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Unioni civili per i gay, Renzi, Boschi e Boldrini accelerano: "Dopo le elezioni una legge in Italia". Il no di Ncd: il governo rischia?
"Il Pd non si tira indietro rispetto a questa battaglia di civiltà. Lo faremo subito dopo le elezioni. C'è la volontà di arrivare fino in fondo". Maria Elena Boschi rilancia la campagna per le unioni gay in Italia. Il ministro delle Riforme è in linea con il suo premier, Matteo Renzi, che subito dopo il sì dell'Irlanda al referendum sulle nozze gay sale con entusiasmo sul carro dei vincitori rilanciando il tema dei diritti per gli omosessuali:
"Nel mio partito su questo tema - avrebbe confidato il premier ai suoi secondo quanto riferisce Repubblica - c'è chi vorrebbe di più. Ma le unioni civili non sono più rinviabili". Sarebbe stata Cristiana Alicata, scelta dal governo nel cda di Anas e attivista per i diritti lgbt, a convincere il premier all'accelerazione. Alla Boschi e a Renzi fanno coro in tanti, dai più gay-friendly della sinistra (da Nichi Vendola a Ivan Scalfarotto) fino al presidente della Camera Laura Boldrini, che su Twitter lancia la volata: Dall' #Irlanda una spinta in più.È tempo che anche l'Italia abbia una legge su #unionicivili.Essere europei significa riconoscere i diritti.
Il no di Ncd - Modello tedesco (più cauto) o irlandese che sia, il governo sul tema delle unioni civili per i gay rischia però grosso. Se la Lega Nord, con Matteo Salvini, ha già annunciato il suo no irremovibile, pesa molto di più il muro alzato da Angelino Alfano. A rimorchio su molte questioni cruciali, Ncd non può abdicare a uno dei punti più "identitari" del suo programma, per di più con rilevantissimi risvolti etici. In apparenza, se Renzi forzerà la mano, potrebbe essere proprio questo tema il più rischioso per la sua poltrona.
attivista per i diritti lgbt = lesbiche/gay/bisex/trans
"Il Pd non si tira indietro rispetto a questa battaglia di civiltà. Lo faremo subito dopo le elezioni. C'è la volontà di arrivare fino in fondo". Maria Elena Boschi rilancia la campagna per le unioni gay in Italia. Il ministro delle Riforme è in linea con il suo premier, Matteo Renzi, che subito dopo il sì dell'Irlanda al referendum sulle nozze gay sale con entusiasmo sul carro dei vincitori rilanciando il tema dei diritti per gli omosessuali:
"Nel mio partito su questo tema - avrebbe confidato il premier ai suoi secondo quanto riferisce Repubblica - c'è chi vorrebbe di più. Ma le unioni civili non sono più rinviabili". Sarebbe stata Cristiana Alicata, scelta dal governo nel cda di Anas e attivista per i diritti lgbt, a convincere il premier all'accelerazione. Alla Boschi e a Renzi fanno coro in tanti, dai più gay-friendly della sinistra (da Nichi Vendola a Ivan Scalfarotto) fino al presidente della Camera Laura Boldrini, che su Twitter lancia la volata: Dall' #Irlanda una spinta in più.È tempo che anche l'Italia abbia una legge su #unionicivili.Essere europei significa riconoscere i diritti.
Il no di Ncd - Modello tedesco (più cauto) o irlandese che sia, il governo sul tema delle unioni civili per i gay rischia però grosso. Se la Lega Nord, con Matteo Salvini, ha già annunciato il suo no irremovibile, pesa molto di più il muro alzato da Angelino Alfano. A rimorchio su molte questioni cruciali, Ncd non può abdicare a uno dei punti più "identitari" del suo programma, per di più con rilevantissimi risvolti etici. In apparenza, se Renzi forzerà la mano, potrebbe essere proprio questo tema il più rischioso per la sua poltrona.
attivista per i diritti lgbt = lesbiche/gay/bisex/trans
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