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[h=1]Danimarca, la leader socialdemocratica annuncia: "Chiuderemo i centri-profughi"[/h] [h=2][/h]
Le politiche annunciate dalla premier in pectore della Danimarca hanno suscitato sia critiche sia apprezzamenti da parte degli esponenti della sinistra europea

Gerry Freda - Sab, 15/06/2019 - 08:57
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In Danimarca, la leader dei socialdemocratici, che hanno trionfato alle elezioni generali delle scorso 5 giugno, ha ultimamente promesso di adottare, una volta insediatasi come nuovo primo ministro del Paese nordico, “
provvedimenti durissimi” in materia di immigrazione.


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La quarantunenne Mette Frederiksen, che alle ultime consultazioni ha condotto il fronte della sinistra alla conquista di 91 seggi parlamentari su 179, ha infatti annunciato di volere inasprire la linea dura sviluppata in ambito migratorio dai precedenti esecutivi conservatori. In particolare, tra le misure restrittive delineate in questi giorni dalla donna di sinistra, destinata a divenire a breve il più giovane premier danese della storia, vi è lo “smantellamento” di tutti i centri-profughi presenti sul territorio nazionale.


La leader della coalizione di sinistra ha infatti rivelato recentemente alla testata Kristeligt Dagblad di volere chiudere le strutture di accoglienza per richiedenti asilo e di volere quindi “deportare in Nordafrica” gli ospiti di tali centri. La Frederiksen vorrebbe liberare la Danimarca da queste strutture in quanto, a suo dire, rappresenterebbero dei “focolai di illegalità”. Secondo lei, i centri-profughi sarebbero “scarsamente controllati dalla polizia e in essi prolifera di conseguenza lo spaccio di droga e la propaganda islamista”.

Trasferire coattivamente in Nordafrica gli ospiti stranieri delle strutture ricettive sarebbe, sempre ad avviso dell’esponente socialdemocratica, una politica “giusta e umana”. A tale proposito, costei ha puntualizzato: “Non è affatto eroico o misericordioso ammassare nel nostro Paese migliaia di immigrati di cui non conosciamo nulla e causare così enormi tensioni sociali nella nostra società. I problemi dei profughi non si risolvono spostando questi ultimi dalla loro patria in Europa, ma dando a costoro opportunità e speranze nei rispettivi Stati di origine”.

La Frederiksen ha poi assicurato ai cronisti di Kristeligt Dagblad che il trasferimento coatto in Nordafrica degli ospiti dei centri-profughi danesi potrà essere attuato dando finalmente esecuzione alle “convenzioni di rimpatrio” stipulate in passato da Copenaghen con i Paesi del Maghreb e mai attuate finora dai governi della nazione scandinava.

L’annuncio della leader socialdemocratica ha immediatamente provocato sia critiche sia apprezzamenti tra le file della sinistra europea. Ad esempio, Morten Østergaard, segretario del Partito Social-Liberale danese nonché alleato di coalizione della Frederiksen, e Cristina Narbona, presidente dei socialisti spagnoli, hanno reagito alle parole della donna quarantunenne bollandole come rappresentative di una “svolta xenofoba” del maggiore partito “progressista” del Paese nordico.

Al contrario, un plauso nei riguardi della tolleranza zero in ambito migratorio promessa dalla leader danese è stato espresso da Sigmar Gabriel, a capo dei socialdemocratici tedeschi dal 2009 al 2017. Egli, dalle colonne del quotidiano di economia di Düsseldorf Handelsblatt, ha elogiato la Frederiksen q
uale simbolo di una sinistra “attenta alla realtà”, che “comprende i problemi concreti della gente” e che finalmente “rigetta i paraocchi del perbenismo”.
 
ISTIGAZIONE ALLA VIOLENZA MA..........TRANQUILLI NON GLI FARANNO NULLA,PROVA A DIRLO TU "COMUNE CITTADINO" POI VEDI COSA TI SUCCEDE.

[h=1]Il deliro del prete anti-Salvini: "Bisogna uccidere il ministro"[/h] [h=2][/h]
In audio trasmesso a La Zanzara Don Giorgio De Capitani si scaglia contro il ministro dell'Interno

Claudio Carollo - Sab, 15/06/2019 - 11:30
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"Ammazzate Salvini" non è l'uscita violenta, che sarebbe comunque grave, di qualche oppositore, o antagonista esaltato, che non sa più cosa inventarsi per dare addosso al ministro dell'Interno, ma, ancora più grave, è l'ennesima trovata di Don Giorgio De Capitani, un prete.
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Ne scrive Mario Giordano su La Verità di oggi, riportando un audio mandato in onda a sua volta dalla trasmissione radiofonica La Zanzara in cui si sente il sacerdote che senza remore dice: "Salvini è un ladro, uccidiamolo", "Io elogio chi uccide Salvini". Il ragionamento alla base della sua invettiva parte dalla legge sulla legittima difesa. "Se è lecito uccidere chi minaccia la nostra vita", spiega "allora io ho il diritto di uccidere Salvini: infatti mi sento minacciato da lui perché ci sta rubando la democrazia".
Quindi, continua, "lo posso fare fuori". E se lo fa qualcun altro, "io dico che ha fatta bene". E per giustificarsi chiarisce: "Seguo soltanto il suo ragionamento".

Ma non è la prima volta che il prete si lascia andare a questo tipo di sfoghi. E' lo stesso che aveva invocato l’ictus per Silvio Berlusconi, aveva definito i nostri soldati in Afghanistan come "mercenari, farabutti e criminali" e aveva chiesto di tenere i leghisti fuori dalle chiese, definendoli "porci, bastardi, risucchiati nel water delle loro ideologie di merda". Parole poco degne di un prelato.

Don giorgio ha anche un suo sito personale da dove non si limita a diffondere il verbo e a fare opere di bene, ma si diletta spesso ad affrontare temi di attualità e politica, prendendo di mira con particolare interesse Salvini e il suo partito. Per fare un esempio di come non si freni davanti a nessuno, in uno dei suoi articoli in apertura di home page commenta il caso di Noa la 17enne olandese che si è lasciata morire e scrive a proposito di un tweet di Papa Francesco contro l'eutanasia:" Questo si è bevuto il cervello!".
E ancora: "Vorrei semplicemente chiedere: se tutti i bambini violentati dai preti (migliaia e migliaia), diventati grandicelli, decidessero di morire come Noa, che succederebbe? Io li prenderei per le loro palle, e li appenderei ad una forca! Ma non solo loro. Prenderei per le palle il papa, i cardinali, i vescovi, Mario Delpini e li appenderei ad un palo!".

Don Giorgio De Capitani è stato ordinato sacerdote nel 1963, ha girato vari paesi della diocesi di Milano, fino al 2013, quando monsignor Angelo Scola gli ha tolto la gestione della parrocchia di Monte. Da allora vive a Villetta Brianza e celebra ogni domenica alle 18 nella parrocchia di Dolzago, in provincia di Lecco.
 
[h=1]Massimo Giannini attacca Maurizio Landini a Otto e mezzo: "Lo sa che il 43% degli operai vota Matteo Salvini?"[/h]
15 Giugno 2019

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"Il 43 per cento degli operai vota Matteo Salvini". Massimo Giannini cerca di svegliare Maurizio Landini in diretta da Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7ricordandogli che una grande parte degli iscritti alla Cgil ha votato Lega alle ultime elezioni europee. Il sindacalista si innervosisce - oltre al fatto che per tre volte lo hanno chiamato "Salvini" anziché "Landini" - ma non riesce ad argomentare bene una risposta che controbatta a quanto sostenuto da Giannini
 

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