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Una irrefrenabile marea di spazzatura radioattiva e di rifiuti chimici provenienti da Fukushima, si sta spingendo sempre piu’ vicina al Nord America. Anche se poter distruggere in modo sano tutta quella spazzatura solida è già un compito monumentale, la minaccia piu grande è “lo stufato” chimico misto ad acqua di mare.
Questo nuovo triplo disastro che sta galleggiando dal nord est del Giappone è un evento nucleare biologico e chimico senza precedenti . Ora isotopi radioattivi di cesio e stronzio sono nella catena alimentare marina, muovendosi sulla scala biologica dal plancton agli invertebrati e poi fino a pesci come il salmone e l’ippoglosso.
Anche gli animali marini sono esposti alle milioni di tonnellate di rifiuti biologici provenienti dai porcili e dai fanghi non trattati della costa giapponese ingolfata dallo tsunami e che trasportano patogeni incluso il virus della influenza avaria che si sa infetta pesci e tartarughe.
(…) Questo casino tossico non si fermerà sulla linea costiera. Molti composti chimici sono volatili e possono evaporare con l’acqua e formare nubi che precipiteranno come pioggia in Canada e nel nord degli USA.
(…)
Falsificare l’oceanografia
Poco dopo il disastro di Fukushima, un portavoce dell’ International Atomic Energy Agency (IAEA) al suo meeting annuale a Vienna disse che la piu’ parte dell’acqua radioattiva rilasciata dal devastato impianto nucleare 1 di Fukushima si sarebbe dispersa senza danno nell’Oceano Pacifico. Un altro esperto intervistato dalla BBC suggeri’ che tutto quel riversarsi in mare della radioattività non doveva preoccupare perché “l’estensione della corrente Kuroshio del Pacifico” avrebbe depositato le radiazioni nel mezzo dell’Oceano, dove gli isotopi pesanti si sarebbero inabissati nello scrigno del fondo del mare (modo di dire Davy Jones' locker).

A quel tempo, lo scrivente aveva messo in discussione questa sorta di cavolate non scientifiche dato che da tempo gli studi oceanografici avevano indicato che la Kuroshio (la corrente nera) porta forza alla corrente del nord del Pacifico, che attraversa rapidamente l’Oceano verso il Nord America. La corrente è una fascia relativamente stretta che si comporta come un nastro trasportatore. Il che significa che i materiali radioattivi non saranno dispersi e sedimentati, ma resteranno concentrati.


Dopo di che la IAEA fece marcia indietro rivedendo il suo precedente scenario, non plausibile. In una newsletter l’Ente Atomico fece la previsione che il cesio 137 avrebbe potuto raggiungere le coste di altri paesi “in molti anni o mesi”. Per essere accurati avrebbe dovuto dire invece dire “in molti mesi anziché anni”
(…) Le dinamiche dei fluidi a grande scala indicano che il disastro nucleare di Fukushima presto contaminerà la piu’ parte delle zone pescose vitali del Pacifico, che comprendono la metà della superficie marittima del pianeta.
Al di là della vita media di 30 anni del cesio, gli isotopi radioattivi saranno riciclati dozzine di volte o più. Una volta nel mare meridionale che circonda l’Antartico, le sostanze radioattive si muoveranno nell’Atlantico e nell’Oceano Indiano.
Se qualche genio malefico, un Capitano Nemo moderno, dovesse pianificare lo sterminio della vita sulla terra, non ci sarebbe posto migliore di Fukushima, per tratteggiare questa trama nefasta.


Quando arriveranno i rifiuti radioattivi sulla Costa Occidentale?
La distanza tra il Giappone del Nord est e il nord ovest del Pacifico è di ca 8000 km. La corrente Kuroshio del Pacifico del Nord fa normalmente il suo passaggio in ca 6-7 mesi. Materiali piu’ pesanti come il legno da costruzione, si muovono a circa metà della velocità, ma le sostanze chimiche disciolte nell’acqua hanno già cominciato a raggiungere il letto del Pacifico del Nord America, una realtà ignorata dai governi americano e canadese.
(…) resta il fatto che gli isotopi radioattivi incluso cesio, stronzio, cobalto e plutonio sono presenti nell’acqua di mare su una scala almeno 5 volte maggiore del fallout che si è verificato sul suolo di Fukushima.
Secondo una stima recente dell’Istituto di Protezione Radiologica e Sicurezza Nucleare che ha base in Francia, la radioattività che si è riversata nel mare a causa di Fukushima è 30 volte maggiore della quantità dichiarata dalla Tokyo Electric Power Company.
(…) Basandoci sul lavoro di un tossicologo nel nostro gruppo di consulenza, che ha lavorato su un sistema di nano-trattamento per distruggere i composti organici nelle fogne (per il governo di Hong Kong) è possibile delineare i maggiori tipi di sostanze chimiche pericolose rilasciate nel mare dallo tsunami.
- Polychlorinated biphenols (PCBs), dai trasformatori distrutti della corrente elettrica. I PCB sono distruttori ormonali che devastano gli organi riproduttivi, i nervi e i sistemi endocrino e immunitario.
- Ethylene glycol, usato come refrigerante nei frigoriferi negli impianti di confezionamento ittico sulle coste e come antigelo nelle macchine, causa danni ai reni e ad altri organi interni.
- I composti di carbonio 9-11 nella frazione idrosolubile del diesel e della benzina, causano cancri.
- I tensioattivi, inclusi detergenti, saponi e detersivo per bucato, sono composti basici (contro gli acidi) che causano lesioni agli occhi, pelle e intestini nei pesci e mammiferi marini.
- Pesticidi delle fattorie di costiera, organo-fosfati che danneggiano le cellule nervose e i tessuti cerebrali.
- - farmaci da farmacie e ospedali che sono stati trascinati in mare le cui minime quantità possono scatenare effetti collaterali.
Lungo la costa occidentale degli USA, si stanno già vedendo esseri marini che mostrano conseguenze da sostanze chimiche e questo a giudicare dai rapporti di mortalità e insolite ferite.
In agosto, centinaia di grandi calamari sono spiaggiati morti sulla costa meridionale della California (e questi pesci si muovono piu’ veloci della corrente)
I pellicani sono stati perforati poiché hanno attaccato i leoni marini apparentemente per una competizione causa carenza di cibo
Le orche, balene killer, sono morte nei fiumi dell’Alaska, dove normalmente non cercherebbero mai riparo
Le foche dagli anelli, la maggior fonte di cibo per gli orsi polari nel nord dell’Alaska, stanno soffrendo lesioni alle pinne e bocche. Poiché i mari artici sono al di fuori del flusso della Corrente del Nord Pacifico , questi piccoli mammiferi potrebbero soffrire a causa del fallout aereo portato dalla corrente a getto.
Questi primi rapporti indicano un declino negli invertebrati, che sono il cibo delle specie vertebrate. I calamari e forse le murene che formano molta della biomassa dell’oceano, stanno morendo. Il declino nella popolazione dei calamari, sta causando malnutrizione e lotte tra le specie superiori.
Mammiferi marini, uccelli e grandi pesci non stanno morendo direttamente dall’avvelenamento delle radiazioni; è troppo presto per lo sviluppo di cancri fatali. Stanno morendo invece per malnutrizione e mancanza di cibo perché le loro prede piu’ vulnerabili stanno soccombendo alla mistura tossica di radiazioni e sostanze chimiche.
La vulnerabilità degli invertebrati verso le radiazioni è stata confermata nelle acque immediatamente a sud di Fukushima. Delle squadre giapponesi di sommozzatori ha riportato un 90 percento di declino nelle colonie locali di orecchie di mare e di ricci di mare
COSA FARE
Il fatto che le autorità abbiano negato la vera portata di Fukushima ha impedito delle risposte efficaci, che avrebbero potuto contenere questo stillicidio tossico nel Pacifico. Anziché contenere i rifiuti nucleari e chimici dall’impianto 1 della TEPCO di Fukushima, il governo giapponese ha promosso la loro fuoriuscita nel mare .La successiva campagna di decontaminazione che ha fatto uso di getti ad acqua insaponata, in mare ha trasportato persino piu’ tossine, provenienti dal suolo.

Cosa possono fare i Canadesi e gli Americani per minimizzare i rifiuti che stanno arrivando alle coste? Poiché i governi federali degli USA (patria del GE) e del Canada ( sede della miniera di uranio di proprietà giapponese, la Cigar Lake) hanno deciso di non fare assolutamente nulla, dipenderà dalle comunità locali il fatto di proteggere la costa. (al testo originale le indicazioni dettagliate sui suggerimenti pratici )

By Yoichi Shimatsu, in esclusiva per Rense.com
Consulente ambientale con sede a Hong Kong ed ex Redattore Generale del Japan Times Weekly a Tokyo

Traduzione e sintesi, Cristina Bassi
FONTE: The Death Of The Pacific Ocean


 

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