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IMMIGRAZIONE DI MASSA [h=2]SOSTITUZIONE ETNICA. LA BONINO CONFERMA IL PIANO SOROS & C. DI SOSTITUZIONE ETNICA DELLA POPOLAZIONE[/h] 3 Aprile 2019
da Redazione
5 commenti

di Luciano Lago

Per Emma Bonino , parlamentare di più Europa , intervistata a margine del convegno “Le Contemporanee”, la soluzione ai problemi di sostenibilità del nostro welfare dovrebbe venire piuttosto da un ‘travaso‘ di persone: un travaso di persone dai paesi più popolosi dell’Africa.

Nella sua intervista la Bonino, ha ricordato che solo la Nigeria nel 2050 avrà più abitanti di tutta l’Eurozona: è inutile quindi spingere sulla natalità con sconti alle famiglie con figli, non è questa la soluzione ci vorrebbero delle generazioni.
“Bisogna organizzare un travaso di popolazione dall’Africa e in particolare dalla Nigeria che è il paese più popoloso e fra 50 anni avrà più popolazione che tutta l’Europa oppure se ci illudiamo che basta fare un muro e quelli rimangono là, beh non è così”, ha affermato la Bonino.


Ci dicevano che il piano di sostituzione etnica della popolazione era tutta una “bufala” inventata dai complottisti per diffondere odio, adesso ce lo conferma la Bonino, notoriamente una fiduciaria della Soros & C. , come da sua stessa ammissione.

Peggio, la promotrice dell’aborto libero, ci dice oggi che ci vorrebbe troppo tempo per favorire le nascite ed preferibile trasferire popolazione africana in Italia, meglio se dalla Nigeria.


Ci avevano avvisato di questo, a suo tempo,anche personaggi come l’antropologa Ida Magli che aveva scritto circa una volontà della classe politica europea di procedere
ad una “africanizzazione” dell’Italia e per queste sue affermazioni era stata emarginata dalla comunità scientifica e dai media.

Vi erano forti indizi di questo piano, anche per le relazioni fatte in sede ONU, quando avevano parlato dei problemi demografici dell’Europa.

Come soluzione al problema demografico dell’Italia (e di altri paesi europei) era scritto che bisognava «rimpiazzare» (come riportato nel titolo del dossier) l’Europa che invecchia con un massiccio afflusso di immigrati dall’Africa e dall’Asia.

Lo studio dell’ONU calcolava circa ventiseimilioni di immigrati e i loro discendenti che dovranno insediarsi nelle varie città italiane nel 2050. In quel momento, qualche anno fa, erano quasi 5 milioni, contro i 7,8 presenti in Germania.

Poteva sembrare assurdo e poco razionale un piano che prospettava di incrementare a tal punto una popolazione in un territorio già super popolato e problematico come quello italiano.
Tuttavia per i soloni dell’ONU e delle altre organizzazioni mondialiste prevedevano e pianificavano tutto, si doveva procedere verso la società globale, multiculturale, con l’abolizione degli stati nazionali.
Ce lo racccontavano gli intellettuali della sinistra globalista, dai Roberto Saviano agli Jacques Attali in Francia, ce lo diceva la Boldrini e lo sosteneva anche il Papa Bergoglio.
Da allora sono andati avanti anche all’ONU ed hanno partorito altri documenti, altri studi, tutti sulla stessa linea per arrivare poi al Global Compact, l’ultimo documento fatto sottoscrivere da una buona parte degli Stati europei.
Adesso arrivano le conferme e le ammissioni.


Dobbiamo ringraziare la Bonino che ribadisce con le sue dichiarazioni tutto quello che noi avevamo anticipato.
***

Allora se non lo avete capito il "piano Kalergi" diceva tutto questo :sostituire gli ITALIANI con gli africani...è ..come mai arrivano tutti ragazzi giovani e forti per poi unirsi con le nostre figlie e nipoti ma se come ho letto è vero che nei vaccini c'è la sterilizzazione dei maschi siamo fregati.

tranquilli tanto gli ITALIANI gli piace fare i MARTIRI ,sbranati dai leoni nel Colosseo,poi porgono sempre l'altra guancia ma quante guancia hanno gli ITALINI ?
 
MAGISTRATURA ...............no comet

[h=1]"Mia madre uccisa a bottigliate. I killer marocchini presto fuori"[/h] [h=2][/h]
Sono entrati in casa sua per un bicchiere d'acqua. Poi l'hanno colpita con una bottiglia in testa e l'hanno uccisa. Il figlio: "Mi vergogno di essere italiano"

Angelo Scarano - Mer, 03/04/2019 - 10:44
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Sono entrati in casa sua per un bicchiere d'acqua. Poi l'hanno colpita con una bottiglia in testa e l'hanno uccisa portando via oro e contanti per un bottino da 400 euro.
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Due marocchini di 19 anni circa due anni fa hanno messo a segno una rapina a Finale Emilia che ha spezzato la vita di Mirella Ansaloni, un'anziana morta per la mano assassina dei due banditi. Adesso dopo il processo, il pm ha chiesto per i due pena abbastanze ridotte: 8 e 12 anni. Il tutto, secondo quanto riporta il Giorno, per dare la possibilità ai due marocchini di reinserirsi nella società dopo aver scontato la pena.

Eppure questa richiesta della pubblica accusa fa parecchio discutere. Rubare e uccidere può valere così poco sul fronte penale? La rabbia del figlio della signora Ansaloni esplode subito dopo l'udienza: "Ancora non abbiamo la certezza che saranno confermate: la sentenza è attesa per il 12 aprile ma posso dire che sia io sia mio zio, così come il mio legale, siamo rimasti basiti: nessuno di noi se l’aspettava, anche perché i due responsabili già godono dello sconto di pena garantito dal rito abbreviato. È una vergogna: io stesso in questo momento mi vergogno di essere italiano", afferma il figlio della vittima, Simone Benati a il Giorno. A questo punto prende voce la rabbia di chi fa i conti con una giustizia strana: "Io lo definirei buonismo: tutti abbiamo figli e cerchiamo di educarli al meglio ma non è questa la strada giusta poiché quello che hanno fatto dimostra come di ‘basi educative’ non ne avessero. Abbiamo un bel da dire sul fatto che siano giovani e che non si meritino vent’anni in carcere... Eppure non si sono fatti molti scrupoli a rapinare una povera anziana; così come non ci hanno pensato due volte ad ammazzarla". Parole di fuoco che descrivono bene lo sconforto di Benati. Infine sottoliena: "Una pena rieducativa ci può stare ma un ulteriore sconto, come in questo caso, non credo possa aiutarli. Si sono già fatti due anni; dunque Ayoub tra poco tempo sarà fuori. Ritengo che quella che chiamano rieducazione dovrebbe essere ferrea: un insegnamento a vivere nella giustizia, lavorando all’interno del carcere per poi meritarsi, eventualmente, una riduzione della pena per buona condotta".


 
I PADRONI DELL'ITALIA


[h=1]Golpe 2011, Tremonti: Monti usò i soldi degli italiani per salvare le banche tedesche[/h] venerdì 29 marzo 15:59 - di Valerio Falerni
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Giulio Tremonti torna a parlare e, come d’incanto, l’orologio della politica finisce per riposizionarsi su quel fatidico 2011 che certamente sarà ricordato come l’anno in cui l’economia italiana si ritrovò improvvisamente al centro di un attacco speculativo, il cui esito politico si può riassumere nella fine dell’ultimo governo scelto dagli elettori, quello guidato da Silvio Berlusconi, e l’avvento di quello tecnico affidato a Mario Monti, nominato qualche settimana prima senatore a vita. Tremonti non è tipo da sterili nostalgie. Tutt’altro: i tormenti del 2011 li rievoca mentre parla del futuro dell’Europa e degli errori commessi nella sua costruzione e delle nefandezze compiute durante il percorso, a cominciare dal trattamento riservato alla Grecia da Francia e Germania prima ancora che dalla Ue. [h=3]Tramonti intervistato da ItaliaOggi[/h]
«Non ci sarebbe stato tutto quel terremoto verso la Grecia – ricorda l’ex-ministro in un’intervista a ItaliaOggi – se il debito non fosse stato nella pancia di banche tedesche e francesi». Qui Tremonti colloca il passaggio dei poteri da Berlusconi a Monti usando parole di fuoco: «Lo stesso golpe avvenne contro l’Italia, nel 2011, quando per mano tedesca e francese e con l’appoggio della “quinta colonna” italiana, invece di permetterci di votare, hanno fatto venire il governo Monti, che ci ha portato via i soldi e li ha dati alla Germania e alla Francia per salvare le loro banche. Quello fu un episodio di assoluto squallore» Parole che dovrebbero far discutere, ma che certamente saranno in gran parte ignorate per evitare di dover fare i conti con quella che resta una delle pagine più buie e misteriose della recente storia d’Italia [h=3]«L’operazione Monti premier? Squallore assoluto»[/h]
Ricordarle non serve a nessuno. Anzi, imbarazza tutti. Persino gli attuali partiti al governo, che sarebbero costretti a riconoscere che da allora l’Italia vive in una sorta di democrazia sospesa che neanche l’attuale maggioranza giallo-verde è riuscita ad archiviare del tutto dal momento che a Palazzo Chigi siede un premier, Giuseppe Conte, privo di qualsiasi legittimazione popolare. Quanto al futuro dell’Europa, pur evidenziandone i limiti Tremonti invita all’ottimismo. «L’America – spiega – ci ha messo due secoli per costruirsi come continente, noi abbiamo appena 70 anni. Dobbiamo procedere, anche se i trattati europei non parlano mai di crisi e fanno male perché dovevano prevedere situazioni di criticità. Invece riceviamo dieci chilometri di regole europee ogni anno come se niente fosse. Ma così – conclude – si arriva allo scollamento tra i vertici europei e la gente».


AHO...MA QUA LA MAGISTRATURA NON DICE NULLA ?

CON LE CHIACCHIERE NON SI FA IL PANE !

 
ALLE NOSTRE PORTE [h=1]Immigrati, carovana di 25mila persone verso l'Italia: ecco la data dell'invasione[/h]
4 Aprile 2019

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D'accordo, gli sbarchi di disperati sono scesi del 94% (evviva Salvini, evviva anche un po' Minniti!). D' accordo, mettiamoci anche l' ennesima massa di povericristi, i 64 salvati dalla solita Ong tedesca Sea Eye nelle ribollenti acque libiche e aggiungiamoci pure l' automatica reazione del Viminale che li fa deviare verso Amburgo. E, ok, riconosciamo che, senz' altro, sul "tema migranti", il flusso verso i nostri patri confini s' è interrotto; e che il Mediterraneo ora è più presidiato del Pacifico durante la seconda Guerra mondiale. Ma il vero problema non è la Libia, è la Grecia.

Leggi anche: Mare Jonio, sfregio di Casarini a Salvini

Mentre l' occhio di Salvini tutto controlla a sud, è a est che si sta progettando l' invasione. Accade infatti che il governo greco, che in tutti questi mesi ha accolto parte della deviazione africana dei flussi migratori, oggi, dovendo analizzare lo status di "rifugiato" di tutti i suoi migranti ha fatto trapelare, che, soprattutto per i campi profughi nella zona di Salonicco, le decisioni «ufficiali» delle autorità arriveranno dal «2022 in avanti». Cioè, in forza di una burocrazia invincibile superiore perfino a quella italiana, l' analisi della situazione d' accoglienza di ogni singolo ospite, durerà almeno per due anni. Due anni. Due anni rinchiuso in attesa del giudizio di Dio e di Tsipras, in spazi sovraffollati come carri bestiame, con qualche problemino d' igiene, e fosse soltanto quello. E che, dopo, mica è detto: potresti venire pure espulso. Una prospettiva drammatica. Alché la reazione rabbiosa degli accolti s' è trasformata in un piano operativo senza precedenti. Una marea di 25mila persone molto incazzate e in cerca d' una terra senza promessa, pare deciso a sfondare il confine albanese per risalire, via terra, in direzione Austria, Germania e Italia. Un insospettato passaggio a nord est che evoca le passate "rotte balcaniche".

I CURDI IN MARCIA
L'operazione scatterebbe tra il 10 e il 12 aprile prossimi; e un primo ritrovo, una piccola prova d' orchestra, s' è avuta in questi giorni nella zona di Ioannina. Il leader di questa sorte di crociata moderna è un curdo di Atene, il quale è riuscito ad organizzare un piano che sta trovando, inusitatamente, notevole consenso nel mondo arabo.

La notizia non è ufficiale, ma probabilmente, scatenerebbe il panico se lo fosse. Però, lì, l' universo mondo è in stato d' allerta. La Croce Rossa internazionale, le Ong, l' Unhcr, l' Onu, le polizie e i servizi segreti dei singoli stati: tutti temono quest' esodo che poco ha di biblico; ma nessuno pare avere una strategia chiara sul cosa fare. La posizione del governo di Atene è quella di sconsigliare caldamente i profughi di partecipare al viaggio in massa, perché «tutti quelli che, per una ragione o per l' altra, saranno costretti a tornare indietro, be', non avranno più diritto a rientrare nei campi profughi», mi dice un collega sbarcato sul Peloponneso ansioso d' infilarsi in quella folla di disperati, alla ricerca di storie. D' altronde la voce s' è sparsa, molti giornalisti si stanno assiepando ai confini dello Stato- polveriera (andare sul profilo Facebook "Border crossing in Greece" per aggiornarsi, please) nell' attesa dell' evento. E la situazione, da quelle parti, in effetti, è esplosiva.

EMERGENZA PROFUGHI
E, ad essa, si aggiunge la presenza nervosa di circa 5mila persone sul confine turco; un piccolo popolo che tenta, come tonni controcorrente, di entrare in Grecia, mentre i pronostici delle elezioni, lì, vedono l' estrema destra alla guida con un distacco dell' 8%, e ci sarà pure un motivo.

La minaccia della traversata è dovuta soprattutto all' emergenza nei campi profughi, che paiono una sorta di gironi infernali. Per esempio. Soltanto nel campo di Moria, nell' isola di Lesbo, di fronte alle coste dell' Anatolia - un campo che contiene il doppio di persone destinate ad essere accolte per ragioni di capienza - se ne stanno ammassate centinaia di persone, con un solo medico per quasi tutto il 2018, incaricato dalle autorità locale di provvedere all'identificazione e al primo soccorso delle circa 2.000 persone, che arrivavano ogni mese sull' isola. Poi, da poco, anche quel medico s' è dato. I racconti e le descrizione sono estenuanti catene di disorganizzazione, incuria e disumanità: intere famiglie ammassate in spazi angusti, acqua spesso non potabile (ma i profughi non lo sanno); bambini che piangono; donne malate di 80 anni costrette a dormire all'addiaccio dato che sono sparite anche le tende; volontari che si autotassano per acquistare coperte; medicine e beni di prima necessità. E soldati. Che ai confini presidiano l' orizzonte dei profughi dagli spalti d' un forte immaginario, come nell' attesa buzzatiana dei Tartari, solo che i Tartari sono dentro.

In tutto questo, la politica latita. È in attesa di qualcosa ma non si capisce che cosa. Le organizzazioni umanitarie all' interno dei campi, al corrente del tutto, non possono agire né rendicontare più di tanto, né introdurre cronisti. Però il pericolo non è tanto l' esodo in sé, ma la reazione delle nazioni balcaniche, e una repressione armata che potrebbe aprire uno squarcio nel centro d' Europa. In un territorio che minaccia d' implodere sarebbe compreso anche il nostro nord est. Voltate lo sguardo, da questa parte...

di Francesco Specchia
 
[h=1]Matteo Salvini massacra il figlio di Giovanni Tria: "In mare con le Ong? Cosa gli farei se fossi suo padre"[/h]
4 Aprile 2019
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Ormai è noto, Stefano Tria- detto "il Triglia" -, figlio del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, è lo skipper della barca d'appoggio alla Ong Mare Jonio, quella che per intendersi fa riferimento a Luca Casarin. E Stefano Tria era in mare nei giorni caldissimi della polemica tra la Mare Jonio e il governo italiano, conclusa con lo sbarco dei migranti a Lampedusa, il sequestro della nave e un'indagine tutt'ora in corso. E proprio su questa vicenda è stato chiesto un commento a Matteo Salvini, impegnato a Parigi: "Le colpe dei padri non ricadono sui figli, quelle di figli non ricadono sui padri. Ognuno passa il suo tempo come vuole. Se mio figlio andasse in giro per barconi lo riporterei a casa per le orecchie. Ma ognuno fa come vuole", ha commentato tranchant il ministro dell'Interno leghista.
 
[h=1]Bologna, maestra comunista fa cantare "Bella Ciao" agli infanti: furia della Lega e Forza Italia[/h]
4 Aprile 2019

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"Solo a Bologna possono fare ascoltare all'asilo nido Bella Ciao.. e sembra pure normale". Il sottosegretario alla Cultura leghista, Lucia Borgonzoni, dalla sua pagina Facebook, si scaglia contro l'episodio avvenuto in un asilo nido di Bologna, dove il canto popolare della Resistenza, inserito in una compilation di canzoni per bambini fatta ascoltare ai piccoli, ha suscitato la reazione di un genitore che ha scritto al Comune. In effetti, un'idea davvero geniale di qualche maestrino rosso nostalgico.

A protestare anche Forza Italia: "Solo nella rossa Bologna il sindaco può considerare 'normale' che in un nido comunale i bambini cantino e ballino sulle note della 'notissima canzone per bambini' Bella Ciao. Bologna, un’altra volta, 'rossa' di vergogna" attacca il consigliere comunale di Bologna Francesco Sassone, dal suo profilo Facebook.

Per approfondire leggi: Islam, Salvini picchia duro sul padre che odia la figlia
 

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