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25 aprile

Alien.

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questi ci hanno liberato o siamo diventati colonia USA ?


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113 basi esercito Usa dove fanno quello che gli pare




Elenco per Regioni


Trentino Alto Adige


1. Cima Gallina [Bz]. Stazione telecomunicazioni e radar dell'Usaf.

2. Monte Paganella [Tn]. Stazione telecomunicazioni Usaf.


Friuli Venezia Giulia


3. Aviano [Pn]. La più grande base avanzata, deposito nucleare e centro di telecomunicazioni dell'Usaf in Italia [almeno tremila militari e civili americani ]. Nella base sono dislocate le forze operative pronte al combattimento dell'Usaf [un gruppo di cacciabombardieri ] utilizzate in passato nei bombardamenti in Bosnia. Inoltre la Sedicesima Forza Aerea ed il Trentunesimo Gruppo da caccia dell'aviazione Usa, nonché uno squadrone di F-18 dei Marines. Si presume che la base ospiti, in bunker sotterranei la cui costruzione è stata autorizzata dal Congresso, bombe nucleari. Nella base aerea di Aviano (Pordenone) sono permanentemente schierate, dal 1994, la 31st Fighter Wing, dotata di due squadriglie di F-16 [nella guerra contro la Jugoslavia nel 1999, effettuo' in 78 giorni 9.000 missioni di combattimento: un vero e proprio record] e la 16th Air Force. Quest'ultima è dotata di caccia F-16 e F-15, e ha il compito, sotto lo U. S. European Command, di pianificare e condurre operazioni di combattimento aereo non solo nell'Europa meridionale, ma anche in Medio Oriente e Nordafrica. Essa opera, con un personale di 11.500 militari e civili, da due basi principali: Aviano, dove si trova il suo quartier generale, e la base turca di Incirlik. Sara' appunto quest'ultima la principale base per l'offensiva aerea contro l'Iraq del nord, ma l'impiego degli aerei della 16th Air Force sara' pianificato e diretto dal quartier generale di Aviano.

4. Roveredo [Pn]. Deposito armi Usa.

5. Rivolto [Ud]. Base USAF.

6. Maniago [Ud]. Poligono di tiro dell'Usaf.

7. San Bernardo [Ud]. Deposito munizioni dell'Us Army.

8. Trieste. Base navale Usa.


Veneto


9. Camp Ederle [Vi]. Quartier generale della Nato e comando della Setaf della Us Army, che controlla le forze americane in Italia, Turchia e Grecia. In questa base vi sono le forze da combattimento terrestri normalmente in Italia: un battaglione aviotrasportato, un battaglione di artiglieri con capacità nucleare, tre compagnie del genio. Importante stazione di telecomunicazioni. I militari e i civili americani che operano a Camp Ederle dovrebbero essere circa duemila.

10. Vicenza: Comando Setaf. Quinta Forza aerea tattica [Usaf]. Probabile deposito di testate nucleari.

11. Tormeno [San Giovanni a Monte, Vi]. Depositi di armi e munizioni.

12. Longare [Vi]. Importante deposito d'armamenti.

13. Oderzo [Tv]. Deposito di armi e munizioni

14. Codognè [Tv]. Deposito di armi e munizioni

15. Istrana [Tv]. Base Usaf.

16. Ciano [Tv]. Centro telecomunicazioni e radar Usa.

17. Verona. Air Operations Center [Usaf ]. e base Nato delle Forze di Terra del Sud Europa; Centro di telecomunicazioni [Usaf].

18. Affi [Vr]. Centro telecomunicazioni Usa.

19. Lunghezzano [Vr]. Centro radar Usa.

20. Erbezzo [Vr]. Antenna radar Nsa.

21. Conselve [Pd ]. Base radar Usa.

22. Monte Venda [Pd]. Antenna telecomunicazioni e radar Usa.

23. Venezia. Base navale Usa.

24. Sant'Anna di Alfaedo [Pd]. Base radar Usa.

25. Lame di Concordia [Ve]. Base di telecomunicazioni e radar Usa.

26. San Gottardo, Boscomantivo [Ve]. Centro telecomunicazioni Usa.

27. Ceggia [Ve]. Centro radar Usa.


Lombardia


28. Ghedi [Bs]. Base dell'Usaf, stazione di comunicazione e deposito di bombe nucleari.

29. Montichiari [Bs]. Base aerea [Usaf ].

30. Remondò [Pv]. Base Us Army.

108. Sorico [Co]. Antenna Nsa.


Piemonte


31. Cameri [No]. Base aerea Usa con copertura Nato.

32. Candelo-Masazza [Vc]. Addestramento Usaf e Us Army, copertura Nato.


Liguria


33. La Spezia. Centro antisommergibili di Saclant [vedi 35 ].

34. Finale Ligure [Sv]. Stazione di telecomunicazioni della Us Army.

35. San Bartolomeo [Sp]: Centro ricerche per la guerra sottomarina. Composta da tre strutture. Innanzitutto il Saclant, una filiale della Nato che non è indicata in nessuna mappa dell'Alleanza atlantica. Il Saclant svolgerebbe non meglio precisate ricerche marine: in un dossier preparato dalla federazione di Rifondazione Comunista si parla di "occupazione di aree dello specchio d'acqua per esigenze militari dello stato italiano e non [ricovero della VI flotta Usa]". Poi c'è Maricocesco, un ente che fornisce pezzi di ricambio alle navi. E infine Mariperman, la Commissione permanente per gli esperimenti sui materiali da guerra, composta da cinquecento persone e undici istituti [dall'artiglieria, munizioni e missili, alle armi subacquee].


Emilia Romagna


36. Monte San Damiano [Pc]. Base dell'Usaf con copertura Nato.

37. Monte Cimone [Mo]. Stazione telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

38. Parma. Deposito dell'Usaf con copertura Nato.

39. Bologna. Stazione di telecomunicazioni del Dipartimento di Stato.

40. Rimini. Gruppo logistico Usa per l'attivazione di bombe nucleari.

41. Rimini-Miramare. Centro telecomunicazioni Usa.


Marche


42. Potenza Picena [Mc]. Centro radar Usa con copertura Nato.


Toscana


43. Camp Darby [Pi]. Il Setaf ha il più grande deposito logistico del Mediterraneo [tra Pisa e Livorno], con circa 1.400 uomini, dove si trova il 31st Munitions Squadron. Qui, in 125 bunker sotterranei, e' stoccata una riserva strategica per l'esercito e l'aeronautica statunitensi, stimata in oltre un milione e mezzo di munizioni. Strettamente collegato tramite una rete di canali al vicino porto di Livorno, attraverso il Canale dei Navicelli, è base di rifornimento delle unità navali di stanza nel Mediterraneo. Ottavo Gruppo di supporto Usa e Base dell'US Army per l'appoggio alle forze statunitensi al Sud del Po, nel Mediterraneo, nel Golfo, nell'Africa del Nord e la Turchia.

44. Coltano [Pi]. Importante base Usa-Nsa per le telecomunicazioni: da qui sono gestite tutte le informazioni raccolte dai centri di telecomunicazione siti nel Mediterraneo. Deposito munizioni Us Army; Base Nsa.

45. Pisa [aeroporto militare]. Base saltuaria dell'Usaf.

46. Talamone [Gr]. Base saltuaria dell'Us Navy.

47. Poggio Ballone [Gr]. Tra Follonica, Castiglione della Pescaia e Tirli: Centro radar Usa con copertura Nato.

48. Livorno. Base navale Usa.

49. Monte Giogo [Ms]. Centro di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.


Sardegna


50. La Maddalena - Santo Stefano [Ss]. Base atomica Usa, base di sommergibili, squadra navale di supporto alla portaerei americana "Simon Lake".

51. Monte Limbara [tra Oschiri e Tempio, Ss]. Base missilistica Usa.

52. Sinis di Cabras [Or]. Centro elaborazioni dati [Nsa].

53. Isola di Tavolara [Ss]. Stazione radiotelegrafica di supporto ai sommergibili della Us Navy.

54. Torre Grande di Oristano. Base radar Nsa.

55. Monte Arci [Or]. Stazione di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

56. Capo Frasca [Or]. Eliporto ed impianto radar Usa.

57. Santulussurgiu [Or]. Stazione telecomunicazioni Usaf con copertura Nato.

58. Perdasdefogu [Nu]. Base missilistica sperimentale.

59. Capo Teulada [Ca]. Da Capo Teulada a Capo Frasca [Or ], all'incirca 100 chilometri di costa, 7.200 ettari di terreno e più di 70 mila ettari di zone "off limits": poligono di tiro per esercitazioni aeree ed aeronavali della Sesta flotta americana e della Nato.

60. Cagliari. Base navale Usa.

61. Decimomannu [Ca]. Aeroporto Usa con copertura Nato.

62. Aeroporto di Elmas [Ca]. Base aerea Usaf.

63. Salto di Quirra [Ca]. poligoni missilistici.

64. Capo San Lorenzo [Ca]. Zona di addestramento per la Sesta flotta Usa.

65. Monte Urpino [Ca]. Depositi munizioni Usa e Nato.


Lazio


66. Roma. Comando per il Mediterraneo centrale della Nato e il coordinamento logistico interforze Usa. Stazione Nato

67. Roma Ciampino [aeroporto militare]. Base saltuaria Usaf.

68. Rocca di Papa [Rm]. Stazione telecomunicazioni Usa con copertura Nato, in probabile collegamento con le installazioni sotterranee di Monte Cavo

69. Monte Romano [Vt]. Poligono saltuario di tiro dell'Us Army.

70. Gaeta [Lt]. Base permanente della Sesta flotta e della Squadra navale di scorta alla portaerei "La Salle".

71. Casale delle Palme [Lt]. Scuola telecomunicazioni Nato sotto controllo Usa.


Campania


72. Napoli. Comando del Security Force dei Marines. Base di sommergibili Usa. Comando delle Forze Aeree Usa per il Mediterraneo. Porto normalmente impiegato dalle unità civili e militari Usa. Si calcola che da Napoli e Livorno transitino annualmente circa cinquemila contenitori di materiale militare.

73. Aeroporto Napoli Capodichino. Base aerea Usaf.

74. Monte Camaldoli [Na]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

75. Ischia [Na]. Antenna di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

76. Nisida [Na]. Base Us Army.

77. Bagnoli [Na]. Sede del più grande centro di coordinamento dell'Us Navy di tutte le attività di telecomunicazioni, comando e controllo del Mediterraneo.

78. Agnano [nelle vicinanze del famoso ippodromo]. Base dell'Us Army.

80. Licola [Na]. Antenna di telecomunicazioni Usa.

81. Lago Patria [Ce]. Stazione telecomunicazioni Usa.

82. Giugliano [vicinanze del lago Patria, Na]. Comando Statcom.

83. Grazzanise [Ce]. Base saltuaria Usaf.

84. Mondragone [Ce]: Centro di Comando Usa e Nato sotterraneo antiatomico, dove verrebbero spostati i comandi Usa e Nato in caso di guerra

85. Montevergine [Av]: Stazione di comunicazioni Usa.


Basilicata


79. Cirigliano [Mt]. Comando delle Forze Navali Usa in Europa.

86. Pietraficcata [Mt]. Centro telecomunicazioni Usa e Nato.


Puglia


87. Gioia del Colle [Ba]. Base aerea Usa di supporto tecnico.

88. Brindisi. Base navale Usa.

89. Punta della Contessa [Br]. Poligono di tiro Usa e Nato.

90. San Vito dei Normanni [Br]. Vi sarebbero di stanza un migliaio di militari americani del 499° Expeditionary Squadron;.Base dei Servizi Segreti. Electronics Security Group [Nsa ].

91. Monte Iacotenente [Fg]. Base del complesso radar Nadge.

92. Otranto. Stazione radar Usa.

93. Taranto. Base navale Usa. Deposito Usa e Nato.

94. Martinafranca [Ta]. Base radar Usa.


Calabria


95. Crotone. Stazione di telecomunicazioni e radar Usa e Nato.

96. Monte Mancuso [Cz]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

97. Sellia Marina [Cz]. Centro telecomunicazioni Usa con copertura Nato.


Sicilia


98. Sigonella [Ct]. Principale base terrestre dell'Us Navy nel Mediterraneo centrale, supporto logistico della Sesta flotta [circa 3.400 tra militari e civili americani ]. Oltre ad unità della Us Navy, ospita diversi squadroni tattici dell'Usaf: elicotteri del tipo HC-4, caccia Tomcat F14 e A6 Intruder, gruppi di F-16 e F-111 equipaggiati con bombe nucleari del tipo B-43, da più di 100 kilotoni l'una.

99. Motta S. Anastasia [Ct]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

100. Caltagirone [Ct]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

101. Vizzini [Ct]. Diversi depositi Usa. Nota: un sottufficiale dell'aereonautica militare ci ha scritto, precisando che non vi sono installazioni USA in questa base militare italiana.

102. Palermo Punta Raisi [aeroporto]. Base saltuaria dell'Usaf.

103. Isola delle Femmine [Pa]. Deposito munizioni Usa e Nato.

104. Comiso [Rg]. La base risulterebbe smantellata.

105. Marina di Marza [Rg]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

106. Augusta [Sr]. Base della Sesta flotta e deposito munizioni.

107. Monte Lauro [Sr]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

109. Centuripe [En]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

110. Niscemi [Cl]. Base del NavComTelSta [comunicazione Us Navy ].

111. Trapani. Base Usaf con copertura Nato.

112. Isola di Pantelleria [Tp]: Centro telecomunicazioni Us Navy, base aerea e radar Nato.

113. Isola di Lampedusa [Ag]: Base della Guardia costiera Usa. Centro d'ascolto e di comunicazioni Nsa.
 
Ultima modifica:
Sardegna, fogna della Nato. Perdasdefogu: nel poligono dell'uranio
6 marzo 2011 alle ore 9.21
www.lettera43.it

di Antonietta Demurtas

Massimo Carlotto l'aveva scritto nel 2008: «Quel poligono produce morte», ma il suo Perdas de Fogu (edizioni e/o) era un noir mediterraneo. E anche se per raccontare quella storia aveva fatto un'inchiesta (oltre 1.500 pagine di documenti e certificati) con l'aiuto di altri nove autori riuniti nella sigla Mama Sabot, il suo rimaneva un romanzo.
Nel libro, pastori sardi e veterinari, affaristi e politici, ex contractor e strutture di sicurezza privata, militari e industrie di armamenti legati dal grande business della produzione bellica potevano sembrare i protagonisti di una spy story fatta di tradimenti, omicidi, intrighi e colpi di scena, ma lo scrittore padovano sapeva di raccontare la realtà.

DUE ANNI DI STUDI E ANALISI. Carlotto ci aveva messo due anni a capire gli intrecci e i misteri che ruotano intorno al Poligono sperimentale di addestramento interforze del Salto di Quirra. A chiedergli di fare delle ricerche erano stati gli abitanti di quella zona della Sardegna compresa tra Cagliari e Nuoro dove appunto si trova il Poligono, che da anni denunciavano malformazioni e tumori.
E oggi che a dargli ragione c'è un'inchiesta della Procura della Repubblica di Lanusei (Ogliastra), più che di soddisfazione, Carlotto parla di «speranza: che finalmente quella base militare venga chiusa».

NEL POLIGONO C'È URANIO 238. Dal 26 febbraio in due magazzini, uno del poligono a terra di Perdasdefogu (12 mila ettari) e uno del poligono a mare di Capo San Lorenzo (che si estende per quasi 50 chilometri lungo il tratto sud orientale della costa) sono infatti state ritrovate e sequestrate cinque cassette metalliche con valori di radioattività cinque volte superiori alla norma e 10 contenitori contenenti metal detector di vecchia generazione con quadrante radioattivo mai smaltiti. Il tutto senza alcuna indicazione sulla pericolosità nucleare.
Ora non ci sono più dubbi: nel Poligono di Quirra, il più grande della Nato in Europa, c'è uranio 238, cioè uranio arricchito, quello utilizzato per preparare la bomba atomica di Hiroshima, che ora è stato portato nel bunker di Fisica nucleare dell'università di Cagliari.
La notizia è stata accolta con un sospiro dallo scrittore padovano «perché almeno, dopo anni di depistaggi, smetteranno di negare che in quella base ci sia mai stato uranio, anche se il problema vero sono le nanoparticelle che questo materiale sprigiona quando una volta sparato entra in contatto con il bersaglio ed esplode», spiega.

UNA CONTAMINAZIONE FULMINEA. È allora infatti che l'uranio si sbriciola e rilascia sul terreno e nell’aria una polvere metallica pericolosa. Nanoparticelle, che una volta respirate, impiegano 60 secondi per raggiungere il sangue, pochi minuti per superare la barriera dei polmoni e dopo 60 minuti hanno già invaso il fegato.
Contaminazioni fulminee. È questo il vero male dell’inquinamento bellico, che colpisce sia chi combatte sul campo di battaglia, sia chi vive vicino a quelle basi dove si sperimentano le armi, dove si fanno esplodere ordigni che ad alte temperature sprigionano questo materiale.

IN SARDEGNA NUMERO RECORD DI LEUCEMIE. Ed è in un pozzo senza fine di segreti e veleni come la terra delle servitù militari in Sardegna, che gli investigatori stanno indagando in questi giorni. La Sardegna infatti ospita il 60% delle aree destinate al demanio militare italiano. Qui l'intreccio tra sperimentazioni, private e militari, di nuove armi ha causato un numero record di leucemie, linfoma di Hodgking e non Hodgkin, tumori e sindromi da affaticamento cronico. Una storia che in pochi hanno sinora raccontato, un'eccezione è il programma Report di Milena Gabanelli che nel dicembre 1999 dedicò un servizio alla base militare sarda.

Sindrome di Quirra: la sfida del procuratore
Una vera sfida per il procuratore capo di Lanusei Domenico Fiordalisi, che dovrà trovare una soluzione giuridica che possa porre fine alla connessione scientifica tra la 'sindrome dei Balcani' e la 'sindrome di Quirra', così l'hanno ribattezzata cittadini e comitati locali che da anni conoscono il male ignoto e che non capiscono perché in Sardegna si muore di pace. «Sarà un'inchiesta lunga e complessa, ci sono tanti elementi che dobbiamo valutare», commenta a Lettera43.it Fiordalisi, «il nostro obiettivo è verificare che la salute dei cittadini sia stata tutelata».

AGNELLI MALFORMATI E MORTI PRECOCI. Le vittime in questi anni sono soprattutto pastori che pascolano le loro greggi vicino al Poligono e che oltre ad assistere impotenti alle nascite di agnelli malformati, si ammalano essi stessi e muoiono nel giro di pochi mesi. Stessa fine fanno anche quelli del personale che lavora nella base, come i due militari con mansioni di magazzinieri che hanno lavorato nel posto dove a febbraio sono state ritrovate le cinque cassette metalliche e che si sono ammalati di linfoma non Hodgkin.
«Speriamo che Antonietta Morena Gatti possa finalmente fare il suo lavoro, lei sa cosa cercare», commenta Carlotto, riferendosi alla professoressa dell’università di Modena, esperta di nanoparticelle e consulente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, che nei suoi studi ha già messo in evidenza una connessione fra i microresidui pericolosi ritrovati negli agnelli malati nati nei dintorni del Salto di Quirra e quelli presenti nei tessuti di soldati colpiti da tumore al ritorno dalle missioni di guerra nei Balcani e in Iraq.

Asl: «Dieci persone su 18 colpite da neoplasie tumorali in 10 anni»
A osservare questa connessione lo scorso 13 gennaio è stata anche la Asl di Cagliari: «Il 65% del personale, impegnato con la conduzione degli animali negli allevamenti ubicati entro il raggio di 2,7 km dalla base militare di Capo San Lorenzo a Quirra, risulta colpito da gravi malattie tumorali», si legge nella relazione dell’azienda sanitaria locale. «Nel decennio 2000-2010, sono dieci le persone che risultano colpite da neoplasie tumorali su un totale di diciotto. Si evidenzia una tendenza all’incremento, negli ultimi due anni sono quattro i nuovi casi di neoplasie».

L'ULTIMA PAROLA ALLA PROCURA. È la “sindrome di Quirra” sulla quale i sardi davvero avrebbero voluto fosse stato scritto solo un romanzo noir. Ma qui gli agnelli che nascono con sei zampe o con le orecchie al posto degli occhi, bambini nati con malformazioni (nel vicino paese di Escalaplano, 2.500 anime, sono una decina) e giovani malati di leucemia, li hanno visti veramente.

Carlotto: «Qui il principio di prevenzione non funziona, si continua a sparare»
Ma se ci sono questi sospetti, perché ancora si discute se tenere aperta la base? «Qui il principio di prevenzione usato nella vita civile non funziona, si continua a sparare e a fare esperimenti sulle munizioni», dice lo scrittore, «è tutto un problema di business, di aziende che hanno interessi economici e che per 50 mila euro all'ora vengono qui a sperimentare nuovi esplosivi e tutte le armi che vogliono».
Ma la vera follia, osserva Carlotto è che «mentre gli altri Stati hanno chiuso i poligoni sperimentali, l'unico rimasto aperto delle basi Nato è questo, e si trova nel cuore di un'isola a vocazione turistica».
Un paradosso che deve fare i conti con le forti collusioni tra ambienti della criminalità organizzata, dell’imprenditoria, della finanza e della politica. E se è chiaro che gli interessi economici sono grandi e incalcolabili, l'unica cosa da fare, secondo Carlotto, è una rivoluzione dal basso: «Serve un atto forte di testimonianza della comunità. O la gente del posto si ribella o sarà tutto contaminato. Per pochi posti di lavoro non devono rischiare la vita: la salute non ha prezzo». Intanto in attesa di una maggiore presa di coscienza, la parola fine potrà forse metterla la Procura.

La volontà politica che non c'è
«La speranza è che questa inchiesta arrivi a un risultato definitivo, soprattutto per rispetto delle vittime», dice Carlotto, anche se il fatto che ci siano molte istituzioni coinvolte non fa ben sperare: «Tutto dipende dalla volontà politica». Ma i tempi sono lunghi e intanto al Poligono si continua a lavorare.
Lo ha denunciato Indipendentzia Repubrica de Sardigna: il movimento indipendentista sostiene di aver ricevuto allarmate segnalazioni dagli abitanti della zona di Quirra su numerosi tiri effettuati il, 22 febbraio, da un grosso cannone navale dal porto a mare di San Lorenzo.

LA SPERIMENTAZIONE MILITARE. Attività di sperimentazione, che secondo gli indipendentisti, sarebbe condotta dall'Oto Melara, leader mondiale nella produzione delle artiglierie navali e veicoli blindati, munizioni guidate e sistemi antiaerei. Ma dalla base militare non si possono avere conferme. Perché al Poligono può venire chiunque, aziende di armamenti francesi, inglesi, americane che hanno bisogno di testare le loro nuove armi, pagano, sparano e vanno via.

LA PROPOSTA DEL PDL. Per questo non stupisce neanche più di tanto se ancora oggi il senatore del Pdl Cosimo Gallo, componente della Commissione parlamentare sull'uranio impoverito, propone di sperimentare nei poligoni sardi munizionamenti all'uranio impoverito per verificare l'effettiva presenza di fattori patogeni. «Una sciocchezza», ha commentato il presidente della Regione, Cappellacci, «parole gravi e inaccettabili, indegne di un rappresentante della Repubblica: farebbe meglio a dimettersi».

INQUINAMENTO INCOMBENTE. Ma per Carlotto più che di dimissioni, si deve parlare di dismissioni: «Se non si chiude, il destino della zona del poligono di Salto di Quirra è la desertificazione umana. Quando avranno finito di sperimentare, nessuno ci potrà più stare, sarà talmente inquinato che sarà impossibile viverci. E parliamo di un'area enorme». Nel suo romanzo inchiesta Carlotto si era basato solo sulle informazioni raccolte sulla parte terrestre della base, «perché non abbiamo trovato nessun dato sulla parte marina del poligono, che è grande una volta e mezza la Sardegna». Forse quello potrebbe essere il tema del sequel di Perdas de Fogu, un noir sempre più reale.
 
L’isola di Santo Stefano (La Maddalena) in Sardegna, dal 1972 al 2008 è stata sede, in virtù di un accordo bilaterale segreto tra Stati Uniti e Italia, di una base di appoggio Usa per sottomarini a propulsione nucleare, presso la quale era inoltre ormeggiata negli ultimi anni dio permanenza la nave-balia Uss Emory S.Land, ospitante ben 34 missili a testata nucleare Cruise Tomahawk in condizioni di massimo rischio.

A seguito di numerosi incidenti nucleari in loco e la nascita di bambini con gravissime malformazioni (cranioschisi) a partire dal 1974, contro la presenza illegale ed incostituzionale della base si è sviluppato da molti anni, e in particolare dopo l'incidente occorso nell'ottobre 2003 al sommergibile Hartford della sesta flotta, in seguito al quale si è verificata un’altra contaminazione delle acque marine da sostanze radioattive (come accertato dalle rilevazioni del Criirad di Parigi e dall’Università della Tuscia), un grande movimento di massa. A tutt’oggi non è stata effettuata alcuna bonifica, ma soltanto speculazioni con denaro pubblico (G8) dei massimi dirigenti della Protezione Civile.

La Sardegna è da tempo segnata da un impressionante fardello di servitù militari che trovano emblematica e quanto mai significativa espressione nei 24 mila ettari di territorio destinato alle attività militari che, negli ultimi anni e soprattutto in concomitanza con il coinvolgimento dell'Italia nelle nuove strategie di guerra dell'Occidente, hanno conosciuto un significativo consolidamento.


Basti pensare che nell'isola sono attualmente presenti le seguenti strutture:
1) poligono permanente di Capo Teulada per esercitazioni terra-aria-mare affidato all'Esercito e messo a disposizione della Nato. Per estensione è il secondo poligono d'Italia con i suoi 7.200 ettari di terreno cui si sommano i 75.000 ettari delle "zone di restrizione dello spazio aereo e zone interdette alla navigazione" normalmente impiegate per le esercitazioni di tiro contro costa e tiro terra-mare. Una parte del poligono e dell'area a mare è permanentemente interdetta anche agli stessi militari per motivi di sicurezza: l'elevato ritmo delle attività e l'accumulo di ordigni e residuati inesplosi è tale da rendere la zona ormai non bonificabile - secondo il ministero della Difesa - a fronte degli elevati costi economici di risanamento.
Nel poligono si svolgono assiduamente esercitazioni dell'Aeronautica, della Marina e dei reparti di altri eserciti Nato e attualmente costituisce la più importante risorsa addestrativa e il poligono più importante per le forze armate. Fra le attività più importanti la simulazione d'interventi operativi e la sperimentazione di nuovi armamenti, tra i quali il Ministero della difesa si è sempre rifiutato di specificare se rientrino anche munizionamenti con uranio impoverito.
2) Aeroporto di Decimomannu, utilizzato dalla Nato per l'addestramento al volo e le esercitazioni nei vicini poligoni di Capo Teulada, Salto di Quirra e Capo Frasca. È gestito dall'AWTI, ente plurinazionale cui partecipano Italia e Germania, dopo il disimpegno di Canada, Gran Bretagna e Stati Uniti. Presso la base è operativo un poligono elettronico. Una enorme zona di restrizione dello spazio aereo collega direttamente Decimomannu a Capo Frasca e alla vasta zona, indicata nelle carte militari con la sigla D 40, situata fuori dalle acque territoriali, adibita all'addestramento per il combattimento aereo e tiri aria-aria.
3) Poligono di Capo Frasca, utilizzato dall'Aeronautica e dalla Marine italiana, tedesca e Nato per esercitazioni di tiro a fuoco aria-terra e mare-terra. Occupa una superficie a terra di 1.416 ettari e impegna un'"area di sicurezza a mare" interdetta alla navigazione.
4) Base di La Maddalena-S. Stefano e giganteschi depositi sotterranei per carburanti e per armi e munizionamento navale.
5) Danger 33: si tratta di uno spazio aereo militarizzato di circa 600 mila ettari che grava sul centro Sardegna, sull'area del Parco nazionale del Gennargentu. La zona di restrizione aerea non è supportata da servitù o demanio militare a terra. Vi si svolge un'intensa attività elicotteristica particolarmente pericolosa per il volo degli aeromobili e, non essendo adibita ad esercitazioni a fuoco, l'area sfugge totalmente al controllo democratico previsto dalla legge 898/1976.
6) Porto militare di Cagliari, adibito anche all'ormeggio e alla sosta di unità navali a propulsione nucleare e armamento atomico, senza un piano - comunque obbligatorio per legge – a protezione preventiva della popolazione.
7) Sono inoltre presenti giganteschi serbatoi sotterranei di carburanti navali Nato gestiti dalla Marina a Sella del Diavolo-S.Elia, un vasto deposito sotterraneo di combustibili-avio Aeronautica militare italiana-Nato a Monte Urpinu, collegato da una rete di oleodotti al molo e agli aeroporti militari di Elmas e Decimomannu, un impianto di telecomunicazioni della Marina a S.Ignazio, provincia di Cagliari, un impianto dell'Esercito italiano a Monte Arci e Santulussurgiu (Oristano), stazioni di telecomunicazioni di supporto al sistema Nato per l'addestramento aereo collegate alla base di Decimomannu-Capo Frasca, rete di telecomunicazioni nel nord della Sardegna, articolata negli impianti di Sassari, Olmedo, Tavolara.
8) Poligoni per esercitazioni a fuoco a cielo aperto gestiti dall'Esercito a S.Ena Ruggia-Macomer (1.360 ettari), Valle Bunnari (Sassari), Sicaderba-Arzana, Piantabella (Nuoro), Pala e Cresia-Isili, a Cala Andreani-Caprera, nella riserva naturale orientata, compresa nel Parco nazionale Arcipelago della Maddalena, adibita dalla Marina a poligono per esercitazioni a fuoco a terra e a mare; un assetto del territorio così strettamente connesso alle funzioni militari ha evidenti ricadute sulla vita delle popolazioni dell'isola in termini di sicurezza e salvaguardia della salute, oltre che per tutto ciò che riguarda gli equilibri ambientali e la sfera della sovranità popolare e della democrazia.
Va sottolineato che nei territori affittati dallo Stato italiano al miglior offerente, che ospitano gli insediamenti militari, sia italiani che di forze internazionali, si registra da tempo un'elevata incidenza di tumori tra la popolazione - il caso più drammaticamente noto è quello di Salto di Quirra-, in particolare tumori al sistema emolinfatico e alla tiroide, in una percentuale che va decisamente oltre la norma statistica (200 per cento in più della media nazionale); va infine rimarcato che lo Stato italiano contribuisce per il 37 per cento ai costi per il mantenimento delle basi United States of America e delle truppe americane di stanza nel Paese, secondo quanto risulta da documenti ufficiali di bilancio delle forze armate Usa, del Dipartimento della Difesa e del Congresso Usa.
http://sulatestagiannilannes.********.it/search?q=sardegna
http://sulatestagiannilannes.********.it/search?q=poligoni
 
L'INDAGINE
Sardegna, l'isola radioattiva
Armi con sostanze nocive: pastori morti e bimbi deformi.


A Quirra nell'Ogliastra e nei poligoni sardi, forze armate e industrie militari hanno sparato di tutto.
Missili anticarro Milan carichi di torio radioattivo, scoperto poi nei cadaveri dei pastori della zona, morti di tumore o linfoma. Missili Tow che spargono amianto, ritrovato in abbondanza nel terreno.
Uranio radioattivo, riscontrato in quantità anomala nei capelli dei bambini residenti nei paesi attorno al poligono di Quirra. E persino fosforo bianco, la micidiale sostanza che, a contatto con il corpo umano, produce acidi che bruciano i tessuti anche per ore e ore dopo la spaventosa morte della persona colpita dal proiettile.
SPERIMENTAZIONE SENZA BONIFICHE. Armi tossiche, radioattive, strumenti di distruzione di massa sparati dagli Anni 60 a oggi nei terreni dove l'esercito (non solo italiano) si esercita alla guerra e dove le imprese sperimentano gli ordigni di ultima generazione, senza mai effettuare le bonifiche nel terreno.
CONTROLLI OCCULTATI VOLUTAMENTE. Le prove dell'uso massiccio di armi radioattive a Quirra, 130 chilometri quadrati nel Sud Est della Sardegna, sono contenute nelle indagini del procuratore di Lanusei, Domenico Fiordalisi, che indagando su una lunga serie di morti per linfomi e tumori nei paesi adiacenti al poligono, ha messo sotto inchiesta 19 persone.
Si tratta di alti ufficiali dell'aeronautica, responsabili dell'uso indiscriminato di queste armi, e scienziati i quali, secondo il magistrato, nello svolgere controlli sanitari e tossicologici a Quirra avrebbero volutamente occultato la verità, scrivendo in sostanza relazioni rassicuranti per la popolazione solo perché manipolate.
Nel 2005 la lista dei materiali usati nel poligono di Teulada

Tra i missili sparati, anche i Milan carichi di torio radioattivo.
Tra i missili sparati, anche i Milan carichi di torio radioattivo.

A margine dell'indagine sulla zona dell'Ogliastra, è emerso un documento delle forze armate, redatto e consegnato nel 2005 alla Regione Sardegna dall'allora presidente del Comitato per le servitù militari, ammiraglio Roberto Baggioni.
Il dossier è intestato allo «Stato maggiore dell'esercito - Reparto impiego delle forze» e porta la firma del generale Giorgio Cornacchione. Contiene la lista dei «colpi» sparati in quell'anno nel poligono di Teulada, costa Sud occidentale dell'isola.
USATI ANCHE PROIETTILI AL FOSFORO. Vi è ammesso, per la prima volta, che le truppe italiane si sono addestrate con proiettili incendiari al fosforo bianco, simili a quelli che, utilizzati dagli Usa e da Israele, hanno provocato le stragi di Falluja (Iraq) del 2004 e di Gaza del 2009, e la lunga scia di nascite di bambini deformi negli anni successivi agli attacchi, all'interno delle zone colpite.
Si tratta di ordigni i cui effetti non cessano dopo il bombardamento, ma lasciano residui chimici che entrano nella catena alimentare, restano nell'acqua e nell'aria, e causano malattie e malformazioni tra la popolazione.
PASTORI MORTI PER IL TORIO DEI MISSILI. A Quirra, come ha documentato Fiordalisi è stato fatto largo uso di missili anticarro Milan, prodotti dal gruppo statale Finmeccanica. Tracce di torio radioattivo dei missili Milan sono state rinvenute in alta concentrazione nei corpi di 15 pastori, morti dopo che per anni avevano condotto le greggi al pascolo nelle zone bombardate.
DECESSI SUPERIORI ALLA MEDIA SARDA. Il magistrato non ha dubbi sul collegamento tra le esercitazioni e le numerose morti, in percentuali ben superiori a quelle medie della Sardegna e dell'Italia.
In quei terreni vi è di tutto, quindi, anche perché - ha rivelato l'indagine - dopo le guerre simulate e la sperimentazione di nuove armi, i terreni non venivano bonificati: al massimo, i residui più ingombranti venivano sotterrati in buche scavate in fretta.
Polveri tossiche anche nell'acquedotto di Escalaplano

L'esplosione di materiali bellici ha causato l'avvelenamento dell'acquedotto di Escalaplano.
(© Getty Images) L'esplosione di materiali bellici ha causato l'avvelenamento dell'acquedotto di Escalaplano.

Il poligono di Quirra, ha scoperto il procuratore, è stato poi utilizzato per decenni per far brillare bombe, missili e munizioni obsoleti.
I militari facevano grandi cataste, poi facevano saltare i vecchi arsenali, sollevando polveri tossiche che, come documenta l'inchiesta, hanno raggiunto l'acquedotto di Escalaplano, un paese del cagliaritano vicino al poligono dove in pochi anni tra poco più di 1.000 abitanti vi sono state almeno 12 nascite di bambini con malformazioni gravissime.
AGNELLI DEFORMI E LATTE CONTAMINATO. Sostanze radioattive in concentrazioni fortemente superiori alla normalità hanno poi provocato la nascita di agnelli deformi.
Due veterinari del Servizio sanitario regionale hanno anche scoperto isotopi in quantità eccessive nei formaggi prodotti con il latte delle pecore che pascolano a Quirra.
FALSE INFORMAZIONI IN CAMBIO DI LAVORO. Chiusa l'indagine, Fiordalisi ha passato i documenti al giudice per l'udienza preliminare che deve decidere sul rinvio a giudizio di militari, tecnici, docenti universitari, e anche del sindaco di Perdasdefogu, paese confinante con Escalaplano, Walter Mura, accusato di aver fornito informazioni false alla popolazione, mentre l'aeronautica militare gli affidava, come professionista (è ingegnere), lavori ben pagati all'interno del poligono.
POLIGONI PIENI DI SOSTANZE RADIOATTIVE. In attesa che il giudice stabilisca se le accuse del magistrato siano fondate, c'è una certezza: i poligoni sardi sono zeppi di sostanze tossiche e radioattive in quantità tali da aver causato, e causare ancora per il futuro, la morte di decine di persone e gravissime malformazioni in tanti bimbi appena nati.
È difficile, di fronte a tutto ciò, non parlare di armi di distruzione di massa e di crimini contro l'umanità.






E QUESTI CI HANNO LIBERATO DA CHI ?




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http://www.libreidee.org/2011/01/missili-miliardi-e-tumori-il-noir-della-sardegna-radioattiva/
 
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alien dovrebbero festeggiare l'invasione nn la liberazione ....



ACC....non hai aspettato....mi hai solo preceduto...di un po ..mentre stavo postando altri argomenti........poi vedi....

quindi siamo in sintonia...siamo un po gemelli hahhahaahha
 
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Italia, spesa militare record: oltre 20 miliardi di euro
Scritto il 10/12/10 • nella Categoria: segnalazioni
L’Italia è ko, ma non c’è crisi che possa frenare la spesa militare: sfiora i 20 miliardi e mezzo di euro lo stanziamento per la difesa nel 2011, un aumento secco di 130 milioni rispetto all’anno in corso, pari all’1,28% del Pil. «Decine e decine di macchine da guerra, costose e inutili», che verranno costruite nei prossimi 10-15 anni nel nostro paese, accusa Luca Galassi dalle colonne di “PeaceReporter”: armi costosissime, che «invecchieranno senza essere utilizzate in teatri di guerra, foss’anche perché le nostre sono solo “missioni di pace”». Galassi ha fatto i conti in tasca alla difesa: a lievitare sono i fondi destinati agli “acquisti” per i nuovi armamenti, un incremento dell’8,4%, pari a quasi tre miliardi e mezzo, ovvero 266 milioni in più rispetto al 2010.


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http://www.libreidee.org/2010/12/italia-spesa-militare-record-oltre-20-miliardi-di-euro/


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ma perchè si fanno le guerre? facile ......perchè si fanno le armi ? Povero essere umano potrebbe vivere in un paradiso terrestre in pace.. perchè non ha predatori ma l'essere umano è preda di se stesso...che pena...........ma nessuno potrà mai vincere la guerra contro la natura Lei vince sempre.....e sempre risorge......anche senza l'essere Umano.Peccato non ci sarà una prossima volta.


AMEN


L'avverbio ebraico אמן ámén significa soprattutto "certamente", "in verità". Etimologicamente è connesso con il verbo אמן ámán, che significa (in forma base, cioè qal) "educare". Importanti sono però i significati derivati: nel nifal significa "esser certo, sicuro", "esser veritiero, vero", per cui anche "resistere", nella forma di hifil credere. Il sostantivo derivato אמת emet significa "ciò che è stabile e fermo", quindi "verità". In questo senso appare per esempio nel Nuovo Testamento, quando Gesù enuncia principi fondamentali, che introduce con questa parola "amen": "Amen, amen, dico a voi" - con il significato: "In verità vi dico", "Ciò che dico, è vero e certo".
 
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