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Ricordo di LottoPazzo Il Calzone Nuovo

LottoPazzo

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Il Calzone Nuovo



Un giorno mia Madre mi vesti di tutto punto, e mi fece indossare Giacca ed un Calzone nuovo, perchè non lo avevo mai visto, era un calzone di flanella marrone, mi arrivava quasi al ginocchio perchè era qualche misura più grande.

Ma io ero ugualmente felice, anche perchè avevo visto che anche mio Padre si stava vestendo di abiti diciamo della Domenica, ma siccome non lo era, pensavo chissà dove dobbiamo andare, infatti al mattino mi era sembrato strano vederlo ancora a casa.

Quando fui pronto, lavato e stirato, mio Padre mi disse andiamo, dove domandai, a vedere il Nonno, mi rispose, prendendomi per mano ed uscendo di casa, mentre stavo camminando pensavo ma forse si è sbagliato, il Nonno era morto qualche anno prima, lo ricordavo bene, perchè eravamo andati a Chiaiano abitava con le mie Zie, con tutta la casa piena di gente ed io che avevo dovuto baciare il Nonno Morto, e la gente intorno a me che piangeva.

Ma non potevo replicare dovevo solo seguirlo, e comunque a me piaceva uscire con mio Padre, diventavo una persona importante con mio Padre di fianco, ed anche uscendo vidi alcuni miei compagni che mi guardavano invidiosi del mio Calzone Nuovo ed io sembravo un Pavone che faceva la ruota, tanto l’importanza che mi davo camminando con mio Padre.

Al solito arrivammo al “Rettifilo” a prendere il tram, ma stavolta invece di prendere il tram per Chiaiano, ci fermammo dall’altra parte e prendemmo il tram che andava in direzione opposta, incuriosito mi posizionai subito vicino ad un finestrino, cosi potevo vedere dove andavamo, ogni tanto quando vedevo qualche cosa di interessante tiravo la manica della giacca di Papà e gli domandavo che cosa fosse.

Così passammo per Piazza Garibaldi e mi fece vedere la Stazione centrale dei treni, poi andando più avanti vedendo una grande costruzione fatta tutta di pietre del Vesuvio e senza nemmeno una finestra gli domandai che cos’era, quello è il Carcere di Poggioreale dove stanno i delinquenti rinchiusi, mi rispose, alla fine feci la domanda fatale, ma dove stiamo andando?, al Cimitero a trovare il Nonno.

Non ero stato mai stato al Cimitero, e il Cimitero di Poggioreale a Napoli non è un cimitero ma una città tanto che era grande, per arrivare alla Cappella dove era sepolto il Nonno dovetti camminare per circa 10 minuti, quello che ricordo che appena entrati cera una salita lunghissima ed anche abbastanza ripida arrivati quasi alla fine ci inoltrammo tra le Cappelle e tombe, alcune molto ben tenute altre in sfacelo si vedeva benissimo che erano abbandonate da anni ed altre ancora con le lapide rotte che si vedeva anche qualche osso.

Vi lascio immaginare la mia paura anche perchè cera un viavai di gente tutte con un mazzo di fiori in mano, per la verità anche mio padre li portava aveva comprato dei Garofani rossi appena scesi dal tram perchè il tram li faceva capolinea cioè nella piazza antistante il cimitero il tram poi tornava indietro.

Poi venni a sapere che quel giorno dovevano traslare il Nonno dalla sepoltura alla Nicchia, quindi quando arrivammo alla cappella trovai anche le mie Zie, mio cugino ed altri parenti che non avevo mai visto se non di sfuggita.

Dati gli abbracci e baci entrarono tutti nella Cappella ed io rimasi fuori con mio cugino, al solito la mia curiosità prese il sopravvento ma non ad entrare nella cappella per vedere cosa stavano facendo a girare intorno e vedere altre cappelle e se dallo spioncino della lapide si vedessero altre Ossa, si ormai era passata la paura.

Ma le cose andavano per le lunghe e mi incominciai a stufare di girovagare, trovai subito cosa altro fare, appena fuori la Cappella cera una piccola scalinata di 5-6 scalini anche abbastanza alti quindi l’inclinazione era molta e cera un passamano bello largo su cui uno poteva sedersi sopra e scivolare a valle, detto fatto, il passamano era fatto di pietra lavica un poco ruvida mi sedetti sopra e scivolai fino in basso.

Un bel divertimento pensai, e cosi rifeci di nuovo il passaggio, lo feci per molte volte, mio cugino mi diceva, fermati ti fai male, ma io continuavo perchè era divertente, ma ad un certo punto senti bruciarmi un poco il sedere , mi passai le mani sul sedere e li fu la tragedia, il mio calzone nuovo aveva aperto 2 bei buchi sul sedere, si era consumata la stoffa di flanella sulla pietra ruvida, facendo vedere le mie mutandine.

Vi lascio immaginare la mia paura, ora che esce mio Padre sono morto pensai in Calzone Nuovo e chi lo dice a mia Madre, insomma tragedia delle tragedie, subito mi sedetti sul primo scalino e non mi mossi più fino a che non uscirono tutti dalla cappella, ma mio cugino appena uscirono diede la bella notizia a tutti quanti compreso mio Padre, che mi prese per il bavero della Giacca che avevo e girandomi mise in mostra a tutti i due buchi nel pantalone, al che tutti scoppiarono a ridere ed anche mio padre.

Il quale per punizione mi disse cosi verrai a casa adesso, vi lascio immaginare la mia vergogna che camminavo per strada con 2 buchi sul pantalone nuovo, ed anche quando arrivai a casa ed i miei amici mi videro il pantalone con i buchi e si vedevano le mutandine, il pavone aveva abbassato le penne, volevo solo nascondermi camminavo rasente i muri cercando di non far vedere i buchi.

Passai diversi giorni d’inferno sia per la punizione che mi inflisse mia madre che gli sberleffi dei miei amici, che mi giravano intorno per vedere se avevo ancora il calzone con i buchi.

Da allora non sono scivolato più sui corrimano.

Ciao alla prossima (8-D


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