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SECONDO COLPO DI STATO ?

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[h=1]Salvini: io di nuovo indagato sui migranti. Di Maio: «Anch’io ma non faccio Napoleone». Che cosa accade ora e cosa farà il M5S[/h] [h=2]Oltre ai due vicepremier, sono indagati anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dei trasporti Danilo Toninelli[/h] di Redazione Milano online
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Salvini all’inaugurazione della nuova Questura di Monza: sulla cover del cellulare la frase in dialetto milanese «Sta su de doss!» ovvero «Non mi stressare!»(LaPresse)
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Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è nuovamente indagato per sequestro di persona dalla procura di Siracusa, per la vicenda della nave Sea Watch. Lo ha annunciato lui stesso da Monza, durante una conferenza stampa in prefettura. «Sono stato iscritto a giudizio per un altro reato, un altro sequestro di persona che avrei commesso dal 24 al 30 gennaio 2019 a Siracusa. Il procuratore Carmelo Zuccaro mi comunica questa cosa. Ha chiesto l’archiviazione ma anche l’altra volta era andata così. Sono nuovamente indagato ma finché faccio il ministro dell’Interno, i colleghi ministri possono dire quello che vogliono, anzi approfitto per rispondere a qualche ministro: per me i porti restano e resteranno chiusi. Possono aprire altri 18 procedimenti penali nei miei confronti, non cambio idea e non cambio atteggiamento», ha aggiunto Salvini. Ai cronisti che gli chiedevano se le ultime polemiche possano portare a una crisi di governo, Salvini ha risposto: «Non lo so, io non cambio idea». Nel pomeriggio arriva la controreplica di Di Maio: «Ho letto dell’indagine a carico del ministro Salvini, io ieri ho ricevuto la stessa notifica. Sono indagato, ma non mi sento Napoleone. Questo è un momento molto importante per il nostro Paese, quindi lavoriamo con il massimo del supporto». Oltre ai due vicepremier, sono indagati anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dei trasporti Danilo Toninelli.










[h=5]La replica a Di Maio[/h]
«Rispetto il lavoro del collega Di Maio che si occupa di lavoro, ma sui temi di controllo dei confini e di criminalità organizzata sono io a decidere», ha aggiunto Salvini, rispondendo all’intervista sul Corriere del ministro del Lavoro secondo il quale la chiusura dei porti è una soluzione «solo temporanea». «Se il ministro Di Maio e Trenta la pensano in modo diverso lo dicano in Consiglio dei ministri e faremo una franca discussione - ha proseguito -. I porti con me rimangono indisponibili chiusi e sigillati ai trafficanti di esseri umani». E ancora: «Il ministro Di Maio si occupa di lavoro e di sviluppo economico e non mi permetto di dargli lezioni su come risolvere le centinaia di crisi aziendali che sono ferme sul suo tavolo, ma chiedo altrettanto rispetto, di ordine pubblico, sicurezza e difesa dei confini me ne occupo io, penso di averlo fatto bene in questi dieci mesi, se qualcuno dei miei colleghi non è d’accordo lo dica, con la differenza che io ci metto la faccia e rischio personalmente».

[h=5]La controreplica del M5S[/h]
Parole a cui fanno da contraltare quelle attribuite dalle agenzie di stampa a «fonti» del Movimento 5 Stelle: «È curiosa la posizione del ministro dell’Interno. Quando teme di essere processato dice che le cose si fanno insieme, quando invece è in campagna elettorale dice che decide da solo sui porti. Hai capito Salvini...».





[h=5]Trenta: «Posso dare lezioni di diritto internazionale ai leghisti»[/h]
Sempre lunedì mattina il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, in merito alla situazione della Libia, si è rivolta a Salvini: «Oggi vedo che la Lega e qualche movimento di estrema destra sono partiti all’attacco della sottoscritta. Posso invitarli tutti da me, al ministero, così gli spiego un po’ di diritto internazionale e magari capiscono cosa possono produrre i loro toni aggressivi sulla Libia». Trenta ha poi sottolineato il «paradosso» che «gli stessi che gridano alla guerra, dalla Lega a Fdi, sono gli stessi che fanno propaganda sui migranti». In sostanza, ribadisce il ministro della Difesa, Salvini e Meloni «non hanno capito che alzando i toni come fanno rischiano solo di destabilizzare ulteriormente la situazione. Provocando così loro, per primi, nuovi flussi migratori verso l’Italia». «Per il diritto internazionale - ha quindi proseguito Trenta - chi scappa da una guerra non è un migrante economico, quindi di questo noi dobbiamo tener conto. Lo status di chi scappa da un Paese in guerra è uno status di un richiedente asilo. Questo è quello che ci dice il diritto internazionale e quello a cui credo che, come Paese, dobbiamo attenerci». A chi le ha chiesto se chi scappa in questo momento da Tripoli sia da ritenersi un rifugiato, il ministro ha poi risposto: «Nel momento in cui la situazione dovesse veramente sfuggire di mano. E comunque in questo momento a Tripoli c’è la guerra...».

[h=5]Il carabiniere ucciso[/h]
Salvini, durante la cerimonia di inaugurazione della nuova Questura, ha voluto rivolgere una «preghiera» per Vincenzo Di Gennaro, il maresciallo dei carabinieri ucciso nel Foggiano. «Qualcuno vorrebbe che le forze dell’ordine fossero immortali. Purtroppo non è così - ha detto - e vorrei che ogni goccia di sangue fosse da stimolo per altri perché sento molti giovani che dicono “vorrei fare il carabiniere, vorrei fare il poliziotto”. Non sono sacrifici vani: sappiano i delinquenti che lo Stato è più forte».

[h=5]«Siete una famiglia»[/h]
Più tardi, all’inaugurazione del nuovo Comando Provinciale dei carabinieri di Monza e Brianza, Salvini si è rivolto ai militari: «La mattina voi vi alzate e il vostro lavoro comporta più rischi per difendere la giustizia e la democrazia, siete una famiglia e quando, come negli ultimi mesi, viene messa in dubbio l’onorabilità di questa famiglia, io mi arrabbio». Salvini ha poi aggiunto che «l’eventuale non amore di pochi non può ledere il senso di missione di tutti gli altri». Dopo aver depositato una corona in memoria dei caduti dell’Arma, al fianco del comandante generale dei carabinieri generale Giovanni Nistri e del neo comandante provinciale Simone Pacioni, Salvini ha nuovamente ricordato il maresciallo ucciso.


CERTA GENTE VOMITA VOLENTIERI SUL PIATTO IN CUI MANGIA IL CAOS è CHE SUL QUEL PIATTO NON CI MAGERANNO PIU I LORO FIGLI E NIPOTI , SE CADE IL GOVERNO
 
Il comico Dado Pellegrini aggredito dall’ex fidanzato 17enne della figlia

Il ragazzo ha scagliato un pugno al protagonista di Zelig, perché gli aveva intimato di smettere di molestare la 14enne che da mesi subiva le sue angherie

di Redazione Online[IMG2=JSON]{"data-align":"none","data-size":"full","src":"https:\/\/images2.corriereobjects.it\/methode_image\/2019\/04\/14\/Spettacoli\/Foto%20Spettacoli%20-%20Trattate\/dado-ki0E-U31101299773762Y8C-593x443@Corriere-Web-Sezioni.jpg?v=20190414174142"}[/IMG2]
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Un volto noto di Zelig e Colorado che finisce in una storia figlia di questi tempi guasti, dove i ruoli e il concetto di giovani e adulti si confondono: Davide Pellegrini, per tutti Dado, è stato picchiato a Roma dall’ex fidanzato della figlia, appena 17enne, ma ha deciso di non far passare la cosa sotto silenzio e di pubblicare una foto sui suoi profili social, dove appaiono evidenti i segni dell’aggressione.

Persecuzione durata mesi


Il ragazzo da mesi perseguitava la figlia del comico, appena 14enne, offendendola a scuola e sui social.Nonostante la denuncia all’istituto e pure ai genitori, il bullo non ha smesso finché è arrivato al punto di aggredire Dado, con un pugno sul volto che ha costretto il comico a ricorrere alle cure dell’ospedale, dove è stato trattenuto per 48 ore prima di venire rilasciato.





14 aprile 2019 (modifica il 14 aprile 2019 | 18:36)



SIAMO SOLI E PENSARE CHE PAGHIAMO UN SACCO DI TASSE
SE LA STUPRANO èRA CONSENZIENTE
SE LA UCCIDONO ALLORA "FORSE" SI MUOVO.
GLI ALTRI SIAMO NOI CE LO DIMENTICHIAMO SEMPRE.
 
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