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VITTORIO FELTRI

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Vittorio Feltri contro il Pd: "Finalmente la sinistra tira le cuoia". Chi dobbiamo davvero ringraziare
30 Ottobre 2019
Vittorio Feltri: Finalmente la sinistra tira le cuoia





Gli sconfitti minimizzano: sottovalutano la débâcle in Umbria perché in fondo trattasi di una piccola regione non significativa della situazione nazionale. La sinistra, tanto per cambiare, non ha percepito nulla dell' ultima tornata elettorale, ed è convinta di essere inciampata in un sassolino, invece, ha preso una zuccata tremenda contro una roccia.
Un colpo duro da cui difficilmente si riprenderà. Il flop di domenica scorsa non è un incidente della storia ma simboleggia la fine della storia progressista, cioè degli ex comunisti e degli ex democristiani. I quali ora devono rendersi conto di dover celebrare il fallimento della loro antica politica somigliante ai rimasugli di quella della Prima Repubblica. Se crolla la roccaforte umbra del marxismo e del compromesso storico, significa che è morto e sepolto un modello in apparenza immortale.

Per approfondire leggi anche: Vittorio Feltri durissimo contro Lilli Gruber
Si volta una pagina e se ne scrive un' altra. Il popolo bue capisce in ritardo però capisce: adesso è consapevole che sia il Pd sia il M5S non interpretano le sue esigenze e pertanto non vanno votati e nemmeno ascoltati. Sono fuori gioco, distaccati dalla attualità.
Non siamo di fronte all' inizio della loro decadenza, bensì al decesso. Ormai serve solo stabilire la data del funerale ed elaborare il lutto mediante una rifondazione ideologica.
Quello dei grillini è stato un rapido suicidio provocato da insipienza e incapacità amministrativa, mentre la dipartita dei democratici ha origini diverse. Essi hanno tradito i supporter spostando il proprio interesse dalle classi operaie alle élite snobbette, dalle case popolari ai palazzi urbani di lusso, ricchi e sofisticati. Le masse hanno avvertito la sterzata con molto ritardo, tuttavia alla fine hanno intuito di essere state tradite e si sono rivolte a partiti ruspanti eppure più sensibili, come la Lega e Fratelli d' Italia. La spiegazione del tracollo cosiddetto progressista è tutta qui. Aggiungiamo che l' avanzata del centrodestra, più destra che centro, non cesserà finché le sarà concesso un vasto territorio ove pascolare indisturbatamente.
Le polemiche sul Mojito di Salvini e sulla chiusura dei porti non fanno che accrescere il senso di fastidio nella gente comune, vogliosa di ordine e irritata dall' invasione degli immigrati.

Chi non comprende questi concetti elementari ha le fette di salame sugli occhi. Noi non pretendiamo di dare consigli alla sinistra, il cui declino anzi ci rallegra, semplicemente la avvertiamo per completezza di informazione, che si è chiusa un' epoca in cui la retorica dell' accoglienza, per dirne una, non ha più diritto di cittadinanza in una società complessa, stanca e bisognosa di essere liberata dal giogo delle tasse che impedisce alle imprese di fare il loro mestiere, cioè di produrre e creare benessere.
di Vittorio Feltri

 
LA FUCILATA
Vittorio Feltri durissimo contro Lilli Gruber: "Ecco perché detesta il testosterone"
30 Ottobre 2019
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Lilli Gruber, Vittorio Feltri





Battaglia senza esclusione di colpi tra Vittorio Feltri e Lilli Gruber. Il tutto è nato da una battuta, anzi da un insulto, rivolto dalla conduttrice di Otto e Mezzo al direttore di Libero: "Per Feltri io sarei così di sinistra da non usare la destra nemmeno per impugnare la forchetta? Veramente io sono mancina... a questo poveretto in andropausa grave gli dice proprio malissimo". Così Lilli la rossa a Un giorno da pecora, su Rai Radio 1. La conduttrice era seccata per un pezzo pubblicato su Libero in cui davamo conto dell'intervista a Io Donna in cui raccontava il suo nuovo libro, una sorta di manifesto femminista nel quale la Gruber punta il dito contro l'eccesso di "testosterone", in politica così come in ogni aspetto o quasi della società.

Leggi anche: Vittorio Feltri: "Perché Otto e Mezzo è disgustoso"
Vittorio Feltri ha replicato agli insulti della Gruber su Libero di ieri, martedì 29 ottobre, ricordandole come il pezzo per il quale era stato insultato neppure fosse suo. Ovviamente, il direttore ha picchiato duro: "Sarebbe assurdo prendersela con una signora invecchiata precocemente, e tuttavia non rassegnata al trascorrere degli anni, al punto da nascondere la propria decadenza con la squallida chirurgia plastica che le sfigura il volto rendendolo ridicolo". E ancora, in un altro passaggio: "La Gruber mi definisce un poveretto in andropausa grave, ignorando che la citata andropausa non è una patologia bensì un fenomeno naturale molto meno accentuato della menopausa, di cui lei è vittima innocente da lustri, senza che nessuno abbia avuto il cattivo gusto di rammentarglielo".
Ma, come detto in premessa, non è finita qui. Oggi, mercoledì 30 ottobre, Feltri dà nuova linfa alla battaglia. Lo fa su Twitter, dove mette nel mirino la campagna contro il "testosterone" della conduttrice di La7. Lo fa con un cinguettio, breve e corrosivo: "Lilli Gruber detesta il testosterone perché la trascura da lustri", conclude Vittorio Feltri. Cala il sipario, almeno per ora.
Di seguito il tweet di Vittorio Feltri:

 

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