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specializzato a destabilizzare Governi dimezzo mondo- chi comanda in ITALIA?

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[h=1]30 anni fa “La notte di Sigonella” in cui Craxi blocco l’arroganza politico-militare degli USA[/h] Nazionale, Politica
10 ottobre 2015 A+ A-

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Bettino Craxi nella nostra Storia del dopoguerra è stato l’unico politico che ha avuto le palle di farsi rispettare dagli Stati Uniti!







di Antonello de Gennaro
Nella notte tra il 10 e l’11 ottobre del 1985, trent’anni fa, l’allora presidente del consiglio e segretario del PSI, Bettino Craxi osò sfidare gli Stati Uniti d’America a Sigonella, e forse fu allora che iniziò la sua fine. La CIA gliele fece pagare a caro prezzo. I fatti che precedettero e seguirono quella notte potrebbero essere un’ottima trama per una fiction a puntate, una fiction di quelle che solo gli americani sanno costruire con grande maestria quando fanno a riferimento a “fatti” veramente accaduti, ma quella notte d’autunno in quell’aeroporto di Sigonella dove allora ancora contavano gli italiani, si rischiò tanto. E chi vi scrive, quella notte l’ha vissuta in diretta, lavorando nello staff del Presidente Craxi. Non ci sono immagini di quella notte, almeno, fino ad oggi, e se ci sono non sono disponibili. Qualcosa si trova in qualche filmato della Rai che può documentare con efficacia quanto accadde in quelle ore piene di tensione. Ore drammatiche che segnarono l’ultimo atto del sequestro della nave Achille Lauro da parte di un gruppo di terroristi palestinesi che avvenne il 7 ottobre alle ore 13.07, mentre la nave si accingeva a lasciare le acque egiziane per arrivare in Israele. La nave da crociera venne dirottata dai terroristi palestinesi, al largo di Port Said, in Egitto. Arafat inviò Abu Abbas ed il 9 ottobre sembrava essere arrivati ad una soluzione senza spargimento di sangue, infatti la nave venne liberata ed i dirottatori con Abu Abbas salirono a bordo di un Boeing dell’EgyptAir. Nel frattempo, si scoprì che un passeggero paralitico americano, era stato ucciso e scaraventato in mare dai terroristi . La reazione degli USA fu immediata. Il presidente statunitense Ronald Reagan, mentre si trovava in volo da Chicago per rientrare a Washington, decise di accettare e sostenere la proposta del Consiglio di sicurezza, disponendo unilateralmente senza consultare nessuno di fare intercettare l’aereo egiziano. Dalla portaerei americana “Saratoga” che si trovava in navigazione nelle acque del Mediterraneo partirono quattro aerei F-14 Tomcat che affiancarono l’aereo egiziano nel cielo, poco sopra Malta. Alle 23.50 del 10 ottobre la Casa Bianca telefonò al presidente italiano Craxi e annunciarono che il Boeing dell’EgyptAir, con a bordo i dirottatori e Abu Abbas, era stato intercettato da quattro caccia F-14 ed obbligato a dirigersi verso l’Italia. Di lì a pochi minuti tutti i velivoli atterrarono a Sigonella. Per sbloccare la situazione, durante quelle ore cruciali si incrociarono centinaia di telefonate. Ma non tutte partirono dalle stanze di Palazzo Chigi. L’America voleva fare tutto e subito. In pratica pretendeva di prendere gli assassini del loro compatriota ucciso, ed i mediatori palestinesi per trasferirli subito negli Usa. La posizione contraria di Bettino Craxi era legittima: i sequestratori avevano colpito una nave italiana in acque internazionali, dunque devono essere processati a Roma e non negli Stati Uniti. Inoltre Abu Abbas era stato un mediatore e non un complice, anche se il commando appartiene alla sua fazione. da sinistra Bettino Craxi e Ronald Reagan

Gli F-14 americani dirottano l’aereo egiziano sulla base di Sigonella, dove già dal 1959 esiste l’insediamento della Naval Air Facility della VI Flotta USA nel Mediterraneo. L’autorizzazione del Comando italiano all’atterraggio del volo egiziano arrivo solo allorquando il velivolo aveva già dichiarato l’emergenza combustibile e appariva chiaro e lampante che non sarebbe stato in grado di poter volare e procedere oltre. Il Boeing egiziano atterrò quindi a Sigonella ma venne subito accerchiato da venti Carabinieri e trenta avieri armati del VAM, che a loro volta vengono accerchiati dalle forze d’assalto della “Delta Force” al comando del generale Carl Steiner che erano atterrati in precedenza dell’aereo di linea egiziano, volando su due Lockheed C-141 Starlifter dei Navy SEAL. Ma i militari americani vengono circondati a loro volta da altri Carabinieri, che nel frattempo erano confluiti dalle caserme di Catania e Siracusa. E tutti avevano la sicura disinnescata ed il colpo in canna, pronti a far fuoco se costretti. Alla fine delle convulse telefonate e trattative diplomatiche fu il presidente americano Ronald Reagan a fare un paso indietro, e sotto il controllo di quattro ufficiali USA (e cinque militari addetti al collegamento via radio), i quattro terroristi vennero presi in consegna dai militari italiani e trasportati in volo a Ciampino, il secondo aeroporto della Capitale. Il senatore Gennaro Acquaviva, capo dello staff di Bettino Craxi a Palazzo Chigi ha recentemente rivelato che per evitare le intercettazioni fu costretto più volte a scendere nella Galleria di piazza Colonna per comunicare con un telefono a gettoni, “Eravamo sicuri di essere intercettati. Poi negli anni successivi ci siamo accorti che era più il Mossad della Cia, ma sapevamo di essere sotto intercettazione. E poi, a quell’epoca le più sicure erano le cabine telefoniche pubbliche…”. Una vicenda nota, questa ricordata sommariamente, che è stata riproposta in un libro edito da Mondadori dal titolo “La notte di Sigonella”, uscito questa settimana nelle librerie, scritto e voluto dello stesso Bettino Craxi, contenente molti documenti inediti e la corrispondenza declassificata statunitense. Nel 2001 un quaderno della Fondazione Craxi, a cura di Franco Gerardi, metteva in luce quella vicenda che, all’epoca, riempì di orgoglio tutti gli italiani a seguito delle decisioni prese dal loro premier. Poi, come sempre accade alle vicende umane, grazie allo “squallore” ed opportunismo politico si è dimenticato tutto ciò, e si è tornati nella “normalità”. Probabilmente per Bettino Craxi “la notte di Sigonella” fu il punto di partenza del suo declino e della sua immeritata fine politica. Un giorno la storia racconterà che dietro l’inchiesta milanese “Tangentopoli” ed il tanto esaltato “pool Mani Pulite” della Procura della repubblica di Milano, in realtà si muovevano agenti ed operazioni della CIA, il servizio di spionaggio americano, specializzato a destabilizzare Governi dimezzo mondo. E fu l’inizio del declino sociale, politico, economico del nostro Paese.
 
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Le sigle

Usaf: aviazione

Navy: marina

Army: esercito

Nsa: National security agency [Agenzia di sicurezza nazionale]

Setaf: Southern european task force [Task force sudeuropea]




Elenco per Regioni


Trentino Alto Adige


1. Cima Gallina [Bz]. Stazione telecomunicazioni e radar dell'Usaf.

2. Monte Paganella [Tn]. Stazione telecomunicazioni Usaf.


Friuli Venezia Giulia


3. Aviano [Pn]. La più grande base avanzata, deposito nucleare e centro di telecomunicazioni dell'Usaf in Italia [almeno tremila militari e civili americani ]. Nella base sono dislocate le forze operative pronte al combattimento dell'Usaf [un gruppo di cacciabombardieri ] utilizzate in passato nei bombardamenti in Bosnia. Inoltre la Sedicesima Forza Aerea ed il Trentunesimo Gruppo da caccia dell'aviazione Usa, nonché uno squadrone di F-18 dei Marines. Si presume che la base ospiti, in bunker sotterranei la cui costruzione è stata autorizzata dal Congresso, bombe nucleari. Nella base aerea di Aviano (Pordenone) sono permanentemente schierate, dal 1994, la 31st Fighter Wing, dotata di due squadriglie di F-16 [nella guerra contro la Jugoslavia nel 1999, effettuo' in 78 giorni 9.000 missioni di combattimento: un vero e proprio record] e la 16th Air Force. Quest'ultima è dotata di caccia F-16 e F-15, e ha il compito, sotto lo U. S. European Command, di pianificare e condurre operazioni di combattimento aereo non solo nell'Europa meridionale, ma anche in Medio Oriente e Nordafrica. Essa opera, con un personale di 11.500 militari e civili, da due basi principali: Aviano, dove si trova il suo quartier generale, e la base turca di Incirlik. Sara' appunto quest'ultima la principale base per l'offensiva aerea contro l'Iraq del nord, ma l'impiego degli aerei della 16th Air Force sara' pianificato e diretto dal quartier generale di Aviano.

4. Roveredo [Pn]. Deposito armi Usa.

5. Rivolto [Ud]. Base USAF.

6. Maniago [Ud]. Poligono di tiro dell'Usaf.

7. San Bernardo [Ud]. Deposito munizioni dell'Us Army.

8. Trieste. Base navale Usa.


Veneto


9. Camp Ederle [Vi]. Quartier generale della Nato e comando della Setaf della Us Army, che controlla le forze americane in Italia, Turchia e Grecia. In questa base vi sono le forze da combattimento terrestri normalmente in Italia: un battaglione aviotrasportato, un battaglione di artiglieri con capacità nucleare, tre compagnie del genio. Importante stazione di telecomunicazioni. I militari e i civili americani che operano a Camp Ederle dovrebbero essere circa duemila.

10. Vicenza: Comando Setaf. Quinta Forza aerea tattica [Usaf]. Probabile deposito di testate nucleari.

11. Tormeno [San Giovanni a Monte, Vi]. Depositi di armi e munizioni.

12. Longare [Vi]. Importante deposito d'armamenti.

13. Oderzo [Tv]. Deposito di armi e munizioni

14. Codognè [Tv]. Deposito di armi e munizioni

15. Istrana [Tv]. Base Usaf.

16. Ciano [Tv]. Centro telecomunicazioni e radar Usa.

17. Verona. Air Operations Center [Usaf ]. e base Nato delle Forze di Terra del Sud Europa; Centro di telecomunicazioni [Usaf].

18. Affi [Vr]. Centro telecomunicazioni Usa.

19. Lunghezzano [Vr]. Centro radar Usa.

20. Erbezzo [Vr]. Antenna radar Nsa.

21. Conselve [Pd ]. Base radar Usa.

22. Monte Venda [Pd]. Antenna telecomunicazioni e radar Usa.

23. Venezia. Base navale Usa.

24. Sant'Anna di Alfaedo [Pd]. Base radar Usa.

25. Lame di Concordia [Ve]. Base di telecomunicazioni e radar Usa.

26. San Gottardo, Boscomantivo [Ve]. Centro telecomunicazioni Usa.

27. Ceggia [Ve]. Centro radar Usa.


Lombardia


28. Ghedi [Bs]. Base dell'Usaf, stazione di comunicazione e deposito di bombe nucleari.

29. Montichiari [Bs]. Base aerea [Usaf ].

30. Remondò [Pv]. Base Us Army.

108. Sorico [Co]. Antenna Nsa.


Piemonte


31. Cameri [No]. Base aerea Usa con copertura Nato.

32. Candelo-Masazza [Vc]. Addestramento Usaf e Us Army, copertura Nato.


Liguria


33. La Spezia. Centro antisommergibili di Saclant [vedi 35 ].

34. Finale Ligure [Sv]. Stazione di telecomunicazioni della Us Army.

35. San Bartolomeo [Sp]: Centro ricerche per la guerra sottomarina. Composta da tre strutture. Innanzitutto il Saclant, una filiale della Nato che non è indicata in nessuna mappa dell'Alleanza atlantica. Il Saclant svolgerebbe non meglio precisate ricerche marine: in un dossier preparato dalla federazione di Rifondazione Comunista si parla di "occupazione di aree dello specchio d'acqua per esigenze militari dello stato italiano e non [ricovero della VI flotta Usa]". Poi c'è Maricocesco, un ente che fornisce pezzi di ricambio alle navi. E infine Mariperman, la Commissione permanente per gli esperimenti sui materiali da guerra, composta da cinquecento persone e undici istituti [dall'artiglieria, munizioni e missili, alle armi subacquee].


Emilia Romagna


36. Monte San Damiano [Pc]. Base dell'Usaf con copertura Nato.

37. Monte Cimone [Mo]. Stazione telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

38. Parma. Deposito dell'Usaf con copertura Nato.

39. Bologna. Stazione di telecomunicazioni del Dipartimento di Stato.

40. Rimini. Gruppo logistico Usa per l'attivazione di bombe nucleari.

41. Rimini-Miramare. Centro telecomunicazioni Usa.


Marche


42. Potenza Picena [Mc]. Centro radar Usa con copertura Nato.


Toscana


43. Camp Darby [Pi]. Il Setaf ha il più grande deposito logistico del Mediterraneo [tra Pisa e Livorno], con circa 1.400 uomini, dove si trova il 31st Munitions Squadron. Qui, in 125 bunker sotterranei, e' stoccata una riserva strategica per l'esercito e l'aeronautica statunitensi, stimata in oltre un milione e mezzo di munizioni. Strettamente collegato tramite una rete di canali al vicino porto di Livorno, attraverso il Canale dei Navicelli, è base di rifornimento delle unità navali di stanza nel Mediterraneo. Ottavo Gruppo di supporto Usa e Base dell'US Army per l'appoggio alle forze statunitensi al Sud del Po, nel Mediterraneo, nel Golfo, nell'Africa del Nord e la Turchia.

44. Coltano [Pi]. Importante base Usa-Nsa per le telecomunicazioni: da qui sono gestite tutte le informazioni raccolte dai centri di telecomunicazione siti nel Mediterraneo. Deposito munizioni Us Army; Base Nsa.

45. Pisa [aeroporto militare]. Base saltuaria dell'Usaf.

46. Talamone [Gr]. Base saltuaria dell'Us Navy.

47. Poggio Ballone [Gr]. Tra Follonica, Castiglione della Pescaia e Tirli: Centro radar Usa con copertura Nato.

48. Livorno. Base navale Usa.

49. Monte Giogo [Ms]. Centro di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.


Sardegna


50. La Maddalena - Santo Stefano [Ss]. Base atomica Usa, base di sommergibili, squadra navale di supporto alla portaerei americana "Simon Lake".

51. Monte Limbara [tra Oschiri e Tempio, Ss]. Base missilistica Usa.

52. Sinis di Cabras [Or]. Centro elaborazioni dati [Nsa].

53. Isola di Tavolara [Ss]. Stazione radiotelegrafica di supporto ai sommergibili della Us Navy.

54. Torre Grande di Oristano. Base radar Nsa.

55. Monte Arci [Or]. Stazione di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

56. Capo Frasca [Or]. Eliporto ed impianto radar Usa.

57. Santulussurgiu [Or]. Stazione telecomunicazioni Usaf con copertura Nato.

58. Perdasdefogu [Nu]. Base missilistica sperimentale.

59. Capo Teulada [Ca]. Da Capo Teulada a Capo Frasca [Or ], all'incirca 100 chilometri di costa, 7.200 ettari di terreno e più di 70 mila ettari di zone "off limits": poligono di tiro per esercitazioni aeree ed aeronavali della Sesta flotta americana e della Nato.

60. Cagliari. Base navale Usa.

61. Decimomannu [Ca]. Aeroporto Usa con copertura Nato.

62. Aeroporto di Elmas [Ca]. Base aerea Usaf.

63. Salto di Quirra [Ca]. poligoni missilistici.

64. Capo San Lorenzo [Ca]. Zona di addestramento per la Sesta flotta Usa.

65. Monte Urpino [Ca]. Depositi munizioni Usa e Nato.


Lazio


66. Roma. Comando per il Mediterraneo centrale della Nato e il coordinamento logistico interforze Usa. Stazione Nato

67. Roma Ciampino [aeroporto militare]. Base saltuaria Usaf.

68. Rocca di Papa [Rm]. Stazione telecomunicazioni Usa con copertura Nato, in probabile collegamento con le installazioni sotterranee di Monte Cavo

69. Monte Romano [Vt]. Poligono saltuario di tiro dell'Us Army.

70. Gaeta [Lt]. Base permanente della Sesta flotta e della Squadra navale di scorta alla portaerei "La Salle".

71. Casale delle Palme [Lt]. Scuola telecomunicazioni Nato sotto controllo Usa.


Campania


72. Napoli. Comando del Security Force dei Marines. Base di sommergibili Usa. Comando delle Forze Aeree Usa per il Mediterraneo. Porto normalmente impiegato dalle unità civili e militari Usa. Si calcola che da Napoli e Livorno transitino annualmente circa cinquemila contenitori di materiale militare.

73. Aeroporto Napoli Capodichino. Base aerea Usaf.

74. Monte Camaldoli [Na]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

75. Ischia [Na]. Antenna di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

76. Nisida [Na]. Base Us Army.

77. Bagnoli [Na]. Sede del più grande centro di coordinamento dell'Us Navy di tutte le attività di telecomunicazioni, comando e controllo del Mediterraneo.

78. Agnano [nelle vicinanze del famoso ippodromo]. Base dell'Us Army.

80. Licola [Na]. Antenna di telecomunicazioni Usa.

81. Lago Patria [Ce]. Stazione telecomunicazioni Usa.

82. Giugliano [vicinanze del lago Patria, Na]. Comando Statcom.

83. Grazzanise [Ce]. Base saltuaria Usaf.

84. Mondragone [Ce]: Centro di Comando Usa e Nato sotterraneo antiatomico, dove verrebbero spostati i comandi Usa e Nato in caso di guerra

85. Montevergine [Av]: Stazione di comunicazioni Usa.


Basilicata


79. Cirigliano [Mt]. Comando delle Forze Navali Usa in Europa.

86. Pietraficcata [Mt]. Centro telecomunicazioni Usa e Nato.


Puglia


87. Gioia del Colle [Ba]. Base aerea Usa di supporto tecnico.

88. Brindisi. Base navale Usa.

89. Punta della Contessa [Br]. Poligono di tiro Usa e Nato.

90. San Vito dei Normanni [Br]. Vi sarebbero di stanza un migliaio di militari americani del 499° Expeditionary Squadron;.Base dei Servizi Segreti. Electronics Security Group [Nsa ].

91. Monte Iacotenente [Fg]. Base del complesso radar Nadge.

92. Otranto. Stazione radar Usa.

93. Taranto. Base navale Usa. Deposito Usa e Nato.

94. Martinafranca [Ta]. Base radar Usa.


Calabria


95. Crotone. Stazione di telecomunicazioni e radar Usa e Nato.

96. Monte Mancuso [Cz]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

97. Sellia Marina [Cz]. Centro telecomunicazioni Usa con copertura Nato.


Sicilia


98. Sigonella [Ct]. Principale base terrestre dell'Us Navy nel Mediterraneo centrale, supporto logistico della Sesta flotta [circa 3.400 tra militari e civili americani ]. Oltre ad unità della Us Navy, ospita diversi squadroni tattici dell'Usaf: elicotteri del tipo HC-4, caccia Tomcat F14 e A6 Intruder, gruppi di F-16 e F-111 equipaggiati con bombe nucleari del tipo B-43, da più di 100 kilotoni l'una.

99. Motta S. Anastasia [Ct]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

100. Caltagirone [Ct]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

101. Vizzini [Ct]. Diversi depositi Usa. Nota: un sottufficiale dell'aereonautica militare ci ha scritto, precisando che non vi sono installazioni USA in questa base militare italiana.

102. Palermo Punta Raisi [aeroporto]. Base saltuaria dell'Usaf.

103. Isola delle Femmine [Pa]. Deposito munizioni Usa e Nato.

104. Comiso [Rg]. La base risulterebbe smantellata.

105. Marina di Marza [Rg]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

106. Augusta [Sr]. Base della Sesta flotta e deposito munizioni.

107. Monte Lauro [Sr]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

109. Centuripe [En]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

110. Niscemi [Cl]. Base del NavComTelSta [comunicazione Us Navy ].

111. Trapani. Base Usaf con copertura Nato.

112. Isola di Pantelleria [Tp]: Centro telecomunicazioni Us Navy, base aerea e radar Nato.

113. Isola di Lampedusa [Ag]: Base della Guardia costiera Usa. Centro d'ascolto e di comunicazioni Nsa.[/h]
 
Novanta bombe atomiche in Italia
le basi USA nel nostro paese
atomiche.jpg
"Quelle imbarazzanti novanta atomiche in giardino"
tratto da: http://www.rainews24.it/
4 Aprile 2007 - di Mario Sanna, Angelo Saso, Maurizio Torrealta

Nonostante il profondo segreto su questo argomento, una organizzazione non governativa americana, la NRDC (Natural Resources Defense Council), ha pubblicato la mappa degli ordigni atomici presenti in Europa e in Italia: si tratta di circa 480 atomiche in Europa e 90 in Italia.

Rainews24 ha intervistato negli Stati Uniti Hans M. Krinstensen, l’autore del rapporto sulle atomiche in Europa per la NRDC.

Rainews24 ha anche intervistato alcuni dei cittadini di Aviano che hanno citato in giudizio civile il Governo degli Stati Uniti con la richiesta che vengano rimosse le armi atomiche presenti ad Aviano, perché - secondo loro - “pericolose ed in contrasto con il Trattato di Non Proliferazione Nucleare, sottoscritto e ratificato dall’Italia, che sancisce l’obbligo per il nostro paese di non ospitare ordigni nucleari e per un paese nucleare, come gli USA, l’obbligo di non dispiegare tali armamenti al di fuori del proprio territorio”. Impossibile sbarazzarsi degli ordigni atomici nel nostro paese? Rainews24 ha intervistato l’ex ministro della Difesa e l’ex ministro della Giustizia greco che hanno promosso il trasferimento al di fuori del paese degli ordigni nucleari Nato presenti. Nazioni come la Grecia o il Canada hanno deciso di non mantenere le bombe nucleari e se ne sono liberati rapidamente. Anche il Parlamento Belga ha richiesto al Governo di prendere una decisione simile e anche la stessa Germania ha cominciato a discuterne in Parlamento. Il Direttore del Gruppo di Pianificazione Nucleare della Nato Guy Roberts, intervistato da Rainews24, ha dichiarato: “..Ogni decisione in questo campo è rimessa alla sovranità nazionale. Ogni nazione è libera di decidere se intende o meno partecipare attivamente alla gestione condivisa dei dispositivi nucleari.” Oltre ai 50 ordigni nella base di Aviano, Rainews24 ha avuto conferma di 40 ordigni atomici anche nella base di Ghedi, vicino a Brescia, una base italiana che non dovrebbe detenere o utilizzare ordigni nucleari, secondo il trattato di non proliferazione nucleare, più volte sottoscritto dal nostro paese. Ma quale può essere la necessità di stoccare nelle basi italiane bombe atomiche come le B-61, che hanno, secondo Krinstensen, un tempo di attivazione addirittura di alcuni mesi? Secondo le opinioni raccolte di Rainews24 il vero rischio potrebbe essere quello che le attuali testate nucleari vecchie ed obsolete vengano sostituite da nuovi ordigni nucleari più piccoli e di potenza scalabile che potrebbero aggirare i vincoli dei vecchi trattati di non proliferazione ed essere utilizzati potenzialmente contro i paesi del medio oriente. GUARDA VIDEO INCHIESTA: http://www.rainews24.it/ran24/rainews24_2007/inchieste/video/04042007_atomiche.wmv
TESTO INCHIESTA: LINK: Il file testuale dell'inchiesta (formato .RTF)
 
[h=1]Politica ultime notizie: chi finanzia le basi americane in Italia?[/h] BOLOGNA ore 12:07:00 del 12/08/2015 - Categoria: Denunce, Politica, Sociale - Americani
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Politica ultime notizie: chi finanzia le basi americane in Italia?Ci sono ben 113 basi americane dichiarate sul suolo italiano, senza contare quelle in mare ed altre 20 totalmente segrete, non si sa dove sono né che armi e che mezzi vi siano.
Ci sono ben 113 basi americane dichiarate sul suolo italiano, senza contare quelle in mare ed altre 20 totalmente segrete, non si sa dove sono né che armi e che mezzi vi siano. Chi finanzia tutti questi soldati e ufficiali americani sul nostro territorio?Noi con le tasse!Ecco quanto sborsiamo. E c’è chi ancora nega affermando che non siamo una colonia Usa…
Ogni anno gli italiani versano in media 400 milioni di euro per mantenere ufficiali e soldati dell’esercito Usa sul nostro territorio,senza saperlo, ciò è il frutto di accordi presi tra le 2 nazioni dopo la seconda guerra mondiale.
A denunciarlo è Mauro Bulgarelli, ex deputato, il quale promosse un referendum per smantellare qualsiasi armamento nucleare sul territorio italiano, ha anche redatto una proposta di legge per la desecretazione dei documenti di Stato, per fare luce sulle troppe questioni che rimangono nascoste all’opinione pubblica, dalle basi militari alle stragi.
 

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