economico all'Islanda sperando così di costringere in questo modo al pagamento del debito. Sperando. Sì, perchè se ancora non fosse chiaro tutte le banche, in realtà, sono gestite dall'FMI e da quattro potenti persone che giocano al rilancio, speculando sulle insolvenze che loro stessi permettono.

Ma questa volta, per la prima volta, all'FMI non gli va bene. Il governo islandese non si abbassa ai dettami delle banche e apre un'inchiesta per individuare e perseguire a norma di legge i responsabili della crisi. Che bello! Vanno così in galera uno alla volta i colpevoli: top-manager, banchieri, compreso l’ex presidente della banca Kaupthing.

Giungiamo al novembre 2010, mese in cui viene eletta un'assemblea costituente allo scopo di promulgare una nuova Costituzione tenendo presente gli infausti avvenimenti che organizzazioni esterene tendono di mettere in opera. A questa assemblea prendono parte 25 cittadini, senza alcun collegamento politico. I lavori iniziano nel febbraio 2011 e la Costituzione è formata da articoli che stabiliscono chiaramente la sovranità del popolo islandese, che si chiude in una cortina di ferro, in modo da non far più infiltrare enti esterni a scombussolare la propria economia.
Successivamente, poi, per concludere la magica storia, il 9 aprile, difatti l'Islanda si è ancora opposta, tramite REFERENDUM (in Islanda funzionano davvero!), all'imposizione del ripianamento del debito delle sue banche. La Gran Bretagna e l'Olanda ci hanno riprovato di nuovo chiedendo un accordo di appena 4 milioni di euro.

Dopo tutto questo sapete cosa è successo? Il PIL dell'Islanda è in continua crescita.

Che esempio! Che esempio per chi continua a dire: "Se l'Italia uscisse dall'Europa sarebbe una catastrofe finanziaria!". Certo perchè se qualcuno vuole comprare una Ferrari, il Parmigiano, i pomodori, non pagherebbe con le lire?! E, allora l'esempio dell'Islanda, della Norvegia che navigano in acqua calme. "Sì", mi si obietterebbe: "stai parlando di nazioni con una popolazione iniqua (Islanda 300.000 abitanti, Norvegia 5.000.000)". Beh ma il PIL è rapportato alla popolazione, no?! "E le ripercussioni" Beh, se per ripercussioni si intendono, fermi economici, ostruzionismi finanziari, fino a probabili risoluzioni belliche, allora stiamo parlando di un'unione, l'Europa, sanguinaria e pericolosa a cui non si può di certo affidare il futuro dei nostri figli.


La favola dell'Islanda dovrebbe essere d'esempio a tutti i cittadini europei schiavi delle banche. Ma, la favola dell'Islanda, in realtà, favola non è. E, se ci sembra tale, significa davvero che stiamo ancora dormendo di un sonno profondo. Beh, allora bisogna solo svegliarsi per vivere in una favola! Quella del proprio benessere!

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Posted 4 weeks ago by Soprascrivente
Labels: Euro politica Spagna società Ferrari speculazione finanziaria Haarde Italia banche Norvegia referendum Europa Grecia FMI Islanda



SE NOI DOBBIAMO PAGARE una tassazione del 5,5% per i prossimi 15 anni.In italia non ci saranno più Italiani è questo quello che vuoi?Non esisterà più tuo figlio perchè verrà ucciso dal sistema,non avrà lavoro,gli toglieranno la casa morira per strada peggio d'un cane...è questo quello che vuoi?Allora vai a votare i soliti noti.
 

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