R
Roby
Guest
Sento il dovere, in qualità di essere umano, di fratello, che lavora e aiuta realmente il prossimo di tentare una riflessione sul giorno della Bontà un pò fuori dalle righe! Riflessione che, se letta fino in fondo alla pagina, sono sicuro che non offenderà nessun, ma spero anzi...
L'evento religioso o laico del Natale penso che dovrebbe indurci a riflettere su quella che è divenuta una tradizione fintamente bonaria.
sotto la crosta zuccherina dei buoni propositi, della bontà, dell'unità si nascondono infatti spesso (quasi sempre) brandelli di lebbra targate "ipocrisia, convenienza, desiderio di possesso, menefreghismo verso il prossimo...", tanto che risulta paradossale parlare di gionata del bene. La mia critica è contro la tradizione istituzionalizzata dell'evento: la ricorrenza che crea il piccolo miracolo dell'unità, felicità e riposo dalle fatiche del lavoro/sfruttamento, da parte di istituzioni preposte a mantenere la divisione e lo sfruttamento e il cui scopo, in questo caso, è quello di farci vivere in una fiaba incantata, tanto per darci il contentino e tenerci buoni[}
]
La famiglia riunita intorno ad un albero ben addobbato, che cena, brinda e guarda Mike in tv, mi sembra l'immagine da cartolina di un mondo che non risulta essere quello reale, soprattutto nella crisi di oggi (ma non solo). Dimenticando, per un giorno, chi non può festeggiare, chi viene sfruttato, violentato ed ucciso, le enormi guerre e la condizione (nostra) di pace armata. Sovente l'esercito italiano spunta alla tele per ricordarci chi siamo: un popolo, come tanti, con l'illusione della pace (quella loro). Ma non dimentichiamoci che Gesù era contro ogni esercito ed è venuto a portare la vera fratellanza (non si è chiuso con sua madre e sua zia in casa, in nessuno dei festeggiamenti allora ricorrenti). Voi direte che lui aveva un compito, bene, io dico invece (e non lo dico certo da cristiano) che l'essere cristiani corrisponde nel riconoscersi in alcuni principii condivisibili anche da chi non lo è: incontrare l'altro fuori dal proprio territorio di sicurezza; combattere le ingiustizie...; fare, anche a rischio della propria vita! Mi sembra il colmo che ha ricordarlo siano e continuino ad essere personaggi lontani dalla religione cristiana... (o forse è un bene?).
Festeggerò il Natale solo quando esso non rapprenterà pi+ il momento di stasi collettiva, ma il giorno della vera rinascita della luce!!!
(Nel mio cuore, la speranza è viva ogni giorno).
Cristian
L'evento religioso o laico del Natale penso che dovrebbe indurci a riflettere su quella che è divenuta una tradizione fintamente bonaria.
sotto la crosta zuccherina dei buoni propositi, della bontà, dell'unità si nascondono infatti spesso (quasi sempre) brandelli di lebbra targate "ipocrisia, convenienza, desiderio di possesso, menefreghismo verso il prossimo...", tanto che risulta paradossale parlare di gionata del bene. La mia critica è contro la tradizione istituzionalizzata dell'evento: la ricorrenza che crea il piccolo miracolo dell'unità, felicità e riposo dalle fatiche del lavoro/sfruttamento, da parte di istituzioni preposte a mantenere la divisione e lo sfruttamento e il cui scopo, in questo caso, è quello di farci vivere in una fiaba incantata, tanto per darci il contentino e tenerci buoni[}

La famiglia riunita intorno ad un albero ben addobbato, che cena, brinda e guarda Mike in tv, mi sembra l'immagine da cartolina di un mondo che non risulta essere quello reale, soprattutto nella crisi di oggi (ma non solo). Dimenticando, per un giorno, chi non può festeggiare, chi viene sfruttato, violentato ed ucciso, le enormi guerre e la condizione (nostra) di pace armata. Sovente l'esercito italiano spunta alla tele per ricordarci chi siamo: un popolo, come tanti, con l'illusione della pace (quella loro). Ma non dimentichiamoci che Gesù era contro ogni esercito ed è venuto a portare la vera fratellanza (non si è chiuso con sua madre e sua zia in casa, in nessuno dei festeggiamenti allora ricorrenti). Voi direte che lui aveva un compito, bene, io dico invece (e non lo dico certo da cristiano) che l'essere cristiani corrisponde nel riconoscersi in alcuni principii condivisibili anche da chi non lo è: incontrare l'altro fuori dal proprio territorio di sicurezza; combattere le ingiustizie...; fare, anche a rischio della propria vita! Mi sembra il colmo che ha ricordarlo siano e continuino ad essere personaggi lontani dalla religione cristiana... (o forse è un bene?).
Festeggerò il Natale solo quando esso non rapprenterà pi+ il momento di stasi collettiva, ma il giorno della vera rinascita della luce!!!
(Nel mio cuore, la speranza è viva ogni giorno).
Cristian