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SIAMO DEI "PIGS" MAIALI PER LA EU

Alien.

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Avevano ragione quei “pigs” che si ribellarono alla UE
Di
Flaminia Camilletti
-
28/03/2020
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Noi ci avevamo visto lungo: per l’Unione Europea non siamo nient’altro che PIIGS. È infatti quasi di tre anni fa la nostra recensione del documentario scritto, prodotto e diretto da Adriano Cutraro, Federico Greco, Mirko Melchiorre.
Colpo alla mafia a Palermo, intercettazione: "Li vogliamo uscire quei soldi?"



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PIIGS è uscito nel giugno del 2017 ed acclamato dalla critica per aver portato alla ribalta temi che allora sembravano dei tabù ma che oggi sono rivendicati da tutti, anche dai più insospettabili come Mario Draghi.
PIIGS torna a essere di drammatica, stringente attualità. Il documentario spiega in maniera semplice e appassionante cosa dovremo aspettarci dal tracollo economico che seguirà alla pandemia, svelando i retroscena dell’economia italiana ed europea e i motivi per i quali l’Unione europea non si sta dimostrando così solidale come tutti pretendiamo che sia.
La crisi del Coronavirus può essere l’occasione per applicare la MMT con o senza Europa

Il documentario propone un nuovo modello economico chiamato MMT (Modern Money Theory), negli ultimi anni questa dottrina è stata studiata ovunque. Nello specifico il termine di teoria monetaria moderna (MMT in inglese) viene coniato dall’economista australiano William Mitchell che promuove l’adozione di politiche economiche di stampo interventista da parte del settore pubblico, incluso l’uso dello strumento del deficit di bilancio attuato dallo Stato, in qualità di strumenti finalizzati all’incremento della produttività economica nazionale.
Sostanzialmente il pubblico deve farsi carico del debito privato e supportarne la crescita e lo sviluppo. Questo concetto, per anni considerato un tabù, viene oggi condiviso e apprezzato da molti, ma PIIGS può spiegarvi perché alcuni Paesi dell’Unione Europea non sono pronti ad adottare queste misure e perché non lo saranno mai.
La crisi del Coronavirus può essere l’occasione per sfruttare applicare la MMT con o senza Europa e risolvere la più grande crisi economica mondiale dal dopoguerra a oggi. “La Federal Reserve stamperà come Buzz Lightyear: verso l’infinito e oltre”, lo ha scritto il Financial Times apprezzando le misure adottate da Trump (2.000 miliardi di dollari immessi nell’economia).
Infine anche Mario Draghi si è espresso per la prima volta ribaltando tutti i dogmi fin qui seguiti e adottati nell’Ue, sempre sul Financial Times.
I tempi sono maturi per cambiare le ricette economiche che ci hanno condotto fino a qui, noi e quelli di PIIGS vi avevamo avvertito.
LEGGI ANCHE: Quei “maiali” che si ribellano all’Europa


SIAMO IN REGIME NAZISTA .




 
MA LO VOLETE CAPIRE CHE PER I COMUNISTI FATE SCHIFO ? O NO!
AMANO SOLO LORO!


Coronavirus, "servizio garantito": mascherine per tutti gli immigrati, ma non per i medici in prima linea
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Antonio Rapisarda 29 marzo 2020

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In piena emergenza pandemia, con Schengen sospeso, con gli italiani che non possono rientrare dall' estero, dove non è possibile nemmeno spostarsi da Comune a Comune e a stento ci si può recare a fare la spesa al market sotto casa, sbarcare clandestinamente in Italia - come se nulla fosse - resta facilissimo. C' è da dire, però, che se i confini di mare con i giallorossi continuano a essere autostrade libere (240 arrivi in piena crisi epidemiologica, questo il numero ufficiale snocciolato ieri dal ministro dell' Interno Lamorgese), ci pensano gli scafisti ad adattarsi al Covid-19: nel senso che prima di abbandonare il loro carico di essere umani stanno attenti a seguire tutte le "procedure". Addirittura con dispositivi di sicurezza che gli italiani, persino quelli in prima linea nelle strade e negli ospedali, faticano ancora maledettamente a trovare.



Sapevano tutto ma pensavano a Sanremo. Coronavirus, primo caso a Capodanno: il documento inchioda Cone Sapevano tutto ma pensavano a Sanremo. Coronavirus, primo caso a Capodanno: il documento inchioda Cone


DOTAZIONE PERFETTA
Paradossale? Basta vedere ciò che è avvenuto sulla costa di Brindisi, in Puglia, dove venerdì mattina scorso sono sbarcati quarantaquattro immigrati (quaranta uomini, tre donne e un bambino, di origini egiziane, irachene e curde
) intercettati dopo qualche ora da una pattuglia di un istituto privato di vigilanza. Sorpresa nella sorpresa è stata come si sono presentati gli immigrati ai controllori: tutti rigorosamente muniti di mascherine. E non quelle «modello Bugs Bunny il coniglietto», per dirla polemicamente con Vincenzo De Luca (a proposito dei dispositivi forniti dalla Protezione civile in Campania), ma quelle chirurgiche. Gentile "omaggio", secondo le prime ricostruzioni, proprio degli scafisti che hanno condotto l' imbarcazione nei pressi della costa pugliese. Giunti e intercettati poi in giro per le campagne limitrofe, è toccato alle Forze dell' ordine assicurarli ai sanitari e alla Protezione civile per i controlli del caso, a partire dal termo scanner per la rilevazione della temperatura corporea. Fatto ciò, con nessun caso da sottoporre a particolari protocolli sanitari, i migranti sono stati sistemati in quarantena nei centri di accoglienza della regione. Tutto, quindi, estremamente pericoloso - se non fossero stati trovati dal metronotte gli sbarcati avrebbero continuato a vagare senza alcun controllo;
e grottesco, a maggior ragione, il dettaglio delle mascherine.

PARAGONE IMPIETOSO
Una situazione paradossale che non poteva passare inosservata. «Quelle stesse mascherine che i nostri militari, i nostri poliziotti, i nostri carabinieri spesso non hanno, con tutte le conseguenze in termini di rischio, gli immigrati sbarcati le avevano: servizio completamente "garantito"», ha attaccato il deputato pugliese della Lega Rossano Sasso. L' esponente dell' opposizione di centrodestra stenta a crederci: «Gli italiani costretti a rimanere a casa, a non poter lavorare, gli immigrati liberi di sbarcare, muniti di mascherine dagli scafisti e subito accolti dalle istituzioni».
Insomma, scafisti e migranti dimostrano di essere più organizzati delle istituzioni italiane stesse, se è vero come è vero che le Regioni continuano a chiedere, inascoltate, i dispositivi per poter affrontare l' emergenza.

Qualche esempio? Partiamo dall' epicentro della crisi: la Lombardia. Qui il fabbisogno giornaliero, solo per gli ospedali, è di 300mila mascherine, che salgono a più di un milione se si conta anche il personale sociosanitario. Quante ne sono arrivate? Per ora solo 2,1 milioni contro i 30 milioni richiesti. In Veneto, altro fronte caldo, fino a venerdì mattina erano state consegnate 3.210 mascherine Ffp3 contro una richiesta di 200mila al giorno. Scendendo in Sicilia, troviamo il presidente della Regione Nello Musumeci che da giorni lancia appelli su appelli contro il rischio di combattere «una guerra con le fionde». Il risultato? Restando solo alle mascherine, su 5 milioni di protezioni richieste ne sono arrivate solo 80mila modello Ffp2 e Ffp3, mentre 439mila del modello Montrario, quelle denunciate sarcasticamente da Musumeci «panni Swiffer per la polvere». Si tratta, come è evidente, di un fabbisogno enorme, rispetto al quale la "risposta" della Consip - la centrale acquisti della pubblica amministrazione, finita al centro di mille polemiche con i governatori e che ieri parlava di «risultati significativi» (sic) - è stata la seguente: fino ad ora sono state consegnate 561.500 mascherine chirurgiche, Ffp2 e ffp3 «e ulteriori 311.800 in consegna entro il 3 aprile». Tempi biblici, totalmente fuori ritmo rispetto alla tempistica richiesta dall' emergenza, e numeri drasticamente insufficienti per una sola delle Regioni italiane. Figuriamoci tutte.



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