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STATO BISCAZZIERE: COSÌ LETTA FA CASSA
Con una mossa a sorpresa il Governo nella legge di stabilità ha rilasciato 30 nuove concessioni per sale bingo e 7.000 per videolottery. L’obiettivo: recuperare 145 milioni. Sulle spalle dei più deboli. Che poi verranno curati.
Fare cassa. Non importa come. Succede che, come sempre, a rimetterci siano i disgraziati. Così lo Stato biscazziere – non cambia se al governo c’è D’Alema o Berlusconi o Letta – si rivolge a persone affette da una patologia che si chiama gioco d’azzardo. Come? Con l’aumento delle Sale Bingo e, più pericoloso ancora, delle Videolottery (o Vlt), macchinette mangiasoldi come le Slot Machine che sono collegate in rete e hanno la possibilità di incassare, uniche nel loro genere, banconote da 500 euro.
É tutto scritto, letto e controfirmato, nella legge di Stabilità, quella che dovrebbe far tornare i conti dello Stato e rilanciare l’economia dell’Italia. Quel Paese che, a detta di coloro che governano, vede la luce in fondo al tunnel, ma non risulta abbia agganciato nessuna ripresa concreta.
Così, Letta 145 milioni di euro conta di metterli in tasca grazie al gioco d’azzardo. Ripartiti in 40 milioni che dovrebbero rientrare tra il rinnovo delle concessioni ai soliti noti per nove anni, e 105, invece, dalle 7000 nuove videolottery che andranno ad aggiungersi alle 50.500 già esistenti. Letto, scritto e controfirmato, nonostante nessuno se ne sia accorto (tranne M5S ndr). La notizia è passata inosservata, sommersa da un grande calderone di norme che abbracciano di tutto e di più.
Le nuove slot online
Il mercato delle slot online. I colossi del settore non si sono fatti sfuggire l’occasione e hanno già chiesto le concessioni per le slot. Già prima della scadenza del 29 novembre, data in cui scadeva per le 12 società (Cirsa, Codere, Cogetech, Gament, Gamtica, Gtech/Lottomatica, Hbg, Intralot, Nts Network, Net Win, Snai, Sisal a cui aggiungere Bplus – che opera in proroga della vecchi convezione del 2004) la possibilità di presentare le opzioni preliminari per i titoli delle Vlt, tra il 60 e l’80 per cento dei diritti a disposizione delle compagnie storiche, mentre i tre nuovi soggetti assegnatari puntavano al maggior numero possibile. In linea teorica ognuna delle società aveva la possibilità di acquisire un numero compreso di diritti tra il 7 e il 14% delle new slot collegate alla propria rete, al costo di 15 mila euro ciascuno.
slot machineL’unico concessionario a fare l’en plein è stato Intralot Gaming Machines che ha rilevato i 770 diritti a propria disposizione. Segue un altro dei nuovi soggetti Nts Network, con 720 titoli su 910 disponibili, seguito da Sisal e Gmatica, che hanno entrambi rilevato 600 diritti (con il primo che poteva puntare a un massimo di circa 840 mentre il secondo a oltre 1100). Dopo di loro si posiziona Lottomatica Videolot con 500 diritti (su 720 circa a disposizione); l’ultima new entry NetWin Italia, con circa 400 diritti rispetto ai 725 a sua disposizione e infine Codere con 250 diritti (come Gmatica è il concessionario protagonista del maggiore incremento di new slot rispetto all’ultima gara). Non hanno esercitato la facoltà di acquisire titoli aggiuntivi Cogetech e Hbg, mentre Bplus, Gamenet, Cirsa e Snai, non avevano incrementato le proprie reti.
Il business delle sale Bingo in Italia non è mai decollato. Il primo a incentivare l’apertura delle sale fu il governo D’Alema. Spuntarono come funghi in tutte le città. A volte veri e propri villaggi del gioco. Molto americanizzate, moquette, tabelloni e cartelle stile tombola. Ma dietro il boom iniziale il fenomeno è sempre andato in discesa. Anche perché in quel caso la possibile vincita è sempre direttamente proporzionale al numero di giocatori. Il governo Letta, però, ha comunque colto la palla al balzo in tema di rinnovo delle concessioni. 200.000 euro da ogni società, altri 300 mila di anticipo come garanzia, più i canoni mensili. Per arrivare a cifra tonda, già che si trovavano a trattare la materia. “L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli procederà nel corso dell’anno 2014”, è scritto nella legge, “alla riattribuzione delle medesime concessioni attenendosi ai seguenti criteri direttivi fissazione nella somma di euro 200.000 la soglia minima per l’attribuzione di ciascuna concessione (da versare in due trance la prima alla presentazione della domanda, la seconda alla sottoscrizione della nuova concessione); durata delle concessioni pari a sei anni; 300.000 di garanzia bancaria ovvero assicurativa dovuta dal concessionario, per tutta la durata della concessione, a tutela dell’Amministrazione statale; il mantenimento dei requisiti soggettivi ed oggettivi, dei livelli di servizio e di adempimento delle obbligazioni convenzionali pattuite”. Gli unici ad accorgersene sono stati i parlamentari del Movimento 5 stelle, ma la questione è stata sollevata sul blog di Beppe Grillo.
E solo quella delle sale bingo, non la parte che riguarda le macchinette che sono il vero business. Letta, sempre nel principio di fare cassa e portare in Europa dei conti almeno presentabili, ha anche scelto la strada migliore per risolvere il contenzioso con le società che gestiscono il mercato. Secondo la Corte dei conti, come scritto nei giorni scorsi dal sito lanotizia.it, già nel 2008 la procura della Corte dei conti aveva stabilito un risarcimento nei confronti dello Stato da parte dei re delle slot, fissato in 98 miliardi di euro per non aver collegato le macchine ai sistemi informatici del ministero. Una cifra da capogiro. Ma dovuta al fatto, secondo i magistrati contabili, che avevano operato senza nessun controllo. Il procedimento è ancora pendente, ma il governo ha chiuso con una richiesta di 700 milioni, neanche l’uno per cento di quello che avrebbe dovuto entrare nelle casse statali. Una sorta di sanatoria letta da più parti come un favore – l’ennesimo – alle società che gestiscono l’azzardo ormai non solo legalizzato, ma parastatale. Visto che gran parte delle entrate arrivano da lì. La terza azienda italiana, come Finmeccanica e la Fiat.
adesso che hai "letto" o letta la presente sai cosa fare......se non sei un .................
oppure una....
Con una mossa a sorpresa il Governo nella legge di stabilità ha rilasciato 30 nuove concessioni per sale bingo e 7.000 per videolottery. L’obiettivo: recuperare 145 milioni. Sulle spalle dei più deboli. Che poi verranno curati.

Fare cassa. Non importa come. Succede che, come sempre, a rimetterci siano i disgraziati. Così lo Stato biscazziere – non cambia se al governo c’è D’Alema o Berlusconi o Letta – si rivolge a persone affette da una patologia che si chiama gioco d’azzardo. Come? Con l’aumento delle Sale Bingo e, più pericoloso ancora, delle Videolottery (o Vlt), macchinette mangiasoldi come le Slot Machine che sono collegate in rete e hanno la possibilità di incassare, uniche nel loro genere, banconote da 500 euro.
É tutto scritto, letto e controfirmato, nella legge di Stabilità, quella che dovrebbe far tornare i conti dello Stato e rilanciare l’economia dell’Italia. Quel Paese che, a detta di coloro che governano, vede la luce in fondo al tunnel, ma non risulta abbia agganciato nessuna ripresa concreta.
Così, Letta 145 milioni di euro conta di metterli in tasca grazie al gioco d’azzardo. Ripartiti in 40 milioni che dovrebbero rientrare tra il rinnovo delle concessioni ai soliti noti per nove anni, e 105, invece, dalle 7000 nuove videolottery che andranno ad aggiungersi alle 50.500 già esistenti. Letto, scritto e controfirmato, nonostante nessuno se ne sia accorto (tranne M5S ndr). La notizia è passata inosservata, sommersa da un grande calderone di norme che abbracciano di tutto e di più.
Le nuove slot online
Il mercato delle slot online. I colossi del settore non si sono fatti sfuggire l’occasione e hanno già chiesto le concessioni per le slot. Già prima della scadenza del 29 novembre, data in cui scadeva per le 12 società (Cirsa, Codere, Cogetech, Gament, Gamtica, Gtech/Lottomatica, Hbg, Intralot, Nts Network, Net Win, Snai, Sisal a cui aggiungere Bplus – che opera in proroga della vecchi convezione del 2004) la possibilità di presentare le opzioni preliminari per i titoli delle Vlt, tra il 60 e l’80 per cento dei diritti a disposizione delle compagnie storiche, mentre i tre nuovi soggetti assegnatari puntavano al maggior numero possibile. In linea teorica ognuna delle società aveva la possibilità di acquisire un numero compreso di diritti tra il 7 e il 14% delle new slot collegate alla propria rete, al costo di 15 mila euro ciascuno.
slot machineL’unico concessionario a fare l’en plein è stato Intralot Gaming Machines che ha rilevato i 770 diritti a propria disposizione. Segue un altro dei nuovi soggetti Nts Network, con 720 titoli su 910 disponibili, seguito da Sisal e Gmatica, che hanno entrambi rilevato 600 diritti (con il primo che poteva puntare a un massimo di circa 840 mentre il secondo a oltre 1100). Dopo di loro si posiziona Lottomatica Videolot con 500 diritti (su 720 circa a disposizione); l’ultima new entry NetWin Italia, con circa 400 diritti rispetto ai 725 a sua disposizione e infine Codere con 250 diritti (come Gmatica è il concessionario protagonista del maggiore incremento di new slot rispetto all’ultima gara). Non hanno esercitato la facoltà di acquisire titoli aggiuntivi Cogetech e Hbg, mentre Bplus, Gamenet, Cirsa e Snai, non avevano incrementato le proprie reti.
Il business delle sale Bingo in Italia non è mai decollato. Il primo a incentivare l’apertura delle sale fu il governo D’Alema. Spuntarono come funghi in tutte le città. A volte veri e propri villaggi del gioco. Molto americanizzate, moquette, tabelloni e cartelle stile tombola. Ma dietro il boom iniziale il fenomeno è sempre andato in discesa. Anche perché in quel caso la possibile vincita è sempre direttamente proporzionale al numero di giocatori. Il governo Letta, però, ha comunque colto la palla al balzo in tema di rinnovo delle concessioni. 200.000 euro da ogni società, altri 300 mila di anticipo come garanzia, più i canoni mensili. Per arrivare a cifra tonda, già che si trovavano a trattare la materia. “L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli procederà nel corso dell’anno 2014”, è scritto nella legge, “alla riattribuzione delle medesime concessioni attenendosi ai seguenti criteri direttivi fissazione nella somma di euro 200.000 la soglia minima per l’attribuzione di ciascuna concessione (da versare in due trance la prima alla presentazione della domanda, la seconda alla sottoscrizione della nuova concessione); durata delle concessioni pari a sei anni; 300.000 di garanzia bancaria ovvero assicurativa dovuta dal concessionario, per tutta la durata della concessione, a tutela dell’Amministrazione statale; il mantenimento dei requisiti soggettivi ed oggettivi, dei livelli di servizio e di adempimento delle obbligazioni convenzionali pattuite”. Gli unici ad accorgersene sono stati i parlamentari del Movimento 5 stelle, ma la questione è stata sollevata sul blog di Beppe Grillo.
E solo quella delle sale bingo, non la parte che riguarda le macchinette che sono il vero business. Letta, sempre nel principio di fare cassa e portare in Europa dei conti almeno presentabili, ha anche scelto la strada migliore per risolvere il contenzioso con le società che gestiscono il mercato. Secondo la Corte dei conti, come scritto nei giorni scorsi dal sito lanotizia.it, già nel 2008 la procura della Corte dei conti aveva stabilito un risarcimento nei confronti dello Stato da parte dei re delle slot, fissato in 98 miliardi di euro per non aver collegato le macchine ai sistemi informatici del ministero. Una cifra da capogiro. Ma dovuta al fatto, secondo i magistrati contabili, che avevano operato senza nessun controllo. Il procedimento è ancora pendente, ma il governo ha chiuso con una richiesta di 700 milioni, neanche l’uno per cento di quello che avrebbe dovuto entrare nelle casse statali. Una sorta di sanatoria letta da più parti come un favore – l’ennesimo – alle società che gestiscono l’azzardo ormai non solo legalizzato, ma parastatale. Visto che gran parte delle entrate arrivano da lì. La terza azienda italiana, come Finmeccanica e la Fiat.
adesso che hai "letto" o letta la presente sai cosa fare......se non sei un .................

oppure una....
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