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poidi

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[h=1]“SAPETE COME REAGISCONO QUANDO AMMAZZANO UN BIANCO?” GIORDANO ABBATTE LA BOLDRINI E TUTTI I BUONISTI[/h]
luglio 19, 2016 vicid86_w90zd3qe ARCHIVIO 0
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Pubblichiamo Posta Prioritaria, la rubrica in cui Mario Giordano risponde alla missiva di un lettore. Caro Mario, non so se nella nostra bella rubrica puoi pubblicare una foto, comunque lo spiego a parole, è successo a Viareggio,per una lite su un parcheggio ed un’offesa («sei una testa di c…»), due sporchi bianchi si sono presi a pugni, purtroppo uno ci ha lasciato la pelle. Tu pensi che la Boldrini,Tutankamon (sai di chi parlo) e tutti i piddini in servizio permanente effettivo vengono a stracciarsi le vesti in Versilia? Non sia mai, il morto non è un nero e perciò non degno di essere nominato. Rai, Mediaset, La7, nessuno riporta la notizia. Neppure Radiopontecianchetta, solo se il morto è un clandestino nero tutti si indignano, ma per favore, mi sai dire chi sono i razzisti? Pierluigi Magnini Pietrasanta (Lu)
Caro Pierluigi, conosco quella notizia. Se non sbaglio, per altro, non è Viareggio ma Lido di Camaiore. Lite per un parcheggio, probabilmente aggravata dal caldo: lui un professionista, l’altro un anziano distinto. Insulti, botte, il morto. Non so che cosa abbia fatto Radiopontecianchetta, che purtroppo non riesco a seguire con assiduità, quello che le posso assicurare è che io, con le mie povere forze, quella notizia ho cercato di rilanciarla. Ma ha ragione lei: non è passata. Non ha bucato. Soprattutto non ha smosso gli animi dei benpensanti, a cominciare da Boldrini e Tutankamon vari. Nei giorni scorsi ho mandato in onda anche un’intervista molto forte a Federica Raccagni. Probabilmente la ricorderà: suo marito, un salumiere dalla faccia gioviale e serena della provincia di Brescia, è stato ucciso in casa da una banda di delinquenti albanesi due anni fa. La signora Raccagni è una donna fortissima.
È rimasta sola, con due figli, sta lottando da allora per avere giustizia e sicurezza. E faceva più o meno questo ragionamento: perché nessun ministro è venuto da me? Perché Alfano non ha organizzato il Comitato ordine e sicurezza nel mio paese? Perché mi hanno lasciata sola? «Trovo molto bella la solidarietà alla vedova del nigeriano», ha detto Federica. «Ma perché io non l’ho ricevuta?». E con questo penso di aver risposto alla sua domanda sui razzisti, caro Pierluigi. Dopodiché mi lasci ricordare anche un altro fatto: la vedova del nigeriano ha cambiato versione della vicenda e ha ammesso che lei e suo marito hanno aggredito per primi, con calci, pugni e cartelli stradali, quell’ultrà, come del resto i testimoni avevano raccontato fin da subito. Lo so che è lei questa cosa la sa, amico mio. Ma vada a controllare quanto spazio hanno dato alla notizia i giornaloni e avrà delle sorprese da far invidia a Radiopontechianchetta.
Fonte: Qui
 

poidi

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[h=1]Quei giornalisti svelti a trovare il “fascista”, ma lenti a vedere l’islamista[/h]
luglio 19, 2016 vicid86_w90zd3qe EVIDENZA 0
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Roma, 19 lug – Proviamo per un attimo a mettere insieme due fatti di sangue molto, molto, molto diversi. Non ci interessa confondere i piani, ma solo ragionare sul meccanismo mediatico e i suoi trabocchetti. Primo caso: al termine di una scazzottata la cui dinamica è ancora da chiarire, a Fermo un nigeriano cade a terra, morto. Per questo fatto tragico, viene arrestato un ragazzo locale, tale Amedeo Mancini. Chi è? Di lui si sa che frequenta la curva della Fermana, ma non risulta alcuna militanza politica.
Ci sono sue foto a un banchetto di destra radicale, ma anche alla raccolta firme del M5S. Il sindaco di Fermo, che è del Pd, lo conosce bene, pare sia stato un suo sostenitore. “Qualche anno fa diceva di essere comunista”, afferma il primo cittadino. Qualcuno dice di averlo visto anche in alcuni centri sociali della zona. Insomma, un profilo che ha molto della figura “paesana” e poco del militante, di qualsiasi schieramento. Ma per i media, Amedeo Mancini è di estrema destra. È un fascista, lo hanno capito subito e lo hanno scritto ovunque, forti anche della versione della vedova nigeriana, smentita dagli esami autoptici e da tutte le testimonianze. Eppure loro lo sanno: l’uomo è un fascista. E se gli fai notare le incongruenze di tale affermazione, ti rispondono che poco importano le idee o le frequentazioni, chi si comporta in un certo modo è fascista, punto.
Caso numero due, cambiamo completamente scenario. A Nizza, durante i festeggiamenti del 14 luglio, un uomo falcia la folla con un tir e fa 84 vittime. Chi è? Un tunisino, con tutta una serie di problemi personali legati all’instabilità psichica, familiare ed economica. È uno jihadista? Qui gli stessi media di prima diventano improvvisamente cauti. Non si sa, chi può dirlo. Alcuni sono pronti a giurare che l’islamismo non c’entri proprio niente e che si tratti di un classico delitto della follia, un raptus maturato in una mente disturbata. L’illusione tiene, incredibilmente, anche di fronte alle prime evidenze: l’uomo aveva il padre che era un noto estremista islamico tunisino. Aveva il pc pieno di video di attentati e decapitazioni, mentre nella rubrica del suo telefonino è stato trovato il numero di uno dei maggiori reclutatori di jihadisti in Francia, un senegalese legato ad Al Nusra. Spunta uno zio che riferisce di come suo nipote fosse stato “radicalizzato” da circa “due settimane” da un reclutatore algerino membro dell’Isis a Nizza. E all’improvviso si trovano testimoni che ricordano, ultimamente, di averlo sentito elogiare lo Stato islamico. Eppure molti giornalisti sono ancora in attesa del documento in triplice copia firmato dal Califfo con le dovute marche da bollo in cui si attesti formalmente che l’uomo è un soldato dell’Isis. Si obietta che non osservava il Ramadan, che mangiava maiale e pare facesse uso di cocaina. Ma la coerenza militante e ideologica di un soldato è cosa che riguarda i suoi ufficiali o, al limite, il suo dio, non certo gli osservatori che dovrebbero prendere atto dell’evidenza.
Insomma, il quadro è chiaro: da una parte abbiamo un atto terroristico la cui matrice è chiara, limpida, cristallina (si potrà poi discutere sul grado di spontaneismo o meno dell’azione). Eppure si fa un’enorme fatica a riconoscerlo per quello che è. Se uscisse fuori che c’è una parte di mondo che ci ha dichiarato guerra si farebbe un favore alle destre populiste e xenofobe, capite? Dall’altra ci sono altre etichette, come per esempio quella di “fascista”, che i padroni delle parole dispensano a piene mani, senza troppi riguardi, decidendo loro chi lo è e chi non lo è, anche a prescindere dalle idee dell’interessato. Perché avere un fascista in più fa molto comodo a lorsignori, mentre avere un immigrato terrorista in più è una vera tragedia. E non a causa dei morti che ha fatto.
Adriano Scianca




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[h=1]Bologna: 55enne italiano aggredito da un nordafricano armato di accetta e derubato[/h]
luglio 19, 2016 vicid86_w90zd3qe ARCHIVIO 0
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Si è ritrovato una mannaia puntata contro, dopo essere stato pedinato da uno sconosciuto per strada. Infine è stato derubato. A vivere lunghi minuti di paura è stato un 55enne italiano, lo scorso venerdì sera, alla periferia della città.
Da quanto ha riferito l’uomo alla polizia, denunciando l’accaduto, si trovava intorno alla mezzanotte in piazza dell’Unità. Qui ha incrociato un uomo, che lo ha dapprima fissato, poi, quando il 55enne ha allungato il passo per allontanarsi, lo ha pedinato.
Raggiunto dal soggetto – descritto come un nordafricano – il malcapitato si è visto brandire contro una mannaia, sotto la cui minaccia è stato costretto a consegnare allo straniero il portafogli. Intascato il bottino, il malvivente è poi scappato via velocemente, facendo perdere le proprie tracce. Indaga la polizia.
Bolognatoday.it
 

poidi

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[h=1]I BUSTI DELLA BOLDRINI ALLA CAMERA: “COSÌ LE DONNE SAPRANNO CHI SONO” (MA VA LA!)[/h]
luglio 19, 2016 vicid86_w90zd3qe ARCHIVIO 0
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Il busto di Laura Boldrini. No, non siamo ancora arrivati a doverci sciroppare il busto della presidenta, come nelle migliori dittature, ma “i busti” della presidenta, quelli delle donne, che ha voluto piazzare alla Camera nel nome della sua sgangherata lotta pseudo-femminista. Battaglia che la ossessiona. Un vecchio pallino, quello dei busti, che lady Boldrinova ha spiegato per filo e per segno ai microfoni di RTL 102.5, dove si è dilungata sulla tanto agognata (da lei) “Sala delle donne”. “Le donne nelle istituzioni sono entrate nel ’46 – ha premesso con incedere indolente -, ma se oggi chiedi a una ragazza di queste donne probabilmente avrà problemi a fare qualche nome. E questo perché le istituzioni non hanno dato rilievo giusto a queste donne. A Montecitorio c’è un corridoio di busti di uomini delle istituzioni, non ce ne sono di donne, non ce n’è traccia e ho pensato che bisognava compensare,riconoscere visibilità alle nostre 21 donne costituenti, alle sindache del ’46”. Busti in arrivo, dunque.
Ma non è tutto, perché l’intemerata della Boldrini è passata con disinvoltura dai busti agli specchi. Sì, agli specchi. Parlava ancora della “Sala delle donne”, e ha chiosato alzando il metaforico ditino: “Abbiamo messo anche degli specchi, così che ogni ragazza, specchiandosi, può immaginare la carica alla quale potrebbe ambire: se studiano e si impegnano nulla impedisce loro di arrivare ai vertici delle istituzioni”, ha spiegato. Lo specchio-specchio delle sue brame, insomma, piazzato dalla Boldrinova alla Camera per far sognare il gentil sesso (come se il gentil sesso avesse bisogno di uno specchio, che per giunta ha un sapore un po’ beffardo).
Fonte: Qui
 

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