R
Roby
Guest
LA POPOLAZIONE!!!
La Rockefeller Foundation e il suo finanziamento ai vaccini anti-fertilità
By Cristina Bassi - Posted on 25 gennaio 2011
Nel suo bilancio annuale del 1968, la Rockefeller Foundation ammise di aver finanziato lo sviluppo dei cosidetti “vaccini antifertilità” ed il loro impiego su larga scala.
Da pagina 51 in poi leggiamo:
“(…) è noto che molti tipi di farmaci diminuiscono la fertilità maschile, ma quelli che sono stati testati hanno seri problemi di tossicità. Scarso è il lavoro in corso sui metodi immunologici, come i vaccini, per ridurre la fertilità ed è necessaria molta più ricerca se qui vogliamo trovare una soluzione”.
La possibilità di usare i vaccini per ridurre la fertilità maschile, era qualcosa che necessitava di ulteriore indagine, secondo la Rockefeller Foundation, poiché sia la pillola che il diaframma non erano adatti per la distribuzione su larga scala:
“Siamo davanti al pericolo che tra pochi anni questi due metodi “moderni”, per cui si sono spese grandi speranze, di fatto risulteranno impraticabili su larga scala”.
Si citò anche la possibilità di somministrare delle preparazioni ormonali per ridurre la fertilità, sebbene – si afferma nel rapporto- sia stato rilevato che “causino emorragie che possono limitare la loro utilità”.
“È stato suggerito un impianto sub cutaneo permanente o semipermanente di questi ormoni ma non è stato chiarito se ciò porterebbe alle stesse difficoltà”.
(…) “La Fondazione farà tutto il possibile per assistere nel colmare questa importante lacuna e questo in molti modi:
1- “Cercando o incoraggiando lo sviluppo, nonché il sostegno parziale, di alcuni centri di eccellenza nelle università e nelle istituzioni di ricerca negli Stati Uniti e all’estero, nei quali i metodi e i punti di vista della biologia molecolare siano abbinati ad approcci più tradizionali di istologia, embriologia, endocrinologia, nella ricerca pertinente lo sviluppo dei metodi per il controllo della fertilità”.
2- “Sostenendo la ricerca di ricercatori indipendenti, orientati verso lo sviluppo di metodi contraccettivi o di informazioni base sulla riproduzione umana, rilevanti per tali sviluppi;”
3- “Incoraggiando ricercatori consolidati o principianti, rendendo disponibili fondi per la ricerca ed anche con altri mezzi, a volgere la loro attenzione ad aspetti della ricerca nella biologia riproduttiva, che hanno implicazioni sulla fertilità umana e il suo controllo;”
4- “Incoraggiando più studenti di biochimica e biologia a designare carriere nella biologia riproduttiva e nel controllo della fertilità umana, attraverso il sostegno di programmi di ricerca ed insegnamento nei dipartimenti di zoologia, biologia e biochimica”.
La lista è infinita... Quale la motivazione per queste attività, secondo la RF (Rockefeller Foundation)?
“Si stima esistano 5 milioni di donne tra i gruppi americani di poveri o sulla soglia della povertà che hanno bisogno di un servizio di controllo delle nascite.
(…). La fertilità degli indigenti non testata, contribuisce molto a perpetuare la povertà, la sottocultura, la sotto-occupazione, non solo nei quartieri poveri delle città ma anche nelle aree rurali depresse”.
(…) Nel suo rapporto annuale del 1988, la RF fu felice di comunicare il progresso compiuto dalla Population Division della Fondazione nel campo dei vaccini anti-fertilità:
“L’Istituto Indiano di Immunologia (India’s National Institute of Immunology) completò con successo nel 1988 la prima fase delle prove con 3 versioni di un vaccino antifertilità per le donne. Sponsorizzato dal governo indiano e sostenuto dalla Fondazione, le prove stabilirono che con ognuno dei vaccini testati, ci si poteva attendere almeno un anno di protezione dalla gravidanza e questo basandosi sui livelli di anticorpi formatisi in risposta allo schema di immunizzazione”.
Nella sua revisione sui vaccine antifertilità, del 1997, il Centro Internazionale – con base in Indi
La Rockefeller Foundation e il suo finanziamento ai vaccini anti-fertilità
By Cristina Bassi - Posted on 25 gennaio 2011
Nel suo bilancio annuale del 1968, la Rockefeller Foundation ammise di aver finanziato lo sviluppo dei cosidetti “vaccini antifertilità” ed il loro impiego su larga scala.
Da pagina 51 in poi leggiamo:
“(…) è noto che molti tipi di farmaci diminuiscono la fertilità maschile, ma quelli che sono stati testati hanno seri problemi di tossicità. Scarso è il lavoro in corso sui metodi immunologici, come i vaccini, per ridurre la fertilità ed è necessaria molta più ricerca se qui vogliamo trovare una soluzione”.
La possibilità di usare i vaccini per ridurre la fertilità maschile, era qualcosa che necessitava di ulteriore indagine, secondo la Rockefeller Foundation, poiché sia la pillola che il diaframma non erano adatti per la distribuzione su larga scala:
“Siamo davanti al pericolo che tra pochi anni questi due metodi “moderni”, per cui si sono spese grandi speranze, di fatto risulteranno impraticabili su larga scala”.
Si citò anche la possibilità di somministrare delle preparazioni ormonali per ridurre la fertilità, sebbene – si afferma nel rapporto- sia stato rilevato che “causino emorragie che possono limitare la loro utilità”.
“È stato suggerito un impianto sub cutaneo permanente o semipermanente di questi ormoni ma non è stato chiarito se ciò porterebbe alle stesse difficoltà”.
(…) “La Fondazione farà tutto il possibile per assistere nel colmare questa importante lacuna e questo in molti modi:
1- “Cercando o incoraggiando lo sviluppo, nonché il sostegno parziale, di alcuni centri di eccellenza nelle università e nelle istituzioni di ricerca negli Stati Uniti e all’estero, nei quali i metodi e i punti di vista della biologia molecolare siano abbinati ad approcci più tradizionali di istologia, embriologia, endocrinologia, nella ricerca pertinente lo sviluppo dei metodi per il controllo della fertilità”.
2- “Sostenendo la ricerca di ricercatori indipendenti, orientati verso lo sviluppo di metodi contraccettivi o di informazioni base sulla riproduzione umana, rilevanti per tali sviluppi;”
3- “Incoraggiando ricercatori consolidati o principianti, rendendo disponibili fondi per la ricerca ed anche con altri mezzi, a volgere la loro attenzione ad aspetti della ricerca nella biologia riproduttiva, che hanno implicazioni sulla fertilità umana e il suo controllo;”
4- “Incoraggiando più studenti di biochimica e biologia a designare carriere nella biologia riproduttiva e nel controllo della fertilità umana, attraverso il sostegno di programmi di ricerca ed insegnamento nei dipartimenti di zoologia, biologia e biochimica”.
La lista è infinita... Quale la motivazione per queste attività, secondo la RF (Rockefeller Foundation)?
“Si stima esistano 5 milioni di donne tra i gruppi americani di poveri o sulla soglia della povertà che hanno bisogno di un servizio di controllo delle nascite.
(…). La fertilità degli indigenti non testata, contribuisce molto a perpetuare la povertà, la sottocultura, la sotto-occupazione, non solo nei quartieri poveri delle città ma anche nelle aree rurali depresse”.
(…) Nel suo rapporto annuale del 1988, la RF fu felice di comunicare il progresso compiuto dalla Population Division della Fondazione nel campo dei vaccini anti-fertilità:
“L’Istituto Indiano di Immunologia (India’s National Institute of Immunology) completò con successo nel 1988 la prima fase delle prove con 3 versioni di un vaccino antifertilità per le donne. Sponsorizzato dal governo indiano e sostenuto dalla Fondazione, le prove stabilirono che con ognuno dei vaccini testati, ci si poteva attendere almeno un anno di protezione dalla gravidanza e questo basandosi sui livelli di anticorpi formatisi in risposta allo schema di immunizzazione”.
Nella sua revisione sui vaccine antifertilità, del 1997, il Centro Internazionale – con base in Indi