LottoPazzo
Advanced Member >PLATINUM PLUS<
Il Casatiello
Ormai qualche giorno e viene Pasqua, una Pasqua strana, con questa pandemia, una cosa che mi viene in mente, ogni volta che viene la Pasqua è il Casatiello che faceva mia Madre.
Anche essendo Veneta aveva imparato bene le tradizioni Napoletane, aveva anche le sue, ma sinceramente oltre che le faceva poche volte non mi piacevano troppo.
Pasqua era un periodo di chiesa con tutte le tradizioni, il grano del sepolcro, l’osservanza di non mangiare carne, anche se si vedeva poco, la nostra Chiesa distava un vicolo, quindi ho frequentato anche l’oratorio, che cera quasi ogni sera.
La nostra tavola aveva un piano di marmo bianco bello doppio anche se era lesionato in un angolo, non so come si era rotto, quando vedevo mia madre prendere la farina subito io e mia sorella ci mettevamo vicino alla tavola, inginocchiati sulla sedia per stare comodi a guardare.
Mano a mano che aggiungeva gli ingredienti vedevo l’impasto formarsi e prendere forma, ma quello che piaceva di più era quando aggiungeva dei pezzi di formaggio e qualche “Cicolo” ciccioli di maiale, e qualche sparuto pezzo di salame, cercavo sempre di allungare la mano per prenderne qualcuno, ma immancabilmente ricevevo un colpo sulla mano con la “cucchiarella” mestolo di legno, infine metteva la sugna e l’impasto andava a finire in una forma di alluminio a ciambella quella con il buco in mezzo, a crescere.
A casa non avevamo il forno ma la “fornacella” una cucina di pietra quella con cerchi di ferro che si toglievano per la dimensione delle pentole, la fornacella era il mio incubo, perchè molto spesso dovevo accendere io il fuoco, cucinavamo ancora con il Carbone, mia madre avviava un poco e poi io dovevo stare vicino per avviare il fuoco con il ventaglio di raffia.
Quindi quando era pronto e lievitato dovevamo andare al forno che stava nelle vicinanze per poter infornare il Casatiello, trovavamo un sacco di altre persone ognuno con il loro Casatiello.
Ma quando ritornavamo a riprenderci il casatiello non vi lascio immaginare l’odore che sprigionava, e soltanto la ferrea volontà di mia madre mi impediva mangiarlo anticipatamente, oltretutto che lo metteva in un posto irraggiungibile per me.
Per me la Pasqua rappresenta la degustazione del Casatiello, i miei ancora oggi cercano di accontentarmi con il Casatiello ma anche se è ottimo, non raggiunge mai il sapore che aveva quello di mia Madre, ma credo che allora quella che aiutava di più il sapore era la fame.
scrivete anche voi qualche ricordo del vostro dolce Pasquale.
Ciao (8-D
Elenco dei Ricordi
Ormai qualche giorno e viene Pasqua, una Pasqua strana, con questa pandemia, una cosa che mi viene in mente, ogni volta che viene la Pasqua è il Casatiello che faceva mia Madre.
Anche essendo Veneta aveva imparato bene le tradizioni Napoletane, aveva anche le sue, ma sinceramente oltre che le faceva poche volte non mi piacevano troppo.
Pasqua era un periodo di chiesa con tutte le tradizioni, il grano del sepolcro, l’osservanza di non mangiare carne, anche se si vedeva poco, la nostra Chiesa distava un vicolo, quindi ho frequentato anche l’oratorio, che cera quasi ogni sera.
La nostra tavola aveva un piano di marmo bianco bello doppio anche se era lesionato in un angolo, non so come si era rotto, quando vedevo mia madre prendere la farina subito io e mia sorella ci mettevamo vicino alla tavola, inginocchiati sulla sedia per stare comodi a guardare.
Mano a mano che aggiungeva gli ingredienti vedevo l’impasto formarsi e prendere forma, ma quello che piaceva di più era quando aggiungeva dei pezzi di formaggio e qualche “Cicolo” ciccioli di maiale, e qualche sparuto pezzo di salame, cercavo sempre di allungare la mano per prenderne qualcuno, ma immancabilmente ricevevo un colpo sulla mano con la “cucchiarella” mestolo di legno, infine metteva la sugna e l’impasto andava a finire in una forma di alluminio a ciambella quella con il buco in mezzo, a crescere.
A casa non avevamo il forno ma la “fornacella” una cucina di pietra quella con cerchi di ferro che si toglievano per la dimensione delle pentole, la fornacella era il mio incubo, perchè molto spesso dovevo accendere io il fuoco, cucinavamo ancora con il Carbone, mia madre avviava un poco e poi io dovevo stare vicino per avviare il fuoco con il ventaglio di raffia.
Quindi quando era pronto e lievitato dovevamo andare al forno che stava nelle vicinanze per poter infornare il Casatiello, trovavamo un sacco di altre persone ognuno con il loro Casatiello.
Ma quando ritornavamo a riprenderci il casatiello non vi lascio immaginare l’odore che sprigionava, e soltanto la ferrea volontà di mia madre mi impediva mangiarlo anticipatamente, oltretutto che lo metteva in un posto irraggiungibile per me.
Per me la Pasqua rappresenta la degustazione del Casatiello, i miei ancora oggi cercano di accontentarmi con il Casatiello ma anche se è ottimo, non raggiunge mai il sapore che aveva quello di mia Madre, ma credo che allora quella che aiutava di più il sapore era la fame.
scrivete anche voi qualche ricordo del vostro dolce Pasquale.
Ciao (8-D
Elenco dei Ricordi