[h=1]Addio al papà della moka
Muore a 93 anni Renato Bialetti[/h] [h=2]Vissuto a Omegna e cresciuto nell’azienda di famiglia fondata dal padre Alfonso,
Bialetti nel 1986 aveva ceduto l’azienda che porta il suo nome alla Faema[/h]
C’è un aneddoto che a Renato Bialetti piaceva raccontare, legato ai primi tempi in cui si era trovato, per volere del padre, a tenere le redini della società di famiglia. Erano gli anni del secondo Dopoguerra e un giovane Bialetti stava cercando di spiegare, in un albergo, il funzionamento della «sua» moka a un gruppo di francesi piuttosto scettici. In quel momento passa Aristotele Onassis. Bialetti si avvicina, tenta il tutto per tutto: «Sono un giovane imprenditore. Potrebbe darmi una mano a convincere questi clienti della bontà del mio prodotto? Basterebbe dire che lei conosce e utilizza la moka Bialetti». Secondo la leggenda, Onassis accetta: «Sai che non ho mai bevuto un caffè buono come quello che esce dalle tue caffettiere, Renato?» dice l’armatore greco davanti ai francesi. Parole preziose che non solo convincono quei primi clienti, ma che lanciano un giovane Bialetti nel mondo imprenditoriale internazionale. Quella di Renato Bialetti però, che si è spento ieri notte ad Ascona (Canton Ticino) a 93 anni, è una storia tutta italiana che comincia a Omegna, in Piemonte, dove il padre Alfonso fonda nel 1919 un’officina per la fusione e lavorazione dell’alluminio. La svolta arriva nel 1933 quando, come dice la tradizione, «osservando le donne di Omegna che facevano il bucato sulle rive del lago d’Orta», Alfonso Bialetti ha l’intuizione che lo porta a progettare e realizzare la moka Bialetti che rivoluzionerà il modo di preparare il caffè a casa. La sua produzione viene avviata in quello stesso anno, e fino al Dopoguerra rimane a carattere artigianale con 70 mila pezzi prodotti ogni anno. Il vero cambio di passo che permetterà all’azienda di fare il salto necessario per imporsi in breve tempo tra i principali produttori italiani di caffettiere e, in seguito, a consolidare la notorietà del marchio, sarà impresso dal passaggio di testimone dal padre al figlio alla guida della società. Per Renato Bialetti, benedetto anche da Onassis, la missione sarà quella di rendere la caffettiera di famiglia famosa in tutto il mondo.