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LE PIANTE NON MIGRANO,GLI ANIMALI DIFENDONO IL LORO TERRITORIO DA TUTTI.



Lo spot del Papa pro migranti: "Piante e animali senza confini"



Ai cinquemila scout provenienti da ogni parte d’Europa il Papa ha ricordato che sfruttare il Creato "ci darà una lezione terribile"

Matteo Orlando - Sab, 03/08/2019 - 14:44
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Per Papa Francesco "il creato è fatto per collegarci con Dio e tra di noi, è il social di Dio".


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È quanto ha insegnato nella tarda mattinata di Sabato, 3 agosto il pontefice argentino in occasione di un discorso all’Unione Internazionale delle Guide e Scouts d'Europa.

Dopo averli ringraziati per la loro partecipazione e apprezzati per il lungo cammino che hanno fatto per arrivare in Vaticano, presso l’Aula Paolo VI (sono stati, infatti, sui passi di cinque grandi santi in giro per l’Europa: Paolo di Tarso, Benedetto da Norcia, Cirillo e Metodio, Francesco di Assisi, Caterina da Siena) il Papa ha spiegato che "la libertà si conquista in cammino, non si compra al supermercato". Per Jorge Mario Bergoglio "la libertà non arriva stando chiusi in stanza col telefonino e nemmeno sballandosi un po’ per evadere dalla realtà" ma "passo dopo passo, insieme agli altri, mai soli".

Rivolgendosi ai più di cinque mila scout provenienti da ogni parte d’Europa e partecipanti al raduno Euromoot 2019, il pontefice regnante ha ricordato che i santi "non hanno atteso qualcosa dalla vita o dagli altri, ma si sono fidati di Dio e hanno rischiato, si sono messi in gioco, in cammino per realizzare dei sogni così grandi che dopo secoli" continuano a fare del bene a tutta l’umanità.

Dopo aver ricordato che i Vangeli fungono da navigatori e mappe per le strada della vita, Francesco ha voluto lasciare ai presenti, in cinque parole, il programma di vita proposto da Gesù e sintetizzato nel versetto 38 del capitolo 6 del Vangelo di Luca: "Date e vi sarà dato". Per il Papa l’avere di più provoca più voglia di avere, "senza trovare quello che fa bene al cuore. Il cuore si allena non con l’avere, ma col dono".

Il successore di Pietro ha chiesto ai giovani di non lasciare la vita sul comodino, invitandoli a non accontentarsi di vedere scorrere le vite in televisione. Attraverso l’utilizzo di un linguaggio facilmente comprensibile ai giovanissimi presenti Bergoglio ha detto loro che non sarà "la prossima app da scaricare a farvi felici".

Il Papa ha spiegato inoltre che nella voglia di avere si insinua il rischio dell’alienazione. "Tu perdi la tua originalità e diventerai una fotocopia. Ma Dio ha creato ognuno originale, con il nome proprio. Non facciamo della nostra originalità – come diceva quel ragazzo sedicenne Carlo Acutis – una fotocopia".

Il riferimento del Pontefice è a quello studente cattolico, morto a poco più di 15 anni per colpa di una leucemia fulminante, che dall’età di sette anni, quando aveva ricevuto la sua prima comunione eucaristica, non mancava mai all’appuntamento quotidiano con la celebrazione eucaristica, il Santo Rosario meditato e l’adorazione di Gesù Cristo presente realmente nel Santissimo Sacramento, una profondità di vita cristiana che ha portato Papa Francesco a proclamarlo, il 5 luglio dello scorso anno, venerabile.

Poi agli scout ha detto di guardare le loro mani,"fatte per costruire, per servire, donare e per dare agli altri" e li ha invitati a dire a loro stessi "I care, l’altro mi riguarda". Riprendendo il tema che aveva affrontato con l’enciclica Laudato Si', Francesco ha sottolineato che se continuiamo a sfruttare il Creato "ci darà una lezione terribile. La stiamo già vedendo. Se ce ne prendiamo cura, avremo una casa anche domani" .

Allargando il suo discorso alle frontiere Francesco ha spiegato che piante, boschi e animali "crescono senza confini, senza dogane". Così, "se partiamo dai preconcetti sugli altri, da idee prestabilite, vedremo sempre limiti e barriere. Se invece incominciamo a incontrare l’altro, con la sua storia, con la sua realtà, scopriremo un fratello col quale abitare la casa comune, abitare il creato che non ha frontiere".

Concludendo il suo discorso il Papa ha auspicato un’Europa rinnovata. L’Europa, "che vi accomuna, non richiede solo osservatori attenti, ma costruttori attivi: costruttori di società riconciliate e integrate".
 

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