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zanzara? ho fatto a tavolino per vendere farmaci e vaccini?

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[h=1]Virus Zika esplosivo: «Potrebbe contagiare 3-4 milioni di persone»[/h] [h=2]L’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Studio suggerisce legame con microcefalia. Il Ministero della Salute: donne incinte evitino viaggi in zone a rischio[/h] [h=3]di Laura Cuppini (lcuppini@rcs.it)[/h]


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Una bambina affetta da microcefalia a Recife, in Brasile (Getty Images)
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Il virus Zika «si sta diffondendo in maniera esplosiva». Non usa mezzi termini il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Margaret Chan, che ha presieduto un incontro informativo con gli Stati membri. Secondo una stima della stessa Oms, il virus potrebbe infettare 3-4 milioni di persone nelle Americhe, 1,5 milioni delle quali in Brasile, dove - da meno di un anno a questa parte - sono nati più di 4 mila bambini con microcefalia, una malformazione neurologica che comporta una crescita ridotta del volume del cervello e della circonferenza cranica, con possibili danni neurologici anche gravi. Ci sono forti sospetti che tra questa patologia e il virus Zika contratto dalle donne in gravidanza ci sia un legame. L’Oms ha anticipato che sta per essere pubblicato uno studio che darebbe ulteriore conferma di ciò.








[h=5]«Le donne incinte evitino viaggi in aree a rischio»[/h] Si muove anche il Ministero della Salute italiano, che invita le donne incinte a evitare viaggi nelle aree dove sono in corso epidemie di Zika, in particolare Centro e Sud America. È scritto in una circolare inviata agli Assessorati alla Sanità e agli enti coinvolti. Il Ministero ha poi stilato una scheda informativa e un poster da esporre in porti e aeroporti aperti al traffico internazionale. Sulla base dei bollettini epidemiologici internazionali, spiega il Ministero di Lungotevere Ripa, si possono distinguere: Paesi in cui sono in corso epidemie di virus Zika a rapida evoluzione, con trasmissione in aumento o diffusa (Colombia, Brasile, Suriname, El Salvador, Guiana Francese, Honduras, Martinica, Messico, Panama, Venezuela); Paesi in cui vengono segnalati casi e trasmissione sporadica a seguito di introduzione recente del virus (Barbados, Bolivia, Ecuador, Guadalupe, Guatemala, Guyana, Haiti, Porto Rico, Paraguay, Saint Martin). Sebbene finora l’Organizzazione Mondiale della Sanità non abbia raccomandato restrizioni nei viaggi, il Ministero consiglia a chi è diretto nelle aree colpite di proteggersi le punture di zanzara, alle donne in gravidanza, o che stanno cercando una gravidanza, di rinviare spostamenti non essenziali verso tali aree, così come a persone con malattie del sistema immunitario o gravi patologie croniche. Infine viene chiesto ai donatori di sangue, che abbiano soggiornato nei Paesi suddetti, di sospendere la donazione per 28 giorni dalla data del ritorno.




[h=5]Comitato di emergenza[/h] Lunedì si riunirà un comitato di emergenza dell’Oms per determinare se Zika costituisca un’emergenza sanitaria di portata internazionale. Ad oggi il virus si è diffuso in 22 Paesi dell’America Latina. Il più colpito è il Brasile, dove si contano un milione e mezzo di casi e circa 4.180 casi di microcefalia. I primi contagi sono stati registrati a maggio dello scorso anno; solo a ottobre però è stato ipotizzato il collegamento con l’aumento dei casi di microcefalia in bambini nati soprattutto nella zona nord-ovest del Paese. «Voglio essere chiara: la relazione fra il virus Zika e le malformazioni non è stata ancora stabilita», ha dichiarato Margaret Chan, ma questa relazione «è altamente sospettata». Dalle autorità sanitarie del Salvador è arrivato l’allarme più drastico, con la richiesta di rinviare di ben due anni eventuali gravidanze. Stessa cosa in Colombia, dove ci si limita a consigliare di aspettare fino a luglio prima di concepire un figlio.

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[h=5]Zika, l’Oms: «A rischio 3-4 milioni di persone»[/h]

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[h=5]Maxi pulizia in Brasile[/h] In Brasile, dopo aver schierato anche l’esercito in strada, la presidente Dilma Rousseff ha rivolto un appello ai principali leader religiosi per coinvolgere chiese cattoliche ed evangeliche nella lotta contro la zanzara Aedes, responsabile della trasmissione di dengue, chikungunya e, appunto, Zika. Per venerdì è inoltre previsto un faxinaco (maxi pulizia) negli edifici governativi di Brasilia: i dipendenti pubblici avrebbero ricevuto per email l’ordine di disinfestare tutti gli ambienti da potenziali focolai larvali. Rio de Janeiro - che tra una settimana darà il via alle sfilate del Carnevale e ad agosto ospiterà le Olimpiadi - deve fare i conti anche con la dengue,che in caso di febbre emorragica può portare alla morte. Nel 2015 le persone contaminate sono state 17.989, contro le 2.644 del 2014. Ciò nonostante, il segretario municipale della Salute Daniel Soranz ha dichiarato che non c’è il rischio di un’epidemia di dengue. Non si hanno invece notizie dal Venezuela, il cui governo è stato accusato da associazioni ed enti privati sanitari di non rendere pubblico alcun dato ufficiale sull’epidemia di Zika. Secondo José Felix Oletta, ex ministro della Sanità e responsabile della Ong Difendiamo l’epidemiologia nazionale, ci sono fra i 6 e i 10mila casi sintomatici della malattia nel Paese, ai quali vanno aggiunti un 30-40% di casi asintomatici. Diverse compagnie aeree che operano voli nelle zone più colpite dal virus in America Latina stanno proponendo ai clienti di annullare o posticipare i loro viaggi, specialmente se si tratta di donne incinte.

[h=5]Zika, quali sono i rischi in Europa e come riconoscere i sintomi[/h]
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[h=5]Il virus Zika sta creando allarme in Brasile e in altri Paesi del Centro-Sud America e Caraibi. Che cosa sta succedendo? [/h]
[h=5]Quattro italiani guariti[/h] La paura è quella di una diffusione globale dell’epidemia. Un timore plausibile, dato che il virus veicolato dalle zanzare Aedes è già sbarcato anche in Europa. I primi casi riguardano quattro italiani, tre inglesi, due spagnoli, tutte persone rientrate dal Sud America o dai Caraibi. Mercoledì mattina un nuovo caso è stato diagnosticato in un ospedale di Aarhus, nell’est della Danimarca. La persona infetta è un turista tornato da un viaggio in America centrale e Sudamerica. I casi italiani risalgono a dieci mesi fa, come ha spiegato il direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani, Giuseppe Ippolito: «Rientravano tutti dal Brasile, in tre sono stati curati a Roma, uno a Firenze. Attualmente stanno bene, siamo assolutamente tranquilli». Ci sarebbero anche due casi in Veneto, ma non è ancora confermato che si tratti effettivamente di contagi da Zika. Per Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di infettivologia dell’Istituto Superiore di Sanità, «non c’è un serio allarme per l’Italia o l’Europa, visto che in questa stagione da noi le zanzare non circolano. Ma è un problema molto serio per i Paesi colpiti, visto il collegamento con i gravissimi rischi per i neonati se vengono colpite le mamme in gravidanza. Da noi può arrivare qualche viaggiatore che si è contagiato in quei Paesi, ma è altamente improbabile che una zanzara di questa stagione possa pungerlo, infettarsi e dare così il via all’epidemia».


[h=5]L’appello degli scienziati[/h] La decisa presa di posizione dell’Oms arriva a poche ore dalla pubblicazione sulla rivista Jama di un appello di due scienziati dell’O’Neill Institute for National and Global Health Law di Georgetown (Usa), Daniel Lucey — specializzato in malattie infettive — e Lawrence O. Gostin. Gli esperti hanno richiamato il caso Ebola e spiegato che in quel contesto la mancanza di un intervento deciso dell’Oms nella fase iniziale della crisi probabilmente è costata migliaia di vite. Una lezione da non dimenticare perché, avvertono, anche oggi potrebbero verificarsi gravi conseguenze se non si intraprendono immediatamente decise azioni contro il virus.


[h=5]Obama: velocizzare la ricerca[/h] Anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è intervenuto sulla questione e, dopo un incontro con le autorità sanitarie e della sicurezza, ha chiesto di velocizzare la ricerca per la diagnosi, la prevenzione e la cura delle infezioni. Il governo statunitense sta avviando i lavori per mettere a punto un possibile vaccino contro Zika, ma i risultati non sono attesi nell’immediato. In ogni caso per Anthony Fauci, direttore dell’Istituto Nazionale Usa per le malattie infettive, un’epidemia di Zika è «improbabile» sul suolo americano, anche se potranno esserci occasionali focolai locali e si potranno avere casi - come è già successo - di persone che si ammalano dopo essere tornate dai Paesi a rischio. Una posizione condivisa dalla Casa Bianca, secondo cui il rischio che il virus si diffonda negli Stati Uniti è «abbastanza basso», come ha spiegato il portavoce Josh Earnest, sottolineando che i rischi potrebbero aumentare con le temperature più alte. Anthony Fauci ricorda che la patologia trasmessa dal virus Zika «è generalmente leggera e non ha conseguenze, ma va tenuto in considerazione il rischio per le donne incinte, a causa della possibile associazione con la microcefalia nei neonati».

28 gennaio 2016 (modifica il 28 gennaio 2016 | 19:28)
 

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