Alien.
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[SIZE=+1]"[/SIZE]Una pratica disumana"
Secondo la commissione medica coreana "l'uso di gas lacrimogeni contro civili in Corea del Sud è
una pratica disumana e non accettabile dal punto di vista medico". Ed ancora: "Consideriamo l'uso
di gas CS e di altri gas lacrimogeni con effetti clinici comparabili, equivalente ad una operazione di
guerra chimica contro popolazioni civili, e pertanto chiediamo la totale messa al bando dell'uso di
queste sostanze".
I medici raccomandarono poi al governo coreano di rendere immediatamente disponibili al pubblico
ed ai professionisti del settore medico e della salute pubblica dati relativi alla composizione chimica
di tutti i gas lacrimogeni usati, informazioni sulle concentrazioni e varie formule di questi agenti,
precedenti studi tossicologici svolti o disponibili, ed ogni altra informazione tecnica rilevante per
comprenderne le conseguenze mediche e sanitarie. "Il governo, inoltre, dovrà incoraggiare
immediatamente scienziati e ricercatori a svolgere tutti gli studi epidemiologici e clinici necessari per
chiarire gli effetti degli agenti di gas lacrimogeni usati. Una tale ricerca dovrà essere svolta in
maniera indipendente e comprendere gli effetti acuti e subacuti, cronici e di lungo periodo di tali
agenti, in particolare su soggetti a rischio, bambini, neonati, anziani, soggetti con malattie croniche
preesistenti e pazienti in degenza". È accaduto qualcosa del genere in Italia dopo il G8?
Non ricordo di aver letto nulla al riguardo neanche nei documenti delle indagini conoscitive. E il
principio precauzionale? Nel campo dell'industria chimica, spetta a chi vuole iniziare un'attività
provare che non ci siano danni sull'ambiente e sulla salute dei cittadini. Non mi risulta che le forze
dell'ordine o le autorità competenti italiane abbiano mai provato che il CS non sia dannoso.
115.107 articoli sul CS
Lo stesso Parlamento europeo [European Parliament Directorate General for Research Directorate A
The Stoa - Scientific and Technological Options Assessment - Programme] commissionò uno studio
specifico sull'uso di gas lacrimogeni ["Crowd Control Technolgies [An appraisal of technologies for
political control"] del giugno 2000, che ci dice che esiste una pubblicistica sterminata sul CS, almeno
115.107 articoli! Secondo i dati raccolti dallo STOA, ad alti livelli di esposizione, il CS può causare
polmonite ed edema polmonare fatale, disfunzioni respiratorie, oppure gravi gastroenteriti ed ulcere
perforanti.
Il CS è anche irritante , ed alcuni soggetti possono sviluppare dermatite da contatto con conseguente
formazione di vesciche. L'esposizione anche a dosi basse di CS aumenta la pressione del sangue e
sussiste un rischio particolare per tutti coloro di età superiore ai trent'anni sotto stress fisico o con un
aneurisma non riscontrato. Magari lo stress fisico di chi a Genova correva via per sfuggire alle cariche
indiscriminate.
A livelli più alti il CS è stato associato con disfunzioni cardiache, danni al fegato e morte.
Sperimentazioni in vitro hanno dimostrato che il CS è clastogenico , causa cioè la separazione dei
cromosomi, e mutageno, cioè può causare mutamenti genetici ereditabili, mentre in altri casi il CS
aveva dimostrato di poter causare un aumento nel numero di cromosomi abnormi.
Dal punto di vista tossicologico, molte associazioni mediche hanno raccomandato lo svolgimento di
maggiori analisi di laboratorio ed epidemiologiche, per avere un quadro completo delle
conseguenze mediche derivanti dall'esposizione di componenti quali il CS. E il Journal of the
American Medical Association conclude che la "possibilità di conseguenze mediche di lungo termine
quali formazione di tumori, effetti sull'apparato riproduttivo e malattie polmonari è particolarmente
preoccupante, considerando l'esposizione alla quale vengono soggetti dimostranti e non dimostranti
in caso di operazioni di ordine pubblico".
Va anche ricordato, inoltre, che l'Italia ha ratificato nel 1925 il protocollo di Ginevra contro l'uso di
sostanze soffocanti o gas e che nel 1969 almeno ottanta paesi hanno votato per la messa al bando di
gas lacrimogeni in operazioni di guerra. Per quanto riguarda l'Italia: come si giustifica la discrepanza
sul regime di uso di CS, proibito in guerra ma permesso in tempo di pace, considerando che l'Italia è
firmataria ed ha ratificato il protocollo di Ginevra? Secondo alcuni esperti, esisterebbe al riguardo
una grave scappatoia legale nella Convenzione sulle armi chimiche, poiché la Convenzione non
proibisce l'uso di gas tossici in operazioni "pacifiche" come ad esempio quelle di "law enforcement",
il ripristino della legge. Tuttavia, esiste il problema della possibile trasformazione di un gas utilizzato
per scopi di ordine pubblico, in arma da guerra. In tal caso se tale gas venisse originariamente usato
per repressione di tumulti di piazza, allora lo stato dovrà dichiarare la sua composizione chimica al
segretariato della Convenzione.
Resta la domanda: la salute di un soldato in guerra, vale maggior protezione di quella di un civile
che esercita il suo diritto inalienabile all'espressione delle proprie opinioni?
E il carabiniere disse al giornalista:
attento, useremo gas molto speciali
Carta
" ERAVAMO, il mio operatore ed io, sul piazzale davanti alla stazione di Brignole, pronti a
riprendere quello che avrebbe potuto essere uno scontro. La polizia occupava la piazza e dalla
strada laterale arrivava il corteo [quello dei disobbedienti lungo via Tolemaide, ndr]. Ad un certo
punto un funzionario, non se un carabiniere o un poliziotto, ci ha consigliato di allontanarci perché
in quella zona avrebbero sparato dei gas lacrimogeni 'particolarmente efficaci'. Non so se si
preoccupava della nostra sicurezza o se semplicemente non voleva che riprendessimo, da dietro, le
manovre degli agenti. Comunque ci siamo allontanati di qualche metro e in effetti hanno sparato i
lacrimogeni, che erano particolarmente efficaci. Li abbiamo respirati e per qualche giorno abbiamo
avuto entrambi dei problemi gastrointestinali".
È la testimonianza di Roberto Scardova, cronista del
Tg3, che lo racconta oggi, mesi dopo le terribili giornate di Genova.
Oltre al CS, usato anche il CN
Dopo la pubblicazione dell'inchiesta del senatore Francesco Martone sui gas lacrimogeni al CS,
qualcosa si sta faticosamente muovendo, nonostante il compatto silenzio dei principali mezzi di
comunicazione. Qualche altro giornalista ha raccontato dei malesseri post-G8 e anche tra gli agenti
c'è chi comincia a farsi coraggio. Rivelando, ad esempio, che alcuni poliziotti di Genova avevano
espresso le proprie perplessità circa l'uso di questi lacrimogeni. O che un giovane agente sarebbe
stato ricoverato in ospedale e operato alla pelle per le ustioni riportate a causa dell'esposizione ai
gas.
Quali gas? Domanda non retorica, visto che, oltre al famigerato CS, c'era anche un altro tipo di
lacrimogeno che ha lasciato traccia di sé sotto forma di candelotti-souvenir conservati in giro per
l'Italia e che presto saranno a dispozione di chi sta indagando su questa fosca faccenda. Il CN
[Cloroacetofenone],
sviluppato in Germania nel 1870 e usato per la prima volta dai francesi negli
anni '20 per reprimere le proteste nelle colonie, è meno popolare del CS tra le forze di polizia del
mondo. Forse perché può essere un po' più tossico del CS, visto che la dose letale minima media è
minore. O forse perché, come spiega il sito web della Zarc, una ditta produttrice di equipaggiamenti
antisommossa, il CN è considerato un "co-cancerogeno", ovvero una sostanza che non produce
direttamente il cancro, ma ne facilita l'insorgere.
I rischi connessi all'uso del CN [abbandonato da molte polizie, compresa quella italiana, almeno
ufficialmente] sono noti fin dal 1969, anno di un articolo su questo argomento pubblicato sul New
England Journal of Medicine. Dopo le proteste di Seattle, nel 1999, la Toxic coalition,
un'organizzazione statunitense che si occupa dell'uso di prodotti chimici nell'industria, ha presentato
al dipartimento di polizia una richiesta di informazioni sulla composizione chimica del CN. Il risultato
è stato che nella composizione del candelotto di CN c'è circa il 50 per cento di metilene cloride,
presente in molti prodotti di uso domestico [solventi per vernici, ad esempio] considerati tossici dallo
stesso governo statunitense.
Tra gli effetti collaterali attribuiti a questo gas, dice ancora la Zarc, oltre ai "soliti" problemi
respiratori, agli occhi e alla gola, ci sono dermatiti con vesciche e anche ustioni di secondo grado. Da
trattare in ospedale, anche chirurgicamente.
Ce n'è abbastanza, per chiedere un capitolo specifico di indagine nella commissione parlamentare
d'inchiesta, che la maggioranza si ostina a rifiutare. E le dimissioni di Gianni De Gennaro, il capo
della polizia nominato dal centrosinistra, un po' meno saldamente al comando rispetto a qualche
mese fa.
I gas lacrimogeni sono classificati come mezzo di repressione non letale delle masse, in uso alle
polizie di mezzo mondo, da Seattle a Waco, dalla Palestina al Perù.
Anche a Genova nel luglio del 2001 ne è stato fatto abbondante uso, dato che dagli atti della
commissione parlamentare risulta ne siano usati più di 6200 candelotti in soli due giorni. Due sono le questioni connesse all'uso del gas, ed in particolare del famigerato gas o componente
chimico CS (ortoclorobenzalmalonitrile per gli addetti ai lavori):
è legale? Vi è cioè una valida norma di copertura che ne autorizzi l'uso da parte delle forze
dell'ordine?
è legittimo? In quali condizioni il gas può e deve essere impeigato?
Il quadro che si presenta agli occhi degli osservatori è variegato, ed è tuttora al vaglio del GLF.
E' però certo che il CS entra a far parte dell'armamento standard in dotazione alle forze di pubblica
sicurezza nel 1991, con il DPR 5 ottobre 1991, n. 359 (in Gazz. Uff., 11 novembre, n. 264), rubricato
Regolamento che stabilisce i criteri per la determinazione dell'armamento in dotazione
all'Amministrazione della pubblica sicurezza e al personale della Polizia di Stato che espleta
funzioni di polizia.
CALCIO. USO DI GAS NOCIVI DURANTE IL DERBY Un filo, purtroppo non solo sportivo, collega i campi di calcio di
quasi tutta Italia fino all'ultimo derby romano: I famigerati
lacrimogeni al Cs sparati dalle forze dell'ordine. Un uso eccessivo
fatto senza precauzioni, senza avvertire nessuno (nemmeno gli
stessi poliziotti) delle possibili conseguenze. Da tempo difatti
anche i rappresentanti del sindacato delle forze dell'ordine hanno
ammesso che il Cs non andrebbe usato considerate le
conseguenze sanitarie denunciate da operatori di polizia nell'
immediatezza o nelle ore successive all'uso dei lacrimogeni.
Testimoni, non solo ultras ma genitori e gente tranquilla,
raccontano, intervenendo a radio romane dopo la partita
Lazio-Roma del 21 marzo, quei terribili momenti avendo ancora in
mente il fiato corto, i polmoni e cuore che sembravano arrivare in
gola, le lacrime che bruciavano e quella voglia di vomitare. Sono i
cosiddetti effetti primari di quel gas con effetti genotossici. Sul
caso è intevenuto con una interrogazione parlamentare il senatore
dei verdi Francesco Martone, che da anni si batte contro l'uso di
questi gas denunciandone l' utilizzo già dai fatti del G8 di Genova.
Il parlamentare ricorda che pochi giorni dopo l'11 settembre con l'
attacco alle torri gemelle, il ministero della Salute italiano emana
una circolare "ad alta priorità" per segnalare il pericolo concreto
che i terroristi di Al Qaeda utilizzino armi chimiche "come ad
esempio il Cs" esposti al quale, secondo il dicastero Sirchia, si
rischia l'edema polmonare ossia il soffocamento. Ma il Cs è lo
stesso gas lacrimogeno sparato a Roma, dalle forze di polizia.
Forse quelli sparati dall'alto dalle famose finestre èrano candelotti speciali?
Se un popolo si ribella è perchè ha subito violenza,e lo Stato lo ringrazia piangendo...........
Secondo la commissione medica coreana "l'uso di gas lacrimogeni contro civili in Corea del Sud è
una pratica disumana e non accettabile dal punto di vista medico". Ed ancora: "Consideriamo l'uso
di gas CS e di altri gas lacrimogeni con effetti clinici comparabili, equivalente ad una operazione di
guerra chimica contro popolazioni civili, e pertanto chiediamo la totale messa al bando dell'uso di
queste sostanze".
I medici raccomandarono poi al governo coreano di rendere immediatamente disponibili al pubblico
ed ai professionisti del settore medico e della salute pubblica dati relativi alla composizione chimica
di tutti i gas lacrimogeni usati, informazioni sulle concentrazioni e varie formule di questi agenti,
precedenti studi tossicologici svolti o disponibili, ed ogni altra informazione tecnica rilevante per
comprenderne le conseguenze mediche e sanitarie. "Il governo, inoltre, dovrà incoraggiare
immediatamente scienziati e ricercatori a svolgere tutti gli studi epidemiologici e clinici necessari per
chiarire gli effetti degli agenti di gas lacrimogeni usati. Una tale ricerca dovrà essere svolta in
maniera indipendente e comprendere gli effetti acuti e subacuti, cronici e di lungo periodo di tali
agenti, in particolare su soggetti a rischio, bambini, neonati, anziani, soggetti con malattie croniche
preesistenti e pazienti in degenza". È accaduto qualcosa del genere in Italia dopo il G8?
Non ricordo di aver letto nulla al riguardo neanche nei documenti delle indagini conoscitive. E il
principio precauzionale? Nel campo dell'industria chimica, spetta a chi vuole iniziare un'attività
provare che non ci siano danni sull'ambiente e sulla salute dei cittadini. Non mi risulta che le forze
dell'ordine o le autorità competenti italiane abbiano mai provato che il CS non sia dannoso.
115.107 articoli sul CS
Lo stesso Parlamento europeo [European Parliament Directorate General for Research Directorate A
The Stoa - Scientific and Technological Options Assessment - Programme] commissionò uno studio
specifico sull'uso di gas lacrimogeni ["Crowd Control Technolgies [An appraisal of technologies for
political control"] del giugno 2000, che ci dice che esiste una pubblicistica sterminata sul CS, almeno
115.107 articoli! Secondo i dati raccolti dallo STOA, ad alti livelli di esposizione, il CS può causare
polmonite ed edema polmonare fatale, disfunzioni respiratorie, oppure gravi gastroenteriti ed ulcere
perforanti.
Il CS è anche irritante , ed alcuni soggetti possono sviluppare dermatite da contatto con conseguente
formazione di vesciche. L'esposizione anche a dosi basse di CS aumenta la pressione del sangue e
sussiste un rischio particolare per tutti coloro di età superiore ai trent'anni sotto stress fisico o con un
aneurisma non riscontrato. Magari lo stress fisico di chi a Genova correva via per sfuggire alle cariche
indiscriminate.
A livelli più alti il CS è stato associato con disfunzioni cardiache, danni al fegato e morte.
Sperimentazioni in vitro hanno dimostrato che il CS è clastogenico , causa cioè la separazione dei
cromosomi, e mutageno, cioè può causare mutamenti genetici ereditabili, mentre in altri casi il CS
aveva dimostrato di poter causare un aumento nel numero di cromosomi abnormi.
Dal punto di vista tossicologico, molte associazioni mediche hanno raccomandato lo svolgimento di
maggiori analisi di laboratorio ed epidemiologiche, per avere un quadro completo delle
conseguenze mediche derivanti dall'esposizione di componenti quali il CS. E il Journal of the
American Medical Association conclude che la "possibilità di conseguenze mediche di lungo termine
quali formazione di tumori, effetti sull'apparato riproduttivo e malattie polmonari è particolarmente
preoccupante, considerando l'esposizione alla quale vengono soggetti dimostranti e non dimostranti
in caso di operazioni di ordine pubblico".
Va anche ricordato, inoltre, che l'Italia ha ratificato nel 1925 il protocollo di Ginevra contro l'uso di
sostanze soffocanti o gas e che nel 1969 almeno ottanta paesi hanno votato per la messa al bando di
gas lacrimogeni in operazioni di guerra. Per quanto riguarda l'Italia: come si giustifica la discrepanza
sul regime di uso di CS, proibito in guerra ma permesso in tempo di pace, considerando che l'Italia è
firmataria ed ha ratificato il protocollo di Ginevra? Secondo alcuni esperti, esisterebbe al riguardo
una grave scappatoia legale nella Convenzione sulle armi chimiche, poiché la Convenzione non
proibisce l'uso di gas tossici in operazioni "pacifiche" come ad esempio quelle di "law enforcement",
il ripristino della legge. Tuttavia, esiste il problema della possibile trasformazione di un gas utilizzato
per scopi di ordine pubblico, in arma da guerra. In tal caso se tale gas venisse originariamente usato
per repressione di tumulti di piazza, allora lo stato dovrà dichiarare la sua composizione chimica al
segretariato della Convenzione.
Resta la domanda: la salute di un soldato in guerra, vale maggior protezione di quella di un civile
che esercita il suo diritto inalienabile all'espressione delle proprie opinioni?
E il carabiniere disse al giornalista:
attento, useremo gas molto speciali
Carta
" ERAVAMO, il mio operatore ed io, sul piazzale davanti alla stazione di Brignole, pronti a
riprendere quello che avrebbe potuto essere uno scontro. La polizia occupava la piazza e dalla
strada laterale arrivava il corteo [quello dei disobbedienti lungo via Tolemaide, ndr]. Ad un certo
punto un funzionario, non se un carabiniere o un poliziotto, ci ha consigliato di allontanarci perché
in quella zona avrebbero sparato dei gas lacrimogeni 'particolarmente efficaci'. Non so se si
preoccupava della nostra sicurezza o se semplicemente non voleva che riprendessimo, da dietro, le
manovre degli agenti. Comunque ci siamo allontanati di qualche metro e in effetti hanno sparato i
lacrimogeni, che erano particolarmente efficaci. Li abbiamo respirati e per qualche giorno abbiamo
avuto entrambi dei problemi gastrointestinali".
È la testimonianza di Roberto Scardova, cronista del
Tg3, che lo racconta oggi, mesi dopo le terribili giornate di Genova.
Oltre al CS, usato anche il CN
Dopo la pubblicazione dell'inchiesta del senatore Francesco Martone sui gas lacrimogeni al CS,
qualcosa si sta faticosamente muovendo, nonostante il compatto silenzio dei principali mezzi di
comunicazione. Qualche altro giornalista ha raccontato dei malesseri post-G8 e anche tra gli agenti
c'è chi comincia a farsi coraggio. Rivelando, ad esempio, che alcuni poliziotti di Genova avevano
espresso le proprie perplessità circa l'uso di questi lacrimogeni. O che un giovane agente sarebbe
stato ricoverato in ospedale e operato alla pelle per le ustioni riportate a causa dell'esposizione ai
gas.
Quali gas? Domanda non retorica, visto che, oltre al famigerato CS, c'era anche un altro tipo di
lacrimogeno che ha lasciato traccia di sé sotto forma di candelotti-souvenir conservati in giro per
l'Italia e che presto saranno a dispozione di chi sta indagando su questa fosca faccenda. Il CN
[Cloroacetofenone],
sviluppato in Germania nel 1870 e usato per la prima volta dai francesi negli
anni '20 per reprimere le proteste nelle colonie, è meno popolare del CS tra le forze di polizia del
mondo. Forse perché può essere un po' più tossico del CS, visto che la dose letale minima media è
minore. O forse perché, come spiega il sito web della Zarc, una ditta produttrice di equipaggiamenti
antisommossa, il CN è considerato un "co-cancerogeno", ovvero una sostanza che non produce
direttamente il cancro, ma ne facilita l'insorgere.
I rischi connessi all'uso del CN [abbandonato da molte polizie, compresa quella italiana, almeno
ufficialmente] sono noti fin dal 1969, anno di un articolo su questo argomento pubblicato sul New
England Journal of Medicine. Dopo le proteste di Seattle, nel 1999, la Toxic coalition,
un'organizzazione statunitense che si occupa dell'uso di prodotti chimici nell'industria, ha presentato
al dipartimento di polizia una richiesta di informazioni sulla composizione chimica del CN. Il risultato
è stato che nella composizione del candelotto di CN c'è circa il 50 per cento di metilene cloride,
presente in molti prodotti di uso domestico [solventi per vernici, ad esempio] considerati tossici dallo
stesso governo statunitense.
Tra gli effetti collaterali attribuiti a questo gas, dice ancora la Zarc, oltre ai "soliti" problemi
respiratori, agli occhi e alla gola, ci sono dermatiti con vesciche e anche ustioni di secondo grado. Da
trattare in ospedale, anche chirurgicamente.
Ce n'è abbastanza, per chiedere un capitolo specifico di indagine nella commissione parlamentare
d'inchiesta, che la maggioranza si ostina a rifiutare. E le dimissioni di Gianni De Gennaro, il capo
della polizia nominato dal centrosinistra, un po' meno saldamente al comando rispetto a qualche
mese fa.
I gas lacrimogeni sono classificati come mezzo di repressione non letale delle masse, in uso alle
polizie di mezzo mondo, da Seattle a Waco, dalla Palestina al Perù.
Anche a Genova nel luglio del 2001 ne è stato fatto abbondante uso, dato che dagli atti della
commissione parlamentare risulta ne siano usati più di 6200 candelotti in soli due giorni. Due sono le questioni connesse all'uso del gas, ed in particolare del famigerato gas o componente
chimico CS (ortoclorobenzalmalonitrile per gli addetti ai lavori):
è legale? Vi è cioè una valida norma di copertura che ne autorizzi l'uso da parte delle forze
dell'ordine?
è legittimo? In quali condizioni il gas può e deve essere impeigato?
Il quadro che si presenta agli occhi degli osservatori è variegato, ed è tuttora al vaglio del GLF.
E' però certo che il CS entra a far parte dell'armamento standard in dotazione alle forze di pubblica
sicurezza nel 1991, con il DPR 5 ottobre 1991, n. 359 (in Gazz. Uff., 11 novembre, n. 264), rubricato
Regolamento che stabilisce i criteri per la determinazione dell'armamento in dotazione
all'Amministrazione della pubblica sicurezza e al personale della Polizia di Stato che espleta
funzioni di polizia.
CALCIO. USO DI GAS NOCIVI DURANTE IL DERBY Un filo, purtroppo non solo sportivo, collega i campi di calcio di
quasi tutta Italia fino all'ultimo derby romano: I famigerati
lacrimogeni al Cs sparati dalle forze dell'ordine. Un uso eccessivo
fatto senza precauzioni, senza avvertire nessuno (nemmeno gli
stessi poliziotti) delle possibili conseguenze. Da tempo difatti
anche i rappresentanti del sindacato delle forze dell'ordine hanno
ammesso che il Cs non andrebbe usato considerate le
conseguenze sanitarie denunciate da operatori di polizia nell'
immediatezza o nelle ore successive all'uso dei lacrimogeni.
Testimoni, non solo ultras ma genitori e gente tranquilla,
raccontano, intervenendo a radio romane dopo la partita
Lazio-Roma del 21 marzo, quei terribili momenti avendo ancora in
mente il fiato corto, i polmoni e cuore che sembravano arrivare in
gola, le lacrime che bruciavano e quella voglia di vomitare. Sono i
cosiddetti effetti primari di quel gas con effetti genotossici. Sul
caso è intevenuto con una interrogazione parlamentare il senatore
dei verdi Francesco Martone, che da anni si batte contro l'uso di
questi gas denunciandone l' utilizzo già dai fatti del G8 di Genova.
Il parlamentare ricorda che pochi giorni dopo l'11 settembre con l'
attacco alle torri gemelle, il ministero della Salute italiano emana
una circolare "ad alta priorità" per segnalare il pericolo concreto
che i terroristi di Al Qaeda utilizzino armi chimiche "come ad
esempio il Cs" esposti al quale, secondo il dicastero Sirchia, si
rischia l'edema polmonare ossia il soffocamento. Ma il Cs è lo
stesso gas lacrimogeno sparato a Roma, dalle forze di polizia.
Forse quelli sparati dall'alto dalle famose finestre èrano candelotti speciali?
Se un popolo si ribella è perchè ha subito violenza,e lo Stato lo ringrazia piangendo...........
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