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Migranti massacrano poliziotto. Pugnalato a sangue in casa: le foto choc


Il ministro dell'Interno ha condiviso sui social le foto del commissario di polizia, Nuccio Garozzo, che è stato aggredito da due migranti

Giovanna Stella - Ven, 31/08/2018 - 15:19
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Solo ieri, avevamo scritto di due ladri extracomunitari armati di taglierino che si sono arrampicati fino al secondo piano di un palazzo per introdursi nell'appartamento del commissario di polizia, Nuccio Garozzo, dove vive con la moglie e le due figlie.


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Il commissario di polizia ha colto sul fatto i due ladri, li ha bloccati, ma non appena sono arrivati gli agenti uno è scappato. Così soltanto uno dei due è stato fermato. E già ieri si parlava di ferite profonde per Nuccio Garozzo, ma ora a pubblicare le foto per dimostrare come i ladri l'abbiano ridotto è il ministro dell'Interno. E le foto fanno venire i brividi.

Negli scatti pubblicati dal Matteo Salvini, infatti, si vede l'agente con il volto tumefatto e coperto dal suo stesso sangue. "Siamo alla FOLLIA - scrive il vice premier leghista -. A Catania, il commissario di Polizia Nuccio Garozzo è stato aggredito A SANGUE in casa propria da una banda di immigrati, uno dei quali è un ghanese in Italia per 'motivi umanitari'. Tutta la mia solidarietà al commissario, che ho appena sentito al telefono e che dovrà convivere con 80 punti di sutura. Per questo presunto profugo invece nessuno sconto, espulsione IMMEDIATA. Con il #DecretoSicurezza qualsiasi richiedente asilo che commette un reato in Italia verrà cacciato dal nostro Paese, senza eccezioni. Chi ci porta la guerra in casa NON è il benvenuto. P.s. Se si fosse anche difeso, il poliziotto ora sarebbe indagato. Una legge GIUSTA sulla legittima difesa che tuteli gli aggrediti e non gli aggressori è una delle nostre priorità".



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Matteo Salvini
9 ore fa
Siamo alla FOLLIA.
A Catania, il commissario di Polizia Nuccio Garozzo è stato aggredito A SANGUE in casa propria da una banda di immigrati, uno dei quali è un ghanese in Italia per “motivi umanitari”.
Tutta la mia solidarietà al commissario, che ho appena sentito al telefono e che dovrà convivere con 80 punti di sutura.
Per questo presunto profugo invece nessuno sconto, espulsione IMMEDIATA. Con il #DecretoSicurezza qualsiasi richiedente asilo che commette un reato in Italia...
Altro...

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La pestano e poi la violentano: arrestati 2 immigrati tunisini


La donna stava rientrando verso casa quando è stata aggredita. Prima l'hanno palpata ovunque e poi l'hanno picchiata

Aurora Vigne - Ven, 31/08/2018 - 20:58
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Due tunisini sono stati arrestati a Carpi, in provincia di Modena, con l'accusa di rapina e violenza sessuale.
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L'aggressione si è consumata giovedì sera intorno alle 23. Una 41enne, la cui identità non si conosce ancora, stava rientrando a casa quando è stata intercettata dai due immigrati nei pressi di un parchetto in Via Volta. La donna è stata ripetutamente palpeggiata e infine picchiata, tanto da procurarle una ecchimosi all’occhio destro ed una ferita alla palpebra inferiore destra.

I tunisini, dopo la violenza sessuale, hanno infatti cercato di stordirla per poi rubarle il cellulare e i contanti (un totale di 70 euro). I due sono poi fuggiti a piedi.

Il lavoro dei militari del Nucleo Operativo e Radiomobiled della Compagnia Cc di Carpi è stato facilitato grazie alla segnalazione di un passante. I due sono stati rintracciati presso le rispettive abitazioni. La donna è stata visitata presso l’ospedale di Carpi. La prognosi ancora non si conosce.


 
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[h=1]Pistoia, 2 anni di irregolarità dietro chiusura Cas di don Biancalani[/h] [h=2][/h]
Una storia segnata da numerose anomalie e violazioni degli obblighi di legge quella del Cas di cui era responsabile don Biancalani: un rapido excursus

Federico Garau - Ven, 31/08/2018 - 15:07
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Una storia travagliata quella del centro di accoglienza straordinaria (Cas) che ha trovato posto presso la parrocchia di Santa Maria Maggiore di Vicofaro e quella di Ramini (Pistoia).
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Un ente gestito dall’associazione “Virgilio città futura” che vede la luce nell’aprile del 2016 e che trova il suo referente in don Massimo Biancalani.

I primi problemi dopo soli due mesi, con una multa di 320 euro ricevuta per non aver dichiarato la presenza di uno straniero del Ghana, accolto come ospite nella struttura. Dopo aver violato l’obbligo di denuncia del fatto previsto dalla legge, inoltre, la sanzione comminata non è stata neppure pagata, tanto da obbligare il prefetto ad emettere un’ingiunzione di pagamento.

Un’altra grana arriva nell’ottobre del 2017, a seguito della creazione della “Pizzeria del rifugiato” nella parrocchia di Vicofaro. Dopo qualche giorno, infatti, scattano le manette ai polsi di uno degli ospiti stranieri con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti, tuttavia don Biancalani aveva difeso il suo protetto anche su Radio24. Nell’intervento a “La Zanzara”si era così espresso, come riportato da La Nazione. “Il ragazzo nigeriano fermato? Mi sembra una cosa un po’ ipocrita sinceramente. Se mi va a Prato questo ragazzo e sta alla stazione, cosa cambia, che politica è? Perlomeno in parrocchia lo seguo io...”.

Passando al 14 febbraio del corrente anno, il gravissimo episodio emerso a seguito di controlli da parte della polizia di stato. Numerosi i cittadini stranieri segnalati all’interno del Cas che non risultavano inseriti nelle liste dei rifugiati gestiti dal don. Non solo, molti di essi avevano subìto la revoca delle misure di accoglienza per motivi disciplinari o a causa dell’arresto in seguito ad attività di spaccio di droga. L’8 marzo gli agenti sono costretti ad intervenire presso il centro della parrocchia di Ramini, dove un richiedente asilo stava minacciando con un coltello un altro ospite della struttura, anche quest’ultimo non dichiarato perché privato dei diritti di accoglienza. Pochi giorni dopo, stavolta nuovamente a Vicofaro, un richiedente asilo non dichiarato in quanto già arrestato nel maggio del 2017 per spaccio, finisce nuovamente in manette per lo stesso reato.

Tutte irregolarità che portano le forze dell’ordine ad intensificare i controlli. Sempre a marzo, numerose anomalie a Ramini, a partire dall’arresto di un richiedente asilo per spaccio, anche in questo caso estraneo al progetto Cas. Così come estranei e non denunciati come ospiti della struttura numerosi altri stranieri, tra cui una donna incinta. Da quel momento in poi, ad ogni singolo controllo da parte delle forze dell’ordine salteranno fuori numerose violazioni dell’obbligo di presentazione della dichiarazione di ospitalità.

Infine le verifiche dello scorso luglio, con la segnalazione delle precarie condizioni igienico-sanitarie degli ambienti di cui si componeva la struttura di accoglienza in questione. Tutte irregolarità che hanno portato agli sviluppi recenti, con la chiusura del centro.
 
Italiano e immigrato stuprano 21enne. Facchinetti: "Per loro pena di morte"


Così i due indagati avrebbero violentato la 21enne. Il post di Francesco Facchinetti: "Non esiste perdono per queste merde ma solo la pena di morte"

Claudio Cartaldo - Ven, 31/08/2018 - 21:12
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"Uno come me in galera?". Così uno dei due indiziati per lo stupro ai danni di una 21enne italiana a Parma si sarebbe rivolto agli agenti che andavano a prelevarlo al suo attico.
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Quell'appartamento che sarebbe anche il teatro di una violenza indicibile, messa in atto per cinque lunghe ore da un italiano e un immigrato.

Partiamo dai fatti. La Polizia di Stato che ha messo le manette ai polsi di un 46enne italiano ed un 53enne nigeriano accusandoli di violenza sessuale e lesioni pluriaggravate. Le indagini sono partite da una segnalazione del Pronto Soccorso dove la giovane si era recata a seguito delle violenze subite. Le ore dell’orrore risalgono alla notte tra il 18 ed il 19 luglio. Uno dei due accusati, F.P, 46 anni, avrebbe invitato la donna nella propria casa. Per avvicinarla, tramite social network, secondo Repubblica le avrebbe scritto: “Sono uno regolare”. Poi, però, la serata si sarebbe trasformata in un incubo.

Una volta nell’appartamento, il 46enne avrebbe chiamato il suo spacciatore abituale per chiedere un rifornimento di droga. Infine l'orrore: i due avrebbero immobilizzato la 21enne e l’avrebbero imbavagliata, così da costringerla con la forza a 5 lunghe ore di violenza. All'interno dell'attico, la polizia - scrive Rep - avrebbe trovato un borsone con "strumenti di tortura", tra cui "un morso per tappare la bocca e fruste".

La ragazza, rientrata a casa quella stessa sera, non ne avrebbe immediatamente parlato con le autorità. È stata la madre a portarla oll’ospedale, preoccupata dalla figlia che non voleva mangiare. I medici hanno allora trovato sul suo corpo i segni della violenza, l’hanno dimessa con 45 giorni di prognosi e hanno avvisato la Polizia. Grazie al racconto della ragazza, gli agenti sono riusciti a ricostruire quanto accaduto e a fermare i due presunti colpevoli.

Fanno discutere, intanto, le dichiarazioni su Facebook di Francesco Facchinetti. Che riferendosi alla vicenda di Parma, scrive: “Non esiste perdono per queste merde ma solo la pena di morte! E se lo stato non sarà in grado di far giustizia ci faremo giustizia da soli perché così non si può più continuare! Mi prendo tutte le responsabilità di quello che dico”.




 
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