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Roby
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Il mercurio che venne dall'acqua
ip.com
©identiavvelenati
Licenza Creative Commons
Un tranquillo villaggio di pescatori in un'isola a sud del Giappone.
Negli anni '30 cominciano a manifestarsi strani fenomeni mai visti prima. I gatti si muovono in modo bizzarro, scomposto, come in preda ad una folle danza; alcuni di loro si gettano in mare senza nessun motivo, e affogano.
Nel villaggio si diffonde la leggenda dei “gatti ballerini”.
Poi, negli anni '50, altre stranezze si aggiungono a quelle ormai note e accettate. Succede che la gente del villaggio cammina trascinando i piedi, inciampando un po' troppo spesso. Molti non riescono a mangiare con le bacchette perché non sono più capaci di tenerle tra le dita. Diverse persone diventano “strane”, tendono a gridare quando parlano o a biascicare le parole; hanno problemi a compiere semplici gesti quotidiani, soffrono di un inspiegabile tremore, di convulsioni, di problemi di deglutizione.
La situazione degenera nel 1956, quando il numero dei malati giunge ad un punto tale da destare un serio allarme sociale. Si tratta di un nuovo virus? Di una malattia infettiva, contagiosa?
In attesa di saperlo, questa “cosa” che infesta il villaggio viene chiamata da tutti col nome di “strano male”.
Il villaggio è quello di Minamata. Un luogo incantevole, pacifico, dove gli abitanti vivevano di quel poco che potevano guadagnarsi col lavoro dei campi e con i frutti della pesca. Ma negli anni '30, poco distante da quel villaggio, c'era la Chisso Corporation, un'industria che si era lanciata nella produzione di acetaldeide, fondamentale per la realizzazione della plastica.
“ Il futuro è nella plastica” si diceva nel film “Il Laureato”. Lo era, infatti.
Negli anni '50 la produzione di plastica ebbe il suo boom. Enormi quantità di mercurio vennero scaricate in mare e arrivarono nella baia di Minamata inserendosi perfettamente nella catena alimentare attraverso il processo di trasformazione in metil-mercurio, il mercurio organico, il più tossico.
Dal mare ai frutti di mare, le alghe, fino ai pesci. Dai pesci agli animali e all'uomo.
Non era la prima volta che capitavano piccoli “incidenti” a Minamata: a parte i gatti suicidi c'erano anche state morìe di pesce che la Chisso aveva indennizzato ai pescatori. Ma ancora nessuno poteva mettere in relazione il “male strano” col mercurio.
Un pescatore del villaggio, mentre era fuori a pescare, improvvisamente non fu più capace di mantenere l'equilibrio. Caduto in acqua, non riuscì a stare a galla. Riportato a riva, nell'arco di poche ore perse la lucidità e il controllo motorio, non fu più in grado né di vestirsi da solo né di capire ciò che i familiari gli dicevano. Ricoverato in ospedale, venne legato al letto perché si graffiava violentemente il corpo, ma le sue tremende convulsioni erano così forti da far tremare il letto. Diceva cose senza senso, perdeva saliva dalla bocca. La moglie lo fissava inebetita, con lo sguardo spento, e umido di lacrime. Non era semplicemente scossa: anche lei si era ammalata di mercurialismo, e stava lì immobile, incapace di fare alcunchè o di capire cosa stesse accadendo.
L'uomo morì dopo sette settimane (mercurialismo acuto), la moglie invece dopo nove anni.
Minamata -libro di Eugene Smith La Chisso era consapevole delle sue responsabilità, perché nel 1959 il dottor Hajimè Hosokawa aveva sperimentato gli effetti del mercurialismo su alcune cavie, presso la Chisso Company Hospital. I risultati non vennero divulgati, ma la Chisso installò un apparecchio che arginava la fuoriuscita di mercurio e poi indennizzò i pescatori.
Ma nel frattempo i danni da mercurio, che si erano accumulati ormai in anni e anni di intossicazione, si riversarono sulle nuove generazioni.
Nacquero bimbi malati o deformi.
Nel 1963 la Chisso venne ufficialmente accusata di aver provocato l'inquinamento di Minamata, ma solo nel 1970, dopo vent'anni dai primi effetti, la Corte di Giustizia le impose di pagare
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Un tranquillo villaggio di pescatori in un'isola a sud del Giappone.
Negli anni '30 cominciano a manifestarsi strani fenomeni mai visti prima. I gatti si muovono in modo bizzarro, scomposto, come in preda ad una folle danza; alcuni di loro si gettano in mare senza nessun motivo, e affogano.
Nel villaggio si diffonde la leggenda dei “gatti ballerini”.
Poi, negli anni '50, altre stranezze si aggiungono a quelle ormai note e accettate. Succede che la gente del villaggio cammina trascinando i piedi, inciampando un po' troppo spesso. Molti non riescono a mangiare con le bacchette perché non sono più capaci di tenerle tra le dita. Diverse persone diventano “strane”, tendono a gridare quando parlano o a biascicare le parole; hanno problemi a compiere semplici gesti quotidiani, soffrono di un inspiegabile tremore, di convulsioni, di problemi di deglutizione.
La situazione degenera nel 1956, quando il numero dei malati giunge ad un punto tale da destare un serio allarme sociale. Si tratta di un nuovo virus? Di una malattia infettiva, contagiosa?
In attesa di saperlo, questa “cosa” che infesta il villaggio viene chiamata da tutti col nome di “strano male”.
Il villaggio è quello di Minamata. Un luogo incantevole, pacifico, dove gli abitanti vivevano di quel poco che potevano guadagnarsi col lavoro dei campi e con i frutti della pesca. Ma negli anni '30, poco distante da quel villaggio, c'era la Chisso Corporation, un'industria che si era lanciata nella produzione di acetaldeide, fondamentale per la realizzazione della plastica.
“ Il futuro è nella plastica” si diceva nel film “Il Laureato”. Lo era, infatti.
Negli anni '50 la produzione di plastica ebbe il suo boom. Enormi quantità di mercurio vennero scaricate in mare e arrivarono nella baia di Minamata inserendosi perfettamente nella catena alimentare attraverso il processo di trasformazione in metil-mercurio, il mercurio organico, il più tossico.
Dal mare ai frutti di mare, le alghe, fino ai pesci. Dai pesci agli animali e all'uomo.
Non era la prima volta che capitavano piccoli “incidenti” a Minamata: a parte i gatti suicidi c'erano anche state morìe di pesce che la Chisso aveva indennizzato ai pescatori. Ma ancora nessuno poteva mettere in relazione il “male strano” col mercurio.
Un pescatore del villaggio, mentre era fuori a pescare, improvvisamente non fu più capace di mantenere l'equilibrio. Caduto in acqua, non riuscì a stare a galla. Riportato a riva, nell'arco di poche ore perse la lucidità e il controllo motorio, non fu più in grado né di vestirsi da solo né di capire ciò che i familiari gli dicevano. Ricoverato in ospedale, venne legato al letto perché si graffiava violentemente il corpo, ma le sue tremende convulsioni erano così forti da far tremare il letto. Diceva cose senza senso, perdeva saliva dalla bocca. La moglie lo fissava inebetita, con lo sguardo spento, e umido di lacrime. Non era semplicemente scossa: anche lei si era ammalata di mercurialismo, e stava lì immobile, incapace di fare alcunchè o di capire cosa stesse accadendo.
L'uomo morì dopo sette settimane (mercurialismo acuto), la moglie invece dopo nove anni.
Minamata -libro di Eugene Smith La Chisso era consapevole delle sue responsabilità, perché nel 1959 il dottor Hajimè Hosokawa aveva sperimentato gli effetti del mercurialismo su alcune cavie, presso la Chisso Company Hospital. I risultati non vennero divulgati, ma la Chisso installò un apparecchio che arginava la fuoriuscita di mercurio e poi indennizzò i pescatori.
Ma nel frattempo i danni da mercurio, che si erano accumulati ormai in anni e anni di intossicazione, si riversarono sulle nuove generazioni.
Nacquero bimbi malati o deformi.
Nel 1963 la Chisso venne ufficialmente accusata di aver provocato l'inquinamento di Minamata, ma solo nel 1970, dopo vent'anni dai primi effetti, la Corte di Giustizia le impose di pagare