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ANNO 2045

Alien.

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[h=1]Entro il 2045 potrai diventare immortale. In quattro semplici mosse[/h] [h=2]Un miliardario russo ha deciso che una vita sola non gli basta, programma di renderci tutti immortali entro il 2045, impiegando cyborg, sistemi di digitalizzazione del cervello e ologrammi. Follia? Nella comunità scientifica in molti cominciano a prenderlo sul serio[/h]
  • 19-06-201316:04

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Credits: 2045ru @ YouTube

Tag: 2045 Dmitri Itskov immortalità Ray Kurzweil robot
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[h=5]di Fabio Deotto [/h] La ricetta per l’immortalità esiste, e i robot ne sono un ingrediente fondamentale. È il sogno fantascientifico di un imprenditore russo, al secolo Dmitry Itskov, il quale ha già messo nero su bianco la tabella di marcia che ci porterà, di qui al 2045, a perdere la nostra goffa carrozzeria di carne e ossa per diventare intelligenze artificiali immortali capaci di manifestarci attraverso ologrammi.

Se vi state chiedendo se il tizio in questione è un folle col portafogli troppo gonfio, la risposta è no. Dmitry Itskov è il co-fondatore di New Media Stars, una media company russa che negli ultimi quindici anni gli ha permesso di scalare la vetta del successo diventando un milionario di 32 anni abbastanza influente da potersi permettere di investire montagne di denaro in progetti che molti altri liquiderebbero come dispendiosi spari nel buio.
Prima di valutare quante effettive possibilità Itskov abbia di raggiungere il suo obiettivo, diamo un’occhiata alla sua ipotetica tabella di marcia.
Anno 2020:
Verrano perfezionati questi cyborg privi di sistema nervoso centrale, avranno il nostro aspetto e potremo comandarli a distanza, un po’ come i surrogati de Il Mondo dei Replicanti, sarà come prendere il comando dei sensi di un corpo che si sposta a chilometri di distanza dal nostro. Itskov si dice sicuro che i primi sviluppi di questa tecnologia saranno già visibili entro i prossimi tre anni.

Anno 2025:
Il corpo biologico ha fatto il suo tempo, è un ingombrante appendice che ci ancora a una vita di sofferenza, deperimento e calvizie incipiente, tanto vale isolare il solo cervello, estrarlo dal resto del corpo insieme a un po’ di spina dorsale e trapiantare il tutto in un supporto vitale artificiale (sempre un cyborg dalle fattezze umane, possibilmente), nel quale potrebbe continuare a funzionare ben oltre la normale aspettativa di vita dell’individuo biologico.

Anno 2030-35
È il passo più cruciale dei quattro, quello che segna l’abbandono di ogni residuo biologico: creare una replica digitale del proprio cervello e caricarlo su un computer, che è un po’ quello che aveva immaginato Richard K. Morgan nel suo romanzo Bay City . Prima che possiate unire quelle sopracciglia nella vostra migliore espressione sarcastica, sentite qua: un ricercatore di nome Theodore Berger è riuscito a sostituire l’ippocampo di un topo con un chip e a dimostratre che i topi a cui questo chip viene impiantato sono in grado di avere una memoria senza bisogno del tradizionale supporto biologico preposto a quella funzione.


Anno 2045
Il traguardo finale scelto da Itskov consiste nell’eliminazione di qualsivoglia tipo di fisicità, consentendo all’individuo di sopravvivere unicamente nella dimensione digitale, senza bisogno di un corpo artificiale, e di manifestarsi all’occorrenza attraverso un’ologramma che raffiguri le ormai scomparse fattezze biologiche.

L’utopia delineata da Itskov promette di porre fine a una serie di problemi che l’uomo si trova ad affrontare sin dall’alba dei tempi: l’inedia, l’invecchiamento, ogni tipo di disabilità, le malattie cardiovascolari, la stanchezza fisica... la morte. Per realizzare questo “sogno” Itskov ha creato la 2045 Initative , una sorta di movimento che ha come obiettivo concentrare il maggior numero di cervelli (e di investimenti) nella realizzazione dell’immortalità digitale.
A un certo punto della mia vita, ho realizzato che per quanti soldi potessi avere, per quanto bene potessi vivere, non sarei mai stato felice limitandomi a lavorare e a spnedere denaro.” Ha dichiarato Itskov “Sarei invecchiato e alla fine sarei morto. Ho pensato che ci dovesse essere un obiettivo più profondo.
Così, all’età di 25 anni, il miliardario russo ha avuto una precoce crisi di mezza età che gli ha fatto comprendere che una vita da semplice umano non gli bastava, bisognava puntare all’immortalità. Del progetto 2045 si parla già da qualche tempo , e in passato ha già incontrato il favore di alcune personalità di spicco (tra cui il Dalai Lama), ora però sembra essere riuscito a conquistare nientemeno che la creme della comunità scientifica.
Alla Global Future 2045 World Conference, lo scorso weekend, erano presenti ricercatori di Harvard, di Berkley e del MIT, che hanno colto l’occasione per intervenire e dare il proprio contributo intellettuale al progetto. C’era anche Ray Kurzweil, uno dei più acclamati geni della storia dell’informatica e delle intelligenze artificiali, che da qualche mese lavora nei laboratori più segreti dei campus Google.
Tra 10 o 20 anni registreremo enormi passi avanti nel campo della scienza medica” ha dichiarato Kurzweil, noto da tempo per le sue azzeccate preconizzazioni “Esistono già terapie straordinarie che consentono di curare disturi cardiaci, cancro e qualsiasi disturbo neurologico, basate sul concetto di riprogrammazione dei software. Sarà possibile intervenire sul corpo umano come si farebbe con un software.
Se Itskov, Kurzweil e l’assortimento di cervelli che ha partecipato alla conferenza del progetto 2045 hanno anche solo in parte ragione, di qui a vent’anni il mondo sarà un posto completamente diverso rispetto a quello in cui viviamo da secoli. Surrogati controllati a distanza, cyborg con cervelli umani, cervelli digitali ed eterni, malattie curate attraverso la riprogrammazione di cellule e la stampa 3D organica.
Certo, la visione di Itskov è interessante, e se esiste qualche chance che sia realizzabile, siamo sicuri che Itskov rimarrà su questo pianeta più a lungo di chiunque altro finora. Rimane da capire quante persone, nel 2045, si potranno permettere la tecnologia necessaria a digitalizzare la propria esistenza, e se non si creerà una pericolosa frattura tra individui immortali digitali e mortali biologici.
 

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