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[h=1]L'Italia nel mirino dell'Isis: "Verserete molto sangue"[/h] [h=2][/h] Lo Stato islamico minaccia Italia, Inghilterra e Francia: "I cristiani ci dichiarano guerra, il loro sangue non sarà risparmiato"



Andrea Riva - Mar, 17/11/2015 - 22:13









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Nuove minacce dell'Isis all'Europa. Il ramo iracheno dello Stato islamico ha infatti pubblicato un nuovo video, intitolato Messaggio al popolo della croce, nel quale affermano: "I cristiani ci hanno dichiarato guerra, il loro sangue non sarà risparmiato".

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Il riferimento, molto probabilmente, è ai recenti raid aerei russi e francesi contro Raqqa, la capitale dello Stato islamico. Nella foto che accompagna il video - che celebra l’abbattimento dell’aereo russo e le stragi di Parigi - si notano il britannico Big Ben, la Torre Eiffel e il Colosseo. Alcuni tra più importanti simboli dell'Occidente nel mirino dei terroristi.
Diffuso a quattro giorni dagli attacchi di Parigi, il video contiene nuove minacce, in particolare per i cristiani: "Voi credete che noi temiamo la vostra reazione alle nostre operazioni? No, stiamo aspettando con impazienza la reazione con la stessa stupidità di Bush quando ha distrutto l’economia del suo Paese", recita la voce in arabo, accompagnata da sottotitoli in inglese e francese.

Isis minaccia l'Occidente






























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"Siamo qui ad aspettarvi, pronti ad affrontarvi e massacravi. Benvenuti nel posto che volevamo, benvenuti nel posto che abbiamo scelto, benvenuti a Dabiq", va avanti il messaggio con un riferimento all’area della Siria in cui secondo la propaganda dell’Isis ci sarà la "battaglia finale" contro i "crociati".
Il messaggio si conclude con un’interpretazione di un altro dei detti del Profeta, riferito alla "dhimma", una sorta di patto di protezione tra un’autorità di governo islamica e non musulmani. Il messaggio sostiene che in caso non esista una "dhimma" allora "il loro sangue e il loro denaro sono halal", ovvero consentiti, e lo stesso vale - secondo le minacce - per i gli abitanti dei Paesi con cui "non esiste una dhimma".
Il messaggio si conclude con l’"auspicio che Allah accolga tra le fila dei martiri coloro che hanno compiuto l’operazione benedetta".
 
[h=1]I tagliagole dell'Isis festeggiano: "Parigi in fiamme, ora tocca a Roma"[/h] [h=2][/h] I sanguinari militanti dello Stato islamico in festa su Twitter: "Questo è l'11 settembre della Francia". E spopola l'hashtag in arabo "Parigi in fiamme"



Sergio Rame - Sab, 14/11/2015 - 01:12









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Continua l'annus horribilis della Francia nel mirino del terrorismo islamico.
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Si è aperto con la strage alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo ed è continuato con attentati sventati, chiese cattoliche nel mirino e i brutto episodio del Tgv. Ora le sparatorie coordinate nella capitale nonostante un dispositivo di massima allerta sempre dispiegato su tutto il territorio. E dallo Stato islamico si alzano le grida di gioia per i francesi brutalmente ammazzati al grido di "Allah è grande!".
"La Francia manda i suoi aerei in Siria, bombarda uccidendo i bambini, oggi beve dalla stessa coppa", afferma il canale Dabiq France (la rivista francese dello Stato islamico) assumendo la paternità degli attentati. "Ricordate, ricordate il 14 novembre di Parigi - continuaon dimenticheranno mai questo giorno, così come gli americani l'11 settembre". Non appena ha fatto il giro del mondo la notizia del multiplo attacco terroristico alla capitale francese, i tagliagole dello Stato islamico hanno esultato sui social network. Su Twitter i militanti dell'Isis hanno, immediatamente, celebrato gli attacchi di Parigi con l'hashtag in arabo "Parigi in fiamme". "Dopo Parigi - è il sinistro proclama che accompagna le celebrazioni dei sostenitori dell'Isis - ora tocca a Roma, Londra e Washington". Non mancano anche le minacce a Spagna e Portogallo, territorio dell'antico Califfato in Europa.
Del resto sia gli esperti di geopolitica sia i servizi di intelligence sono d'accordo nell'affermare che con l'operazione lanciata in Siria la Francia non mirava ad arginare l'esodo di profughi né a rafforzare la coalizione anti Isis. Il motivo è piuttosto quello di neutralizzare un gruppo preciso di combattenti che starebbe preparando attentati devastanti sul territorio francese. Pare siano stati confermati nelle loro analisi.
 
[h=1]Sondaggi: cresce il centrodestra, Pd in caduta libera[/h] [h=2][/h] Forza Italia con Lega Nord e Fratelli d'Italia raggiunge il 32%. Il Pd è al 30,8%, non pervenuti centristi e sinistra radicale



Chiara Sarra - Mar, 17/11/2015 - 18:33




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Il caso De Luca, dopo quello Marino, non ha certo fatto bene al Partito democratico, che perde ancora terreno.
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A dirlo è il sondaggio diffuso ieri dal TgLa7 di Enrico Mentana e realizzato da Emg, secondo cui il principale partito di centrodestra perde lo 0,8% e scende al 30,8%. Scende, ma di appena lo 0,1%, anche il M5S, che si piazza al 27,6%. Se si andasse al voto oggi, quindi, sarebbero queste le forze che si sfiderebbero al ballottaggio.
Ma il tema sicurezza è sempre più in primo piano, soprattutto dopo gli attentati di Parigi. Così la Lega Nord arriva al 15,1% (+0,7) e Forza Italia al 12% (+0,1). Con Fratelli d'Italia al 4,9% (+0,1%), il centrodestra unito arriva al 32%. Non pervenuti Ncd (2,8%) e la neonata Sinistra italiana (3,5%).
 
La Chiesa aperta non difende i cristiani

La scelta del Papa di fare accogliere i clandestini nelle parrocchie, pur essendo in stragrande maggioranza musulmani è il colpo di grazia che reciderà il rapporto di fiducia con i cristiani d'Oriente



Magdi Cristiano Allam - Gio, 24/09/2015 - 20:25




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La scelta di Papa Francesco di fare accogliere incondizionatamente i clandestini persino nelle parrocchie, pur essendo in stragrande maggioranza musulmani, nonostante si tratti di un'invasione promossa dal regime islamico turco di Erdogan e dal terrorismo islamico che dal 2011 controlla le coste libiche, nel contesto di una strategia di islamizzazione demografica dell'Europa, è il colpo di grazia che reciderà il rapporto di fiducia e incrinerà il rapporto spirituale con i cristiani d'Oriente.
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La Chiesa di Roma, non solo ha deluso, ma ha tradito le aspettative dei cristiani d'Oriente, gli autoctoni che hanno resistito all'islamizzazione forzosa a partire dal settimo secolo, quando costituivano il 98% della popolazione della sponda meridionale e orientale del Mediterraneo, precipitati al 20% nel 1945, a meno del 6% oggi, mentre si prevede che nel 2020 si dimezzeranno ancora. Dalla seconda guerra mondiale circa dieci milioni di cristiani sono stati costretti a emigrare dai Paesi arabi.
La decisione di assecondare in tutto e per tutto i governi islamici, immaginando che così facendo si sarebbero tutelati i cristiani, l'adozione del relativismo religioso con la «Dichiarazione Nostra Aetate» del 1965 con la sostanziale legittimazione dell'islam sostenendo che entrambe le religioni credono nell'«unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente», e che «la Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni», ha di fatto legittimato la supremazia dell'islam e favorito l'emarginazione del cristianesimo. Giovanni Paolo II arrivò a baciare il Corano il 14 maggio 1999, fu il primo pontefice a pregare in una moschea, quella Omayyade di Damasco il 6 maggio 2001, così come il 24 gennaio 2002 convocò la prima preghiera interreligiosa ad Assisi. Il 30 novembre 2006 Benedetto XVI, per riparare l'«offesa» all'islam della Lectio magistralis di Ratisbona, fu costretto a pregare nella Moschea Blu di Istanbul, dove tornerà il 29 novembre 2014 Papa Francesco.
Papa Francesco il 25 novembre 2014 si è spinto fino a rendersi disponibile a dialogare con i terroristi dello Stato islamico dell'Isis: «Non chiudo le porte a nessuno (...). Io non do mai per perso nulla». Così come ha messo sullo stesso piano il terrorismo islamico con il «terrorismo di Stato»: «Con i terroristi cadono molti innocenti, c'è la minaccia di questi terroristi, ma c'è anche un'altra minaccia, il terrorismo di Stato».
Ebbene le posizioni di Papa Francesco vengono del tutto sconfessate dagli stessi prelati cattolici d'Oriente. Il vescovo cattolico siriano Issam John Darwich, il 4 aprile 2013, ha denunciato: «Siamo vittime di un complotto internazionale. Oggi, dopo quella che voi in Occidente chiamate Primavera araba, la Siria si è trasformata nel quartier generale dei terroristi islamici (...). Se l'Europa non aiuterà i cristiani in Oriente arriverà anche il suo turno». Monsignore Emil Nona, arcivescovo di Mosul, in un'intervista al quotidiano Avvenire il 12 agosto 2014, afferma senza mezzi termini che i terroristi islamici «rappresentano la vera visione dell'islam»: «La base è la religione islamica stessa, nel Corano ci sono versetti che dicono di uccidere i cristiani, tutti gli altri infedeli. La parola “infedele” nell'islam è una parola molto forte: l'infedele nell'islam non ha una dignità, non ha un diritto. A un infedele si può fare qualsiasi cosa: ucciderlo, renderlo schiavo, tutto quello che l'infedele possiede, secondo l'islam, è un diritto del musulmano. Non è un'ideologia nuova, è un'ideologia basata sul Corano stesso. Queste persone rappresentano la vera visione dell'islam». Padre Douglas Al Bazi, parroco di Mar Eillia ad Erbil, intervenendo al Meeting di Rimini il 23 agosto 2015, ha detto che l'islam è pari al terrorismo: «Per favore, se c'è qualcuno che ancora pensa che l'Isis non rappresenta l'islam, sappia che ha torto. L'Isis rappresenta l'islam, al cento per cento (...) Vi imploro: non parlate di conflitto. È un genocidio (...) Svegliatevi! Il cancro è alla vostra porta. Vi distruggeranno. Noi, cristiani del Medio Oriente, siamo l'unico gruppo che ha visto il volto del male: l'islam». Svegliamoci!
 
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