R
Roby
Guest
<center>Ogni parola è una nota che fa parte di uno spartito spesso già scritto, la pennellata che da sola può accendere di luce una tela e spiegarla, un solo tratto di matita, nitido, perfetto, ininterrotto, specchio fedele dell’invisibile. Tante note, pennellate, tratti di matita messi insieme diventano una composizione – in questo modo si abbellisce qualcosa che ci parlerebbe a prescindere se glielo consentissimo, se avessimo orecchie e cuore per ascoltare, qualcosa che normalmente è racchiuso in un unico, infinitamente e apparentemente insignificante dettaglio. Una parola, appunto, sempre evocatrice di spettri e meraviglie.
"Che poi le parole si usino a sproposito, beh, questo è risaputo, è consuetudine diffusa. Ma che colpa ne hanno loro – le parole, intendo?"</center>
"Che poi le parole si usino a sproposito, beh, questo è risaputo, è consuetudine diffusa. Ma che colpa ne hanno loro – le parole, intendo?"</center>