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[h=6]LO STUDIO[/h] [h=1]I rifiuti nel mare causano la morte di più di mille tartarughe l’anno[/h] [h=2]Una ricerca dell’università di Exter, nel Regno Unito, basata sui ritrovamenti sulle spiagge, ha mostrato come il materiale sia spesso causa della morte di questi animali[/h] di Silvia Morosi
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Centinaia di tartarughe marine muoiono ogni anno, intrappolate nei rifiuti dispersi in mare e sulle spiagge, compresi i sacchetti di plastica e le reti da pesca abbandonate (qui i risultati del primo campionamento dei rifiuti sulle spiagge italiane). Ad affermarlo è uno studio condotta dall’università di Exter, nel Regno Unito, che riprende precedenti ricerche che avevano già mostrato come le tartarughe fossero esposte al rischio portato dalla plastica, spesso ingerita (qui avevamo raccontato «L’odore della plastica che attira e uccide gli uccelli marini»). Il professor Brendan Godley, a capo del team, ha ricordato su Phys.org che, «con il continuo aumento della plastica nei mari, la minaccia per le tartarughe aumenta».


[h=5]La plastica mette a rischio l’intera fauna marina[/h]
Nel corso dell’ultimo secolo le possibilità di morte legate alla presenza di rifiuti negli oceani sono aumentare drasticamente per l’intera fauna marina. L’indagine condotta ha mostrato come il 91 cento delle tartarughe trovate bloccate dai rifiuti siano alla fine morte. Le altre hanno riportato ferite, che hanno talvolta reso necessario amputare alcune parti degli animali. Altre ancora, sopravvissute, sono state costrette a trascinarsi dietro i rifiuti. La ricerca è frutto di un sondaggio di 106 esperti attivi nello studio dell’ambiente marino in 43 diversi Paesi, fra Atlantico, Pacifico e Mediterraneo. L’84 per cento degli intervistati ha dichiarato di aver ritrovato «tartarughe impigliate nella plastica, nella spazzatura o nelle reti di pesca abbandonate».

[h=5]Impatto maggiore delle perdite di petrolio[/h]
Secondo il sondaggio, quindi, ogni anno morirebbero oltre mille tartarughe. Una stima «prudente», fanno sapere gli autori, dato che non tutti gli esemplari morti si depositano sulle spiagge e «molte tartarughe affondano nelle profondità degli oceani». La spazzatura di plastica negli oceani, compresi gli attrezzi da pesca perduti o buttati (che non sono biodegradabili), sono «una grave minaccia per le tartarughe marine», ha ricordato in un comunicato il professor Godley, primo autore del paper. Secondo gli esperti interpellati per la ricerca, la plastica nei mari «potrebbe avere un impatto a lungo termine maggiore delle perdite di petrolio», ha concluso Godley. «Abbiamo bisogno di ridurre il livello dei rifiuti di plastica e di passare a alternative biodegradabili».
 
[h=1]Curia vende all'imam i terreni per la moschea a Sesto fiorentino[/h] [h=2][/h]
Accanto al luogo di culto per i musulmani costruiranno un edificio cattolico

Lucio Di Marzo - Gio, 14/12/2017 - 11:57
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La Chiesa e la comunità islamica hanno raggiunto un accordo: la moschea si farà, a Sesto Fiorentino.


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E la si costruirà su terreni venduti dalla Curia locale, in un'operazione che coinvolge anche l'Università di Firenze, che invece cederà lo spazio necessario all'edificazione di un centro cattolica, che sarà proprio accanto al luogo di culto dei musulmani.

L'area su cui si costruiranno i due nuovi edifici è litrofa al Polo universitario scientifico di Sesto. Il 21 dicembre il consiglio d'amministrazione dell'ateneo sancirà formalmente il patto, ma i dettagli sono già chiari. E - scrive La Nazione - anche il valore dell'operazione: 260mila euro. Poi spetterà a Curia e musulmani trovare i finanziamenti per i due edifici.

"Tutti hanno diritto a un luogo degno per l’esercizio del proprio culto", aveva già detto il cardinale Giuseppe Betori, aggiungendo che la moschea in piazza dei Ciompi non era dignitosa. Nel messaggio di Natale aveva parlato chiaramente contro l'ipotesi di un referendum per chiedere ai cittadini se volessero una moschea.
 
[h=1]Il reddito di inclusione? ​Così finirà a 600mila stranieri[/h] [h=2][/h]
Il Reddito di inclusione partirà a gennaio. Fino a giugno coinvolte 500mila famiglie. Poi si allargherà a 700mila. Le regole per gli immigrati

Claudio Cartaldo - Gio, 14/12/2017 - 19:50
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Il reddito di inclusione (Rei), l'ultima delle manovre sociali approvate dal governo, finirà col sovvenzionare 600mila immigrati.






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A certificare il dato che in molti si attendevano è stato il Rapporto sulla Politica di Bilancio 2018 appena pubblicato dall'Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb). L'ente guidato da Giuseppe Pisauro ha analizzato, in base al numero di stranieri presenti sul territorio nazionale, al tasso di povertà di questi ultimi e alle regole per l'assegnazione dell'assegnao, quante famiglie (e di che tipo) godranno del Rei.

"La povertà assoluta è molto più diffusa tra i cittadini non italiani (il 27,4 per cento dei nuclei con capofamiglia non italiano è povero, contro il 4,5 di quelli con capofamiglia italiano)", scrivono gli esperti dell'Ufficio parlamentare come riporta Libero. Ecco perché alla fine quota di stranieri sarà consistente.

L'Ubp, in realtà, spiega che "il Rei garantisce un sostegno a quasi la metà dei nuclei poveri con capofamiglia di cittadinanza italiana, contro circa un terzo di quelli con capofamiglia straniero" e che "nel complesso (...) i nuclei beneficiari del Rei saranno per più di tre quarti italiani, pur non tenendo conto dei requisiti in termini di cittadinanza e residenza previsti dalla normativa, che dovrebbero restringere ulteriormente la platea di cittadini stranieri". Nonostante ciò, proprio a ragione del fatto che molte famiglie indigenti sono straniere, alla fine il peso degli immigrati sul Rei sarà non indifferente.

A conti fatti, scrive Libero, il 76% degli assegnatari del reddito di inclusione dovrebbe essere nato in Italia e il 24% potrebbe avere origine straniera. Il fatto è che il rapporto tra cittadini italiani e immigrati è di uno a dieci. E così, di fatto, scrive Libero, l'assegno "raggiungerà il 3% degli italiani e il 12% degli stranieri residenti in Italia". In numeri assoluti significa che su 700mila famiglie che riceveranno il sostegno dal governo, ben 168mila saranno con il capofamiglia straniero. Ovvero circa 600mila persone.

Il Reddito di inclusione partirà da gennaio e costerà alle casse dello Stato circa 2 miliardi di euro nel primo anno di attività. La prima trance prevede l'erogazione solo alle famiglie con a carico un minore, una donna in stato di gravidanza, un disabile o un disoccupato con più di 55 anni. Poi la platea si allargherà. Se al primo giro saranno circa 500mila famiglie a ottenerlo, a regime saranno 800mila, circa 2,5 milioni di persone. Di quanto si tratta? Per un nucleo di cinque persone in difficoltà economiche il governo ha previsto 485 euro, pari all’assegno sociale . Ed è il valore massimo che verrà corrisposto per un totale di non più di 18 mesi. Per gli immigrati ci sono delle ulteriori restrizioni: i cittadini extracomunitari potranno presentare domanda solo se in possesso di permesso di soggiorno di lungo periodo e se vivono nel Belpaese, in maniera continuativa, da almeno due anni. Mentre per i migranti che hanno già ottenuto lo status di rifugiato o la protezione internazionale varranno le stesse regole degli italiani. Per tutti i candidati, il reddito dovrà essere inferiore a 6mila euro l'anno.




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E GLI ITALIANI ?



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HANNO FATTO LA LEGGE PER LORO ?


AVANTI TUTTI [h=1]Immigrazione, la sentenza contro l'Inps: "Bonus mamme anche alle straniere appena arrivate in Italia"[/h]
14 Dicembre 2017

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Avanti tutti, per i migranti c'è posto e soprattutto soldi. Il Tribunale di Milano ha ordinato all'Inps di estendere il "premio nascita" di 800 euro una tantum a tutte le madri, anche quelle straniere che erano state escluse perché non in possesso di soggiorno di lungo periodo. Secondo le toghe la linea dell'Istituto di previdenza è "discriminatoria": accolto così il ricorso, spiega il Quotidiano nazionale, delle associazioni ASGI, APN e Fondazione Piccini.


L'Inps precisa di aver "chiesto alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al ministero del Lavoro e al Mef se intendano confermare l'orientamento finora espresso sulla limitazione del Bonus mamma domani alle residenti e immigrate con permesso di lungo soggiorno. Il Governo non ci ha ancora risposto". "Confidiamo che ora l'Inps si adegui rapidamente alla decisione del Tribunale", ha commentato l'avvocato Alberto Guariso, che assisteva le associazioni. "
Nel frattempo - sottolineano le stesse associazioni - è importante che tutte le donne straniere che si trovano almeno al settimo mese di gravidanza entro il 31 dicembre facciano domanda all'Inps al fine di poter beneficiare della decisione milanese".
 

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